
Tolgo provvisoriamente il bavaglio per commentare, a modo mio, l’intervento degli “intellettuali” del Pd senese sulla crisi dell’Università di Siena.
Il Partito democratico senese ha coniato questo slogan, con 4 R, per risolvere la crisi dell’ateneo: «ripensare, rinnovare, rilanciare, risanare».
La cantina di Soave di Verona aveva già coniato il seguente slogan, con 4 R, per il rispetto dell’ambiente: «riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero».
Quale dei due è più efficace per l’università di Siena?
Filed under: Commissariarla per salvarla |




















– Ma non si dice nei corridoi che proprio tra di loro ci sono tanti che l’hanno distrutta in tutti questi anni? Come faranno le stesse persone ad essere tanto avvedute da provvedere al Buongoverno?
– Alla riunione mancava solo Berlinguer senior, pare. Tra “apertura di orizzonti” e 3+2 non sarà uno da mettere nel conto delle “difficoltà” storiche dell’università in generale di Siena? Per Tosi è difficile invece mettere il punto interrogativo.
– Il buon Focardi non ha le phisique du role per la tegolata, né ha avuto il tempo di distruggere alcunché a ben pensare: sui precari ha agito per legge o no? Nessuno l’ha precisato su questo blog: sindacalisti di tutto il mondo senese potreste rispondere?
Certo il dovere di resistere ai distruttori – moralizzatori – riformisti e far tanta tanta chiarezza ce l’ha, d’ufficio.
Arlecchino
Ripensare… ok
Rinnovare… ok
Rilanciare… eh no, altrimento come si cacciano a calci nel sedere i baroni? Semmai: Azzerare
Risanare… eh no, pare una cosa soft. Semmai: Azzerare
Quindi il motto di salvataggio è:
Ripensare – Azzerare – Rinnovare
Hai ragione, caro amico, e da vendere. Se Le Tre Cose da te enunciate accedessero saremmo veramente in una autentica democrazia. Se un muratore sbaglia oppure un impiegato oppure un ingegnere, si posson licenziare. I proff baroni no. Essi hanno il sedere di pietra. Riqualificare? Manco pel piffaro! I medici son costretti a fare corsi di aggiornamento, ma costoro? E si badi bene che spesso i corsi sono pagliacciate (in uno hanno invitato anche il solito Calabrese a fare un corso su “il telefono la tua voce”).
I partiti li hanno messi a quel posto e loro ce lo mettono in quel posto. Nessuno è immune. L’Università non solo fa torturare dai baroni e dai loro servi sciocchi i poveri studenti ma offre pure alle pubbliche amm.ni i vari assessori alla cultura, ecc.
Bastaaaaaaaa!!!!!!!
P.S. – Ma quali sono gli intellettuali del Pd senese? Quelli che hanno raccontato stronzate per 50 anni? La Piccinni? Ma mi facciano il piacere! Calabrese? Ma via… Il Tuttologo Barzanti? Almeno lui ha della cultura… Rivaluto senz’altro il frocio-marxista ormai defunto! Almeno era soave, scriveva bene, il “nostro” Kadaré.
NdA (Author). Era crocio-marxista, poi i “suoi” han coniato scherzando tal titolo. Niente di offensivo quindi pel prof che trainava garzoni nelle stalle! Poi venne quel di Casarsa e fu espulso per indegnità morale dopo che inc… dietro un cimitero un ragazzo. Poi se la fece, pagandoli, ii bambini di Palestina, ecc. E finì al Museo della Resistenza senese.
Come deve essere interpretata la dichiarazione del sindaco Cenni che si schiera al fianco degli universitari? Come una promessa o una minaccia?
“Abbi dubbi”, cantava Edoardo Bennato (ma forse lo aveva detto qualcun’altro prima di lui).
Alle 4 R rispondo con le 4 G: giocare, giocare, giocare, giocare al SuperEnalotto: 100 milioni di jackpot. Se si vince, ci si tiene le Scotte e si vendono il San Niccolò (con tutti quelli che ci sono dentro) e Pontignano (anche se per Pontignano mi dispiacerebbe davvero!)
