Università di Siena: l’altra faccia delle provocazioni

AltrafacciaUn altro episodio che rappresenta l’altra faccia delle provocazioni descritte in precedenza. Il 29 maggio 2007 mi telefonò da “Radio Frequenza”, la radio dell’Università di Siena, uno studente di Scienza delle Comunicazioni per un’intervista. Aveva letto su “Il Messaggero” un’inchiesta di Anna Maria Sersale sui laureati “precoci”, nella quale l’ateneo senese risultava ai primi posti nella “svendita” delle lauree, fenomeno che definivo «un’altra degenerazione del sistema». A distanza di due anni e mezzo, quell’intervista conserva la sua attualità perché affrontò proprio quei temi che oggi, unanimemente, sono ritenuti la causa della voragine nei conti. Mi riferisco alle criticità seguenti: proliferazione dei corsi di laurea e dei poli sul territorio; esubero di amministrativi e, in alcuni settori, di docenti; sottovalutazione del buco di bilancio e mancata adozione di un rigoroso piano di risanamento; inadeguatezza degli organi di governo; cogestione sindacale, carriere folgoranti dei responsabili sindacali e riorganizzazione degli uffici funzionale alla sistemazione dei sindacalisti e dei loro parenti; esigenza di un codice etico, ecc..

Ma la ragione per cui ricordo quella vicenda è che l’intervista non fu mai trasmessa. Forse per lo sfascio del Corso di laurea specialistica in Radiofonia? No! Sicuramente perché qualcuno impedì che l’intervista andasse in onda. Chi e perché? Per ora è sufficiente capire perché. Ma per questo è necessario ricordare che la parte finale dell’intervista conteneva un attacco esplicito ai vertici di alcuni sindacati che in precedenza, senza motivo evidente, avevano proclamato lo stato di agitazione, interrotto le relazioni sindacali e chiesto la sospensione di una seduta del Consiglio di Amministrazione: quella che avrebbe dovuto approvare tre regolamenti, tra i quali il “Regolamento per l’individuazione dei criteri di organizzazione degli uffici e dei servizi centrali di ateneo e per l’attribuzione delle posizioni funzionali di maggiore rilevanza”. Chi fosse interessato ad ascoltare l’intervista può cliccare qui ed andare a fondo pagina dove troverà sia il download che il file audio pronto per l’ascolto.

35 Risposte

  1. Ho ascoltato l’intervista – bravo anche lo studente – e devo dare atto che si è avverato in seguito quanto in essa denunciato con più di 2 anni d’anticipo. Vorrei aggiungere che quando si parla di “familismo” nell’Università, il pensiero corre ai docenti mentre, in realtà, questo malcostume è più esteso tra gli amministrativi. Ci sono intere famiglie tra i dipendenti dell’Università di Siena: la rubrica sulla home page dell’ateneo è implacabile nel segnalare il fenomeno. La degenerazione poi è massima quando si valutano le apicalità: quello è regno solo dei responsabili sindacali (presenti e del passato) e dei loro familiari.

  2. Nel precedente post sulle provocazioni Kerans aveva inserito un link a “You tube” dal quale si può ascoltare la bellissima canzone di Cochi e Renato intitolata “Lo sputtanamento“. Ritengo che sia adatta anche per questo post e per il commento di Antonio Carlini, anche se non sono stato in grado, ancora, di individuare il responsabile (o i responsabili) della censura dell’intervista in oggetto. Un aiuto potrebbe venirci dallo scomparso nei boschi Favi di Montarrenti.

  3. Guarda caso proprio qualche tempo prima della venuta della GdF sparivano misteriosamente i registri delle “missioni” e viaggetti vari con auto dell’unisi di qualche vertice sindacale: sparizione prontamente denunciata ovviamente!

  4. A “melaverde” chiederei che chiarisse con qualche informazione più dettagliata questo episodio della sparizione dei registri delle “missioni” con le auto dell’università di Siena. Chi conservava questi registri? Quando sono scomparsi? Chi aveva accesso a questi registri? Chi poteva usare le automobili dell’università? Io non ho mai usato queste macchine e qualche collega del mio dipartimento ha distrutto la sua automobile per recarsi ad Arezzo a far lezione. Ricordati “melaverde” che “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”. Ritengo che sia, comunque, possibile ricostruire tutto ed individuare i responsabili.

