Lega Nord – Lega Toscana. A Sinistra per “rigirare le frittate” sono dei veri campioni e la vicenda dell’Ateneo di Siena ne è un gran bell’esempio. Se venisse un commissario per mettere un po’ d’ordine nella caotica situazione dell’Ateneo cittadino, questo avverrebbe non perché lo ha richiesto la Lega, ma perché gli “amici” dei partiti di Sinistra – docenti, rettori, amministratori, sindaci revisori e sindacalisti – negli anni sono riusciti a distribuire benefici tali da creare quella voragine che porterà il nostro Ateneo a non avere più un Euro in cassa per pagare gli stipendi.
Fino ad oggi nessun Direttore Amministrativo ha avuto la forza di agire eliminando i privilegi, andando a controllare i concorsi ed a verificare se i progetti sui quali si sono investiti i fondi hanno raggiunto l’obiettivo per il quale i fondi stessi sono stati stanziati. È vero, o no, che all’Ateneo certi personaggi, che sono la minoranza, “occupano gli uffici” o fanno delle brillanti ed immeritate carriere? I lavoratori onesti dell’Università, quelli che hanno una professionalità e che fanno il loro dovere, nonostante si cerchi di schiacciarli per non fare confronti con il nulla espresso da altri, reggono la baracca in silenzio ed auspicano il Commissario, perché sperano che faccia il pulito, valorizzando il merito, quel merito che c’è, ma che non può purtroppo emergere per non far “sfigurare” i soliti privilegiati. A Sinistra, purtroppo, sono invece molto bravi a dare la colpa a chi evidenzia i problemi, invece che agli autori dello sfascio attuale, dei quali sono concorrenti e tifosi al solo fine di perpetuare le proprie posizioni di privilegio.
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Questo scritto fotografa la realtà senese in poche righe riassumendo quello che Giovanni Grasso ed il sottoscritto e pochi altri documentano ogni giorno sulle pagine del «senso della misura». Grazie, Lega! Ovviamente quella senese e toscana che contribuiscono a darci forza e speranza. CL
P.S. – Interessandomi anche di questioni nazionali mi corre però l’obbligo di aggiungere un pro memoria, anzi un esercizio di memoria per un ministro della Repubblica, Umberto Bossi, una collezione di frasi pronunciate da Umberto Bossi fra il 1994 e il 1999. Le date esatte sono: 1,7,9,10,13 marzo 1994; 5 aprile 1994; 4,11,23,31 maggio 1994; 1,12,17 giugno 1994; 29 luglio 1994; 6,8,13 agosto 1994; 1 settembre 1994; 6,20,23 dicembre 1994; 14 gennaio 1995; 22 marzo 1995; 13 aprile 1995; 10 giugno 1995; 29 luglio 1995; 25 gennaio 1996; 14,19,25 agosto 1997; 18 giugno 1998; 22 luglio 1998; 13 settembre 1998; 3, 27 ottobre 1998; 24 febbraio 1999; 13 aprile 1999; 10 settembre 1999; 19 ottobre 1999: «Silvio Berlusconi era il portaborse di Bettino Craxi. E’ una costola del vecchio regime. È il più efficace riciclatore dei calcinacci del pentapartito. Mentre la Lega faceva cadere il regime, lui stava nel Mulino Bianco, col parrucchino e la plastica facciale. Lui è un tubo vuoto qualunquista. Ma non l’avete visto, oggi, tutto impomatato fra le nuvole azzurre? Berlusconi è bollito. È un povero pirla, un traditore del Nord, un poveraccio asservito all’Ulivo, segue anche lui l’esercito di Franceschiello dietro il caporale D’Alema con la sua trombetta. Io ho la memoria lunga. Ma chi è Berlusconi? Il suo Polo è morto e sepolto, la Lega non va con i morti. La trattativa Lega-Forza Italia se l’è inventata lui, poveraccio. Il partito di Berlusconi neo-Caf non potrà mai fare accordi con la Lega. Lui è la bistecca e la Lega il pestacarne. Berlusconi mostra