«Lascio per il bene dell’Ateneo senese anche se ciò significa rinunciare a far luce subito sugli attacchi infondati sferrati attraverso la stampa»

miccolis_emilio.jpgEmilio Miccolis. Giunto ormai al termine del mio incarico di direttore amministrativo di questo Ateneo, desidero rivolgere all’intera comunità il mio saluto. Prima di ciò vorrei però condividere qualche riflessione riguardo agli intensi mesi di lavoro trascorsi. Sono stato onorato di essere stato scelto lo scorso dicembre dal Rettore Silvano Focardi per affrontare una situazione assai complessa all’interno di una istituzione antica e prestigiosa, con la quale ho potuto misurarmi e che poco a poco ho imparato a conoscere. Voglio qui ringraziare in particolare tutti coloro – personale tecnico e amministrativo, e docenti – con i quali abbiamo collaborato per raggiungere risultati importanti come la chiarezza definitiva nei conti dell’Ateneo e la regolarizzazione delle posizioni contributive pensionistiche. Ma non è certo questa la sede per dilungarmi. Il lavoro a Siena ha costituito per me una sfida professionale importante, ancorché delicata, dalla quale esco portando con me alcuni traguardi rilevanti, sia professionali che umani. Ho avuto con i rappresentanti della Comunità occasioni di confronto, talvolta anche duro, che ritengo si siano sempre trasformate in occasioni di superamento delle difficoltà e di crescita. Ma sarei poco convincente, specie nei confronti di coloro con i quali in questi mesi sono stato in più stretto contatto, se non ammettessi la delusione e l’amarezza di questa rapida e inattesa conclusione, ancorché consensuale. Guidato dallo spirito di servizio con il quale ho sempre affrontato il mio compito, qui e altrove, ho voluto scegliere l’alternativa più adeguata al bene dell’Istituzione, pur nella consapevolezza da parte mia che ciò significasse rinunciare a far luce subito, fino in fondo e direttamente davanti alla comunità accademica sugli attacchi infondati che mi sono stati sferrati attraverso la stampa. Non nascondo che avrei voluto partecipare da protagonista alla soddisfazione del giorno in cui sarà scritta la salvezza dell’Università degli Studi di Siena. Ma quel giorno sarà comunque per me un momento di gioia, perché sarò consapevole e sicuro di avervi contribuito, avendo assolto fino in fondo al mio dovere. Dunque porgo il mio saluto all’intera comunità dell’Ateneo, nell’auspicio più sincero che possa raggiungere nei tempi prospettati dal piano di risanamento una situazione di equilibrio e di serenità per tutti coloro che vi lavorano e vi studiano.

29 Risposte

  1. Antonio Giudilli, capogruppo per l’Italia dei Valori nel Consiglio provinciale di Siena, nel suo intervento sulla mozione (25 novembre 2009) riguardante la crisi dell’Università di Siena si è così espresso:
    (…) «dal 2007 al 2008 sono state effettuate giustamente e coraggiosamente le stabilizzazioni del personale già in organico ma con contratti a termine. Le stesse stabilizzazioni che ora si vogliono negare motivandole con il dissesto finanziario che interessa l’Università di Siena. Ma se è stato concesso allora non comprendo perché non possa accadere ora: sempre di personale in organico si tratta, allora come ora, con la differenza che le passate stabilizzazioni sono avvenute a carte nascoste o truccate. (…) È stato detto che se in passato tanti dipendenti hanno usufruito della stabilizzazione lo si deve anche a quelle carte truccate. Ma è anche vero che è proprio a causa di quelle carte truccate che ora tutta la comunità accademica si trova in questa situazione. É proprio grazie a quelle azioni e pratiche poco o per niente trasparenti che oggi si parla di mobilità di una buona parte del personale tecnico amministrativo oltre che del prepensionamento del personale docente avente determinate caratteristiche; che si parla della dismissione di importanti unità immobiliari e di un enorme debito che peserà tantissimo sul futuro prossimo e lontano del nostro Ateneo. (…)

    Non si comprende la logica del consigliere; in sostanza, dice Giudilli, si sono stabilizzate nel 2008 tante persone con “carte truccate” perché non si possono stabilizzare oggi anche le altre? È stata una pratica illegittima prima, perché non farlo anche ora? Ovviamente a Giudilli non importa che l’Università di Siena stia cercando di mettere in mobilità alcuni dei suoi dipendenti in esubero; non importa che manca la copertura finanziaria; non importa che vi sia il blocco delle assunzioni perché l’ateneo spende in stipendi il 107% del fondo di finanziamento ordinario a fronte del limite massimo che è del 90%; non importa che il coordinatore provinciale dell’Italia dei Valori abbia chiesto al rettore sulla stampa locale: «è vero che in sede di riunione del Senato accademico la cosiddetta stabilizzazione fu presentata come un atto obbligatorio per legge e non per quello che effettivamente era “una facoltà da valutare” tenendo conto delle esigenze organizzative e delle compatibilità finanziarie?».
    Ma il consigliere Giudilli comunica o no con il coordinatore provinciale del suo partito?

