Strana ed equivoca sensazione di sollievo: come se con un nuovo direttore amministrativo si possano risolvere tutti i problemi dell’ateneo senese!

unisigarterStavrogin. Il prof. Barretta ha fama di persona capace e corretta, benché la nomina di un “interno” al rango di Direttore amministrativo, dia ancor di più l’impressione di una implosione dell’ateneo. Si diffondono strane idee e una strana ed equivoca sensazione di sollievo, quasi che dopo la dipartita di Miccolis e la sedia sempre più barcollante del Rettore “il buho” sia prossimo a tapparsi da sé, come accade talvolta con l’ozono, una volta ripristinata l’armonia prestabilita delle sfere. “Honny soit qui mal y pense”, ma mi pare in realtà che anche a questo livello si stia riproducendo la dialettica Brunetta-Tremonti: anche qui c’è un partito dell’assalto alla diligenza, convinto che basti cambiare Direttore amministrativo perché i danari ricomincino a piovere come la manna dal cielo, indi riattaccare a spenderli in modo subitaneo con le stesse modalità di prima, senza che la lezione sia servita a niente, sebbene la diligenza sia oramai più che altro un carro mortuario. Alla fine non so se l’ideologia andreottiana de “i panni sporchi si lavano in casa” produrrà qualche effetto benefico.

«Lascio per il bene dell’Ateneo senese anche se ciò significa rinunciare a far luce subito sugli attacchi infondati sferrati attraverso la stampa»

miccolis_emilio.jpgEmilio Miccolis. Giunto ormai al termine del mio incarico di direttore amministrativo di questo Ateneo, desidero rivolgere all’intera comunità il mio saluto. Prima di ciò vorrei però condividere qualche riflessione riguardo agli intensi mesi di lavoro trascorsi. Sono stato onorato di essere stato scelto lo scorso dicembre dal Rettore Silvano Focardi per affrontare una situazione assai complessa all’interno di una istituzione antica e prestigiosa, con la quale ho potuto misurarmi e che poco a poco ho imparato a conoscere. Voglio qui ringraziare in particolare tutti coloro – personale tecnico e amministrativo, e docenti – con i quali abbiamo collaborato per raggiungere risultati importanti come la chiarezza definitiva nei conti dell’Ateneo e la regolarizzazione delle posizioni contributive pensionistiche. Ma non è certo questa la sede per dilungarmi. Il lavoro a Siena ha costituito per me una sfida professionale importante, ancorché delicata, dalla quale esco portando con me alcuni traguardi rilevanti, sia professionali che umani. Ho avuto con i rappresentanti della Comunità occasioni di confronto, talvolta anche duro, che ritengo si siano sempre trasformate in occasioni di superamento delle difficoltà e di crescita. Ma sarei poco convincente, specie nei confronti di coloro con i quali in questi mesi sono stato in più stretto contatto, se non ammettessi la delusione e l’amarezza di questa rapida e inattesa conclusione, ancorché consensuale. Guidato dallo spirito di servizio con il quale ho sempre affrontato il mio compito, qui e altrove, ho voluto scegliere l’alternativa più adeguata al bene dell’Istituzione, pur nella consapevolezza da parte mia che ciò significasse rinunciare a far luce subito, fino in fondo e direttamente davanti alla comunità accademica sugli attacchi infondati che mi sono stati sferrati attraverso la stampa. Non nascondo che avrei voluto partecipare da protagonista alla soddisfazione del giorno in cui sarà scritta la salvezza dell’Università degli Studi di Siena. Ma quel giorno sarà comunque per me un momento di gioia, perché sarò consapevole e sicuro di avervi contribuito, avendo assolto fino in fondo al mio dovere. Dunque porgo il mio saluto all’intera comunità dell’Ateneo, nell’auspicio più sincero che possa raggiungere nei tempi prospettati dal piano di risanamento una situazione di equilibrio e di serenità per tutti coloro che vi lavorano e vi studiano.

