
“I magliari” di Francesco Rosi (1959)
Da quando si è scoperta la voragine nei conti dell’Università di Siena, l’alienazione degli immobili ha rappresentato lo strumento più facile per superare le crisi di liquidità. Così Silvano Focardi nel 2009 ha venduto per 74 milioni di euro il San Niccolò e per 108 milioni di euro nel 2010 l’ospedale “Le Scotte”, creando le condizioni in base alle quali il suo successore avrebbe evitato il ricorso, per il 2011, allo scoperto di conto corrente e alle anticipazioni sul fondo di finanziamento ministeriale 2012. La dismissione di alcuni immobili rientra anche tra le misure straordinarie di Riccaboni che, però, ha previsto la costituzione di un Fondo immobiliare, l’individuazione di intermediari specializzati e la sottoscrizione, da parte dell’Ateneo, di quote da collocare presso investitori. L’assoluta segretezza dell’operazione, il tentativo di far approvare dal CdA il progetto nascosto all’interno di una delibera sulla ricognizione degli spazi (quindi, con una procedura scorretta sul piano formale e sostanziale), i rapporti mai chiariti con un operatore finanziario indagato dalla Procura di Fondi, la scelta, da parte del rettore, come consigliere finanziario, di un docente che è socio di maggioranza di una S.r.l che ha per oggetto sociale proprio operazioni del genere, hanno legittimato il sospetto di una speculazione finanziaria ai danni dell’Università di Siena. Ho più volte denunciato pubblicamente tali circostanze fino a quando il CdA non ha deciso di bocciare il rischioso progetto. Ma lo sconcerto e la rabbia per l’opera di sciacallaggio ai danni del nostro martoriato ateneo hanno modo di manifestarsi pienamente leggendo le intercettazioni di seguito riportate tra Riccaboni e il suo consigliere finanziario, professore a Siena di Intermediari finanziari, Lorenzo Frediani, nonché socio di maggioranza di Astrea S.r.l., avendo versato 28.500,00 € sui 30.000,00 € di capitale sociale.
Telefonate di Frediani (Astrea) a Riccaboni nel 2010
– 4 novembre (ore 16:26): una voce maschile chiede conferma sulla nomina. Si accordano di vedersi tra un po’ in facoltà.
– 4 novembre (ore 19:04): una voce maschile chiama per congratularsi per la nuova nomina e chiede insistentemente un incontro prima dei festeggiamenti per parlare del loro progetto.
– 10 novembre 2010 (ore 10:09): fissano un incontro per il 19 novembre (alle ore 10.00) con il nuovo direttore amministrativo e la ragioneria dell’università per procedere – dopo aver controllato i conti – alla programmazione di un fondo immobiliare o vendita dei beni dell’Unisi.
– 18 novembre 2010 (ore 09:42): un uomo chiama Riccaboni e gli chiede conferma per l’indomani alle 10 con il direttore amministrativo. Riccaboni conferma.
– 22 novembre 2010 (ore 09:53): una voce maschile chiama Riccaboni e lo mette sull’avviso di non discutere con nessuno nel dettaglio del piano di risanamento, visto che ci sono dei problemi in arrivo come la mancata corresponsione del contributo di 8 milioni di euro da parte della regione che mette a rischio il pagamento degli stipendi per dicembre. La linea diventa disturbata…
– 22 novembre 2010 (ore 09:57): una voce maschile riprende il discorso interrottosi precedentemente e gli fa presente che mancano i soldi per pagare gli stipendi di dicembre. Riccaboni propone di far ricorso alle anticipazioni di cassa e la voce maschile precisa che al 31 dicembre le anticipazioni di cassa devono essere portate a zero. Se bisogna percorrere quella strada, la voce maschile dice che va richiesto un incontro a Mussari e a Marino per vedere se la fanno percorrere. Non è una cosa semplice anche perché le tredicesime vanno pagate il 12 o il 13. Riccaboni dice che ci vuole pensare e si accordano di sentirsi domattina.
– 1 dicembre 2010 (ore 09:52): Angelo viene chiamato da un uomo che gli suggerisce di aumentare il numero delle persone che lavorano nella ragioneria perché sono in uno stato di criticità, almeno finché le cose non girano. Riccaboni si appunta la cosa. L’interlocutore dice che poi con calma devono vedere come riorganizzare l’università ma questo deve essere un provvedimento da prendere subito. Riccaboni dice che ne parlerà con la Fabbro.