le stesse caratteristiche dei dittatori. È un kaiser in doppiopetto. Un piccolo tiranno, anzi è il capocomico del teatrino della politica. Un Peròn della mutua. È molto peggio di Pinochet. Ha qualcosa di nazistoide, di mafioso. Il piduista è una volpe infida pronta a fare razzia nel mio pollaio. Berlusconi è l’uomo della mafia. È un palermitano che parla meneghino, un palermitano nato nella terra sbagliata e mandato su apposta per fregare il Nord. La Fininvest è nata da Cosa Nostra. C’è qualche differenza fra noi e Berlusconi: lui purtroppo è un mafioso. Il problema è che al Nord la gente è ancora divisa tra chi sa che Berlusconi è un mafioso e chi non lo sa ancora. Ma il Nord lo caccerà via, di Berlusconi non ce ne fotte niente. Ci risponda: da dove vengono i suoi soldi? Dalle finanziarie della mafia? Ci sono centomila giovani del Nord che sono morti a causa della droga. A me personalmente Berlusconi ha detto che i soldi gli erano venuti dalla Banca Rasini, fondata da un certo Giuseppe Azzaretto, di Palermo, che poi è riuscito a tenersi tutta la baracca. In quella stessa banca lavorava anche il padre di Silvio e c’erano i conti di numerosi esponenti di Cosa Nostra. Bisognerebbe conoscere le sue radici, la sua storia. Gelli fece il progetto Italia e c’era il buon Berlusconi nella P2. Poi nacquero le Holding. Come potrà mai la magistratura fare il suo dovere e andare a vedere da dove vengono quei quattrini, ricordando che la mafia quei quattrini li fa con la droga e che di droga al Nord sono morti decine di migliaia di ragazzi che ora gridano da sottoterra? Se lui vuole sapere la storia della caduta del suo governo, venga da me che gliela spiego io: sono stato io a metter giù il partito del mafioso. Lui comprava i nostri parlamentari e io l’ho abbattuto. Quel brutto mafioso guadagna soldi con l’eroina e la cocaina. Il mafioso di Arcore vuole portare al Nord il fascismo e il meridionalismo. Discutere di par condicio è troppo poco: propongo una commissione di inchiesta sugli arricchimenti di Berlusconi. In Forza Italia ci sono oblique collusioni fra politica e omertà criminale e fenomeni di riciclaggio. L’uomo di Cosa Nostra, con la Fininvest, ha qualcosa come 38 holding, di cui 16 occulte. Furono fatte nascere da una banca di Palermo a Milano, la banca Rasini, la banca di Cosa Nostra a Milano. Forza Italia è stata creata da Marcello Dell’Utri. Guardate che gli interessi reali spesso non appaiono. In televisione compaiono volti gentili che te la raccontano su, che sembrano per bene. Ma guardate che la mafia non ha limiti. La mafia, gli interessi della mafia, sono la droga, e la droga ha ucciso migliaia e migliaia di giovani, soprattutto al Nord. Palermo ha in mano le televisioni, in grado di entrare nelle case dei bravi e imbecilli cittadini del Nord. Berlusconi ha fatto ciò che ha voluto con le televisioni, anche regionali, in barba perfino alla legge Mammì. Molte ricchezze sono vergognose, perché vengono da decine di migliaia di morti. Non è vero che ‘pecunia non olet’. C’è denaro buono che ha odore di sudore, e c’è denaro che ha odore di mafia. Ma se non ci fosse quel potere, il Polo si squaglierebbe in poche ore. Incontrare di nuovo Berlusconi ad Arcore? Lo escludo, niente più accordi col Polo. Tre anni fa pensarono di farci il maleficio. Il mago Berlusconi ci disse: “Chi esce dal cerchio magico, cioè dal mio governo, muore“. Noi uscimmo e mandammo indietro il maleficio al mago. Non c’è marchingegno stregato che oggi ci possa far rientrare nel cerchio del berlusconismo. Con questa gente, niente