La cattiva maestra, l’università di Siena, ha avuto un ruolo nella nascita del protofascismo moderno in città?

LuigiDeMossi

I bloggers, il banchierismo e l’autobiografia della Nazione

[…] il fascismo è stato qualcosa di più; è stato l’autobiografia della nazione. Piero Gobetti (da: l’«Elogio della ghigliottina»)

Luigi De Mossi. Nei giorni scorsi è emersa la totale estraneità dei bloggers senesi dalla vicenda Rossi. Per tutti quelli che hanno un minimo di criterio questa non è una notizia è semplicemente la constatazione dell’evidenza.

La prima e più palese forma di pensiero unico durante il fascismo è stato il controllo dei mezzi di comunicazione allora esistenti. L’atteggiamento verso i bloggers ricorda da vicino certe direttive fasciste di orientamento dell’opinione pubblica. Il tentativo di silenziarli è fallito; ed è fallito sul nascere ma ciò è dipeso unicamente dal fatto che il clima cittadino è profondamente cambiato e non certo per merito dei lealisti del potere.

Meglio non domandarsi cosa sarebbe potuto succedere se certe illazioni fossero circolate tre o quattro anni fa, quando il pensiero unico era il verbo e si voleva far credere che tutto andava bene, madama la marchesa.

Vi è un altro aspetto che deve essere sottolineato: l’amicizia, il rispetto, ed il dolore verso una persona o verso una comunità, sono generalmente sentimenti riservati e pudichi; qualora si voglia esternarli lo si deve fare nel rispetto della verità.

I bloggers senesi saranno discutibili ed abrasivi quanto volete, ma fanno un esercizio di realismo, talvolta sbagliano, come tutti, ma non li ho mai visti esprimere opinioni delle quali non fossero convinti in buona fede. D’altronde e fino a prova contraria, il loro atteggiamento non è mai stato né opportunistico né conveniente.

Una lancia voglio spezzarla anche a favore dei tanto disprezzati postatori anonimi accusati di vigliaccheria quasi fossero dei franchi tiratori. Per parte mia sono abituato a firmare quello che scrivo e non esito ad esprimere liberamente le mie idee; ma non siamo tutti uguali, non tutti hanno un’attività che consente l’indipendenza non solo economica ma anche da un datore di lavoro.

Fra l’altro il non firmarsi non rende affatto “segreti” perché se si diffama, se si insulta, si è facilmente rintracciabili dalla polizia postale, come tutti sanno. Molte volte l’anonimato è solo una forma – non encomiabile – di prudenza. Infine, ma è solo una sensazione, ho l’impressione che, spesso, fra chi si slancia contro gli anonimi ci siano persone che adoperano senza alcuna resipiscenza o scrupolo le identiche modalità comunicative, nascondendosi dietro pseudonimi vari.

Ma come siamo arrivati a questo protofascismo moderno nella ridente città di Siena?

Più di tutto la corruzione della società senese è avvenuta attraverso il denaro ed il potere, per il tanto denaro e per il tanto potere che si sono riversati sulla città e che ora sono finiti.

Se il fascismo è stata l’autobiografia della nazione il banchierismo – forma deviata del montepaschismo – è stato senza dubbio l’autobiografia dei senesi degli ultimi venti anni.

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Una Risposta

  1. «Molte volte l’anonimato è solo una forma – non encomiabile – di prudenza.» De Mossi

    Più spesso è solo l’esortazione a parlare delle cose, e non dei quarti di nobiltà dei partecipanti al dibattito. Capisco che questo è un concetto un po’ luterano: ma Lei cita proprio Gobetti, la cui riflessione sull’arretratezza del nostro paese muoveva proprio dalla considerazione che l’Italia è un Paese senza un vero Risorgimento, una Riforma protestante, una Rivoluzione liberale.

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