Togliamo definitivamente, trenta giorni dopo, il bavaglio al blog, considerando che: 1) è uscita una mia dichiarazione a Panorama (di seguito riportata); 2) il fiume d’inchiostro, consultabile nella rassegna stampa allegata, ha riportato dati stravecchi, da noi pubblicati in precedenza; 3) la maggior parte di chi aveva finora taciuto ha continuato ad ignorare la realtà; 4) i responsabili del dissesto tentano di dissociarsene; 5) vi è necessità di dati certi ed aggiornati della situazione; 6) occorre sedare i “cavalli” che scalpitano, benché privi di credibilità, per sostituire l’attuale rettore.
LEZIONI DI CRAC
Antonio Rossitto. (…) Nella vicina Siena le cose non vanno diversamente, così come in molti atenei italiani. I bilanci in rosso nascondono spese ormai fuori controllo: troppi dipendenti, corsi di laurea di dubbia utilità, concorsi banditi senza sosta, sprechi che si perpetuano. (…) Negli ultimi anni, mentre l’ateneo accumulava passivi, sono stati aperti tre nuovi poli: a Colle Val d’Elsa, San Giovanni Valdarno e Follonica, che si aggiungono alla sede di Grosseto. E a quella di Arezzo: qui brillano i corsi di laurea in storia dell’antichità (tre iscritti) e in società, culture e istituzioni d’Europa (sette allievi). Del resto il vecchio rettore Piero Tosi, in carica fino al 2006, è uno che i centesimi non li ha mai guardati. «Una gestione che ha lasciato 160 milioni di debiti solo tra il 2002 e il 2005, anni in cui i bilanci sono stati chiaramente imbellettati» accusa Giovanni Grasso, professore di anatomia umana e storico antagonista di Tosi. «Hanno trasformato l’Università di Siena in un ente assistenziale ormai alla bancarotta». Le cifre non sembrano dargli torto: i bilanci degli ultimi 6 anni totalizzano perdite per 130 milioni di euro. Periodo in cui il costo per il personale è aumentato costantemente, arrivando tra docenti e amministrativi, ad un dipendente ogni 3,9 studenti. Cosa si fa in situazioni del genere? Si taglia allo spasimo, ovvio. Eppure, nell’ultimo anno sono stati stabilizzati 300 amministrativi e sono stati banditi concorsi per 43 ricercatori. (…)
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