Ripeto da anni che senza un preventivo risanamento strutturale del bilancio e un ridimensionamento dell’ateneo non ci sarà futuro per l’università di Siena. Sorprende, perciò, che il rettore insista con Unisi 2015 – pomposamente definito un progetto per l’Università – che non prevede l’equilibrio della gestione economico-finanziaria dell’ateneo neppure nel 2016. Com’è noto, il piano punta esclusivamente sulle dismissioni immobiliari e sul prepensionamento indiscriminato dei docenti; in tal modo si abbassa la qualità della didattica e della ricerca e si affossa definitivamente l’università di Siena. Una conferma autorevole di tutto ciò ed una bocciatura del cosiddetto piano di risanamento vengono proprio dalla Ragioneria Generale dello Stato che preclude per l’amministrazione universitaria la possibilità di continuare ad alienare i beni immobili e riafferma il divieto di ricorrere ad ulteriori forme d’indebitamento, che, per l’università di Siena, è attualmente del 34%. Allora, che senso ha che il rettore faccia il giro delle Facoltà e dei Dipartimenti per illustrare alla comunità accademica un piano di risanamento inefficace, dannoso e per giunta bocciato dai Ministeri competenti?
Università: la Ragioneria Generale dello Stato “boccia” il piano di risanamento
Raffaella Zelia Ruscitto. Nubi minacciose incombono sull’Università di Siena. Sebbene la situazione non sia affatto florida ormai da tempo, visti i debiti a bilancio che hanno costretto a tagli nelle borse di studio e negli assegni di ricerca, alla cessione del lavoro interinale, al blocco del turnover, c’è stato chi, nel piano di risanamento Unisi2015, aveva sperato di scorgere una qualche “luce fuori dal tunnel”. Mentre si attende di conoscere dalla Magistratura i nomi dei 27 (pare) rinviati a giudizio per il dissesto (i documenti sarebbero già stati firmati dal Gip) ecco una nuova “tegola” sulla dirigenza dell’Ateneo. Fonti del Ministero dell’Economia e delle Finanze riferiscono di una lettera giunta, per conoscenza, appena prima di Pasqua all’Università di Siena e rientrante in un carteggio tra dicasteri (quello delle Finanze, appunto, che scrive a quello dell’Istruzione) in cui si riferisce della situazione economica dell’Ateneo senese.
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