Il sindaco di Siena messo alla prova sulla costituzione di parte civile per il dissesto dell’Università

Daniela Orazioli (Ugl Università e Ricerca). Apprendiamo dalla stampa locale che si stanno concludendo le indagini per individuare i responsabili del crack economico-finanziario del nostro ateneo. Questa notizia non può che alimentare la speranza che sia resa giustizia a tutti coloro che hanno sempre operato con professionalità e passione perché l’Università di Siena primeggiasse in didattica, ricerca e servizi, diventando nel tempo molto ambita dagli studenti di ogni regione d’Italia. Ciò che invece ci allarma notevolmente è il ventilato rischio della prescrizione. Sarebbe un’ulteriore beffa, impossibile da sopportare a fronte dei sacrifici che tutti quanti siamo chiamati a fare per riequilibrare il bilancio. Vogliamo alzare l’attenzione della comunità accademica su questo rischio. A questo fine proponiamo di costituirsi parte civile contro coloro che ci hanno devastato. Ma riteniamo determinante, per l’importanza dell’Università nel contesto cittadino, coinvolgere non solo ed unicamente la comunità accademica ma anche l’intera comunità senese. Visto che la campagna elettorale per le elezioni comunali, nella quale si è cavalcato abbondantemente l’argomento Università, è ormai finita, non vogliamo che si abbassi l’attenzione da parte della città. Chiediamo pertanto al neo eletto sindaco una concreta manifestazione di solidarietà nei nostri confronti e una chiara presa di posizione di distacco verso coloro che hanno arrecato danno non solo all’Ateneo ma all’economia e all’immagine della nostra città. Auspichiamo che, come primo cittadino, il neo eletto sindaco si faccia promotore di un comitato che si costituisca, insieme alla comunità accademica, parte civile contro tutti i responsabili del dissesto dell’Università di Siena. Sarebbe un eccellente esordio per un percorso di governo all’insegna della giustizia e della trasparenza.

3 Risposte

  1. Sottoscrivo con tutto il cuore questo prezioso e puntuale attestato-appello di un’esponente della comunità accademica animata da serena onestà! CL

  2. Sottoscrivo anche io ma ricordiamo che Ceccuzzi è il capo locale del Pd da anni per cui “politicamente” è responsabile anche lui. Non credo che certe nomine siano state fatte senza che lui non abbia messo bocca. E le sue scelte non sempre sono state azzeccate – Cenni e Mussari docet…

  3. Indignarsi non serve più, ormai è tempo di agire

    La costituzione di parte civile, da parte dell’Università, nei procedimenti in corso contro i responsabili del dissesto di un ateneo dal glorioso passato, qual è quello di Siena, deve (e sottolineo deve) essere il primo passo nell’opera di risanamento. Auspicabile anche la partecipazione di altri membri della comunità accademica, degli enti locali e delle istituzioni cittadine, visti i riflessi sull’economia e sull’immagine della città. Il sindaco ha l’opportunità di svolgere il ruolo di capofila. Lo farà? Attendiamo la risposta. La questione della costituzione di parte civile è stata da sempre al centro del dibattito in questo blog. E sorprendentemente, il 19 novembre 2007, nel corso dell’udienza preliminare che vedeva imputato per abuso d’ufficio e falso ideologico l’ex rettore Piero Tosi, si venne a sapere che l’allora Ministro Mussi si era costituito parte civile contro la proroga del rettore e contro la chiamata per “chiara fama” di un docente. In sostanza quel che avrebbe dovuto fare il rettore pro tempore lo fece il Ministro. Purtroppo, anche questi reati sono poi caduti in prescrizione. Oggi risiamo in una situazione identica: ci sono altri capi d’imputazione, un numero maggiore di imputati (compreso l’ex rettore Tosi) che, tutti insieme ed in modo continuativo, avrebbero portato l’ateneo senese allo stato comatoso in cui si trova. Può, l’attuale rettore, non attivarsi affinché l’Università di Siena si costituisca parte civile nei processi che la magistratura sta istruendo? Tutta la materia può essere lasciata alla discrezionalità del rettore? Se il “magnifico” dovesse decidere di non procedere, commetterebbe un reato per omissione d’atti d’ufficio? Mi sembrano domande legittime che mettono alla prova prima di tutto il capo dell’istituzione saccheggiata e distrutta ed, in secondo luogo, coloro per i quali è, ormai, finito il tempo dell’indignazione ed è arrivato quello dell’azione, attivandosi personalmente nella costituzione di parte civile.

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