  5. Favi di Montarrenti is back

    Mi ero dato alla macchia (più di quanto non mi ci dia solitamente) perché, nonostante tutti i buoni propositi con cui ho sempre partecipato al dibattito su questo blog, peraltro senza insultare nessuno (mi pare, semmai essendo insultato), qualcuno (che mi vuole bene) mi aveva avvertito che si stava indagando sulla mia identità per notificarmi – immagino – qualche denuncia, per esempio per diffamazione aggravata. Sennonché mi pare da una parte che sul blog il dibattito sia un po’ fermo (e non so se è un bene perché la situazione mi risulta drammatica), dall’altra che si richieda da più parti un mio intervento tanto esplicitamente che implicitamente.
    Archimede e Gino Greco lo fanno esplicitamente, ma anche il titolare, pubblicando post siffatti, implicitamente mi chiama ed io – a rischio della fedina – intervengo.
    Il problema è che qui si vanno a toccare questioni, ma soprattutto persone che alloggiano vicino, vicinissimo agli onnipotenti oligarchi della Città, che siedono negli organi di governo dell’Ateneo, che danno del tu e vanno a pranzo e a cena con i vari Maurizi, Simoni e Franchi, che paiono (paiono sia chiaro) impermeabili a finanzieri e magistrati, che manipolano con grande facilità (questo non è impresa difficilissima va detto) i media (tipo le radio e i giornali, con le nuove tecnologie sono un po’ più a disagio) sicché ci vuole cautela.
    Poi anche per questi quasi invincibili protettori di poverelli e disgraziatini, a vantaggio dei quali mi dice un cugino che smacchia nei pressi dell’Ombrone, sono riusciti a farsi finanziare da un comune della Valdarbia oltre centoventimila euro (mentre dall’Ateneo non è dato saperlo), arriva la calura estiva e, sacrosantamente, con la famiglia tornano sui litorali che li ha visti bambini durante le ferie agostane, per fare un esempio, il 2 di agosto, sabato. Il caldo è forte, siamo nel solleone, e si ha fretta di raggiungere il litorale, troppa fretta e così si prendono le multe. Ma se l’auto non è nostra, ma dell’ente presso il quale si – uso una parola grossa – “lavora”, la multa non arriva a noi, ma all’ente per l’appunto. Ora io ho citato un caso limite, ma – come si dice: vox populi vox Dei, nonché: carta canta e villan dorme – le multe e i rimborsi sono tanti e per far smettere la carta di cantare come si fa? Qualcuno le dà fuoco, per esempio, e va sotto processo, sia pure difeso da un altro onnipotente, ad altri – più fortunati – la rubano. A quanto ne so però non le hanno rubate proprio tutte queste carte. Questi maledetti ladri, che certo un po’ strani sono visto che vanno a rubare in certi luoghi dove i soldi non girano più da oltre sedici mesi, diversa roba non l’hanno rubata ed è finita là dove ormai il cumulo della carta deve aver oltrepassato la soglia di guardia. Speriamo che trabocchi un po’ dalle finestre, così magari andando a pattinare sul ghiaccio si possa immergersi in letture che devono essere assai interessanti.
    Un Favi di Montarrenti che cammina a cinque centimetri da terra per non lasciare orme sull’abbondante nevicata che è caduta da queste parti

  6. Con i tanti indizi presenti nel post e quelli di Favi di Montarrenti, ci provo anch’io ad individuare i responsabili. Saranno sindacalisti che hanno libero accesso a Radio Frequenza; il titolo del post parla di provocazioni, come il precedente articolo linkato; il titolo parla anche dell’altra faccia delle provocazioni ed, infatti, la figura che lo accompagna è la stessa dell’articolo linkato, ma con il punto interrogativo visto da dietro; mettiamo insieme quanto scritto da Favi di Montarrenti – sulla multa presa con l’auto dell’università – con il furto dei registri delle “missioni” segnalato da melaverde. Tutti questi indizi portano in una sola direzione: tuttavia, cento indizi saranno pure meglio di uno solo ma non sono una prova.

