I giovani e il lavoro a Siena: la fuga dei cervelli

Palazzo_comunaleLiberty_4Francesco Antoni. Come un giovane può vivere a Siena e portarsi a casa uno stipendio? A Siena ci sono due modi per un giovane per portarsi a casa uno stipendio: – si trova un impiego grazie ad una raccomandazione politica o di un gruppo di potere; – si apre una attività, assicurandosi prima gli appoggi giusti dei potenti, che altrimenti ti fanno chiudere in men che non si dica (nel caso di ragazze c’è anche una terza opzione: sposare un uomo in una delle due condizioni sopra esposte. Pratica molto triste e degradante, anche se tollerata da taluni genitori).
In entrambi i casi ci si mette in situazioni poco piacevoli. Nei circoli che contano è previsto che se uno riceve un piacere poi debba anche farne, pur controvoglia. Inoltre è triste raggiungere un posto importante sapendo che è avvenuto non per le proprie capacità, ma per essersi venduto a logiche di scambio di favori. In questa situazione, che fanno i giovani intelligenti che non vogliano scendere a tristi compromessi?

Se ne vanno. Letteralmente emigrano, in cerca di un posto dove vengano valutati per quel che sono e dove non si debbano incatenare a potenti di ogni tipo per portare a casa uno stipendio. Spesso tentano la via di Milano, di Roma, poi l’estero verso l’Inghilterra o l’America.
Ma perché questi potenti non portano avanti anche qualche giovane intelligente? Presto detto. L’intelligenza è un fattore pericoloso per chi si trovi immeritatamente in una posizione di potere, perché implica indipendenza di pensiero, libertà di scelta e di giudizio, anche sui propri ‘capi’ incapaci. Perciò vengono portati avanti solo gli ‘utili stupidi’, gli ambiziosi ma senza capacità, portati a sopravvalutare il giudizio altrui. Ecco perché la città ha utili stupidi in posti di potere in numero crescente ed ecco perché un giovane intelligente per uno stipendio onesto verso gli altri e verso se stesso deve sempre più spesso andarsene.
Tutto ciò, mentre l’aspetto che più caratterizza i senesi e per il quale veniamo invidiati o derisi dal resto d’Italia è l’attaccamento alla città. Chi, fra coloro che leggono queste righe non conosce almeno un senese che vive altrove e che non voglia ritornare? Ebbene, allora facciamo in modo che i nostri giovani abbiano un futuro in città, o se ne vadano solo per scelta. Anche per questo dobbiamo voltar pagina.
Io vivo e lavoro al momento a New York e ho scelto di candidarmi per Libera Siena. Ho fiducia che questa lista civica, assieme alle altre liste civiche che sostengono il Piccini, possano portare a Siena trasparenza, meritocrazia, vera competizione fra le imprese. In questo modo spero, per me e per tanti altri giovani emigrati, di poter tornare nell’amata città.
– Pubblicato su: Sunto
– Pubblicato su: il Cittadino Oggi, 11 giugno 2006.

6 Risposte

  1. Sono capitata qui per caso … Sono senese e ne vado fiera e tutte queste raccomandazioni e fughe di cervelli secondo me non esistono. Ho trovato un buon lavoro fisso senza raccomandazioni, ne vado fiera così come vado fiera della mia città. È una vergogna che una persona che sostiene di essere un senese porti questi pannicini caldi solo per ottenere qualche voto in più. Le raccomandazioni esistono a Siena come in ogni altro paese d’Italia.

