Non è accettabile che con la crisi profonda dell’ateneo senese la direttrice amministrativa si sia garantito il massimo dell’indennità

Le dichiarazioni sull’università del candidato a sindaco Michele Pinassi per il “Movimento Siena 5 Stelle”.

Michele Pinassi. Finché ci sono i soldi va tutto bene, l’università ha dato lavoro a tantissimi senesi e questo indubbiamente ha portato anche ad una qualità della vita elevata, dando alle persone la possibilità di guadagnare e anche di spendere. A fronte dell’autonomia dell’università gestita non bene negli anni e degli scandali a cui abbiamo assistito, è fisiologico il calo delle immatricolazioni se gli studenti sono considerati l’ultima ruota del carro, spremuti dagli affittuari in nero e dall’aumento delle tasse universitarie in un momento in cui per la mancanza di soldi i servizi sono diminuiti per qualità e prestazioni. L’università dovrebbe levare la politica dai ruoli dirigenziali e concentrarsi sulla sua vera e unica ricchezza, gli studenti: l’università senza universitari non ha ragione di esistere. Io faccio parte dei 1.100 tecnici amministrativi che si sono trovati a subire la decurtazione degli stipendi, a febbraio ero in piazza con un cartello in cui denunciavo una busta paga di soli 770 euro: non credo che ci siano persone in città in grado di affrontare il carovita con una busta paga del genere. Pur stimando e apprezzando il suo lavoro, la direttrice amministrativa non ha avuto alcuna remora a garantirsi il massimo dell’indennità: da cittadino a fronte di una crisi così profonda dell’università lo considero difficilmente accettabile, i sacrifici si fanno tutti. Il vizio è di andare sempre ad incidere sulle fasce più deboli e non lo possiamo più accettare.

Ateneo senese: da Oxford d’Italia a università sputtanata

Le dichiarazioni sull’università della candidata a sindaco Laura Vigni per la lista “Sinistra per Siena”.

Laura Vigni. Il passato: c’è stata un’amministrazione assolutamente imprevidente, diciamo così, superficiale, che ha fatto il passo più lungo della gamba. Noi abbiamo chiesto che i rinviati a giudizio, se condannati, siano chiamati anche al risarcimento dei danni all’università. Ci sono tante responsabilità, anche degli enti locali che nominavano i loro rappresentanti CdA, i revisori dei conti… dunque le responsabilità tecniche, ma ci sono anche quelle sindacali e probabilmente anche politiche. La linea annunciata da Riccaboni, inevitabile, è quella giusta di ridurre i corsi di laurea che erano stati creati per dare posto a un professore. Il personale attuale è effettivamente sproporzionato ed eccessivo rispetto agli standard di altre università. Per il futuro credo che sia necessario selezionare, togliere i rami secchi che appesantiscono e puntare sull’eccellenza, evitando che se ne vadano i professori migliori. Qualche anno fa Siena veniva definita la Oxford d’Italia, nel frattempo questo patrimonio è stato sputtanato. Recuperiamo sul piano economico, ma puntiamo sempre sull’eccellenza. Alcune facoltà sono sempre state un fulcro: Giurisprudenza, Medicina, ora anche alcune facoltà scientifiche; Lettere ha un patrimonio enorme a cui non dobbiamo far scontare il fatto che nel settore umanistico girano pochi soldi. Si devono fare sacrifici, ma soprattutto da ora in poi non devono più essere fatti sprechi: quanto fatto dal direttore amministrativo Miccolis, chiamato in un momento in cui era chiaro che serviva un risanamento, non ha dato il buon esempio.