È nato il governo 5Stelle-Pd-LeU

Matteo Renzi e Carlo Calenda

Università, Banca MPS, Comune, Sanità: a Siena il cerchio si chiude con l’opposizione compiacente

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Analisi dettagliata della relazione della Commissione regionale su MPS: un favore al groviglio armonioso e alla politica locale. Sembra scritta con la consulenza di Verdini per favorire il Pd del groviglio (da: Bastardo Senza Gloria, 23 agosto 2016)

Bastardo Senza Gloria. Ci saremmo aspettati uno sforzo maggiore, un impegno doveroso per non offendere la memoria e il lavoro di quei pochi che negli anni hanno non solo contrastato il groviglio, ma anche lavorato per ricostruire con riscontri oggettivi la vicenda tragica del groviglio tra banca, politica e informazione. Invece no, la relazione partorita dalla commissione regionale d’inchiesta su MPS, oltre a scoprire l’acqua calda, per certi versi fornisce una ricostruzione distorta e falsata sotto alcuni aspetti, fino ad assolvere il groviglio armonioso e molti personaggi politici e para-politici. Il presidente della commissione, non doveva permettere una gestione cosi manipolatoria dei fatti. Purtroppo, i soliti signori che hanno invitato la gente al mare per far vincere il candidato del PD Valentini Bruno, forse hanno suggerito una linea ai membri delle opposizioni, per evitare un lavoro approfondito sul ruolo attivo dei deputati della Fondazione e del trasversalismo del groviglio. Siamo in attesa di leggere la relazione di minoranza. Molto curiosi.

Partiamo dai politici.

Citiamo dalla relazione: «Secondo il giudizio di molti interlocutori, tra i quali l’attuale sindaco di Siena, Bruno Valentini, ascoltato dalla Commissione, sulla Fondazione c’era un ruolo attivo delle istituzioni locali governate dalla politica, sia quella locale che, in parte minore, da quella nazionale. Valentini ha parlato di una filiera decisionale che influiva in modo forte sulle attività della fondazione e della banca, che deriva da input locali e input nazionali.»

Incredibile, chiamano Valentini Bruno e lo fanno passare come un puro, uno caduto dal pero. A parte che bisognerebbe ricordare, cari commissari regionali, che Valentini Bruno era ed è iscritto a quel partito che ha governato Siena e provincia e che lo stesso Valentini era sindaco di Monteriggioni, oltre che dipendente di Banca MPS e membro di quel sindacato bancario che aveva applaudito per l’operazione Antonveneta. Ricordare poi, visto che lo citate come interlocutore, che un suo assessore era membro della deputazione generale della Fondazione MPS sotto la presidenza Mancini e che un altro assessore, nominato da Mussari, era nel CdA di MPS leasing, sarebbe stato corretto, ma si sa come vanno certe relazioni. Per restare nell’attualità, sempre per quella “filiera decisionale che influiva in modo forte sulle attività della fondazione e della banca, che deriva da input locali…”, il Valentini Bruno oltre ad imporre nell’attuale deputazione amministratrice la sig. Barni (sorella della vicepresidente della regione Toscana, altro ente nominante della fondazione), ha lavorato insieme al suo vicesindaco Mancuso per far nominare nel CdA della banca Fiorella Bianchi e da quando è diventato sindaco di Siena, il sig. Valentini non ha perso occasione per intervenire sulla banca (rileggetevi tutte le dichiarazioni, anche fatte a borsa aperta) e per chiedere soldi alla Fondazione MPS. Questo sarebbe l’interlocutore della commissione regionale,  per far chiarezza e per fare la morale sui disastri passati?

Citiamo sempre dalla relazione: «Un altro attento osservatore delle vicende senesi, l’ex sindaco Roberto Barzanti: “siamo di fronte ad un paradosso: una riforma che doveva svincolare dalla politica la banca e renderla più internazionale, lasciando le politiche di sviluppo locali alla Fondazione, si risolve in un risultato, se non opposto, di certo non coerente con quella riforma.”»

Esatto, siamo di fronte a un paradosso: definire Barzanti attento osservatore, dimenticandosi che lo stesso è stato sostenitore in prima linea di tutti i sindaci del groviglio armonioso, incaricato da Banca e Fondazione guidate da Mussari e Mancini per i libri strenna, e che lo stesso Barzanti è stato nominato presidente della biblioteca comunale dall’ex sindaco Ceccuzzi e riconfermato dall’attuale sindaco Valentini. Altro che osservatore, era un protagonista organico del groviglio. E nella relazione è un continuo citare il Barzanti. Troppa “diavolina” scaduta ha trasformato questa relazione in un fuoco di paglia.