  7. Anch’io pubblicizzai un mio libro alla radio universitaria, grazie a TV9, mi par di ricordare. Al rettorato mi fu indicato un responsabile – pare un professore a contratto – che saltava e rideva tutto felice, pareva un clown. Poi: denuncino pure se han prove, ma attenti alle “bombe” e alle controdenuncie!!! Solo i vili e i porci minacciano querele, sanno di avere la testa marcia…
    Segnalo intanto due siti che ho scoperto navigando, siti democratici e liberi che posson dare forza alla nostra protesta.
    Uno è Il cannocchiale.it e l’altro si rifaceva ai giornalisti di 4° potere: Senza bavaglio.
    Buonanotte, speriamo non rinevichi, visti i servizi antineve senesi…
    Il Bardo

  8. Caro Professore,
    Lei ha ragione in toto. Faccia una ricerca attraverso la rubrica dell’Università… basta digitare alcuni cognomi e zac… eccoti una paginata intera di figli, figliocci, mariti, suocere, cugini, nipoti… ecc…ecc…
    Una volta (ad esempio in banca…) esisteva si la “conservazione” del posto. Il babbo/mamma andava in pensione (uscendo definitivamente di scena) e lasciava il posto al figlio che partiva da zero e, se valeva, poteva aspirare a ricoprire cariche all’interno dell’amministrazione, altrimenti faceva la vita da impiegatucolo. Oggi no. All’Università di Siena anche chi è andato in pensione ha sempre un ruolo attivo. Da casa gestiscono a proprio piacimento la carriera dei figli, figliocci, ecc… e se non vogliono apparire in prima persona, lo fanno attraverso quei sindacati compiacenti che avevano magari ricevuto un occhio di riguardo in passato. E tutti zitti, o meglio, il malcontento è diffuso ma non si può manifestare apertamente perché il sindacato sennò ti punisce e ti fa retrocedere nella scaletta dei prossimi “predestinati”. Qualcuno, un po’ più avanti di altri si sta già preoccupando di far fare carriera al figlio in altre amministrazioni (INPS?) attraverso la mobilità, visto che da noi ormai le carriere saranno congelate (per tutti???) per diversi anni… Allora perché non percorrere strade alternative? E la regia “esterna” continua…

  9. …talvolta penso che coloro i quali non siano prossimi alla pensione, dovrebbero solo lottare per ottenere un lasciapassare onde fuggire al più presto da qui: possibilità di carriera e di ricerca? Zero. Possibilità di svolgere della buona didattica e di veder ricompensato almeno moralmente lo sforzo in un contesto in cui i corsi inaugurati un anno vengono smantellati o resi più vaghi l’anno successivo? Zero spaccato. Fra il delirio dei burocrati e dei pedagogisti di stato (gente che evidentemente non ha idea di quanto sia duro conseguire una specializzazione), l’insopportabile retorica dei cultori del Nulla e della vaghezza (che verrebbe da tirargli un plastico del San Niccolò) e l’ingegneria inutile di chi pensa che “progettare” significhi spostare una camionata di professori da qui a là, mettere un po’ di gente dentro un frullatore sperando di tirar fuori una poltiglia sensata, si sta come d’autunno sugli alberi le foglie, aspettando il colpo di grazia, consultando gli aruspici per cercare di capire che mestiere toccherà fare in futuro e dove, tra le budella di qualche animale.

  10. «Guarda caso proprio qualche tempo prima della venuta della GdF sparivano misteriosamente i registri delle “missioni” e viaggetti vari con auto dell’unisi di qualche vertice sindacale.» Melaverde

    «(…) Ma se l’auto non è nostra, ma dell’ente presso il quale si “lavora”, la multa non arriva a noi, ma all’ente per l’appunto. (…) A quanto ne so però non le hanno rubate proprio tutte queste carte. (…) persone impermeabili a finanzieri e magistrati…» Favi di Montarrenti

    Avranno pure fatto sparire il registro delle “missioni” ma, come dice il Favi, non le hanno rubate proprio tutte e poi le multe, solo per fare un esempio, arrivano all’università di Siena. E comunque, tanto impermeabili a finanzieri e magistrati non mi sembrano a giudicare da quanto riportato proprio su questo blog nell’articolo: Pasqua nell’ateneo senese ci sarà una risurrezione? Non pensavo che il Favi andasse a pattinare sulla pista sotto il Tribunale: me lo immaginavo più dedito ai lavori del bosco. O, forse, ci va nella speranza che veramente qualche foglio dell’inchiesta caschi dalle finestre della Procura! Perché poi? Visto che il Favi dimostra di conoscere tutto, o quasi.

