E se l’incontinenza di qualche blogger senese fosse il mezzo per rompere il muro del silenzio?

Blogger incontinente

Blogger incontinente

Bloggers: brutti, sporchi e cattivi (Da: il Cittadino online, 26 luglio 2014)

Luigi De Mossi. Sognatore è un uomo con i piedi fortemente appoggiati sulle nuvole (Ennio Flaiano – Diario degli errori)

Qualche settimana fa ho partecipato ad un programma a SienaTv ospite di Daniele Magrini. Si è parlato, in via principale, del processo Antonveneta migrato a Milano; ma poi il conduttore, con abilità, ha fatto scivolare la discussione su altri argomenti e ad un certo punto si è venuti a parlare della circolazione delle notizie e della funzione della stampa e finalmente dei bloggers. L’altro ospite era Roberto Barzanti e quando si è discusso dei bloggers Barzanti ha espresso alcune personali riserve su queste forme di comunicazione. Sull’argomento bloggers e stampa credo che sia il caso di fare qualche precisazione per la loro stringente attualità nella società di oggi e nella nostra città in particolare.

Prima di tutto occorre puntualizzare che senza l’attività dei bloggers senesi e segnatamente, senza sfumature e classifiche che pure ci sono e ci devono essere, senza Raffaele Ascheri (ereticodisiena), Federico Muzzi (ilsanto), Giovanni Grasso (ilsensodellamisura) Carlo Regina  (bastardosenzagloria) e di un giornale online Il cittadinoonline.it non si sarebbe mai saputo nulla di tanti fatti rilevanti e significativi per la città. A loro ed anche – absit iniuria verbis – a qualche sito anonimo si deve la circolazione delle idee e delle notizie in una città che era completamente addormentata. Se qualche coscienza civile s’è risvegliata è anche e soprattutto merito loro. Il silenzio della carta stampata è stato assordante, le televisioni non sono mai intervenute sulle vicende senesi e solo il crollo verticale – di natura squisitamente economica – ha portato ad un repentino cambiamento di atteggiamento. Anche perché da un certo momento in poi sarebbe stato impossibile non accorgersi di ciò che stava accadendo.

È il paradosso senese: una classe politica che si dice progressista, mostra spiccati segni di conservatorismo. C’è anche da domandarsi se più che un paradosso questa non sia la conseguenza dell’aver gestito il potere per tanti, troppi anni. In più la città ha sempre mostrato una doppia natura: conservatrice da un punto di vista sociale e progressista per tendenza politica. Tutto nella nostra città, dall’impianto stradale cittadino alle istituzioni, rimanda ad un’idea di tradizioni ben difficilmente collocabili con gli afflati più veri del progressismo. Ed i mezzi d’informazione ordinari non hanno fatto altro che adeguarsi. In questo senso l’opinione di Barzanti è pienamente in linea con il pensiero più coerente e tradizionale della città o meglio di una certa parte della città: quella che comanda.

Inoltre bisogna dire che ognuno porta in sé la propria cultura e il proprio essere; i bloggers sono persone e come tali possono scrivere bene o male come un qualunque giornalista o scrittore. Ce ne possono essere di bravi e meno bravi, di apocalittici o integrati, come in ogni altra attività di questo mondo. Se i toni dei bloggers non piacciono o se peccano di ineleganza e magari qualche volta sono incontinenti e sbagliano, bisognerà mettere sulla bilancia un fatto e cioè che la verità alle volte fa male e può puzzare ma è sempre meglio di una pietosa ipocrisia, specialmente se quest’ultima è utilizzata al fine principale – se non esclusivo – di conservare il potere. C’è anche da dire che poi, alla fine, i bloggers rispondono in prima persona della loro libertà di pensiero senza sconti e senza frignare; anche i cosiddetti anonimi perché l’anonimato in internet è molto difficile e gli IP sono rintracciabili. Daniele Magrini ha anche detto che gli piacerebbe scrivere la storia dell’informazione a Siena negli ultimi quindici anni. Con l’onesta intellettuale che gli riconosco vedrete che se il lavoro vedrà la luce un capitolo fondamentale sarà dedicato proprio ai bloggers.