Idea! Direi di far investire dalla Fondazione MPS: sempre meglio dell’Antonveneta! che ne dite? Telefonate al Cenni che dia l’ordine lui che può… m.a.
Voi capite perché i molti sindacalisti che abbiamo non rispondono alla richiesta di dire che tipologia hanno i 580 precari assunti? Dove, quando? Di che facoltà? lo sapete, difensori dei lavoratori? O li difendete solo con questo silenzio? Novità dal fronte occupazione: nei corridoi dicono che i revisori non sono stati revocati dal CdA della Università. Non è clamoroso?
Non solo: girano per gli uffici del rettorato come fossero in carica.
Caro Prof. Focardi, come fa a scrivere oggi che sta facendo tutto per venire a capo della situazione? Se non provvede intanto su questo piano scriverà tante belle poesie, mi creda, o vincerà anche un palio, ma la chiarezza rimarrà una chimera.
Purtroppo 2+2 fa sempre 4, nonostante gli allegri revisori di Siena, anche nella nostra augusta università.
Archie
Qui dalla colonna di Montarrenti si sente aria mefitica tirare dalla vicina Siena e le idee ne rimangono confuse e frammentarie. Quindi le precisazioni che vado a fare condivideranno la frammentarietà delle idee.
Tanto per cominciare non sono 580, ma circa 280. In secondo luogo la legge cui si è fatto riferimento per procedere alle stabilizzazioni non è una legge, ma un articolo della finanziaria del (mi pare) 2005 e comunque sarebbe scorretto ritenere o insinuare che le stabilizzazioni siano state fatte solo per legge; provengono bensì da una scelta politica né più né meno come quella di fare centinaia di concorsi per personale docente (o valutazioni comparative come vengono chiamate, che di comparativo non hanno proprio nulla essendo perlopiù blindate che nemmeno la Banca d’Italia e anche quando non lo sono il senso della comparazione risulta essere una boutade) che viene assegnato di solito a corsi che hanno da 0 a 5 studenti. In terzo ed ultimo luogo la domanda sulle facoltà di appartenenza denuncia subito una logica che non esito a definire del menga, visto che l’Ateneo non è certo composto solo da facoltà. Gli stabilizzati sono dappertutto (segreterie studenti, ospedale, amministrazione centrale, dipartimenti e poli didattici e scientifici anche sul territorio) e sono cosiddetti precari che nella maggioranza dei casi lavoravano presso l’Ateneo da ben più dei tre anni previsti come requisito per essere ammessi alla procedura (in qualche caso – lo so per certo – anche da 13 anni). Si pensi che un membro del CdA ha di recente proposto in previsione di tagli di spesa di mettere in mobilità esterna proprio quei 280 or ora stabilizzati.
Peraltro va detto che il Senato ha nominato una commissione, nel tentativo – immagino – di costringerlo a qualche passo falso (ulteriore rispetto a quelli fatti finora intendo), non capendo che se cade Silvano l’arrivo del commissario di governo è inevitabile. Consideriamo infatti che quel bel tomo del precedente rettore è stato sollevato dall’incarico dalla Procura della Repubblica. Ove in presenza di una voragine di circa 160 milioni l’attuale rettore si dimettesse o fosse dimissionato, se voi foste qualsiasi governo che fareste?
E passiamo ad un’altra serpe che si sta sbattendo per salvare la ghirba: quel bel pretino di Lorianino il Bigi. Certo che lui, con dieci giubbetti addosso, il palio lo corre per sé, sfilandosi ed infilandosi di volta in volta il giubbetto giusto al momento giusto. Sembra un tentativo destinato a fallire, prima o poi casca anche la sua di testa, ma siccome si tratta di uno smagatissimo ciellino che ha delle capacità, può darsi che alla fine della giostra ci arrivi. Ad ogni buon conto è quello che rischia meno e quindi gioca più sporco degli altri.