Un altro primato dell’ateneo senese: il nuovo direttore amministrativo è un docente

BarrettaSilvano Focardi. Oggi, in esito alla determinazione del dottor Emilio Miccolis di mettere a disposizione il suo mandato, è stato risolto consensualmente, con decorrenza dal 1° dicembre 2009, il contratto di lavoro a tempo determinato con il dottor Miccolis, avente ad oggetto l’incarico di Direttore amministrativo della nostra Università, stipulato in data 11 dicembre 2008.
Nel pomeriggio il Consiglio di amministrazione ha espresso parere favorevole sulla mia proposta di attribuire l’incarico di Direttore amministrativo, fino al termine dell’Anno accademico 2009/2010, al professor Antonio Davide Barretta, con decorrenza dal prossimo 1° dicembre.
Al dottor Miccolis, che ci lascia, desidero esprimere i più sentiti ringraziamenti per il gran lavoro svolto, per quanto si è prodigato sin dallo scorso mese di dicembre – in un momento difficilissimo per la storia del nostro Ateneo – riuscendo in pochi mesi ad accertare la reale situazione economico-finanziaria dell’Università, impostando e portando a felice conclusione tutta una serie di atti e provvedimenti che hanno consentito di avviare e di far procedere il processo di risanamento dell’Ateneo. E desidero ringraziarlo anche per lo spirito di abnegazione con il quale, malgrado la complessità della situazione e le numerose difficoltà incontrate, ha guidato in questi mesi la nostra Amministrazione.
La decisione di attribuire l’incarico al professor Barretta deriva dal grande impegno che egli ha profuso sin dal 26 settembre 2008, seguendo quotidianamente l’andamento economico-finanziario dell’Ateneo, dimostrando un alto senso delle Istituzioni, nonché una indiscutibile competenza, tanto da essere unanimemente apprezzato da tutti gli Organi dell’Ateneo e dalle tecnostrutture delle Istituzioni locali, regionali, nazionali e bancarie, con le quali è stato quotidianamente in contatto.

Dopo le dimissioni del Direttore Amministrativo cosa si aspetta ancora a commissariare l’Ateneo senese?

miccolis_emilio.jpgSilvano Focardi. In relazione agli emolumenti e ai rimborsi percepiti dal Direttore Amministrativo comunico che, nell’ambito della seduta odierna del Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Siena, il Dottor Emilio Miccolis ha reso noto di aver già rescisso, con efficacia dalla data di sottoscrizione, il contratto integrativo posto in essere con l’Ateneo. Nell’ambito della stessa seduta, il Dottor Miccolis ha rimesso il suo mandato nelle mani del CdA. Il CdA ha determinato di acquisire ogni e qualsiasi ulteriore documentazione utile per fare piena chiarezza su tutte le vicende alle quali è stato dato risalto, nei giorni scorsi, sulla stampa cittadina. A questo fine si è deciso di aggiornare la trattazione dell’argomento ad una seduta straordinaria programmata per il prossimo 4 dicembre, per consentire la conoscenza della suddetta documentazione. Alla luce delle valutazioni che emergeranno nell’ambito della prossima seduta del Consiglio adotterò i provvedimenti di mia competenza, stabiliti dallo Statuto, in relazione alla nomina del Direttore Amministrativo.

L’ex rettore di Firenze Augusto Marinelli chiede 750.000 euro di danni a Quirino Paris, che denuncia la malauniversità