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Quella documentata, carte alla mano, qui pare essere un’operazione con forti riflessi penali e, comunque, di etica amministrativa e gestionale assai discutibile. Ci si chiede come sia possibile anche solo averla pensata, se si considera che le precedenti alienazioni (e non fondi immobiliari) sono state gestite in modo molto, ma molto più trasparente e sottoposto al controllo di diversi protagonisti pubblici ed abilitati a tali controlli. Mi riferisco all’accordo sul San Niccolò con INDPDAP e a quello sulle Scotte con la Regione Toscana e l’AOUS. Nonostante tutto ciò le due operazioni, basta leggere il blog che come ripetuto più volte dal suo curatore è un archivio, a suo tempo furono sottoposte ad una serie di critiche feroci da parte di vari soggetti, incluso il Riccaboni stesso, il quale in campagna elettorale ha più volte ribadito: basta con le alienazioni! Adducendo che erano delle pezze, quando ci voleva un piano di risanamento e rilancio che ancora non abbiamo avuto la grazia di vedere. Siamo ancora a quello Focardi-Barretta che evidentemente tanto schifo non faceva.
Ora che si scopre un traffico assolutamente ambiguo, gestito privatamente da tre o quattro soggetti e nel più assoluto riserbo anche rispetto all’organo principe che deve deliberare su queste faccende, sorgono spontanee alcune domande:
1) È legittimo che alienazioni o comunque atti sugli immobili pubblici siano determinati, gestiti e tentati da Riccaboni, Fabbro, Frediani e pochissimi altri?
2) Non si sentono i consiglieri di amministrazione in dovere di chiedere conto e ragione di questi comportamenti contrari a qualsiasi regola in proposito?
3) Su quali specchi si arrampicherà ora [Ric]CAL[boni] per giustificare uno scempio del genere?
4) E Ceccuzzi, Bezzini, Monaci, Rossi (visto che blatera tanto di Atenei toscani), Mussari (peraltro tirato in causa nella telefonata) non hanno niente da dire, anche tramite i loro nominati in CdA?
5) E i Carabinieri e la Guardia di Finanza?
6) E il Ministero? Gli amichetti di questa cricchetta (Tomasi, Schiesaro, Berlinguer, Gelmini, Verdini) hanno qualcosa da dichiarare? E il distruttore del Politecnico di Torino, poi nominato al CNR dalla specialista di fisica quantistica nonché falsa testimone Gelmini, ora assurto al ruolo di ministro “tecnico”? Vuole dire qualcosa?
Ci si vuole rendere conto che questi se ne fottono del risanamento, del rilancio (rilancio dove? in una discarica abusiva?) e pensano solo a pararsi le loro stimate chiappe? E magari, pare di capire, guadagnarci anche qualcosa? Perché altrimenti non si capisce come mai, a decreto non ancora arrivato, il simpatico Frediani metta furia a Riccaboni imponendogli riunioni anche prima dei “festeggiamenti”. Per non parlare dell’orrendo ruolo della Fabbro che, evidentemente, viene allegramente scavalcata neanche dal Rettore, ma dal medesimo Frediani che impone la riorganizzazione del personale tecnico-amministrativo per lavorare a fini non istituzionali, ma – evidentemente – personali.
Qualche tempo fa, fra le molte cretinate, Cal diceva che i docenti stanno facendo una bella figura: proprio una bella figura, sì, ma di merda! Hanno le redini dell’amministrazione universitaria e sottostanno a queste porcherie? Complimenti!!! Mi auguro che chi è competente apra gli occhi e provveda a far finire questo scempio nell’unico modo possibile: foera dai ball rettore, direttore amministrativo, senato e CdA.
Col massimo del disgusto, saluti.
Condivido integralmente il commento di Massimo; aggiungo solo un aspetto non trattato dal post che potrebbe portare a nuovi risvolti, come per esempio il danno erariale. Il consigliere finanziario di Riccaboni risulta di fatto socio unico di Astrea S.r.l., le cui attività, in base alla normativa vigente, prevedono, per il docente, un regime d’impegno a tempo definito. La domanda, che necessita immediatamente di una risposta da parte del Rettore, è la seguente: “il Prof. Frediani ha optato per il regime a tempo pieno o a tempo definito?” A tal proposito ricordo che «il regime a tempo pieno è incompatibile con lo svolgimento di qualsiasi attività professionale e di consulenza esterna e con l’assunzione di qualsiasi incarico retribuito e con l’esercizio del commercio e dell’industria.» (DPR 382/80, art. 11).
Gino Greco ha toccato un tasto forte e il Rettore non può sottrarsi dal dare subito la risposta che gli è stata chiesta. Ma altre richieste devono essere fatte al Riccaboni:
1) Intrattiene con Frediani rapporti extrauniversitari?
