Nessuno può rilanciare la didattica, la ricerca ed il prestigio dell’ateneo senese senza un preventivo risanamento strutturale del bilancio

Roberto Petracca. Come non condividere quello che dice Riccaboni? Credo però che nessuno possa rilanciare la didattica, la ricerca ed il prestigio senza un preventivo risanamento strutturale del bilancio. Il punto focale è quello del risanamento ed è su questo che occorre dettagliare prima di tutto un programma particolareggiato di lavoro. Il fatto che la vendita dell’ospedale serve solo a pagare gli stipendi rende bene l’idea del precipizio verso cui si sta andando. Con cosa pagheremo gli stipendi quando non ci sarà più niente da vendere?
Parlare di didattica, ricerca, prestigio, internazionalizzazione, cooperazione, capacità di prendere finanziamenti, stabilire obiettivi, realizzare obiettivi, razionalizzare ed individuare i compiti corretti di ciascuno è più che giusto. Sono tutti punti su cui si può e si deve migliorare e che certamente contribuiranno al risanamento del bilancio. Si tratta di mettere in salute la fisiologia normale dell’università. Penso che però non basti; infatti non siamo in una situazione normale. C’è una situazione di eccezionale gravità che riguarda il bilancio e servono quindi misure eccezionali. Focardi non se n’è stato con le mani in mano ed alcune misure sono state già prese. Ne servono però altre. Occorre descrivere quali sono sapendo che non possiamo venderci tutti gli immobili. Se il dato più sconcertante è quello di un rapporto studenti/dipendenti uguale a tre credo che il primo punto di ogni programma serio di risanamento deve essere quello di partire dagli organigrammi per poter pianificare una razionalizzazione attendibile. Occorre descrivere come si pensa di sistemare gli esuberi di personale da un lato e di come si pensa di aumentare il numero di studenti dall’altro. Come riportare il rapporto studenti/dipendenti da 3 ad almeno 8? Come farlo a breve termine? Mi sarebbe piaciuto leggere parole più chiare su questo punto. Dato che il problema coinvolge l’intero territorio occorre almeno sapere cosa pensano di fare le altre istituzioni. La regione ha già dato e, tuttavia, penso che non possa però dormire sonni tranquilli. Poi c’è il comune, la provincia, i commercianti, i proprietari di case che affittano a studenti, gli industriali, gli artigiani, le banche, la chiesa, i barbieri, i pompieri e la protezione civile. Cosa fanno? Cosa dicono?

20 Risposte

  1. Molto giusto! Riccaboni va bene per l’ordinaria amministrazione (forse), ma qui è tutto diverso: risanare avant tous!
    Ma il prof. Grasso non aveva dato indicazioni precise al convegno nella sala del Risorgimento qui trascritto?
    Come al solito, ci si dimentica…
    Io partirei da questo dato di buon senso. Evitare i presidi che in un modo o nell’altro hanno causato il disastro.
    Abbiamo il prof. Grasso che sta facendo da anni un ottimo lavoro: perché non candidare lui? Chi altri ci può dare garanzie di risanamento?
    2+2=Giovanni Grasso for President!

  2. «Focardi non se n’è stato con le mani in mano…» Roberto Petracca.

    Infatti prima ha sistemato figlie e generi… e poi ha denunciato tutto…

  3. Ah! interessante Cal! Ma nella rubrica unisi lui risulta essere l’unico Riccaboni.

  4. Ho letto sui giornali del cambio di responsabile alla Certosa di Pontignano. Non mi pare questione di grande interesse… mi chiedo però… dal sito web risultano 14 dipendenti, tra cucina e ristorante, 4 giardinieri, 2 adetti alla manutenzione, 1 al guardaroba, 4 in portineria…ecc… http://www.unisi.it/servizi/certosa/it/personale.htm
    Con questi numeri di personale serviva/serve anche personale interinale?
    Continuano ad essere in passivo sia la Certosa che il Santa Chiara?? Immagino di sì… la gestione diretta ed in mano pubblica di locali/collegi e centri congressi, mi risulta assai rara… Un motivo ci sarà?? Forse chiudere e staccare le utenze qualche risparmio in più lo porterebbe. Il personale sarà ricollocato in altre sedi (facoltà, dipartimenti, biblioteche… ecc..)

    Voler rilanciare la Certosa ed aprirla ai privati:
    1) non è detto che riesca a diminuire il passivo… (vista anche la crisi economica e le lamentatio di tutti i vari alberghi, agriturismi ecc!!);
    2) quando li vedremo i risultati?
    A proposito di tempi: nel 2011, tenendo conto della seconda ed ultima rata della vendita delle Scotte e del FFO, fino a quando avremo liquidità??
    I candidati Rettori, senza o con parenti dipendenti/votanti, ce lo vogliono far sapere??