  11. L’ Università ha il potere-dovere di dare un titolo di studio che ti apre le porte di professioni ricche e lucrative, il cui valore legale oggi è esteso a tutto il territorio nazionale. Ma titolo o papier non sempre è automatico di preparazione, anzi!! Ora è noto che questo titolo di studio con il sistema a mio giudizio deprecabilissimo dei crediti (elargiti in parte più o meno rilevante per esempio a militari della Guardia di Finanza, dell’Arma dei Carbinieri, oppure ad esponenti dei sindacati UIL in Campania e credo Cisl in Sicilia) ha portato ad una situazione credo di rilevantissima preoccupazione credo del sistema stesso universitario e nel mondo del lavoro per i riflessi sulla sua possibilità di autocontrollarsi e di autodepurarsi. Ai miei tempi ci si laureava se si era preparati e si studiava e sodo pure. Oggi ti accreditano senza studiare e fare esami – se sbaglio mi corrigerete – larghe fette di studi perché dicono che hai lavorato e quindi sei preparato (!!). Se li potesse sentire Giovanni Gentile o l’ancor più antico DeSantis si rivolterebbero nella cassa, per come è andata a finire l’Istruzione!! Ma si sa il titolo piace e conta assai nella scalata sociale, basta guardare i curricula dei vertici dei nostri militari e dei nostri sindacati. A me questo sistema non piace, perché oltretutto pone anche il problema del rapporto – vecchio ed inquietante – della terzietà del controllore sul controllato… con tutto quello che ne può conseguire. L’Istruzione è una cosa seria, serissima e fa la differenza tra una Paese sottosviluppato ed uno industrializzato e ricco. Il know how e la innovazione tecnologica e culturale sono i veri valori aggiunti di un Paese tradizionalmente e storicamente privo di materie prime e di altri assets come l’ Italia.

  12. Levantòse en esto un poco de viento, y la las grandes aspas comenzaron a moverse, lo cual visto por don Quijote, dijo:
    – Pues aunque movàis màs brazos que los del gigante Briareo, me lo habéis de pagar.
    Y en diciendo esto, y encomendàndose de todo corazòn a su senora Dulcinea, pidiéndole que en tal trance le socorriese, bien cubierto de su rodela, con la lanza en el ristre, arremetiò a todo el galope de Rocinante y embistiò con el primero molino que estaba delante; y dandole una lanzada en el aspa, la volviò el viento con tanta furia, que hizo la lanza pedazos, llevàndose tra sì al caballo y al caballero, que fue rodando muy maltrecho por el campo.

  13. ὦ ξεῖν’, ἀγγέλλειν Λακεδαιμονίοις ὅτι τῇδε
    κείμεθα τοῖς κείνων ῥήμασι πειθόμενοι

  14. Scrive Favi di Montarrenti: «Ma se l’auto non è nostra, ma dell’ente presso il quale si – uso una parola grossa – “lavora” (…)».

    La denuncia di un fatto realmente accaduto – è sulla bocca di tutti, non solo in ateneo – e l’ironia con cui si indica l’attività lavorativa dell’ipotetico dipendente sollevano un problema che deve essere affrontato una volta per tutte. Se è vero che vi sono dipendenti per i quali occorre inventare un lavoro, è arrivato il momento di dirlo chiaramente, facendo nomi e cognomi.

  15. Ne “Il paese dei ciechi” il grande Welles (Herbert) annotò che si poteva essere felici solo se ci si accecava. L’uomo salito sulle Ande trovò tutti ciechi e solo lui era vedente. Poteva avere amore, lavoro, ecc. solo se si fosse lasciato accecare. Ecco, è la nostra situazione. E tale nella città murata, del silenzio. Ormai contano le opere, non certo i titoli cartacei che si danno a ogni servo del potere, della cosca, del clan…
    Conosco uno storico e poeta da sempre inviso alla marmaglia bipartisan: hanno impedito che facesse carriera universitaria, ma le sue opere parlano per lui. E per lui parla la reale professionalità: non c’è delibera che tenga! I servi e i lacché di partito lo hanno preso nel culo ancora una volta.
    Bardus, dal “Paese dei ciechi”.

  16. Scoperto solo ora, incredibile sito per Siena:
    http://www.mondoraro.org/2009/12/21/ferdinando-minucci-iii-lincontro-con-veltroni/
    e poi tornate alla homepage; dovreste aprirci una rubrica sull’Università per riassumere i fasti senesi.
    Auguri! Anch’io nelle cantine ne ho bisogno: si vende po’o, po’ino, amici miei!
    Buon 2010, ne abbiamo un sacco bisogno. Il sospetto è: se fosse tutto come l’Università a Siena?