Citiamo dalla relazione: «Anche Simone Bezzini, allora neo segretario del Pd provinciale di Siena, udito dalla commissione riferisce: “Io da segretario provinciale commentai positivamente, fui uno dei cinquemila soggetti in Italia che commentò positivamente la vicenda Antonveneta. Se andate a prendere tutti, anche i peggiori detrattori di MPS oggi, in quella fase dicono “grande” (riferito a Banca Mps, ndr). C’è un fatto che viene riconosciuto positivo, fai un commento perché l’hanno fatto anche persone più autorevoli del sottoscritto, perché allora credo che dovreste lavorare un altro anno, perché si prendono tutte le dichiarazioni di chi le ha fatte, di personaggi che ci dovrebbero capire parecchio più di me in queste materie e dirgli: “come mai valutaste positivamente… tutti faceste ‘bravi’ in quella fase?”»

A parte che Simone Bezzini, attuale consigliere regionale PD, è stato presidente della provincia di Siena (ente nominante della Fondazione), di certo non è stato ingannato da nessuno, considerato che sosteneva da politico e da soggetto istituzionale sia la gestione Mussari che quella del Mancini e non solo, Bezzini, in una dichiarazione congiunta insieme all’ex sindaco Ceccuzzi, auspicava per Antonio Vigni un ruolo di consulente strategico per la Fondazione MPS. Esatto, proprio Antonio Vigni, il direttore generale che insieme a Mussari, ha gestito la banca. Perché non si sono informati e documentati i commissari, prima di farsi raccontare le novelle da Bezzini?

Nella relazione della commissione, viene scritto qualcosa di agghiacciante e un falso storico, quando si afferma che nel 2011 (anno in cui Ceccuzzi e Bezzini auspicavano per Antonio Vigni un ruolo di consulente della Fondazione, dopo l’ottimo lavoro in banca eh???), gli enti locali senesi stavano lavorando per una discontinuità. Appunto, un’affermazione agghiacciante. Ma dove vivono i commissari regionali?

Poi, fanno passare il messaggio che i vertici della Fondazione MPS sono stati tratti in inganno dai vertici della Banca. Tratti in inganno? Ma che film avete visto?

Quando siamo arrivati alle azioni di responsabilità, ci siamo imbattuti nelle dichiarazioni rese alla commissione dall’attuale direttore della Fondazione MPS, Davide Usai e citiamo dalla relazione: «Come confermato dal dott. Usai, la Fondazione MPS si è costituita nel tempo parte civile nel processo penale nei confronti di una serie di parti. Usai ha ricordato alla Commissione le principali cause in sede civile, che riguardano gli advisor per gli aumenti di capitale 2008/2011. Per advisor, secondo Usai sono intesi “i precedenti management, sia Deputazione generale che la Deputazione amministratrice“».

A qualcuno sul pianeta terra risultano azioni di responsabilità nei confronti delle passate deputazioni generali? È sicuro di quello che ha dichiarato il dott. Usai in commissione? Sarebbe il caso di comunicare ufficialmente, se ci sono azioni di responsabilità nei confronti delle deputazioni generali, perché agli atti risultano solo quelle nei confronti delle deputazioni amministratrici. Forse possiamo chiederlo all’avvocato Grifoni (attuale membro della deputazione generale in rappresentanza della Curia) se ha votato (contro se stesso?), delle azioni di responsabilità nei confronti delle deputazioni generali passate (di cui lo stesso Grifoni faceva parte). Invece, di azioni di responsabilità nei confronti dei gestori delle società partecipate della Fondazione MPS si hanno notizie? Usai forse ne è informato, considerato che ha ringraziato Bonechi e i membri del CdA della Sansedoni Spa per l’ottimo lavoro svolto.

E ora si arriva all’assoluzione del groviglio armonioso da parte della commissione regionale: «Il sistema senese di relazione tra poteri, pubblici e privati, con al centro banca MPS è stato definito “groviglio armonioso” da Stefano Bisi, direttore del Corriere di Siena e dal 2014 Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Una definizione che è diventata una fortunata metafora ripresa un po’ semplicisticamente dagli osservatori esterni, ma che non andrebbe presa troppo sul serio».

Roba da non crederci: il groviglio sarebbe una fortunata metafora! Un minimo di vergogna, i membri della commissione regionale non lo provano? Per scrivere queste relazioni vi siete avvalsi della consulenza politica di Verdini, oltre che di quella del Barzanti o Mazzoni Della Stella?

Ci fermiamo qui, non vogliamo tediarvi con altre ricostruzioni strampalate inserite in questo scandaloso documento. Nella relazione manca tutta la parte relativa al controllo dell’informazione. Date retta, per i senesi e per quelli che seguono le vicende da fuori, lasciate perdere questa relazione alla “diavolina” e rileggetevi gli articoli degli ultimi 15 anni scritti da Luca Piana, Camilla Conti, Daniele Martini, Raffaella Ruscitto e riguardatevi le trasmissioni di Report… Oppure due chiacchere con l’avvocato De Mossi, che oltre alla memoria storica, conosce bene il diritto societario, e lo conosce bene, non come certi apprendisti giuristi. Utile lettura, anche il libro di Piccini. E qui su Siena rileggetevi i vecchi post dell’Eretico, del Santo e anche i nostri, e qualche libro utile, non quelli suggeriti dal groviglio, ovviamente.