  2. È un gruppo puramente demagogico nel quale ciascuno parte col primo treno che passa, ma da stazioni diverse…

  3. Alla presentazione dei candidati del Pd al prossimo Consiglio regionale, Marco Spinelli, attuale presidente dell’Azienda del diritto allo studio universitario toscano, ha dichiarato:

    «Molte situazioni vanno migliorate. Al di là della cattiva gestione con cui si è comunicato quanto è avvenuto negli ultimi tempi, la maggior parte delle persone non tengono conto che non si tratta di un problema locale ma regionale e nazionale. Ogni anno servirebbero 100-120 milioni di euro per risanare i deficit prodotti dagli atenei toscani. Serve dunque una politica improntata al rigore e alla diminuzione delle spese. Le università hanno finora risposto a questa difficile situazione vendendo i loro immobili. Lo ha fatto Firenze, adesso lo sta facendo anche Siena. Ma il buon Focardi dovrà iniziare a porsi il problema di una strategia di lungo periodo che vada oltre l’immediato. Serve una riforma strutturale per migliorare la situazione degli atenei, partendo da un contenimento dei costi e da un coordinamento più proficuo, in didattica e in amministrazione, tra le università presenti in regione. A mio avviso si tratta di un processo non più rinviabile.» (dal Corriere di Siena, 28 novembre 2009)

  4. Il prof. Barretta ha fama di persona capace e corretta, benché la nomina di un “interno” al rango di Direttore amministrativo, dia ancor di più l’impressione di una implosione dell’ateneo. Si diffondono strane idee e una strana ed equivoca sensazione di sollievo, quasi che dopo la dipartita di Miccolis e la sedia sempre più barcollante del Rettore “il buho” sia prossimo a tapparsi da sé, come accade talvolta con l’ozono, una volta ripristinata l’armonia prestabilita delle sfere. “Honny soit qui mal y pense”, ma mi pare in realtà che anche a questo livello si stia riproducendo la dialettica Brunetta-Tremonti: anche qui c’è un partito dell’assalto alla diligenza, convinto che basti cambiare Direttore amministrativo perché i danari ricomincino a piovere come la manna dal cielo, indi riattaccare a spenderli in modo subitaneo con le stesse modalità di prima, senza che la lezione sia servita a niente, sebbene la diligenza sia oramai più che altro un carro mortuario. Alla fine non so se l’ideologia andreottiana de “i panni sporchi si lavano in casa” produrrà qualche effetto benefico.

  5. Nomina del direttore amministrativo: il rettore Focardi si presenta in procura

    Silvano Focardi ieri mattina si è recato negli uffici della procura della Repubblica. In breve la notizia ha fatto il giro della città perché il suo volto è noto non solo per le ricerche in Antartide e sull’inquinamento ambientale, ma anche per le travagliate vicende economico-finanziarie del nostro Ateneo. In realtà, non c’è stata alcuna convocazione del rettore in procura per atti legati all’indagine in corso, si è trattato piuttosto di un’autoconvocazione. Nel senso che il rettore ha ritenuto atto di correttezza informare gli uffici (che già, comunque, l’avevano appreso dalle cronache) del recente cambio del direttore amministrativo. L’inchiesta sulla crisi dell’Ateneo – che ha preso molteplici direzioni – non è ancora conclusa. (La Nazione Siena, 28 novembre 2009)

  6. Cambi pure tutti gli allenatori che vuole, ma il Siena in serie B ci andrà comunque.

  7. Speriamo che Focardi abbia un po’ di fegato e … faccia quel nome alla magistratura, tiri fuori le prove (“ci son cose che la magistratura non sa riguardo a ***”, do you remember?). Non vedo perché bisogna coprire un delinquente ladro e impostore!… Poi che si fa? Si va dalla Meloni dagli occhi belli???
    Bardo

  8. @Bardus….
    La sua/tua proverbiale chiarezza questa volta è venuta meno far capire senza dire anche a noi non sapienti… (Nomen omen)!!!
    Cordialmente….