  17. Mi chiedo e vi chiedo ma come è possibile che il nostro convitato di pietra ce lo ritroviamo da ogni parte in barba a tutte le denunce che più o meno velatamente vengono lanciate in questo blog e tra molti dipendenti dell’Unisi in privato??
    L’ultima novità è la nuova “Commissione tecnica” nominata dal CdA in relazione al personale a tempo determinato, sapete chi ne fa parte??
    «omissis… Pertanto la Commissione risultava così composta: Prof. Lorenzo Gaeta (coordinatore), Prof. Giovanni Minnucci, Dott. Diodato Angelaccio e Dott.ssa Laura Berni.»
    Non ho parole; in questo caso il CdA ne ha fatta un’altra delle sue, ma dove sono quelle persone che in passato si sono sempre opposte a queste cose??
    Vi chiedo per quanto tempo possiamo ancora tollerare le scorribande di costui all’ interno del CdA e cosa possiamo fare per denunciare le sue malefatte che negli ultimi dieci anni hanno visto umiliare la figura del sindacato per biechi interessi personali e della propria famiglia o per persone a lui vicino?
    Ma i vertici della Cgil (locale) cosa stanno facendo non sanno nulla o accettano di buon grado tutto quello che sta accadendo… tradendo così palesemente la missione del sindacato.

  18. …sindacato che era la cinghia di trasmissione del partito (comunista). Ma del resto D’Alema non ha tradito il partito nella sua essenza gramsciana? Ora corre all’inciucio con Berlusconi e il Pdl. Ma c’è qualcuno altrettanto fino e gente più fina di lui, mi sa. Cossiga ha già avvisato… Scusate la scorribanda non delinquenziale ma “politica”. Anche un amico criminologo in area hinterland fiorentino mi ha detto che qui, a Siena, in University, la Cgil fa veramente skifo. E pensare, dice, che mi complimentai con Epifani per le lotte scatenate in veste antigovernativa…
    ciao
    il bardo

  19. Ditegli di venire a Siena e vedrete che starà zitto anche Epifani, come prima di lui Veltroni, Franceschini il puro, la Bindi l’indiavolata (solo con Berlusca, che è ormai come sparare sulla Croce rossa), Di Pietro & C.
    Una sinistra che accetta quel che accetta dal MPS e dalla Fondazione può accettare anche il CdA dell’Università. Anzi, è normale che lo abbia in quel modo.
    Grazie, Arlecchino, sito molto interessante quel mondoraro.org quanto ci metteranno a oscurarlo almeno nella pate riguardante Siena?
    2+2 amici miei, e auguri: quanto ne abbiamo bisogno tutti a Siena!!!!!
    Archie

  20. …Insomma tale sinistra, par di capire, è marcia. I kapò della sinistra farebbero come quel Ferdinando I dei Medici che intervenne, nel 500, nelle cose ospedaliere senesi per rettificarle secondo il santo Concilio di Trento (cfr. Lucia Brunetti, “Agnese e il suo ospedale”). Siam proprio messi bene! E intanto fanno incetta di cariche, sottocariche, posti in Inps, Regione, Provincia, Cgil, banche, università, ecc.
    Questo è quel mondo? Queste le umane sorti e progressive?, avrebbe chiosato il poro gobbo di Recanati… anche nei nuovi “tempi matematici” (Cfr. “Zibaldone”, Note sulla Rivoluzione Francese).
    Bardo Senese

  21. Il 25 gennaio 2007 la delegazione sindacale (nelle persone di Diodato Angelaccio, Laura Berni, Giuseppe Giordano, Monica Santinelli, Francesco Fusi, Maria Gabriella Giorgi) propose alla delegazione di parte pubblica un’ipotesi di Accordo di Contratto Collettivo Integrativo per la disciplina del trattamento accessorio. Le risorse disponibili per il 2007, tenuto conto dei possibili aventi diritto, avrebbero consentito di anticipare le progressioni economiche orizzontali per due sole categorie, posticipando al 2008 le altre.
    Secondo voi, tenuto conto della categoria di appartenenza dei suddetti sindacalisti, quale delle seguenti combinazioni di categorie (B e C; oppure B e D; oppure C ed EP; oppure D ed EP) fu scelta?
    Scontata la risposta: la scelta cadde su D ed EP.
    Il CdA del 19 febbraio 2007 approvò – con 2 voti contrari (Prof.ssa Muscettola e Dott. Zalaffi) e 2 astenuti (Proff. Bicchi e Montini) l’ipotesi di accordo integrativo, nonostante che qualcuno avesse fatto presente che il punto 2 dell’art. 8 discriminava le categorie più deboli e violava il principio di equità. Ma, cosa ancor più grave, la delibera del CdA fu approvata nonostante il parere negativo del Collegio dei Revisori dei Conti, che non certificò la compatibilità finanziaria del contratto.
    Da aggiungere, inoltre, che le categorie D ed EP continuano a riscuotere cospicue indennità di vario tipo, alla faccia delle categorie B e C, sempre in attesa di una progressione economica orizzontale.