Se conservazione significa rispetto delle tradizioni e del proprio passato Siena ha fatto bene ad essere conservatrice. Ma se conservazione significa difendere l’indifendibile e una storia recente che ha portato la banca e la fondazione nella situazione attuale, la Mens Sana Basket al fallimento, l’A.C. Siena in serie D ed al concordato e tanti fornitori, accompagnatori, operatori creditori delle due società a rischi estremamente concreti di perdere il risultato del proprio lavoro e le generazioni nuove a veder erose tutte le opportunità, allora è il caso di continuare con questa litania e questi paraocchi? In politica il massimizzare i meriti e dimenticare gli errori è pratica comune ed anche scusabile ma diviene inaccettabile quando ha il solo e precipuo scopo di difendere esclusivamente gli interessi di una classe di boiardi i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Allora il voler tappare la bocca ai bloggers, considerati la cattiva coscienza di una città, ha un significato prima di tutto politico; quello di non svegliare questo popolo che continua a credere alle favole, mentre, invece, ha una sola opportunità di riscatto e rinascita: quella di tornare immantinente con i piedi ben piantati per terra. Prima questo accadrà meglio sarà per tutti.

A Siena è nato un altro blog non allineato: “Bastardo Senza Gloria”

Bastardosenzagloria

Accogliamo con grande soddisfazione la nascita del blog di Carlo Regina “Bastardo Senza Gloria”. Di seguito, il suo primo post.

UN ABBRACCIO

Bastardo senza gloria (Carlo Regina). Esiste un tempo nel quale si può anche stare ai margini della battaglia, esiste poi anche un tempo in cui non si può sfuggire alle proprie paure e quindi bisogna raccogliere tutte le forze, esiste poi, inoltre, un tempo, dove tutto diventa relativo e l’unica cosa che conta e ti fa avanzare uno spazio dopo l’altro, sono quei dieci, venti secondi in cui torni  al tuo primordiale desiderio di essere semplicemente quello che sei. Il tuo carattere è il tuo destino.

Per quelli che pensano di omologare il pensiero altrui e di ristabilire le regole del “groviglio armonioso senese”, sappiano che si sbagliano e da queste pagine, che altro non sono che una interfaccia di donne e uomini liberi, troveranno una diga invalicabile. Se noi non basteremo, altri verranno dopo.

Colgo l’occasione di questo primo post, per ringraziare la redazione di Fratello Illuminato, la quale mi ha concesso il privilegio, anche se solo “virtuale”, di contribuire con i miei scritti e per la quale ho stima ed ammirazione incondizionati. Saluto tutti gli amici “blogger”, vale a dire il coriaceo Federico Il Santo, l’inossidabile professore Ascheri l’Eretico, quella gran persona del professor Giovanni Grasso con “Il senso della misura”, porgo i miei omaggi alla testata giornalistica del Cittadinoonline e al suo direttore dott.ssa Raffaella Zelia Ruscitto. Io vi sono grato.

Un pensiero particolare va a C.R. (non si tratta chiaramente di me), siccome siamo vasi comunicanti e dal legame indissolubile.

Mi chiamo Carlo Regina e sono Bastardo Senza Gloria, questo sarà il mio blog.

Un abbraccio

La cattiva maestra, l’università di Siena, ha avuto un ruolo nella nascita del protofascismo moderno in città?

LuigiDeMossi

I bloggers, il banchierismo e l’autobiografia della Nazione

[…] il fascismo è stato qualcosa di più; è stato l’autobiografia della nazione. Piero Gobetti (da: l’«Elogio della ghigliottina»)

Luigi De Mossi. Nei giorni scorsi è emersa la totale estraneità dei bloggers senesi dalla vicenda Rossi. Per tutti quelli che hanno un minimo di criterio questa non è una notizia è semplicemente la constatazione dell’evidenza.

La prima e più palese forma di pensiero unico durante il fascismo è stato il controllo dei mezzi di comunicazione allora esistenti. L’atteggiamento verso i bloggers ricorda da vicino certe direttive fasciste di orientamento dell’opinione pubblica. Il tentativo di silenziarli è fallito; ed è fallito sul nascere ma ciò è dipeso unicamente dal fatto che il clima cittadino è profondamente cambiato e non certo per merito dei lealisti del potere.

