Replica del sindacato CIPUR su: “le mille università dalle facili cattedre”

MangioneIl Professor Vittorio Mangione, presidente nazionale del sindacato CIPUR (Coordinamento Intersedi Professori Universitari di Ruolo), replica con questa lettera aperta all’articolo di Mario Pirani “Le mille università dalle facili cattedre”, pubblicato su “la Repubblica” del 26 ottobre 2006 e di cui abbiamo già trattato.

Sulla svendita delle lauree: Mario Pirani chiama, Fabio Mussi risponde

Mario_piraniFabio_mussi2Titolo di studio come un prodotto da consumare, svendita di lauree sulla base del riconoscimento dei crediti formativi, scadimento dell’offerta formativa, concorrenza al CEPU fatta dalle università, sono argomenti già affrontati da questo blog. In questi giorni ne ha parlato autorevolmente anche Mario Pirani su “la Repubblica” con l’articolo “Le mille università dalle facili cattedre”. Pirani invita i docenti universitari ad una “condivisione dei sacrifici imposti dal dissesto dei bilanci” ma non giustifica “gli sproloqui sul «killeraggio contro l’università e la ricerca» denunciato dai sindacalisti della categoria. Gli stessi che non hanno mosso un dito di fronte alla dissennata proliferazione degli atenei … e all’altrettanto improvvida, continua, apertura di sedi periferiche”. Immediata la replica, sempre su “la Repubblica”, del Ministro dell’Università e della ricerca con l’articolo “Atenei che proliferano il Ministro ha detto no”.

Università di Siena: che sia un segnale di cambiamento?

R_univ_sienaDa oggi Pietro Terrosi Vagnoli, Professore di Eidologia della Facoltà di Medicina, è il nuovo direttore del Dipartimento di Scienze Ortopedico-Riabilitative, Radiologiche e Otorinolaringoiatriche. Eletto all’unanimità, sostituisce Desiderio Passali. Gli auguri fervidi ed irrituali serviranno al collega Terrosi, da tutti stimato come studioso e come persona (cosa ormai rara), per compiere un processo finora non espletato. Com’è noto la politica universitaria, che da qualche anno è orientata ad assorbire i vecchi Istituti disciplinari in Dipartimenti integrati, non ha dato i risultati attesi. L’integrazione disciplinare, l’ottimizzazione di risorse materiali ed immateriali non c’è stata, i nuovi dipartimenti sono al più espressioni di razionalizzazione amministrativa e finanziaria. Come per l’Unione Europea, che assembla più Banche Centrali che Nazioni, anche nei Dipartimenti si è assistito all’accorpamento di strutture amministrative prive d’anima scientifica, prive cioè di armonizzazione di indirizzo scientifico che non riesce a decollare. L’intento del legislatore era quello di ottimizzare le risorse culturali e di indirizzarle verso obiettivi strategici. Qui di strategico c’è solo la ricerca del quotidiano. Terrosi, nei suoi primi passi da candidato e sicuramente lo farà da Direttore, si era espresso per un’armonizzazione seria e completa di strutture diverse e composite. Siamo sicuri ci riuscirà.

“Il blog del Solista” del professor Luigi De Marchi

DemarchiSegnaliamo un interessante sito: il blog del Solista del Professor Luigi De Marchi (nella foto, durante un intervento, nel gennaio 1968). «Quella dominante è una cultura di coristi, dove i più cantano in coro le solite due o tre vecchie e noiose canzoni e dove i solisti hanno vita difficile. Questo blog è la testimonianza di un Solista sopravvissuto ai linciaggi e anche un grande “marameo” ai Ragazzi del Coro e ai Direttori d’Orchestra.»
Luigi De Marchi: Psicologo, politologo e saggista, è stato protagonista di varie battaglie per i diritti civili. Pioniere della ricerca psico-culturale europea e presidente della Società di Psicologia Politica. Le sue ricerche sull’angoscia sono approdate a una nuova teoria della cultura e della nevrosi.
Per saperne di più, si legga la sua biografia completa.