  22. Finalmente iniziano a mettere nero su bianco e fare domande a personaggi “oscuri” che da più di un lustro ruotano intorno all’Università… appoggiati dal PD locale. Che ne pensate del Mocenni? E ambiva alla carica di direttore amministrativo, dopo le dimissioni di Miccolis; secondo voi darà qualche risposta alle 10 domande che gli sono state fatte??….

  23. Encelado ha fatto centro con il suo commento: è sufficiente leggere il motivo dell’odierna rivolta dei sindacati universitari.

    (Dal “Corriere di Siena” del 23 dicembre 2009) «…da qualche giorno i sindacati sono in fermento perché sembrerebbero stati dimezzati i fondi di produttività che per ogni dipendente dell’ateneo rappresentano dal 10 al 20 per cento dello stipendio. Non ci stanno a ricevere questo “pacco” di Natale e sono pronti ad una nuova e accanita battaglia che nelle ultime ore si è tradotta in una diffida inviata al rettore, al direttore amministrativo e ai sindaci revisori. Chiedono di cancellare dal bilancio il capitolo che riguarda le progressioni e la produttività per il personale tecnico e amministrativo, perchè la cifra che è stata annunciata è di 1.250.549,037 euro, la metà di quello che gli spetta. Ritengono il totale del tutto inadeguato rispetto a quanto previsto dalle norme contrattuali vigenti per la costruzione del fondo. La quota da inserire nel bilancio preventivo per l’anno 2010, secondo i sindacati, non può essere inferiore a 3.122.939,86 euro. A questo proposito tirano in ballo i revisori dei conti che in prima battuta avevano avallato questa cifra e che ora si trovano davanti un taglio netto, e a loro dire, ingiustificato, considerando che il fondo si ottiene attraverso una formula algebrica, quindi non modificabile. L’amministrazione dell’ateneo da parte sua vorrebbe affidarsi ad un’indagine ministeriale, per chiedere un parere in merito a questa voce di bilancio, ma così facendo “congelerebbe” complessivamente quattro milioni di euro, fra 2009 e 2010, che sparirebbero dalle buste paga dei dipendenti, ma che costituirebbero un bel risparmio “temporaneo”, per le povere casse dell’ateneo.»

    In sostanza sono scomparsi i soldi per le categorie più deboli (B e C), in parte anche per D, ma non per gli EP che, come dice Encelado, «continuano a riscuotere cospicue indennità di vario tipo». Dove sono finiti questi soldi? Saranno stati utilizzati per stabilizzare 300 amministrativi senza copertura finanziaria? I vertici sindacali si rendono conto che le loro diffide in questo momento sono carta straccia, in quanto mancano i soldi per gli stipendi di gennaio? Forse alzano la voce per far vedere alla base che sono duri e puri? Ah il vecchio proverbio «non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca».

  24. Io li toglierei a tutti… di quale produttività stiamo parlando? Vacche magre per tutti… sacrifici per tutti… vi ricordo che sono stati mandati a casa centinaia di docenti a contratto, a tanti giovani è stata chiusa la “porta accademica” in faccia e qualcuno ancora ha la faccia di chiedere il premio??