2) Ha con lui interessi di natura economica?
3) Ha utilizzato in precedenza la Società di Frediani?
Forse, dico forse, Riccaboni non si rende conto della gravità di tutta la vicenda e che lui è a capo di un ente pubblico alla bancarotta! Le risposte, se accetta un modesto consiglio, le dia velocemente e pubblicamente.
Tutte le trame ordite da Riccaboni con l’aggravante di questa brutta storia degli immobili con questo Lorenzo Frediani docente di economia della stessa università senese impone l’intervento della Direzione Distrettuale Antimafia. Scrivete tutti all’indirizzo di posta elettronica della Direzione Distrettuale. In un paese normale subito dopo la notizia pubblicata dal prof. Grasso, Riccaboni e Frediani sarebbero stati convocati in procura.
W la Giustizia Italiana!!!
Direzione Distrettuale Antimafia di FIRENZE
Via degli Strozzi, 1 50100 – FIRENZE
telefoni: 055 – 26041
fax: 055 – 2604426
e-mail: dda.firenze@giustizia.it
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/04/vacanze-sette-stelle-rutelli-casini/181507/ a spese nostre, fino a quando avranno in mano la vita degli italici governando, legiferando, amministrando a piacere…
Tranquillo Cosimo! È vero che erano sull’isola più esclusiva e nel resort più esclusivo delle Maldive ma il proprietario del tutto è l’editore del Corriere dello Sport. Non è quindi detto che abbiano speso 5.000 dollari a notte. Sono sicuramente stati ospitati dall’editore in questione. In cambio di cosa non è dato saperlo ma lo possiamo immaginare. D’altronde Cappuccetto Rosso dice che guadagnano “solo” 5.000 miseri euro netti al mese. Come potrebbero quindi permettersi di stracatafottersi una stipendiata a notte? Non è possibile. Tanto meno se si tratta un pio gruppetto che è partito per le Maldive subito dopo aver osannato la Fornero mentre bloccava piangente i lussi, le orge e le gozzoviglie sfrenate dei pensionati nostrani rei di lamentarsi di non arrivare alla fine del mese.
No dai! Sono spensierati ma non troppo. Sanno che qualcosa comincia a muoversi. Gira infatti voce che Gabriello sia stato aggredito da qualche esasperato dall’idea di perdere la mamma. Se la voce è arrivata a noi comuni mortali, sarà arrivata di certo anche a loro visto che tra di loro c’è Pierferdy che qui da noi è di casa. Per evitare che al loro rientro a casetta ricevano qualche forconata accidentale useranno sicuramente degli ombrelli per ripararsi dal sole ed evitare di abbronzarsi troppo. Mi piace pensare che si divertono preoccupati. Forse perché credo nella giustizia divina.
Ecco come funziona dentro la vostra università.
http://shamael.noblogs.org/?p=3866
Manovre in corso alla Facoltà di Medicina.
http://shamael.noblogs.org/?p=3869
Un altro motivo di divertimento e di riflessione è constatare l’assenza quasi completa di interventi in quei post dove si dimostra il malaffare o le intenzioni del malaffare: si vedano i viaggi in Cina, l’acquisto dei cuori artificiali, il tentativo di costituire il fondo immobiliare per speculare sulla vendita degli immobili dell’Università di Siena, la Gelmini che viene smentita dal rappresentante del Governo in CdA, gli studenti che chiedono le dimissioni del rettore, la truffa dell’aumento delle iscrizioni a Farmacia e Scienze Biologiche, il contratto del Direttore Amministrativo ecc., ecc..
Riflettendoci, però, mi sono detto: “non c’è niente da commentare”, “non c’è niente da discutere”. Occorre solo recarsi in Procura della Repubblica con la stampa dell’articolo in questione! Ehh già!
http://shamael.noblogs.org/?p=3872
Facoltà di Medicina di Siena.
http://shamael.noblogs.org/?p=3877
Università italiana.
http://shamael.noblogs.org/?p=3880
Ma quel Cal che interveniva sempre a difendere l’aziendalista Riccaboni che fine ha fatto?
@ lugano addio: «Ma quel Cal…»
Ma dai! Lo sanno tutti dove era il misterioso Cal & Co, anche la stampa locale ha pubblicato ieri (La Nazione Siena del 10/01/2012), a firma r.s., un ironico e puntuale articolo ricco di intriganti dettali.
P.S. Ripeto che da una mia semplice analisi risulta che:
carat. Verdana; Arial; Helvetica; sans-serif;
tip. carat. Normale;
dim. 9,7;
sono del tipo utilizzati da Cal e Rettorino Unisi
Ma forse è solo un caso!