Pietro Paolo Amato (Senatore PdL). Da tempo l’Università di Siena è purtroppo assurta all’onore delle cronache locali e nazionali per la sua disinvolta gestione del pubblico denaro. Ma il nuovo rettore, sulla cui elezione la magistratura ha aperto un’indagine, anziché affrontare concretamente i problemi e dare efficacia al disegno di risanamento prefigurato dal suo predecessore, cerca semplicemente di rassicurare la comunità accademica, il mondo finanziario e gli ambienti ministeriali, sempre più sconcertati da una politica fatta di soli annunci. Basta leggere le conclusioni della relazione dei sindaci revisori dell’Ateneo senese per rendersi conto della drammaticità della situazione economica e finanziaria: il bilancio di previsione 2011 vede un disavanzo di competenza di circa 39 milioni di euro, con circa 26 milioni di euro di ammanco di parte corrente. Questo equivale a dire che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio fallimento ed a questo punto il Rettore dovrebbe dimettersi oppure mettere immediatamente mano ad un piano di risanamento fondato sull’abbattimento della spesa corrente. Una spesa che prevede per il 2011, a fronte di un contributo statale di circa 113 milioni di euro, una spesa del personale di circa 137 milioni. Non credo che verrà mossa un foglia e quindi ritengo che l’unica via d’uscita vada cercata in un tempestivo commissariamento dell’Università di Siena. Come peraltro ho già chiesto al Ministro.
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