  9. In questa vicenda c’è chi si comporta da mascalzone e chi dimostra senso delle istituzioni, come il Dott. Miccolis. Il contratto integrativo è stato sottoscritto dal legale rappresentante dell’Ateneo e dal Direttore Amministrativo. C’è, quindi, un responsabile ed un corresponsabile che si sta assumendo anche le colpe altrui. Leggiamo quanto scrive il Senato Accademico, che finalmente scopre le sue prerogative quale organo di governo dell’Università, e riflettiamo su quanto è avvenuto e deve ancora accadere.

    Il Rettore Silvano Focardi scrive:
    “Il giorno 23 novembre 2009 ho convocato un Senato Accademico ad horas nel corso del quale alcuni senatori hanno ritenuto di aprire una discussione sul mio operato. Correttamente, ho ritenuto opportuno assentarmi dalla seduta, al termine della quale, in mia assenza, i componenti del Senato presenti hanno unanimemente votato il documento che vi trasmetto:”
    «Il Senato deplora l’atto del 3 aprile 2009 con il quale il Rettore ha modificato e integrato il contratto del Direttore amministrativo, attribuendogli un indennizzo per esigenze di mobilità. Il dissenso del Senato riguarda tanto l’opportunità del provvedimento, quanto l’assenza di trasparenza nei rapporti con gli Organi dell’Ateneo. Il Senato esprime la propria preoccupazione per la lesione che tale atto porta alla credibilità del Rettore e dell’Amministrazione in un momento nel quale questa è tanto più necessaria.»

  10. Se non erro abbiamo venduto il San Niccolò per 74 milioni.
    C’è uno che non molla Villa Certosa manco per 450 miloni.
    Villa Certosa sarà certamente una meraviglia ed ha dalla sua il fatto che vi hanno fotografato degli uccelli famosi e delle tette indicibili, ma possibile che valga 6 volte di più di un pezzo di Siena pieno di ben altra storia?
    Mah… di immobili ci azzecco poco ma ho come l’impressione che ci siamo fatti fregare. Se non erro, ora paghiamo 3,5 milioni l’anno per l’affitto del San Niccolò. Un grande affare per tutti eccetto l’Università.
    Volevamo fare le cose per bene al fine di favorire l’Università e ci siamo ingegnati all’uopo continuando a mungerla come prima. Avrebbe fatto la stessa cosa anche il Principe di Salina, quindi siamo in una botte di ferro e non dobbiamo avere rimorsi.
    Si vede che il buco era un forellino che richiedeva un po’ di mastice ed abbiamo fatto tanto chiasso per una cosa da niente. Meglio così, no? Te l’immagini se ce ne fossimo stati zitti di fronte a un buco serio?
    A meno che non siano delle galline camuffate da amministratori, pendolanti su treni da favola tra Bari e la città del fu Buongoverno. E circondate da polli talmente chiarissimi da risultare inguardabili.

  11. Mah, non dimentichiamo che il S. Niccolò è stato un affare per il MPS e Caltagirone, ci ha detto “Il Mondo”!
    Questo Senato è ineffabile: avete mai sentito che in passato, avendo gli stessi senatori in tutto o in parte, deplorasse spese regolarmente deliberate dal CdA su sua proposta? Che verginità accampano i vari Detti della storia universitaria sneese? Farebbero bene a dimettersi anche prima di Focardi, non foss’altro per motivi anagrafici e di responsabilità quantitativa. Sbaglio in qualosa? Sono pronto a chiedere scusa.
    a.

  12. Tocca a Focardi fare quel nome. Io posso o potrei riferire solo circostanze attualmente avvolte nel mistero. Certo, io ho informato alcune persone di ogni comunicazione fattami. Tuttavia più che fare alla polizia una segnalazione attinente non ho potuto fare. In Italia ci voglion prove certe se no si finisce a querela. Ma, ripeto, il rettore sa tutto. Aspetto un suo atto di coraggio: si sveli il nome del brigante e di chi lo ha sostenuto; la dilapidazione del pubblico patrimonio è un fatto di una gravità sconcertante. Ma mentre io denunciavo i concorsi-farsa il brigante ha continuato a fare incetta di denari e a sghignazzare in faccia agli onesti. Qui ne va di mezzo il potere pubblico e si può andare anche al Gotha nazionale che ha coperto… l’amico Fritz!
    Che vergogna, però…
    Bardo

