A grandi passi verso un’unica Facoltà medica della Toscana

Francesco Lauria. Magnifico Rettore, Ill.mo Sig. Preside, Colleghi di Facoltà. Non riesco a dissimulare una certa amarezza e disappunto per l’anticipata conclusione della mia attività di Professore Universitario e Responsabile Clinico dell’Ematologia. Quanto è accaduto in questi ultimi due anni è stato veramente terribile e vissuto con il solo conforto e la solidarietà dei miei collaboratori più stretti e di qualche amico. Purtroppo però, non ci sono limiti al peggio, infatti dopo aver “polverizzato“ l’Ematologia e Trapianti, una tra le strutture meglio funzionanti sia dal punto di vista scientifico che assistenziale, l’opera di distruzione non ha risparmiato nessuno, neanche la prof. Bocchia, Professore Associato di ottima reputazione nazionale e internazionale sia come docente che come riferimento assistenziale che avrebbe avuto tutte le capacità di assumere la direzione della struttura. Pertanto, non comprendo la necessità di richiedere all’Università di Firenze un Ordinario che svolga un’attività di “tutoraggio” un giorno alla settimana, se non pensando a specifici disegni futuri a cui l’Ematologia fa da cavia creando un “pericoloso precedente”, che comporterà un inevitabile indebolimento della Facoltà come sostenuto anche dal prof. Petrini, Ordinario di Ematologia e Preside della Facoltà di Pisa. Concludo auspicando che la Facoltà Medica possa uscire quanto prima da questo momento oscuro, inquietante e cinico e auguro a tutti di avere una fortuna migliore della mia.

Mario Petrini. Caro Francesco, ho appreso con sorpresa, nel corso del recente Congresso Nazionale di Ematologia, della tua decisione di dimetterti. Spero che sia ancora possibile che tu ritorni sui tuoi passi: infatti una simile scelta priverebbe l’Ematologia di un Professore Ordinario universalmente conosciuto ed apprezzato, Ricercatore di fama internazionale e Coordinatore di studi di grande respiro che suscitano notevoli speranze. Ho avuto modo di esporre la situazione al Collegio dei Professori Ordinari del nostro settore scientifico disciplinare e tutti, indistintamente, si sono stupiti e dichiarati amareggiati per l’indebolimento che la disciplina avrebbe con un tuo ritiro. Il prestigio internazionale di cui l’Ematologia italiana gode è frutto di studiosi come te che la rappresentano nei congressi più importanti e con pubblicazioni di elevatissimo impatto come quelle che hai prodotto. Oltre che per queste considerazioni sono profondamente contrariato, come Preside della Facoltà di Medicina di Pisa, per l’assetto didattico e assistenziale che deriva da una simile decisione non opportunamente preparata. La copertura che le tre Università offrono, per quanto attiene all’Ematologia, è infatti precaria con una offerta assistenziale al limite del fabbisogno. L’ipotesi che il tuo Preside mi ha prospettato, di una condivisione con il Prof. Bosi, Ordinario di Firenze, mi stupisce, come ho avuto modo di dirgli e mi amareggia non essere stato coinvolto. In primo luogo avete, a Siena, un Professore Associato di grande rilevanza, la Professoressa Bocchia, coordinatore di uno studio di interesse internazionale aperto anche all’industria, che gode di ottima reputazione sia come Docente che dal punto di vista assistenziale. La Professoressa ha, a mio avviso, tutte le capacità per proseguire la tua opera e non vedo necessità di tutoraggio o di un periodo di attesa. Anche strategicamente, la condivisione non strettamente necessaria, di Docenti porta inevitabilmente all’indebolimento della stessa Facoltà che potrebbe risultare sminuita rispetto alle altre. Vero è che questa soluzione appare temporanea, ma ugualmente il precedente è pericoloso. Ho più volte sottolineato come, a mio avviso, una programmazione delle attività sul territorio regionale debba essere fatta arrivando perfino alla rinuncia coordinata di corsi di laurea triennale mentre l’idea della condivisione porta in se i rischi dell’inefficienza ed avvia verso un’ipotesi di Facoltà unica della Toscana. Non credo che la tradizione, l’esperienza ed il prestigio delle tre Università possano consentire una simile evoluzione che ha in se il germe della perdita di autonomia.

Pubblicità

10 Risposte

  1. Solidarietà al Prof. Lauria espressa dal Prof. Leoncini.

    Caro Francesco,
    mi dispiace molto per gli avvenimenti degli ultimi anni ma soprattutto per quelli degli ultimi mesi e per quelli degli ultimi giorni! Ho appreso la notizia ad un congresso a Napoli e sono rimasto esterrefatto perché questo vuol dire affossare veramente l’ematologia di Siena che confermo era un ottimo reparto sia dal punto scientifico che assistenziale nonostante le nostre occasionali discussioni. Non riesco veramente a capire e a comprendere le ultime decisioni se non come un preludio al peggio e sono veramente preoccupato per gli sviluppi futuri considerando il mio interesse per l’ematopatologia.

  2. Gent.mo Professor Grasso,
    sono una ex dipendente dell’università, una semplice segretaria, che ha amato il suo lavoro e crede di averlo svolto con serietà e dedizione. Vedere l’università ridotta così mi fa veramente male. Quello che mi chiedo: ma il Preside di Medicina e il Rettore cosa fanno? Svendono l’Università per coprire i buchi fatti da personaggi disonesti? E i magistrati dormono? Ma tutti gli altri Docenti di questa Università cosa fanno? Hanno voce? Evidentemente no! Devono sottostare alla massoneria o mafia, come la si vuol chiamare.
    Mi dispiace per il Prof. Lauria e per altri docenti validi sotto tutti i profili.