Gli straccioni di Valmy vanno all’università

Allons_enfants_1Ho ricevuto da Aldo (ricordateAldo e Giovanni alla ricerca di Giacomo?”) il seguente contributo. Più che un pezzo storico è cronistoria, che riapre, come ferita infetta, il capitolo non ancora sviluppato dei diritti negati.

Aldo Ferrara. Un piccolo memento storico. Nel bel mezzo della Rivoluzione francese, il 20 settembre 1792, Valmy fece da sfondo alla battaglia, che poi ne prese il nome e che permise l’indomani la proclamazione della repubblica. Prima importante vittoria riportata dalla Francia rivoluzionaria nella guerra contro la prima coalizione. Le truppe dell’armata del Nord, guidate dai generali Dumouriez e Kellermann, arrestarono l’avanzata degli eserciti austro-prussiani che, al comando del duca di Brunswick, avevano occupato la Lorena e il Belgio, minacciando direttamente Parigi, e li costrinsero alla ritirata. Un episodio storico che, come i corsi ed i ricorsi, si ripete puntualmente e viene invocato ogni volta che si profila la similitudine. Tutta la rivoluzione francese, illuminista nelle sue basi culturali, fu opera di straccioni, donne, contadini con il forcone, giovani che fecero a pezzi le nobiltà oligarchiche e dispotiche.
Nella nostra Università circolano ancora i tanti Luigi XVI e qualcuno ha visto aggirarsi per i corridoi Maria Antonietta sia pure in calzoni, giacca e cravatta regimental. Ma ci sono gli straccioni che, in solitaria battaglia, agitano i loro forconi. Sono tre, quattro al più, che, insieme e separatamente, lottano per il ripristino della legalità e delle regole. Già, perché mancano le regole sui concorsi, molti predeterminati e bene o male già collocati, prebende affidate a congiunti, consulenze d’oro, assegni di ricerca già stabiliti da tempo nelle segrete stanze, finanziamenti per la ricerca sapientemente pilotati, il grande capitolo dello sperpero, ciò che in ultima analisi si traduce in diritti negati. Avete mai visto Pinco Pallo da Rocca Cannuccia che sale in cattedra? Tutte vicende in parte note alla magistratura.
Ma noi, straccioni reduci da Valmy, abbiamo l’arma segreta: un manipolo di colleghi ed amici, di forte caratura rivoluzionaria, quasi trotskysta, tutti tesi a lottare da tempo per le regole. Un gruppo di amici, indomiti, uomini che non si lasciano intimidire, che vanno diritti per la loro strada (un po’ troppo), i cui tavoli sono stracolmi di faldoni per la difesa dei colleghi derelitti o vittime di ingiustizie, che brandiscono le proprie armi incutendo timore all’oligarchia, che quando avviene un fattaccio lo rendono pubblico, che informano i colleghi dei loro diritti sindacali, che aprono trattative lunghissime, estenuanti fino a notte fonda. Chi passasse per caso in quelle ore, sentirebbe il chiassoso rinfocolare degli animi accesi dalla lotta. Sapete chi sono: i nostri sindacalisti, in fondo brava gente! Se tra di loro ci fosse caso mai un Napoleone, sotto mentite spoglie in attesa del Consolato, bene, stia attento alle spalle, ci sono anche gli straccioni reduci da Valmy.

Mussi: «Troppe università e troppi insegnamenti fantasiosi»

Fabio_mussi2Fabio Mussi. Pistoia, 15 ottobre 2006. «In Italia abbiamo 360 università su 105 province. In venti anni il loro numero è raddoppiato, con troppi insegnamenti fantasiosi, passando da 2500 a 5300 corsi universitari. E ciò non è conseguenza dell’ampliamento dei campi della cultura e della scienza. Perciò intendo presentare dei decreti per bloccare la proliferazione indiscriminata degli atenei. Quel che c’è verrà difeso, anche in sede di Finanziaria, ma sono per il blocco di questa proliferazione scriteriata. Bisogna prendere atto che all’ampliamento numerico degli atenei non è corrisposto un analogo miglioramento qualitativo. Benvenuti più studenti e più laureati, ma occorre soprattutto mantenere alta la qualità media del sistema e salvaguardare le aree di eccellenza».

