La lettera dei 12 docenti, inviata a tutti i colleghi, è un altro esempio di atteggiamento passivo da parte di chi rinuncia ad esercitare le funzioni di garanzia, trasparenza e controllo per cui è stato eletto da tutti i ricercatori. Mi riferisco a tutte le fasi che precedono l’assegnazione di circa 2 milioni di euro ogni anno per i progetti di ricerca nel nostro Ateneo. Scrivevo il 23 gennaio c.a. su questo blog che «l’Ateneo ha adottato un provvedimento che esautora completamente i membri eletti, mettendoli nelle condizioni di non garantire più una procedura rigorosa, trasparente ed equilibrata nell’assegnazione dei finanziamenti locali alla ricerca. Tale provvedimento è stato adottato senza che tutti i ricercatori afferenti alle quattro macro-aree scientifiche avessero l’opportunità di esprimersi. Tra l’altro, la modifica è in contrasto con l’articolo 43 del nostro Statuto, che prevede che il Senato Accademico deliberi, sull’attribuzione dei finanziamenti per la ricerca erogati dall’Ateneo, avvalendosi della consulenza di commissioni scientifiche, elette in modo da garantire la presenza paritetica delle varie componenti dei docenti. Infine, il provvedimento è in palese contrasto con lo Statuto, in quanto attribuisce le funzioni di garanzia ai soli membri non eletti nominati dal Senato Accademico.»
Tali critiche, che qui confermo, non sono state espresse solo da me, ma anche da una parte dei 12 firmatari della lettera, pubblicamente, in due assemblee di ricercatori, alla presenza dei candidati a rettore (Dallai, Focardi, Vicino), anche loro critici. Non solo, ma giudizi ancora più pesanti sono riportati nel verbale della Facoltà di Medicina (21 luglio 2005), senza considerare poi che un membro della commissione si è dimesso ed un altro si è rifiutato di sottoscrivere il comunicato.
In definitiva, la vicenda da me contestata è che: i “controllori” rinunciano ad esercitare le loro funzioni di garanzia e le fanno svolgere ai fiduciari del “controllato”. Ma credono veramente, questi signori, di dare ad intendere che la trasparenza delle procedure si rafforzi dopo aver privato i membri eletti delle loro funzioni di controllo su tutte le fasi del processo di valutazione dei progetti?
Mentre sto valutando la possibilità di tutelare nelle sedi opportune l’offesa alla mia persona, pongo alcuni interrogativi che attendono una risposta. Perché le osservazioni da me fatte il mese scorso, vengono contestate, con false argomentazioni, proprio due giorni dopo la mia candidatura a rettore? E perché una lettera del genere, d’interesse esclusivo dei ricercatori ed interna all’Università, è stata trasformata in un comunicato-stampa? Come mai la stessa lettera è stata inserita nel sito per l’elezione del rettore che dovrebbe ospitare interventi di ben altra natura? Vi era, forse, uno scopo politico e denigratorio nei miei confronti? Infine, chi ha deciso tutto questo?
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Preciso che la lettera a cui lei si riferisce è stata pubblicata sul sito in quanto firmata dai componenti di organismi istituzionali dell’Ateneo, che ne hanno fatto formale richiesta. Parimenti, la diffusione ai media è avvenuta su richiesta degli stessi componenti degli organismi sopra citati.
Anna Gorini, Capo ufficio stampa, Università di Siena.