  5. Credo che Bartlindon abbia confuso il riferimento di Cal. Diversamente non risulta comprensibile il suo riferimento alla rubrica unisi.

  6. Ci son due Focardi ed un Riccaboni…

  7. Anche la vicenda della Certosa di Pontignano è un esempio di come l’Università sia sempre in mano ad una casta di sprovveduti. Come si fa a nominare responsabile una persona che, come sembra, sia carente di esperienze specifiche e senza requisiti in campo di ristorazione e ricettività. Di contro sembra una persona ben introdotta nel gruppetto dei “rampantini della politica”, anche lui con un percorso politico a 360°. Poi si vorrebbe che la Certosa producesse reddito? Tra le altre cose sembra che il nuovo responsabile non abbia nemmeno la patente; non vorremmo che per gli spostamenti dovesse servirsi di auto blu con autista.

  8. Corriamo al convegno! Ma prima segnaliamo che il Cral ha organizzato una cena a Pontignano e non ha raggiunto il numero minimo di adesioni. Mala tempora amici miei… E siamo solo agli inizi. Ma vediamo i due candidati che medicina ci preparano… Se l’hanno beninteso – Quod est demonstrandum!

  9. Beh Colella gestiva unisishop… è un viviani sebbene indirettamente…
    più introdotto di così?

  10. E bravo Archimede!! La saggezza antica ha sempre un suo valore. GIOVANNI GRASSO RETTORE.
    Aldilà degli indubbi difetti che può avere anche il professor Grasso, i meriti acquisiti nel denunciare tempestivamente e con coraggio, e nel fornire corrette informazioni tramite il suo blog a tutti i cittadini, rappresentano l’unica cosa seria e l’unica speranza di fare davvero pulizia e di rilanciare l’ateneo. E dopo il convegno barzelletta di stasera ai Rozzi tra i “brocchi” Riccaboni e Vicino, questa candidatura è più che mai necessaria. Basta parrucconi e “inciuciati” con la politica, ci vogliono persone nuove e di sicura etica. GIOVANNI GRASSO RETTORE

  11. @ Cal

    Veramente ci sono anche due Riccaboni, solo che mentre i figli non possono fare a meno di utilizzare il cognome del padre, le mogli possono utilizzare il cognome da – con un’espressione antiquata come me – “signorina”.

  12. Grazie, Virgilio! Noi antichi siamo i più saggi…
    Non c’è dubbio, ieri è stato penoso, inqualificabile di fronte all’enormità del problema… Grasso è l’unico che ha il background necessario e sufficiente per l’impresa!
    FORZA, COLLEGHI, BISOGNA DARSI DA FARE! Non c’è più tempo per manovre dilatorie.
    L’unica alternativa è che i colleghi d’accordo su questa candidatura convengano con lui, se recalcitrante, su eventuale altro nome.

  13. Si ma sono in due Facoltà e raggruppamenti scientifici molto diversi… poi se si vuol vedere il male ovunque… allora va bene…

  14. .. certo che GIOVANNI GRASSO sarebbe il primo se si valutassero i papabili con un minimo di buonsenso guardando a chi ha le caratteristiche migliori per portare in salvo quel che rimane della nostra università! Per passare dalle parole ai fatti bisognerebbe che a Siena accadesse un miracolo: gli elettori, colti da un’improvvisa voglia di sopravvivere al disastro e resi capaci di capire che in questa congiuntura i fatti propri coincidono con l’interesse generale e con il salvataggio dell’ateneo, lo chiamano ad una missione impossibile! A cominciare dal rettore al termine di un mandato sufficiente a fargli intendere quale martirio attende il successore!

  15. E l’altro candidato adatto è il prof. Lorè, che col suo pessimismo creativo andrebbe proprio bene…
    o è un po’ esposto, anche più del prof. Grasso? Che ne dite?
    Io, con alle spalle tanti secoli di disgrazie, lunedì vado all’ufficio pensioni per vedere se riesco ad arginare la fregatura Berlusca (non mette tasse, ma… toglie stipendi ecc.: che faccia di c…!) quindi sono il meno indicato per proporre, forse… ma vorrei votare ancora una volta… e non inutilmente! Candidati nuovi, prego, fatevi avanti! Non facciamo quest’altro torto a un’università tanto gloriosa – un tempo…

  16. … credo di avere una base contrariamente a quel che afferma GIOVANNI GRASSO di sé, ma ritengo che l’approccio politico adeguato al momento sia esattamente quel che sostiene GIOVANNI GRASSO da tempo: «…non credo di avere una base. Comunque, non credo neppure che questo sia il momento per candidature individuali che ubbidiscano a questioni di orgoglio personale. Con la grave emergenza in atto è necessario che tutti i colleghi che desiderano impegnarsi veramente a salvare l’Università costituiscano un direttorio, un comitato di salute pubblica. In questo modo non avrà importanza chi farà il Rettore, se sarà espressione del gruppo che avrà predisposto un progetto serio di risanamento e di rilancio dell’Ateneo!»