  13. Caro Archie,
    attenzione con questa tua eccessiva attenzione per i vari Detti. Si vedono bene, ma sono comparse ideologiche. A chi han sempre detto di sì? Ai sindacati confederali, gli unici sempre e solo rappresentati in Cons. d’amm. fino alle ultime elezioni. Se avete il doppio del personale docente, loro ne avranno qualche respondabilità? Io ricordo che mi parlavano sempre di famosi bandi per concorsi per pers. non docente fatti sotto ferragosto!
    Che vuoi che sia al confronto il LAU? Un bruscolino. Avranno munto un po’ Comune, Provincia e Regione, benevola per motivi ideologici come il Detti. Gli interessati non dovrebbero stare in Cons. d’Amm. Questo è il problema, mi pare.
    Arlecchino

  14. Ci ho dato un esame col Detti, che delusione e che prosopopea! E questi sono i prof… democratici! Al servizio di Sua Maestà…

  15. Ma lasciamo nel trogolo i vari baroni che han distrutto l’università, lasciamo i vari Detti a disquisire sulle strategie togliattiane pei rincoglioniti. Il Paese, come l’Università, affonda. Chi ha il potere si fa leggi a sua immagine. Qui abbiamo avuto una “sinistra” pietosamente fallimentare e da cosca (dagli ultrà ai piddiini lottamorbidomorbido). Ora corro alla “Senese”, pare oggi un amico sia riuscito a pubblicare opera storica sull’utimo santo senese andando in culo ai mafiosi oligarchi al potere.

  16. Chi deve fare i nomi dei buco-markers… a rischio recidiva… li faccia, non si nasconda dietro la paura di una querela o di una denuncia…
    Ci sono tanti modi per farli… in via anonima. E chi conosce i nomi sarà a conoscenza di alcuni fatti di riscontro…
    Se chi conosce i colpevoli ed i fatti è anche un pubblico ufficiale, come ad esempio l’esponente apicale dell’Ateneo… ha l’obbligo di parlare… se non vuole rischiare l’associazione esterna…

  17. Università di Siena, pochi anni fa: laureato con 110 e lode (e vincitore di borse di studio) chiede da un professore una lettera di referenza. Il professore risponde affermativamente ma 4 giorni dopo cambia opinione.

    Lo stesso professore adesso ha circa 100 amici su Facebook tra cui… molte ex studentesse.

    Che strana coincidenza.

  18. Preferirei aver come amica Cicciolina su Facebook che questi ceffi, garantito! È “piu’ pulita” questa di Lorsignori Mafiosi che – ahimè – ho tristemente conosciuto…
    bardo

  19. Vorrei intanto far conoscere la paga di un tecnico universitario part-time: 600 euro mensili (mi comunicano). Pensioni da fame, stipendi da fame: ecco il vero volto del “sistema democratico”. E tifan per questo sia il Cavaliere Nero che Capitan Bersani (quello preso a calci in culo dai taxisti). Ma ci possiamo mettere anche S-Vendola e Fini.
    Detto questo, tanto per chiarirci, si rileva il tronfio benessere dei baroni e delle cariche politiche dei cd “Comitati scientifici”: sono i soliti ignoranti leccaculo pendant dei baroni. A Siena poi c’è chi esulta: è il buon Vedovelli, il rettore segugio del Cenni: non solo ha dato “cifre stratosferiche” sugli studenti inviati all’estero e sulle iscrizioni (hai visto mai! Un centinaio…). Non solo. Ha pure finanziato con i cervelloni dell’Acropoli – in primis l’Amerikano, professore emerito all’ombra d’un papero – la mostra sul Barocci. Andateci, i dipinti sono bellissimi. E pensate che ve li fa fruire anche l’Università senza buco.
    bardo

    Corollario. Vi pare bello che il suddetto tecnico delle scienze dell’alimentazione faccia pure – mi dice – il lavavetri in facoltà e sia stata associata a un associato scemo e dittatore? Via… Ma ne vedremo delle belle. Ma stiano attenti i servi: forse la ruota della storia non andrà loro sempre a vento in poppa…

  20. Che in università ci siano stipendi da fame e da nababbi e non sempre distribuiti in base a meriti, professionalità e abnegazione al lavoro non mi pare una novità; è così da per tutto… è l’italia! Quanto a casini unistrasi non mi par meglio di unisi…

  21. …Ma occorre ribellarsi, almeno nella coscienza. Che gli iloti divengano opliti contro la Casta che da sempre gavazza nelle accademie senesi e nella città. Han cagato sulle lotte dei lavoratori per il lor ventre, per la lor voracità di squali e piranas. Hanno okkupato dipartimenti e fagocitato col culo di balena persino un par d’amanti baronali…, pubblicando solo i ganzi e le ganze ai lor fetidi pie’. Io ho voluto mostrare un caso: per due lire ci si deve prostituire. Sorga un Ciro a liberare gli schiavi! I provinciali filistei ci sporcano l’animo, ahimé.
    Parliamone sempre! La goccia scaverà la pietra…
    The Bardus