Si ricomincia come ai tempi dell’asse Verdini-PD, il primo oggi, sostituito da altri suggeritori?

Spigolature senesi: tra ruolo istituzionale ed esigenze personalistiche dei vertici di alcune istituzioni locali

Marcello Clarich - Angelo Riccaboni - Marco Casucci

Marcello Clarich – Angelo Riccaboni – Marco Casucci

Lega Nord Siena. A che titolo i vertici di Fondazione MPS e Università partecipano a conferenza del PD? La Lega Nord pretende chiarezza. La presenza dei vertici della Fondazione e dell’Università alla conferenza programmatica del Pd costringe la Lega ad alcune riflessioni sul ruolo di queste istituzioni locali e sul loro totale appiattimento e la loro contiguità con il Partito che ha distrutto la Città. Emergono precise responsabilità del Presidente della Fondazione Clarich e del Rettore Riccaboni che sviliscono e deviano la Fondazione MPS e l’Università degli Studi dai loro scopi e funzioni istituzionali e le piegano alle loro esigenze personali e personalistiche. È anche evidente il disprezzo che viene gettato sul Comune di Siena, visto il recente rifiuto dei membri della Deputazione della Fondazione di rispondere a chi li ha nominati, quando invece il Presidente Clarich non si fa problemi a recarsi ad un appuntamento politico.

Marco Casucci (Consigliere regionale della Lega Nord Toscana). Non possiamo accettare che la Fondazione Monte dei Paschi e l’Università degli Studi – i cui vertici hanno chiaramente fatto intendere che non sono indipendenti e sopra le parti, ma hanno un preciso riferimento politico in quel Pd che è stato l’artefice del declino di Siena – continuino ad essere gestiti e presieduti da questi due signori i quali, oltre a mostrare lacune nel proprio operato, fanno sorgere seri dubbi di un latente parallelismo tra ruolo istituzionale rivestito e carriera politica intrapresa.

Quando del sistema Siena se ne occupa il web

Alla vigilia di ferragosto, il sito Corsera Magazine ha pubblicato un articolo sulla situazione senese con un titolo eloquentissimo: «Monte dei Paschi di Siena, la grande truffa a danno degli azionisti». Altri tre pezzi erano usciti in precedenza: il primo l’8 agosto Monte dei Paschi di Siena, il più grande scandalo finanziario italiano»); il secondo il 9 («Elezioni 2013, Partito Democratico il virus Monte dei Paschi di Siena») e il terzo l’11 agosto («Monte dei Paschi di Siena virus Lehman Brothers»). La foto che accompagna gli articoli è quella dell’ex presidente della Banca, Giuseppe Mussari, ritenuto dal Corsera Magazine il «coautore del disastro» e la sua elezione alla presidenza dell’Abi considerata una «beffa per gli azionisti trombati; come dire un mascalzone latino che, dopo aver condotto il vascello di Rocca Salimbeni al disastro finanziario, adesso pontifica dallo scranno più alto». Con linguaggio colorito, zeppo di refusi e di errori, gli articoli non firmati – riconducibili i primi tre a una ipotetica redazione di Roma e l’ultimo a quella di Milano – denunciano quel che tutti ormai sanno, dopo il servizio di Report e l’articolo di Der Spiegel. Con una novità, chiaramente espressa in tutti i pezzi, l’auspicio che il Pd non vinca alle politiche: «Pierluigi Bersani è preoccupatissimo sa benissimo che, con il Monte con le pezze al culo, il Pd finirà per perdere le prossime elezioni, perché i cittadini non si fidano dei cattivi gestori». Stupisce il linguaggio crudo di Corsera Magazine: «La Banca MPS vale meno di zero… dei suoi immensi pascoli ha ritirato soltanto la merda delle bestie con le corna… e il letame del MPS ha investito anche il Quirinale. Il più grande scandalo finanziario di tutti i tempi in Italia, la più grande cloaca puzzolente che ha inghiottito il letamaio Banca Antonveneta… con la precipitosa uscita di Caltagirone e una minusvalenza di oltre trecento milioni di euro. Quanti sono gli allegri miliardi di euro concessi a clientela che, in realtà, non poteva onorare quei prestiti?». Forse, le dimensioni del dissesto e l’impunità, che si suppone sia garantita ai responsabili, giustificano questi eccessi verbali, considerando, infine, che le stesse espressioni sono da mesi sulla bocca di tutti.