  2. Cara “fra” (hai omesso il tuo nome per cui non posso che chiamarti così), anche io sono senese, senese come pochi (nato sulle lastre e gli Aurigi esistono solo a Siena, tranne quelli che sono andati via perché qui non hanno trovato lavoro o, meglio, non avevano raccomandazioni sufficienti per trovarlo qui e forse gli faceva pure schifo lavorare grazie a una raccomandazione), e sono senese da molto, moltissimo tempo, per cui ti dico che purtroppo la realtà è quella descritta da Antoni.
    Sei una fortunata se hai trovato lavoro senza raccomandazione e immagino anche che tu non sia la sola, ma evidentemente, anche se dici di essere di Siena, questa città la conosci poco.
    Ormai anche in contrada si eleggono dirigenti non per la loro capacità di gestione, ma per la loro contiguità col potere (se non uomini di potere sic et simpliciter), perché adatti a raccomandare (e tra le raccomandazioni auspicate c’è quella dell’assunzione dei giovani contradaioli).
    Sono un vecchio contradaiolo e per me la contrada è cosa a cui si dà, non cosa da cui si prende. Il cambio di cultura è spaventoso. Tant’è che anche tu consideri normale questo livello di corruzione morale visto che dici: “le racocmandaizoni esistono a siena come in ogni altro paese d’Italia”.
    Ti assicuro che una volta, quando forse non eri nata, Siena non era così. Ora, hai ragione tu, è corrotta come ogni altro paese d’Italia. Tu ne vai fiera (quale corruzione morale peggiore di questa?), io me ne vergogno. Volevo continuare a vivere in una comunità di gente dalla schiena dritta, non dalla schiena molle e flessibile. Mi è molto difficile vivere in mezzo ai servi.

    Sarei comunque curioso di sapere, per una migliore valutazione, che tipo di lavoro hai trovato, ma non lo dici, così come hai nascosto la tua identità. È difficile dialogare con chi ha paura di esporre il proprio nome, ma a Siena ormai questa è la prassi: i servi sono sempre timorosi.

    Mauro Aurigi

  3. Cara scrittrice anonima,

    – innanzitutto vorrei dirle che concordo con lei nell’ultima parte del suo post:
    “le raccomandazioni esistono a Siena come in ogni altro paese d’Italia”

    Potrei finire qua, dato che siamo d’accordo, ma andiamo avanti.

    Mi accusa di “sostenere di essere senese”: lei conosce il mio nome e cognome e può verificare che sono proprio senese. Io non conosco il suo e non posso fare altrettanto, ma mi voglio fidare di lei.

    Ma veniamo al succo della questione:

    Lei ha trovato un lavoro senza raccomandazione. Complimenti. Da questa felice esperienza personale non può però dedurre che la cosa valga per tutti, è un errore logico.
    È come se io affermassi:

    A) Francesco è senese.
    B) A Francesco non piacciono i ricciarelli
    Deduzione) Ai senesi non piacciono i ricciarelli

    Ovviamente è un errore logico, quindi possiamo avere ragione tutti e due: lei ha trovato un lavoro senza raccomandazione e la maggior parte dei senesi invece ne necessita, oppure se ne va.

    Però una preghiera. Ci tolga la curiosità: come ha trovato lavoro senza raccomandazione? Veramente non ha una tessera di partito o un parente che occupa qualche posto dove può fare piaceri e riceverne?

  4. Ciao a tutti mi chiamo Francesco e ho 28 anni; io non voglio parlare di raccomandazioni. Da lavoratore emigrato (lavoro presso uno studio tecnico di Siena…) ho serie difficoltà a fare amicizia, soprattutto con ragazze senesi. Certamebte non ho molto tempo da dedicare alle conoscenze, a parte il sabato e la domenica che sono libero, io mi chiedo: è possibile al giorno d’oggi, nell’era telematica, avere serie difficoltà di socializzazione?? Dove posso incontrare giovani della mia età e ragazze serie a Siena?? Vi prego rispondetemi o io scoppio prima o poi… Grazie Francesco

  5. Salve a tutti. Io sono un Geometra di Sicilia trapiantato a Siena da due anni circa. Ho ricevuto una educazione ferrea dai mie genitori e me ne vanto. Sono trentenne, non ho vizi, mi curo sempre, pratico sport e mi faccio notare poco; nonostante ciò i Senesi, soprattutto le donne sono diffidenti alle conoscenze e non sono riuscito ancora a trovare luoghi dove poter fare amicizia. È possibile che oggi, con la liberalizzazione dei mercati, con la globalizzazione, in questa città la gente è restia ad aprirsi? …. Francesco

  6. Venni a Siena, dopo esserci nato, fuggendo da ambienti ultraretrivi cattolici. Pensavo a Siena città aperta. Ho trovato la porcilaia di sinistra e i baroni universitari mafiosissimi… Gulp!

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