quirino_paris.jpgCRONACA DI UN TENTATIVO

Quirino Paris. Nel 2003 la stampa nazionale non parlava tanto di parentopoli e concorsi universitari truccati. Nel settore dell’economia agraria, AGR/01, le commissioni venivano “elette”, concorso dopo concorso (130 circa), usando la distribuzione uniforme: soltanto i membri che avrebbero dovuto far parte della commissione, secondo la “cabina di regia,” ricevevano voti in quantità quasi uguale.  Accadde, allora, che un professore straordinario dell’Università della Calabria, con una ventina di pubblicazioni nel triennio, che aveva svolto il ruolo di Direttore del Dipartimento di Economia e Statistica, che aveva ricevuto una relazione superlativa dalla Facoltà di Economia, e che era stato eletto (questa volta con vere elezioni) nel comitato esecutivo della European Association of Agricultural Economists, fosse bocciato dalla commissione di conferma nominata dal CUN. Mentre lui non veniva confermato, figli, figlie, mogli e nipoti di membri della “cabina di regia” vincevano senza alcuna pubblicazione rilevante concorsi per ricercatore, associato e straordinario, perfino in improbabili posti per economisti agrari come la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze.

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Siamo ormai all’epilogo della vicenda Colella: volevano “farla fuori” e si ritrovano indagati

tris1.jpgDella vicenda della Prof.ssa Albina Colella ci siamo diffusamente occupati a partire dall’11 febbraio 2007. La coraggiosa collega ha saputo tener testa ad una potentissima lobby d’affari che vedeva coinvolti ambienti accademici, politici e giudiziari al punto che, sconfortati, avevamo chiesto la pena di morte mediante somministrazione di cicuta lucana alla sventurata collega. Un recente articolo de “Il Mondo” (6 novembre 2009, di seguito riprodotto integralmente) ha evidenziato che il documento che ha dato inizio alla vicenda è un falso. E così, finalmente, sta crollando il castello d’accuse. In attesa di conoscere come e da chi verrà risarcita la Prof.ssa Colella, diffondiamo la sua “Lettera aperta ai colleghi” dal significativo titolo: Cosa c’è dietro il mancato sviluppo delle Scienze della Terra nell’Ateneo del Texas d’Italia?

BASILICATA: ERA FALSA LA FIRMA DEL RETTORE

Fabio Sottocornola. Denunce e controdenunce tra professori sulla cattiva gestione di fondi europei per la ricerca. In questi anni l’università della Basilicata, otto facoltà e 9 mila studenti, è stata teatro di uno degli scontri più aspri nel mondo accademico italiano. Tra i protagonisti c’è Albina Colella, docente di geologia, indagata e sospesa dalla cattedra nel 2004, rinviata a giudizio nel 2006 con l’accusa di peculato e concussione per la gestione di fondi europei. Anche se il suo dibattimento non è ancora iniziato. Adesso emerge un fatto nuovo relativo agli inizi della vicenda. A fare partire tutto era stato un esposto inviato alla Procura della Repubblica di Potenza il 20 marzo 2002 e firmato da Francesco Lelj Garolla, all’epoca rettore dell’ateneo. Alla base della sua denuncia vi era una lettera scritta lo stesso giorno e siglata da Antonio Tamburro, allora preside di Scienze (la facoltà di Colella), eletto rettore nel 2006 e scomparso all’età di 70 anni nel giugno scorso. Ed ecco la novità: una perizia grafica ha stabilito che “il documento depositato nella Procura è un falso, la firma in calce ad esso è apocrifa». Invece che da Lelj Garolla, il testo “è stato interamente stilato e sottoscritto dall’autore della prima lettera, professor Tamburro». A sostenere ciò è Rosaria Calvauna, perito grafico giudiziario e consulente tecnico del Tribunale di Siena, alla quale la stessa Colella aveva affidato l’incarico di esaminare i documenti originali. Cosa che la grafologa ha fatto nel mese di agosto. Nel frattempo, dopo tre sentenze del Consiglio di Stato, Colella è tornata in servizio. Ma fuori dall’università e a seguito di altri esposti, Tamburro era finito indagato (con Lelj Garolla e altri) dal pm John Woodcock per abuso d’ufficio, rifiuto d’atti d’ufficio e truffa in danno della geologa.

Lo stato giuridico dei docenti dell’Ateneo senese non esiste più

focardi_miccolis.jpgIl Prof. Cosimo Loré mi chiede di spostare in prima pagina il suo commento, data la gravità del fatto e l’omertoso silenzio di imbelli docenti. Concordo pienamente.