  25. …ma il “docente” a contratto per antonomasia resta. Indovina indovinello…

  26. Birbo birbo sei, Paolone, ma dici quello che è supervisore o garante di non so che in Comune, grazie agli amici PD?
    archie

  27. Incredibile! Vi devo dire io, da Firenze, della delibera 604 del 19 dicembre u.s. che ho ritrovato nel sito con cui il Comune di Siena ha fatto un accordo con l’Università di Pisa per cultura, comunicazione ecc. tutto quello che sarà di comune interesse. Insomma, il sindaco fa un tavolo inter-istituzionale per risolvere i vostri problemi e poi, consapevole com’è della vostra eccellenza, va a mettersi nelle mani di Pisa! Non è incredibile? Quale motivazione può avere una delibera del genere? Voi che siete in loco indagate, indagate gente mia, fatemi questo regalo di Natale? Per quali vie più o meno sotterranee si arriva a questa soluzione?
    Io torno nei sottoranei del mio vino a consolarmi e brindo a tutti voi: quanto ne avete bisogno, amici miei!
    Servitor Vostro, visto che la Giunta comunale lo è molto poco, pochissimo anziché no.

  28. Stavolta mi freghi… So che ha fatto piangere Focardi – lo so, ero presente… So che è un esperto dell'”ars amandi”, a sentire le donne di Siena (ove vige, ascherianamente, il fiasco e la cappella-la parrocchia). So che è esperto in deficit e che tira a campa’ scribacchiando, finanziato dal Pd. Sta con l’ultimo de’ belli e ha anche lui morbidi capelli… È un piccolo grande uomo, un tempo esperto di identikit dei fiancheggiatori del terrorismo. So che gli han dato una cattedra al di là delle miserrime carte che ha. So – mi dicono – che è un demonio, il male personificato, il pèndant di Berlusconi nella vulgata dipietrista.
    So che se verrà a rompermi i coglioni, al di là del suo natural gossip di buffo naturale, si beccherà un sonoro calcio nel culo, lui e la sua amicona che ha occupato una mezza facoltà. Non lo dico a cenni, ma la cosa sarà nei fatti. Dopo tanto gavazzare questi lerci lestofanti avranno anche il ghiribizzo di dar delle noie? Saran palle per le loro sudicie schiene di servi.
    Il Bardo

  29. Beh, almeno qualcuno reagisce, bravo Arlecchino e bravo Paolone anche se un pochino oscuro, mi vorrà consentire! Ma bisogna fare di necessità virtù.
    Piuttosto un collega mi dà ora una notizia che mi sembra di quelle da far festa grande, o almeno noi così avremmo fatto in Magna Grecia.

    Dunque, dopo anni di chiusura modernizzante, la Biblioteca Vaticana riaprirà: il 20 settembre 2010, giusto per i 140 anni di Porta Pia e alla vigilia dei 150 dell’Unità.
    Addaveni’ Oddifredi e compagnuzzi suoi banalmente laicisti… Voi in 150 anni non siete riusciti neppure ad imitarci… e a Roma ci siamo, saldi come non mai. Voi vi occupaste di strade, barboni ecc. Noi pensiamo al mondo! Nonostante…

  30. Sulle biblioteche, lasciam perdere, qui… È roba da mazziarsi i co…siddetti. Da chiagne mane e sera… Da un dormicci la notte… Quella dove conobbi, sul banco di lavoro, il prof. Ascheri (m’era cresciuta una tal barba che’i mi nomò per frate al dolce suono di “padre”), è in mano a degli stranieri e pressoché chiusa al pubblico, nonostante nella catalogazione nazionale e ricchissima di patrimonio. Qui il mondo è troppo chiuso, via…!!! Caro amico Archie, sono oscuro ma non troppo. De-crittica il quadro e avrai chiarità di lettura. Poi, i tempi sono oscuri, si rischiano palle avvelenate, i servi son troppi, “il loro nome è legione”, come avrebbe detto un certo Nostro Signore, che gustò il tradimento del Chefa e sol la pietade della Veronica nel “Mandylion” (non era la Lario, ovvio).
    Quando tentarono di corrompermi a Scienze Politiche, mi offrirono la “figura intermedia” in università. Rifiutai con sdegno. Ora chi vuol duellare con la mia materia? Ormai oltre che ricercatore son Libero Docente e spero che… non mi pensionino. Ho ancora molto da dare e da dire, se Lorsignori permettono. Anche se non vo nei salotti del Gran Pane (ha preso il posto del Cane) e in quelli dove si beano masoni e la premiata ditta dei fogli-vendoli.
    Si starà a vedere!
    Ma… è proprio ridotta in polvere la pòra Siena. Se non fosse per dei parenti a cui voglio bene avrei forse scelto la strada dell’esilio: ma purtroppo si è aggiunta anche la debacle fisica. Dovrò convivere con gli psicolabili locali: un gran mucchio…
    Il Bardo