E qui si arriva ai revisori dei conti che sono i-n-s-p-i-e-g-a-b-i-l-m-e-n-t-e ancora al loro posto. Lo sono perché gli organi di governo (Senato e Consiglio, il Rettore non ce lo metto perché è grassa se riesce a scampare alle loro decisioni) al momento da una parte stanno sul pero (Senato) per vedere di metterlo in tasca a Silvano e mantenere intatto il proprio sudicissimo e miserando potere, esercitando il quale da innumerevoli anni, non sono stati capaci neanche di fare un’offerta formativa assennata e coerente, dall’altra (CdA) si cacano letteralmente addosso di fare qualsiasi mossa (anche perché la coscienza ce l’hanno anche più sudicia del Rettore se vogliamo, considerato che il bilancio, anzi i bilanci falsi li hanno firmati loro). Ergo il buon Martinelli, nonostante le ridicole affermazioni fatte di recente sul giornale e nonostante il carico letteralmente mostruoso di responsabilità che ha (lui e tutto il collegio naturalmente), può serenamente girellare per i corridoi del rettorato e negli uffici di ragioneria (per dire), colla piena consapevolezza che nessuno gli torce un capello e sollevando più di un dubbio sulla possibilità di inquinare qualche conto o qualche registro.
Peraltro nei corridoi del rettorato ci gira parecchia gente e forse il buon Focardi (che qui a Montarrenti riteniamo essere l’ultimo dei colpevoli di questo casino, colpevole sì ma ultimo) potrebbe accorgersi che qualche faccia amica ogni tanto la incontra. Inoltre, sempre a Montarrenti, gli si vuole bene al Focardi, non foss’altro perché le alternative, che sono due, sono tutte e due peggiori (e parecchio) di lui. Commissario di governo da una parte e rettore della banda (come quale banda? Andiamo! Quella di cui si parla tanto anche qui in questo blog: Belli, Detti, Bettini, Piccinni, Boldrini, in una parola la banda) dall’altra farebbero rimpiangere Silvano a calde lacrime.
Chiudo facendo notare che le prospettive appena espresse sono talmente pessime che addirittura i cagnolini da guardia della banda si sono spaventati del casino che avevano cominciato ad imbastire sui giornali e coi comunicati da rivoluzione francese e russa messe insieme e si sono dati una bella calmata, essendosi resi conto che non conviene a nessuno che Silvano torni a preoccuparsi solo di ecologia e chiocciola.
Un’ultima cosa: alla colonna siamo parecchio dipiaciuti che al povero Paolo Fedeli ne abbiano combinate di cotte e di crude (sempre quelli della banda), però anche lui con tutti ‘sti proclami sta rendendo questo blog una mostra delle proprie idiosincrasie e, in un’ultima analisi, ha rotto un po’ le palle. Se si desse una regolata, forse i suoi interventi sarebbero più costruttivi.
Saluti dal Favi
…. mah, direi che le frasi da giocare al lotto per salvare in extremis il bilancio, sono rettore rosolato, revisore revocato, ragioniere rimosso rate rovinose. L’erre moscia è d’obbligo (noblesse oblige).
Sono parzialmente d’accordo con “riduzione” (naturalmente cosa ridurre è dirimente – oggi a te, domani a lui, direbbe Totò…); quanto a “riutilizzo” e “riciclo”, sono sospettoso, giacché di “riciclati” ve n’è anche troppi; quanto al “recupero”, mi fa pensare a “riformatòri” e Sert, a professori pensionati recuperati come nelle guerre si riciclano le riserve in caso di carenza di truppe di prima scelta e sono pessimista: un po’ di “rinnovamento” e di apertura ci vorrebbe. Scriverò un romanzo di tono brodskiano dal titolo “Fondazioni degli irrecuperabili”.
Caro Favi, ma se non ci fossero i rompicoglioni, come mi apostrofò il giornalista (ehm…) “Pinguino”, non sarebbe tutto un po’ più grigio? Idiosincrasia era proprio il titolo di una mia raccoltina di poesie, di quelle fotocopiate, di quelle in cui si canta con occhi ancora non disincantati l’amore, ecc. Laetissimus che hai colto nel giusto. Il tuo è uno stimolo, non una critica. Almeno non la ritengo tale.