Cosimo Loré. Dopo il dissesto criminalmente provocato alla nostra università oggi, tra le macerie putrefatte del glorioso ateneo, si aggirano un rettore ed un direttore amministrativo che, invece di prendere i provvedimenti drammatici che l’ora impone, dopo aver fatto finta che nulla fosse accaduto, celando il malaffare dilagato, e aver potenziato la componente impiegatizia azzerando la ricerca, sono passati alla fase del pensionamento anticipato prima dei ricercatori e poi dei professori (il classico calcio nel culo alle vittime: il danno, il malanno e l’uscio addosso…) in violazione di ogni norma e regola a tutela dei diritti acquisiti dei propri rappresentati. Questa non è più “universitas” ma un luogo dove si perpetua l’efferata manomissione di casse e cattedre, in dispregio del patrimonio mobiliare, immobiliare, innanzitutto umano, sociale, scientifico di un centro culturale che fino a pochi anni addietro era riferimento di prima grandezza per gli studiosi e gli studenti di tutto il mondo. Quid iuris?!

Stupisce che attivi forme di protesta proprio quella parte che è responsabile del dissesto dell’ateneo senese

quagliariello.jpgUn’intervista di Gaia Tancredi al Senatore Gaetano Quagliariello pubblicata oggi dal “Corriere di Siena” sulla situazione dell’ateneo senese.

Gaia Tancredi. Il ruolo decisivo del governo nel salvataggio dell’università di Siena lo rimarca con fermezza il capo dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello. Fa un passo indietro, per significare lo sforzo compiuto in 14 mesi, dal giorno in cui il debito fu scoperto: «È una situazione di grande delicatezza, perché il buco dell’ateneo senese era quasi come una Finanziaria. Tutto questo è avvenuto in un momento nel quale si sta stringedo la cintura, per rientrare nei parametri si sta cercando in tutti i modi di avere dal ministro Tremonti una cifra che si aggiri intorno ai 400 milioni, per venire incontro a tutte le università, ma questa cifra è meno del doppio del debito di Siena. A fronte di questa dimensione così rilevante di disavanzo, la maggioranza e il governo si sono assunti comunque le proprie responsabilità, senza scaricare nulla sulle spalle di chi ha agito in passato. E lo avrebbe potuto fare. L’università ha fatto la sua parte: ha tagliato tutto il tagliabile, ha fatto quello che altre università dicono che non si possa fare. Tutto questo senza rinunciare alla qualità, tanto è vero che resta ai primi posti nella graduatoria nazionale. Va anche detto che la cura dimagrante fa bene alla capacità produttiva e scientifica e si vede. Non possiamo nascondere che Siena si trova in una situazione privilegiata, è dotata di immobili e infrastrutture che possono essere messe in vendita per ripianare il debito, se questa crisi fosse accaduta in un altro contesto ci saremmo trovati in situazioni drammatiche».

A che punto siamo però di questo percorso di recupero?

«Oggettivamente si è fatta più di metà della strada, dobbiamo continuare ad intervenire in questo senso, ed è quanto il governo sta facendo, evitando di ricorrere ad uno strumento eccezionale. Il governo in questa fase garantisce la gestione ordinaria dell’università di Siena, se in futuro ci sarà bisogno di una misura straordinaria sul modello che è stato immaginato per la sanità, vedremo. Quello che mi stupisce in questa fase è il fatto che si attivino forme di protesta da quella parte che è certamente più responsabile di noi del pregresso e di ciò che è stato combinato in passato. È il momento del silenzio e della moderazione».

A Siena, senatore, in molti si stanno chiedendo a quanto ammonta l’aiuto del governo e in quale forma verrà garantito, lei può chiarirci questi aspetti?