  17. Non condivido i giudizi duri di Virgilio e Archimede sul convegno ai Rozzi con i due candidati rettori Riccaboni e Vicino. Secondo me l’incontro è stato utilissimo per diverse ragioni che, guarda caso, rendono credibile proprio il disegno proposto da Archimede e Virgilio. Infatti i programmi dei due candidati sono deboli proprio perché privi di un convincente e preventivo piano di risanamento strutturale del bilancio, senza il quale, come recita bene il titolo di questo post, non vi è alcuna possibilità di rilancio della didattica, della ricerca e del prestigio dell’ateneo senese. E su questo punto ha insistito il moderatore Stefano Bisi, che più volte ha chiesto ai due candidati come pensano concretamente di risanare l’ateneo. Non solo, ma Bisi, chiedendo ai candidati cosa ne pensassero della proposta del Prof. Grasso di un Comitato di salute pubblica che predisponesse un progetto serio di risanamento e di rilancio dell’Ateneo, ha offerto l’occasione, al curatore di questo blog, di intervenire per precisarla, dimostrando così di possedere quelle competenze di cui parlano Archimede, Virgilio e Loré.

  18. «Questo mese sono un intero anno più vecchio di‑ quant’ero a quest’epoca dodici mesi fa. Essendo arrivato, come potete ve­dere, quasi a metà del mio quarto volume, ma non oltre il primo giorno della mia vi­ta, questo dimostra che ho trecentosessan­taquattro giorni in più da scrivere ora, di quando ho iniziato. Così che, invece di avanzare nel mio lavoro come qualunque altro scrittore, mi ritrovo al contrario in ritardo di altrettanti volumi. Se ogni gior­no della, mia vita fosse così denso (e forse che no?), e gli eventi e le considerazioni su di esso richiedessero altrettante descrizioni (e perché mai non dovrebbero?), a questo ritmo vivrei 364 volte più veloce di quanto possa scrivere. Ne consegue, se permettete, che più, scrivo e più avrò dà scrivere; di conseguenza, più lorsignori leggono, più avranno da leggere.
    Quanto alla proposta di scrivere dodici volumi all’anno, o un volume al mese, non modifica in nessun modo le mie prospetti­ve: per quanto io scriva, e per quanto tagli corto secondo il consiglio di Orazio, non mi raggiungerò mai. Arrivato all’ultimo pizzico, alla peggio mi rimarrà un giorno nella penna: ma un giorno basta per due volumi, e due volumi per un anno.»

    (Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo (IV, 13) di Laurence Sterne)

    Mi pare il paradosso di genere zenoniano appropriato per descrivere la situazione senese (e prima o poi, italiana in genere): man mano che si cassano corsi di laurea, si bloccano stipendi e turn over o si vendono edifici per coprire una voragine finanziaria, ecco che la diminuita attrattiva dell’ateneo, o un taglio del FFO, una legge nazionale, la scoperta di ulteriori debiti, aprono nuovi voragini e punti critici. Sicché Achille non acchiappa mai la tartaruga. Mi pare eloquente questa considerazione:
    “Il rettore dell’università di Firenze, Alberto Tesi, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico un mese fa ha mostrato un grafico con due curve: una in salita, l’altra in discesa. La prima rappresenta il costo del personale, l’altra i finanziamenti dello Stato per l’università. Il grafico …mostra con chiarezza che, fra il 2010 e il 2011, anche in assenza di nuove assunzioni, il costo del personale supererà quello del fondo statale”.
    http://www.repubblica.it/scuola/2010/02/19/news/tagli_universit-2354846/

  19. Certo, Tessitore, volevo solo dire che chi era andato con delle speranze di intravvedere la luce poteva togliersele!
    È vero, la prospettiva Grasso ne esce rafforzata.
    Forza “direttore”! Altrimenti un giorno o l’altro ce la darà il Bisi che, mi pare, non è per ora approdato all’università, a differenza di altri giornalisti…

  20. Si ma per essere eletti bisogna candidarsi.
    Non mi pare che Grasso si sia candidato… per cui per ora sono speculazioni da filosofi. Con la realtà dobbiamo fare i conti e la realtà sono Vicino, Riccaboni e forse Focardi o no?

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