Lo scassapalle
N.B. Sai, o Favi, cosa risposi al “Pinguino” quando andai a denunciare un concorso-farsa al giornale? M’è sovvenuto e dir tel voglio: “è grazie ai rompicoglioni se in questo paese c’è un po’ di democrazia“. In fondo Grasso rompe i coglioni, anche se non si cita o non antepone i fatti suoi. Ma io sono induttivo, anche come professione di storico. E vado quindi sul concreto. Non uccidetemi come Socrate (ah! ah! ah!).
Bye.
Caro Favi non sottovalutare il peso di scienze politiche nella Banda di cui parli. Ci sono coloro che tirano la volata, ma poi c’è lo sprinteur che piazza la stoccata vincente.
Il premio della vittoria è poi ripartito tra tutti.
Due rispostine.
@ Paolo: la tua interpretazione è giusta e non te ne devi avere a male. Mettevo solo l’accento sul fatto che quando si interviene sulla pubblica piazza bisogna cercare di non farne una questione personale, ma astrarre. Quello che vale per te vale per tutti i presenti e gli assenti e a nessuno ho suggerito di bere la cicuta.
@ Machiavelli: io non sottovaluto proprio niente, tanto che indirettamente ci ho tirato dentro anche giurisprudenza, visto che uno di cui parlo tanto male proprio da lì viene. Figuriamoci quindi se sottovaluto quello che tu chiami sprinteur che tanto sprinteur visto che pesa duecento chili non può essere e che – per giunta – le corna se le è già rotte contro il buon (si fa per dire) Silvano. E difatti va in giro a dire che se c’era lui queste cose non sarebbero successe, cosa della quale mi permetto di dubitare visto che anch’egli è, per giunta, molto ma molto più prepotente e fastoso nella sua prepotenza. Credo che sarebbe stata la degna continuazione di Pierino.
Poi sai in Via Mattioli (che da Montarrenti quasi si vede tanto dista poco in linea d’aria) sono molto più furbi e la faccia ce la fanno mettere agli altri e poi loro si presentano con il cappello in mano a riscuotere. Inoltre sono molto, ma molto più divisi che al Soviet supremo di Via Roma.
Per finire volevo salutare un altro frequentatore di questo blog che l’altro giorno invitava davanti al rettorato sul quale campeggiava un bello striscione viola con un clamoroso errore di sintassi il rettore a comportarsi ora da gladiatore ora da commissario di governo all’interno del senato, ottenendo tutta la mia approvazione e simpatia. Buona serata Prof. Loré.
Saluti a tutti dal Favi
Non me la prendo a male, dato quello che ho passato. Credo però – di qui il mio “stimolo” – che tutti quelli che han subito un torto possano esporlo poiché certi burocrati non si fermano a volte neppure di fronte ai fatti. Una “cupola” si è costituita e occorre poterla rendere innocua o cacciarla. Se Veltroni appoggia tale setta scellerata siam fritti… Maggiore ipocrisia addirittura di chi detiene le leve del potere reale.
I miei strali nascono dal fatto, ormai appurato, che la cultura e il potere sono nelle mani, qui a Siena, dei soliti noti.
Non possiamo cadere nella depressione e nella disperazione. Stanno sabotando la cultura per favorire i loro mafiosetti e picciotti vari. Bisogna espellerli dalle aule universitarie e tagliar loro i denari. Fuori da Siena!, se è il caso.
A ciascuno puzza questo barbaro dominio. (Machiavelli).
.. a proposito di slogan appropriati, ieri sera alla fiaccolata, campeggiava tra gli altri un cartello beffardo, rivolto a governanti locali e nazionali, con l’esortazione: “non allargateci il buco“.
Favi, sei un grande!
Vedo che hai capito molto bene dove intendevo andare a parare!
Paolo, a ognuno [non ciascuno] puzza questo barbaro dominio, se permetti…
E poco sotto cito il Petrarca:
Virtù contro a furore
prenderà l’arme; e fia el combatter corto,
ché l’antico valore
nell’italici cor non è ancor morto.
(Sia lodata Wikisource! Ci fosse stata ai miei tempi!)
OK. Cito sempre a memoria… il senso (della misura) però resta invariato. Petrarca l’avevo già citato nel blog.