A Lecce una certezza per i malati di tumore

Lore_2Cosimo Loré. Poche ore fa il grande attore Sean Connery ha rivolto dure critiche a Hollywood: “Ho deciso di non lavorare più perché nell’industria cinematografica c’è troppo divario tra chi capisce di film e chi ha il potere di farli”. Lo abbiamo appreso dalla stampa proprio il giorno dopo l’opinione di Piero Quarta Colosso medico radiologo in struttura convenzionata leccese su Massimo Federico medico oncologo in struttura universitaria modenese (quest’ultima notizia acquisita grazie alla nostra consorte salentina che segue con cura le vicende della terra natìa). La lettera scaturisce da una polemica locale in merito al costo della consulenza affidata dal direttore generale della azienda sanitaria leccese all’illustre studioso nonché cattedratico universitario di salentina origine: chi scrive vive e lavora da sempre nella città del Palio cui in pellegrinaggio ormai generazionale si sono recati innumerevoli studenti dalla regione salentina per accreditarsi prima in medicina e poi nelle varie specializzazioni mediche. Conosciamo pertanto uomini e cose della sanità salentina in forma indiretta, ma sappiamo in ragione del nostro compito istituzionale misurare meriti scientifici e capacità cliniche di chiunque sul pianeta si dedichi ad analoghe attività. Esistono in effetti criteri e metri quali il fattore di impatto scientifico (impact factor), i risultati clinici conseguiti (dati epidemiologici), le indagini anche giudiziarie espletate (relazioni peritali): ebbene, da tali fattori obiettivi e non opinabili emerge con evidenza che Piero Quarta Colosso in radiologia medica e Massimo Federico in oncologia medica rappresentano il top nel panorama nazionale e presentano però un solo grave difetto, che in una società civile e soprattutto sana di mente costituirebbe preclara virtù: l’umiltà. In questo caso alla ribalta non v’è la possibilità di fare buona cinematografia bensì di salvarsi la pelle dal male che se adeguatamente affrontato risulta debellabile e anche prevenibile (Veronesi docet). Eppure anche a fronte di simili presupposti la polemica è senza freni inibitori perché la morte fa paura solo quando tocca di persona, altrimenti il fumatore non smetterebbe solo dopo una bella radicale laringectomia… Vanità ci porta a ricordare che fummo chiamati in quel di Gallipoli a promuovere (gratis et amore Dei) l’iniziativa oncologica del Professor Federico nel territorio salentino (“un mare di firme”) e davanti ad una attenta affollata platea di amministratori aziendali e comunali tentammo di esorcizzare il malcostume della maldicenza – volta a masochisticamente boicottare ogni anche salvifica impresa – con cui è d’uso “fantasticare” nella cosiddetta moderna società. Cassandre fummo, come i fatti odierni ben attestano.

Votantonio, votantonio . . . . .

OnorevAldo Ferrara. Riceviamo il comunicato sotto riferito ed integralmente riportato. A ben vedere esso si presta a qualche considerazione che, speriamo, non sia sgradita. A prescindere che, in ambito universitario ed accademico, forse lo stile e la sintassi avrebbero dovuto essere almeno sottoposti a rilettura, quello che ci inquieta è la versione univoca ed omologata del comunicato. Della tetrade sindacale apprezziamo il dinamismo che si concretizza specie in tornate elettorali che la riguardano o che riguardano eccellenti componenti del suo seno. Tuttavia ci inquieta constatarne la desolante assenza in occasione delle lotte che singole componenti dell’Accademia o gruppi, neanche organizzati, conducono in solitaria traversata per la difesa, anche in via giudiziaria, dei loro diritti calpestati. Non ci sovviene esempio di sindacalista che si sia erto in difesa di qualche collega colpito da mobbing, bossing o lesione evidente dei suoi diritti oggettivi. Che strano modo di interpretare, anche in versione a reti unificate, la metodologia di lotta sindacale!!!