Meglio non domandarsi cosa sarebbe potuto succedere se certe illazioni fossero circolate tre o quattro anni fa, quando il pensiero unico era il verbo e si voleva far credere che tutto andava bene, madama la marchesa.

Vi è un altro aspetto che deve essere sottolineato: l’amicizia, il rispetto, ed il dolore verso una persona o verso una comunità, sono generalmente sentimenti riservati e pudichi; qualora si voglia esternarli lo si deve fare nel rispetto della verità.

I bloggers senesi saranno discutibili ed abrasivi quanto volete, ma fanno un esercizio di realismo, talvolta sbagliano, come tutti, ma non li ho mai visti esprimere opinioni delle quali non fossero convinti in buona fede. D’altronde e fino a prova contraria, il loro atteggiamento non è mai stato né opportunistico né conveniente.

Una lancia voglio spezzarla anche a favore dei tanto disprezzati postatori anonimi accusati di vigliaccheria quasi fossero dei franchi tiratori. Per parte mia sono abituato a firmare quello che scrivo e non esito ad esprimere liberamente le mie idee; ma non siamo tutti uguali, non tutti hanno un’attività che consente l’indipendenza non solo economica ma anche da un datore di lavoro.

Fra l’altro il non firmarsi non rende affatto “segreti” perché se si diffama, se si insulta, si è facilmente rintracciabili dalla polizia postale, come tutti sanno. Molte volte l’anonimato è solo una forma – non encomiabile – di prudenza. Infine, ma è solo una sensazione, ho l’impressione che, spesso, fra chi si slancia contro gli anonimi ci siano persone che adoperano senza alcuna resipiscenza o scrupolo le identiche modalità comunicative, nascondendosi dietro pseudonimi vari.

Ma come siamo arrivati a questo protofascismo moderno nella ridente città di Siena?

Più di tutto la corruzione della società senese è avvenuta attraverso il denaro ed il potere, per il tanto denaro e per il tanto potere che si sono riversati sulla città e che ora sono finiti.

Se il fascismo è stata l’autobiografia della nazione il banchierismo – forma deviata del montepaschismo – è stato senza dubbio l’autobiografia dei senesi degli ultimi venti anni.

Giornata di sciopero dei bloggers senesi

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Abbiamo assistito negli ultimi mesi ad attacchi e speculazioni vergognose al solo fine di delegittimare l’opera di libera informazione dei bloggers. Non si è esitato a cercare di strumentalizzare eventi tragici che meritavano e meritano rispetto, pur di conservare le proprie posizioni di potere ed il ruolo di unici divulgatori dell’accomodante verità divulgata dal Potere.

La Magistratura ha fatto un lavoro encomiabile, ma, da parte di una certa stampa sia nazionale che locale, si tende a minimizzarne i risultati per attutire l’impatto politico e sociale della verità sul modo con cui è stata gestita la città tutta, e la sua primaria fonte di reddito (Mps) in particolare.

Il tentativo d’intimidazione si è volto anche ad utilizzare gli strumenti legali: l’azione penale è obbligatoria, ma non si può fare a meno di distinguere fra ipotesi di reato ed ipotesi di reato, fra cause ed effetti, fra miliardi di euro volatilizzati e presunti reati d’opinione.

La cattiva coscienza di molti e la responsabilità di un’intera classe dirigente (politica e finanziaria), unita alla quasi totale assenza d’informazione, ha permesso di nascondere per anni i comportamenti che hanno inquinato la società senese.

Se a Siena, piaccia o meno la cosa, si è avuto modo di conoscere fatti e circostanze di grande importanza per la comunità senese tutta, ciò si deve anche – e soprattutto – al lavoro dei bloggers.

Oggi si tenta l’ennesima grande mistificazione cercando di stravolgere la realtà e trasformando i colpevoli in vittime.

Per questo motivo oggi, 28 giugno, è indetta un’astensione per una giornata di tutti i bloggers che hanno criticato il Potere, a tutela della libertà e della verità dell’informazione.

Raffaele Ascheri (Eretico di Siena)

Federico Muzzi (Il Santo Notizie di Siena)

Carlo Regina (Bastardo senza gloria)

Giovanni Grasso (Il senso della misura)

Chiunque voglia aggiungere la sua firma, è ben accetto

A Siena, giornalisti e bloggers a confronto: a cosa serve la stampa se serve il potere?