Sono forme di anticipazione stabilite fra il governo e l’università. In questa fase ciò che conta è che il governo si è dimostrato ancora una volta sensibile, coprendo i bisogni ordinari, e come sapete sono diversi milioni. Non in tutte le università italiane si può contare su un aiuto di questo tipo, avendo comunque estremo bisogno. Come dicevo questo è il momento della sobrietà, le informazioni devono arrivare, ma non si devono chiedere a gran voce, i silenzi sono molto utili per perseguire un obiettivo comune».

Quando parla di misure straordinarie pensa al commissariamento?

«Più avanti potremmo anche pensare a uno strumento eccezionale che valga non solo per Siena ma anche per le altre università. Ma il percorso deve essere guidato e comunque valutato dal governo e dal parlamento. State certi che nessuno a Siena troverà il commissario dalla sera alla mattina dentro il rettorato, così come vi siete trovati un debito di quel tipo, svegliandovi un bel giorno di qualche mese fa».

Crisi dell’ateneo senese: il Governo ha fatto la sua parte, ora tocca alle istituzioni locali

unisienaSilvano Focardi. È con vivo piacere e soddisfazione che informo il personale docente e tecnico amministrativo dell’Università degli Studi di Siena, le Istituzioni e la cittadinanza tutta, che la nostra Università è nelle condizioni di svolgere la sua attività di ordinaria amministrazione. Da più parti era stato paventato un imminente disastro che non avrebbe permesso per il mese di novembre il pagamento degli oneri contributivi e degli stipendi. Come ebbi a dire alcuni giorni fa, per mezzo di un comunicato stampa, la mia fiducia nell’intervento del Governo era piena per le rassicurazioni ricevute. Il Governo, al di là di ogni scontro politico e contrapposizione ideologica, ha dimostrato di avere a cuore la storia secolare della nostra Università, riconoscendo anche l’efficacia del piano di risanamento, la qualità della didattica e della ricerca e l’immane sforzo e sacrificio compiuto dal sottoscritto, dai suoi più stretti collaboratori e da tutto il personale docente e tecnico amministrativo della nostra amatissima Istituzione. Un bene comune che appartiene alla storia della nostra città e del nostro paese e che rischiava di scomparire per sempre. Devo sottolineare, con profondo dispiacere, che molti non hanno creduto nella possibilità di evitare la rovina, preferendo coltivare interessi di parte. In questi mesi l’unico intento che ha mosso il sottoscritto, i suoi collaboratori, il Governo, le Istituzioni senesi, la Regione e tutti coloro che si sono dati da fare per la soluzione dell’emergenza, è stato quello di cambiare il drammatico destino che incombeva sul nostro Ateneo. Per la tranquillità di tutti la parola fine alla storia della nostra Università non verrà scritta durante il mio mandato. Invito da oggi tutti a lavorare affinché in un clima di ritrovata armonia gli obiettivi che ci siamo prefissati siano tutti conseguiti con successo. Il Piano di risanamento va avanti: le prossime tappe con l’aiuto delle autorità governative, delle istituzioni e di chi vorrà stringersi intorno alla nostra Università devono ancora essere raggiunte. L’università che sto guidando è la casa di tutti: c’è bisogno di impegno, di intelligenza, di tanta pazienza e perseveranza.

Quando, insieme al Senato, nei mesi scorsi ho voluto che quest’anno vi fosse la celebrazione ufficiale dell’apertura dell’anno accademico 2009/2010, ho inteso dare un messaggio importante alla nostra comunità, cioè la consapevolezza del superamento della fase più critica e la necessità di impegnarsi per il rilancio, passando, anche se tra moltissime difficoltà, alla fase costruttiva del nostro percorso di risanamento dell’Ateneo. L’inaugurazione di quest’anno sarà più che mai un momento importante di riflessione interna, che dovrà guardare al futuro più lontano, ma anche a quello più prossimo, nel quale ci aspettano molti cambiamenti dettati sia dalle nostre scelte interne e dall’esito di percorsi stabiliti, come quello del nuovo statuto, sia dalle novità che produrranno le normative.