    Con ossequi
    A. R.

  3. Non comprendo la necessità di richiedere all’Università di Firenze un Ordinario che svolga un’attività di “tutoraggio”.
    Non entro direttamente nel merito della discussione sul caso di Ematologia, perché non sono abbastanza informato, pur seguendo con apprensione il dipanarsi del dibattito nel forum, anche per le ricadute extra-accademiche sulla sanità pubblica che tutta la vicenda comporta, ma la mia sensazione è che se un discorso “federalista” fra i tre atenei toscani non si riesce ad impostarlo e a negoziarlo alla luce del sole, poi tocca subirlo sotto forma di colonizzazione.

  4. Noi… Popolo Lucano

    Fummo rozzi, ma da questa rozzezza traemmo la semplicità dei costumi e il senso ingenuo della vita e l’amore appassionato, quasi selvaggio, della famiglia.

    Fummo incolti, ma dalla mediocrità del sapere derivammo la franchezza del giudizio, che spesso tramonta e si affoga nei lenocinii della civiltà e della cultura.

    Fummo poveri, ma dalla povertà venne a noi quella sobrietà di abitudini, di cui menò vanto anche il poeta prediletto di Augusto.

    Fummo coartati, ma la violenza altrui ci temprò alle sofferenze e noi portammo con fierezza dovunque il fardello dei nostri mali e la nostalgia senza fine delle nostre montagne deserte.

    Gianbattista Guarini, umanista di meritata fama, pronunciato in Potenza nel 1910 per celebrare il primo cinquantenario dell’insurrezione del 18 agosto…

  5. Cosimo Loré scrive:
    6 novembre 2011 alle 19:08

    http://www.lavoce.info/articoli/-scuola_universita/pagina1002455.html

    UNIVERSITÀ, LA CHIAVE È IL DIPARTIMENTO
    di Gilberto Muraro 11.08.2011

    Con il potere di chiamata dei docenti spostato dalle facoltà ai dipartimenti, la riforma dell’università può davvero portare a un miglioramento della produttività scientifica e didattica degli atenei.
    ……………..
    mmmmmaaaaaaaaaaaahhh, che dire? Per disporre di una cinquantina di persone, come di fatto richiede la legge (sebbene formalmente il minimo siano trentacinque, ma bisogna prevedere i pensionamenti, fare i conti col blocco del turn over ecc.) atenei come quello di Siena devono creare agglomerati alquanto disomogenei aventi oltretutto non di rado scarsi nessi con la didattica. Torno a ripetere: le leggi di questi anni, varate da governi di ogni colore, prefigurano una situazione con pochi atenei di dimensioni ragguardevoli, e sono modellate su tali proporzioni: dovevano eliminare i “piccoli atenei”, ma in realtà colpiscono gli atenei medi, nel solito modo ipocrita italiota di non dirlo chiaramente, dunque di non muovere niente, ufficialmente, ma lasciar imputridire e morire di stenti: mi sapete dire quanti sono in grado di attivare dipartimenti “omogenei” con cinquanta persone? Sarebbe difficle anche ad Oxford.

  6. …non ho cambiato idea sull’argomento, ma ritengo doveroso ed utile far conoscere opinioni diverse e pure opposte per arricchire la banca dati del blog.
    …per dirla tutta concordo ancora una volta con Rabbi Jaqov Jizchaq.

  7. Comunque è sempre Medicina dove si fa il maggiore casino…
    Come mai? Ce lo siamo mai chiesto?

  8. 1. La Medicina è corrotta e mafiosa, come conseguenza del giro di affari che vi ruota intorno;
    2. La sanità pubblica è alla mercé della politica e degli interessi collegati alla politica;
    3. Con simili presupposti, merito e competenza rappresentano l’ultimo degli obiettivi che le facoltà mediche e il SSN si prefiggono;
    4. I concorsi per ricercatore (in ambito medico) di cui ho memoria si sono svolti con il solito sistema della commissione formata da amici cooptati dalle varie società (mafiose) e non vedo, data la mentalità imperante e il malcostume radicato nella società di questo Paese, come la “chiamata” possa migliorare la situazione di fatto… sono propenso a credere che le cose peggioreranno;
    5. a livello di SSN non c’è certo da stare più allegri. La politica premia lo spreco; dunque il medico “capace” è quello che mantiene alto il livello di spesa sanitaria, prescrivendo esami e farmaci costosi (e possibilmente inutili!). Quelli veramente bravi, che riducono al minimo le spese, perché conoscono bene il loro mestiere, non hanno futuro, in questo SSN “politico”;
    6. la “disomogeneità” dei “saperi” (parola che odio, ma che oggi piace tanto!) è fittizia ed è generata da un altro, gravissimo malcostume: le super specializzazioni! Ci sono chirurghi del “segmento anteriore” dell’occhio e del “segmento posteriore”, “catarattologi” (che fanno solo cataratte perché conviene e fa guadagnare tanto) e “retinologi” (“pochi”), che operano la retina, ma non sono contenti come i “catarattologi”;
    7. dalla disomogeneità dei “saperi” nasce la vera ricerca… ovviamente se hai idee e progetti ben definiti da portare avanti… se ti mancano le idee e le competenze!!! … e d’altra parte credo che questa sia una concezione troppo avanzata della ricerca, per pensare che ad essa si sia ispirata la riforma!

  9. […] “divisioni” (“quante divisioni ha il Papa?”) e come attesta anche l’episodio di Ematologia, pur relativo ad una Facoltà dove di docenti ce ne sono parecchi, di questi tempi quando se ne va […]

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: