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Del dissesto dell’Università di Siena ne parlano i protagonisti

Posted on 24 novembre 2011 by Giovanni Grasso

«Io sono un patologo e il mio successore un ecologista, cosa volete che ne sappiamo noi di conti?»

Luigi Berlinguer. Ai miei tempi i conti non erano in rosso. Il deficit di bilancio è grave: se ci sono i responsabili vanno individuati. Ma dobbiamo stare attenti alle vie di natura penale, perché il reato è personale e se c’e un dolo non si può genericamente renderne responsabile tutto il corpo dirigente.

Piero Tosi. Attenzione a non fare di tutta un’erba un fascio. Devo rispondere dei bilanci 2003 e 2004, non di regali in natura: e tutti sanno che i bilanci sono redatti dall’ufficio ragioneria e visionati dai revisori dei conti. Poi, certo, vengono firmati dal rettore, presente alla discussione in CdA. Ma nulla di più. Io sono arrivato a fare il rettore da patologo e il mio successore è un ecologista. Cosa volete che ne sappiamo noi di conti? Queste competenze sono di altri, c’è un ufficio apposito. Io non c’entro nulla con l’allegra brigata, non ho nulla a che fare con chi distribuiva o consumava vino, pesce e altre derrate. Mi spiace che si continui a infangare l’università di Siena, quando il suo disavanzo è più o meno lo stesso di quello di tutti gli atenei italiani. Ci sono stati degli errori, anche miei, ma, almeno per quel che mi riguarda, fatti in buona fede. Ci tengo a sottolineare che ho lasciato all’Università un patrimonio immenso: mi riferisco al patrimonio edilizio. Quando sono arrivato al rettorato parte degli studenti facevano lezione in chiesa, altri al palazzetto della Virtus. Se ho lasciato debiti, evidentemente non ho vigilato bene. Certamente, comunque, non abbiamo sprecato nulla. Sono tranquillo: ho fiducia nella magistratura, ho la coscienza a posto e sono sicuro di dimostrare di aver sempre agito in buona fede. A breve comunque mi farò sentire, è venuto il tempo di parlare e raccontare come stanno le cose veramente. Non solo leggere quanto viene scritto da altri.

Silvano Focardi. C’è un accanimento personale, che non merita chi ha sempre lavorato e vissuto del suo lavoro, con passione per la ricerca e lo studio. Sono amareggiato; per fortuna in città tutti mi conoscono, sanno come lavoro. Ho portato all’ateneo 20 milioni di euro e non ho mai beneficiato a livello personale di nulla. Ho portato ospiti dell’Università in contrada pagando loro cene e palchi? Si parla di un grande convegno fatto dall’ateneo a Siena con professori di livello internazionale. Vino e cibo per la crociera con la nave Università? Non si stratta di sprechi né di quei numeri esorbitanti diffusi: ho letto cose molto più “colorite” della realtà. Quando si lavora con altre persone è normale condividere: come quando si va a casa di qualcuno è educazione portare un omaggio. Comunque, la verità è che alla fine del mio rettorato ho tolto tutto il debito e il disavanzo è sceso da 65 milioni a 18 milioni di euro.

Angelo Riccaboni. Siamo consapevoli che la crisi finanziaria che la nostra Università sta attraversando è tale da mettere in gioco la sua stessa esistenza. È chiaro a tutti, però, che la pesante situazione finanziaria del nostro Ateneo, per troppo tempo tenuta nascosta, è anche frutto di errori, di comportamenti inaccettabili, di omissioni nei controlli. Abbiamo fiducia nel complesso lavoro che la Magistratura sta svolgendo. Al di là delle responsabilità dei singoli, sulle quali non mi compete esprimermi, siamo consapevoli della gravità dei danni che sono stati arrecati in questi anni alla reputazione del nostro Ateneo. Tanto che gli Organi di governo valuteranno, nel momento in cui la procedura giudiziaria lo consentirà, l’eventualità che l’Ateneo si costituisca parte civile nel dibattimento. A fine anno si può sostenere che la situazione appare sotto controllo e che nel prossimo futuro, in virtù delle misure adottate e dei sacrifici che la Comunità sta affrontando, il disavanzo di competenza è destinato a ridursi a livelli più sostenibili. Tempo è richiesto per la messa in atto di operazioni di natura straordinaria inerenti al nostro patrimonio immobiliare. Tale patrimonio, sebbene non ingentissimo come qualcuno pensava sulla base di precedenti stime approssimative, è caratterizzato da qualificate e prestigiose sedi, per le quali siamo grati a chi si è impegnato nel loro acquisto e valorizzazione. Oltre a quelli di natura più strettamente finanziari, l’Amministrazione si è trovata ad affrontare anche altri gravi problemi. Mi riferisco innanzitutto alla pressoché totale assenza di dirigenti che possano orientare autorevolmente le competenze e le capacità del personale tecnico e amministrativo e definire essenziali meccanismi di delega delle responsabilità. Proseguendo il trend positivo già registrato nell’anno accademico 2010/11 (aumento del 3.3%), anche i dati delle immatricolazioni per l’a.a. 2011/12 (seppure ancora non definitivi) hanno segnato un importante incremento. Complessivamente, gli immatricolati sono cresciuti di oltre il 40%, dato che comprende un aumento eccezionalmente elevato in alcuni corsi di studio delle Facoltà di Farmacia e di SMFN. Depurando il totale dai dati delle suddette Facoltà, e della Facoltà di Medicina e Chirurgia che ha tutti i corsi di studio a numero programmato, l’insieme degli immatricolati alle restanti Facoltà ha fatto segnare comunque un confortante incremento di oltre il 7%.

Filed under: Commissariarla per salvarla, Il saccheggio, Per riflettere, Quelli dell'uva puttanella | Tagged: Berlinguer, dissesto, ecologista, Focardi, patologo, Riccaboni, Tosi, Università di Siena | 33 Comments »

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