Talvolta posso sembrar cinico e sloganistico, ma lo fo per semplificare e perché ho smpre avuto a mente (ricito a memoria) un altro motto del “Principe”:
…perché un buono conviene che perisca infra molti che non sono buoni.
Terribile no? Ma siamo ancora al cannibalismo e a Siena non si scherza. E lasciamo sogghignare i vari proff della “Cupola”. La storia li ha già condannati, coi vari stronzetti di studenti-lacché da me conosciuti e cagati all’Archivio di Stato!
P.S. Benché nuovamente attaccato a flebo varie seguirò gli eventi e spero un giorno di veder calpestati nella polvere i Leoni, come nel pezzo di carta visto nel carcere dall’Eroe, lasciatogli dall’Abate Faria.
E Montecristo disse infine: La Vendetta era giusta!
Pensa alla salute, Paolo, è la cosa più importante. Tutto il resto è niente.
Eh si, viviamo in tempi di crisi, tra l’altro. Anche il papa Ratzinger (che non è un fesso, basta leggere l’ultima enciclica) dà ragione a Marx: Il denaro è niente. L’importante sarebbe però razzolar bene e parlare bene…
Ma sto scoprendo che la lotta mi manca, mi galvanizzava! Certo è che la libertà intellettuale nessuno me la può fregare: è la cosa più importante, assieme alla salute. Si può esser liberi anche in una cella, anche senza una cattedra-cari amici della “Cupola” locale! Però, che quiddità filosofiche… andrebbero raccolte… in un volumetto… Ahò, il mestiere mi “pigia”…
Saluti!
Vorrei porre l’attenzione sugli ultimi sviluppi. Per una riflessione che gli amici bloggers potranno approfondire, mi auguro. In tivù, in vari canali, si è parlato delle proteste. A “Matrix” un professore ha detto che l’Università è in mano alle “famiglie”, per un gioco perverso rettori-presidi-docenti (baroni). La giornalista del giornale di Scalfari ha parlato di familismo… La scoperta dell’acqua calda, ma è bene ribadirlo. Gli studenti, che non sono terroristi in nuce, come lascia intendere Kossiga – lo scrivono col kappa -, hanno molte anime. Hanno anche cacciato o forse allontanato i veltroniani e i rifondazionisti (Ferrero). Forse han capito che ogni “cappello” è stonato. A Siena la fiaccolata ha visto il Cenni con la barba sfatta, stile carbonaro-guevarista, e i soliti Ideologi di Lettere e affini, quelli che hanno la famiglia nel libro paga del rettorato e le “ditte amiche” da sistemare e sistemate. È vero, si è visto anche qualche ex filobrigatista di un tempo oggi pacificato in qualche partito della sinistra buona e radicaleggiante, ma è chiaro che difende, oggi, solo il potere suo, baronale e che esprime il fatto che “tengo famiglia”. Gli studenti non sanno che il nemico marcia alla sua testa, come diceva una vecchia canzonetta politica. Il nemico non è solo la Gelmini – difesa neppure da Azione Giovani – ma, qui a Siena, la “Cupola” di “Sinistra” che ha personaggi davvero… sinistri.
Intanto pare – pare, dico – che Siena pianga perché il Cavallo di san Domenico è volato via… Cenni, pare, non ha dato i denari all’artista del palio. Però che infamia! Poteva fare una colletta magari tra i baroni come Calabrese o gli Amici del Palio (Orlandini e C.): non si sarebbero tirati indietro. Siena ora non avrebbe due problemi: il Cavallo e il suo rimpianto e la fiaccolata infinita diretta dagli Ideologi che “tengono famiglia”.
P.S. Studenti, associati, proff amici della rivolta – o protesta: non fischiate, non sputate sulla polizia, non okkupate… Ok, ok, però non fate tornare le femministe! Se mi confondono con uno stupratore m’incazzo. “Maschio represso masturbati nel cesso” e “Io sono mia” potrebbero tornare le armi demagogiche della “Cupola”. Ora forse canteranno “Fuori dal mio letto” della Nannini (e chi ci sale? Lascio il posto alla Santacroce).
Mi scusino i “ragionieri” ma ogni tanto ci vuole, per stemperare il clima, anche una nota di folklore. Baci a todos.