  22. Caro Paolo,
    hai visto l’ultimo ZOOM? c’è il tuo amico Detti cui il direttore risponde mettendo molto bene i puntini sulle ‘i’. Date un’occhiata prima che sparisca dalle edicole come al solito, con strana rapidità. Forza!
    archie

  23. Or ora ho letto ZOOM. Detti? È della cerchia d’Omarre e si abbevera al vino tossico del potere. Son 20 anni che gavazzano… Intanto leggo che l’ex enfant prodige ex assessore al personale del comune è il capo di Ampugnano. Forse Galaxy penserà a lui e ai suoi pari. Lui si fa bello con Italia-Cuba ma che dire delle multe che faceva ai lavoratori non allineati e in lotta con camaleonti dell’ex partito comunista? Un partito simigliante a quelli che governavano l’Europa dell’est e che la storia ha spazzato via senza pietà. Più che la cia potè la tracotanza della mastodontica burocrazia. Vedo poi che la Casta promuove i suoi libri “storici” e i suoi “romanzetti” con tanto di buffet extra-moenia. Prenderanno solo dei granchi…
    bardo

  24. E qualche commento sull’ultimo consigliere aretino?

  25. Il Gruppo Monte dei Paschi di Siena è controllato al 50% dalla Fondazione MPS e al 50% da una miriade di privati. Chi comanda è quindi la Fondazione MPS. A sua volta la Fondazione MPS è governata da una deputazione di 16 componenti nominati dal Sindaco di Siena (8), dal Presidente della Provincia di Siena (5), dal Rettore dell’Università di Siena (1), dall’Arcivescovo di Siena (1) e dal Consiglio Regionale della Toscana (1).
    Compito principale della Fondazione è nominare il 50% del CdA del gruppo bancario e distribuire gli utili sul territorio senese per promuovere ricerca, sviluppo, istruzione, sanità, assisteza, arte, cultura e ambiente.
    Naturalmente un’organizzazione così strutturata mette nelle mani del Sindaco di Siena e del Presidente della Provincia di Siena un potere immenso. Queste due figure decidono in maniera monocratica chi debbano essere 13 dei 16 componenti della deputazione. La probabilità che siano espressione della loro personale convinzione politica, religiosa e culturale è ovviamente altissima e questo può dare adito a sospetti e critiche su come vengono impiegati i 200 milioni che mediamente ogni anno vengono distribuiti sul territorio.
    Una vera anomalia.
    Per sanarla basterebbe che le nomine le facessero i consigli comunali e provinciali in modo tale che anche le opposizioni potessero esprimersi e contribuire alle scelte. Il componente nominato dalla Regione Toscana viene scelto dal Consiglio Regionale e non dal suo Presidente. Dovrebbero fare così anche gli altri. Sarebbe più democratico.

  26. Come le nomine per la Corte suprema americana: candidature e audizioni pubbliche, con domande su che cosa pensano, vogliono fare ecc. trasmesse dalla TV!
    archie

  27. Ma avete visto che robina è venuta fuori al CdA ultimo scorso? Altroché indennità di viaggio… e il Focardi? Che voleva scaricare sul funzionario? Indegno, indegno, ora dovrebbe dimettersi da sé senza che un Detti o chi altri glielo chieda. Facendo quello che non ha mai fatto: un atto serio di confessione: di quello che ha visto in tutti gli anni in cui è stato preside, facendo nomi e cognomi, chiarendo fatti, cifre, responsabilità ecc.
    Credete che abbia la dignità di farlo? Così facendo almeno cancellerebbe, nell’interesse supremo dell’Università, tutto quello che ha fatto in questi pochi mesi di bischerate.
    Ed è tanto, tantissimo. Almeno si consigli con il suo rappresentante in Fondazione. Non era così bravo? Come si chiama? A proposito qualcuno se lo ricorda? Per ora non ha saputo dire niente dell’universo Fondazione; neppure ha saputo parlare a favore di Pontignano. Un cuore di leone devesse’. Era un medico, vero?
    Archie

  28. …E a te che ti sei codardamente nascosto sotto i baffi di un ministro o sotto caudam di oviparo australe, sappi-dico sappi-che qualcosa si sta muovendo, forse. Avrai fatto, come già fai, allora, la tua bella figura emmerda! Bravo, bene, bis…chero!

  29. L’ultima sul software “barese” è tragicomica… anche se mi dicono coloro che ci lavorano… che il software è validissimo!!

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