ELEZIONI COMPONENTI UNIVERSITARI CONSIGLIO DEI SANITARI
L’assemblea delle OOSS universitarie riunitosi in data 10 settembre 2006 dopo ampio e proficuo dibattito hanno individuato unitariamente i colleghi che andranno a rappresentare la componente universitaria all’interno del Consiglio Sanitario dell’ A.O.S. nei seguenti nomi … Omissis …
Si voterà il 18 ottobre 2006 dalle ore 9.00 alle ore 17.00 presso l’Aula 11 e l’aula 12 del Complesso Didattico del Policlinico Universitario Le Scotte – Siena
ANDU CNU CIPUR USPUR

Università di Siena: ancora spese misteriose

Il disavanzo di amministrazione di 27 milioni di € nel conto consuntivo del 2005, gli impegni di spesa maturati nel 2005 ma liquidati, per cassa, nell’esercizio 2006 e, infine, la situazione debitoria con le banche, con il conseguente piano di esborsi scaglionati fino al 2016 per complessivi 178 milioni di €, sono dati che indicano lo stato disastroso dell’Ateneo senese. Le cause? Organi di governo e di controllo esautorati e rinunciatari nell’esercizio delle proprie prerogative. Si pensi solo alle spese non autorizzate dal Consiglio di Amministrazione, oppure si prendano le misteriose “assegnazioni diverse” che nessun amministratore si preoccupa di giustificare, oppure la qualità dei servizi offerti e, ancora, il conseguente danno all’erario per capire a quali livelli d’illegalità è sprofondato l’Ateneo senese. Aggiorniamo le spese misteriose ricordando all’attuale rettore che perlomeno avrebbe potuto e dovuto predisporre il bilancio consuntivo dell’esercizio finanziario 2005 tenendo conto della congruità ed attinenza delle cifre da inserire nella voce “assegnazioni diverse”. Sull’obbligo di denuncia per responsabilità amministrative e contabili del rettore, dei dirigenti degli uffici dell’aministrazione centrale e dei responsabili delle strutture didattiche, scientifiche e di servizio si legga la nota precedente con i commenti.

Assegnazioni diverse

Esercizio finanziario 2003: 5.083.018,84 €

Esercizio finanziario 2004: 6.914.332,05 €

Esercizio finanziario 2005: 8.254.907,31 €

Totale (per i tre esercizi): 20.252.248,20 €

Mussi chiude le Università a gogò

Fabio_mussiArticolo 71 della legge Finanziaria 2007
1. Per gli anni dal 2007 al 2009 incluso, è fatto divieto alle università statali e non statali, autorizzate a rilasciare titoli accademici aventi valore legale, di istituire ed attivare facoltà e corsi di studio in sedi diverse da quella ove l’ateneo ha la sede legale e amministrativa.
2. Per le facoltà e i corsi di studio già funzionanti alla data di entrata in vigore della presente legge in sedi didattiche diverse da quelle di cui al comma 1, i competenti organi statutari procedono alla modifica ed integrazione delle convenzioni stipulate con gli enti locali e con gli altri enti pubblici e privati sottoscrittori, in modo da assicurare, per un numero di anni non inferiore a venti, il funzionamento ordinario delle facoltà e dei corsi stessi in termini di risorse finanziarie, strumentali e di strutture edilizie.
3. Le convenzioni, di cui al comma 2, sono trasmesse al Ministero della università e della ricerca entro il 31 dicembre 2007 per l’acquisizione del parere di congruità del Comitato Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario. In mancanza di trasmissione o in caso di parere negativo, i corsi di studio sono disattivati a decorrere dall’anno accademico successivo a quello in cui è intervenuta la valutazione, fermo restando il diritto, per gli studenti iscritti, di completare il corso entro la durata legale dello stesso.