  31. Cari Amici,
    non volevo mancare per un saluto e un augurio, come ho fatto per il sito di Italia Nostra – Siena.
    Vedo molto pessimismo nel Vostro ottimo blog, ma cercate anche di cogliere il positivo della situazione che si è venuta a creare.
    Hanno fatto ovunque voragini di debiti o scempio dei tesori che c’erano, ma c’è anche ormai un malcontento enorme, che dobbiamo sforzarci di tradurre in proposta, in speranza di Buongoverno (non alla Flores, per carità…). Unire le forze, trovare momenti e motivi di coalizione, selezionando gli obiettivi: non perdiamoci in sciocchezze! Ci sono cose più gravi di altre, ci sono notizie più importanti di altre. Ma abbiamo simpatia e comprensione come non mai, per cui bisogna solo continuare, con serietà, rigore, senza indulgenze… smascherando le complicità di destra e di sinistra con il sistema: devo essere sincero, sono proprio troppe! Non parliamo di IDV, che parla da sé, ma anche Rifondazione non scherza, come Toscana riformisti… si agitano ma al momento buono fanno sempre e solo da sgabello al ‘regime’…
    A proposito di falsi obiettivi, leggevo che qualcuno ha segnalato una delibera di Giunta Cenni con l’Università di Pisa. Calma, volete che non l’avessi vista? Passo le giornate a leggere le cose oscene che fanno e a fare interrogazioni cui non rispondono (anche il difensore civico mi deve sempre una risposta da mesi… a che serve comincio a chiedermi se non è espressione delle minoranze? Le neutralità non esistono, a Siena almeno…). Ebbene, quella riguarda solo l’aggiornamento dei dipendenti prevista per legge e a Siena non c’è il centro analogo, mi spiegarono a voce alla buona (non ho fatto per scritto una volta tanto, vista l’urgenza). Sono i due milioni e mezzo come quella modesta mostra di Sgarbi o i soldi buttati via nella progettazione di uno stadio che non si farà mai che gridano vendetta come i trattameti privilegiati per certi contrattisti ecc.
    Via, agli auguri, con moderato ottimismo: forza, forza, non praevalebunt! Dal Vostro
    m.a.

  32. Ma di che parliamo qui… Lo “storico” Balestracci ha detto che Siena sta all’avanguardia da secoli e che esporta il suo modello nel mondo. Stop. Piu – chiaro di così – e quindi noi saremmo i guastafeste perturbatori se mettiamo il dito nelle piaghe. Quando si dice che gli storici… ehm… sono apologisti…

    bardo

  33. «Lo “storico” Balestracci ha detto che Siena sta all’avanguardia da secoli e che esporta il suo modello nel mondo»
    Si tratta dello stesso modello del Dipartimento di Via Roma 56? No, grazie, ne abbiamo abbastanza.

  34. Quando la retorica ben remunerata prende il posto del coraggio dell’analisi e dell’autocritica si finisce proprio come quelli del bunker di Via Roma 56. Mi spiace per lo “storico” tifoso del Siena (calcisticamente parlando) ma Siena è in retroguardia da secoli. Precisamente-lui dovrebbe sapaerlo-dal 1555, grosso modo. Siamo adesso al punto-ché me ne sono occupato-che non si sa neppur collocare la statua del difensore dell’ultima repubblica senese, donata da straniera, tal Monluc o Montluc! La dice lunga… E intanto la crisi e la malapolitica fanno affondare non solo Siena coi suoi variopinti proff ma il Paese intero. Sarà disfattismo antinazionale ma sui tetti ci salgono i lavoratori…e Termini Imerese pare che chiuda!
    Vs. Bardo

  35. Corollario.
    Ma l’Università di Siena, al pari di altre del Belpaese (Univ. pubbliche), potrà essere riconosciuta come modello di burocrazia sulla carta e on line (Vedasi la Guida 2009-2010), ma anche come modello ‘ad excludendum’. Infatti senza alcuna obiezione da parte del Senato Accademico, ma anzi-se ne ddeduce-con la sua connivenza e complicità, ha escluso laureati che volevano “entrare” anche da decine di concorsi (pur avendo dei “crediti” non fasulli come quelli di certe categorie statali privilegiate) e ha chiamato “docenti” privi di laurea a concorrere alla “formazione”. La storia inchioderà la canaglia e gli usurpatori alla sua gogna eterna!

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