accordi politici: è un partito in cui milita Dell’Utri, inquisito per mafia. La “Padania” chiede a Berlusconi se è mafioso? Ma è andata fin troppo leggera! Doveva andare più a fondo, con quelle carogne legate a Craxi. Io con Berlusconi sarò il guardiano del baro. Siamo in una situazione pericolosa per la democrazia: se quello va a Palazzo Chigi, vince un partito che non esiste, vince un uomo solo, il Tecnocrate, l’Autocrate. Io dico quel che penso, lui fa quel che incassa. Tratta lo Stato come una società per azioni. Ma chi si crede di essere: Nembo Kid? Ma vi pare possibile che uno che possiede 140 aziende possa fare gli interessi dei cittadini? Quando quello piange, fatevi una risata: vuol dire che va tutto bene, che non è ancora riuscito a mettere le mani sulla cassaforte. Bisogna che Berlusconi-Berluscosa-Berluskaz-Berluskaiser si metta in testa che con i bergamaschi io ho fatto un patto di sangue: gli ho giurato che avrei fatto di tutto per avere il cambiamento. E non c’è villa, non c’è regalo, non c’è ammiccamento che mi possa far cambiare strada… Berluscoso deve sapere che dalle nostre parti la gente è pronta a fargli un culo così: bastano due secondi, e dovrà scappare di notte. Se vedono che li ha imbrogliati, quelli del Nord gli arrotolano su le sue belle ville e i suoi prati all’inglese e scaraventano tutto nel Lambro. Berlusconi, come presidente del Consiglio, è stato un dramma. Quando è in ballo la democrazia, a qualcuno potrebbe anche venire in mente di fargli saltare i tralicci dei ripetitori. Perché lui con le televisioni fa il lavaggio del cervello alla gente, col solito imbroglio del venditore di fustini del detersivo. Le sue televisioni sono contro la Costituzione. Bisogna portargliele via. Ci troviamo in una situazione di incostituzionalità gravissima, da Sudamerica. Un uomo ha ottenuto dallo Stato la concessione delle frequenze tv per condizionare la gente e orientarla al voto. Non accade in nessuna parte del mondo. E’ ora di mettere fine a questa vergogna. Se lo votate, quello vi porta via anche i paracarri. Se cade Berlusconi, cade tutto il Polo, e al Nord si prende tutto la Lega. Ma non lo faranno cadere: perché sarà pure un figlio di buona donna, ma è il loro figlio di buona donna, e per questo lo tengono in piedi. Ma il poveretto di Arcore sente che il bidone forzitalista e polista, il partito degli americani, gli va a scatafascio. Un massone, un piduista come l’arcorista è sempre stato un problema di “Cosa sua” o “Cosa nostra“. Ma attento, Berlusconi: né mafia, né P2, né America riusciranno a distruggere la nostra società. E lui alla fine avrà un piccolo posto all’Inferno, perché quello lì non se lo pigliano nemmeno in Purgatorio. Perché è Berlusconi che dovrà sparire dalla circolazione, non la Lega. Non siamo noi che litighiamo con Berlusconi, è la Storia che litiga con lui.» Tutto nel dimenticatoio di milioni di cialtroni italici!
Caro prof. Grasso,
ha purtoppo ragione! La sinistra a Siena non è tale, ed è di un berlusconismo talmente gaglioffo che rende presentabile persino la Lega! Incredible, ma vero. Rifletteteci. Non è invito a votarla, solo a non votare i vari Ceccuzzi: il fondo di ZOOM di oggi ci ha spiegato cose che, almeno per me, erano tutt’altro che acquisite.
I suesposti bloggers han ragione da vendere.
Grazie, professori! Mi avevano fatto sentire una miserabile perché avevo segnalato la Lega per la sua lotta impegnata a Siena.
Avete visto Travaglio? Si è rifiutato di parlare di Siena! Come accadde per una giornalista famosa e combattiva della Rai, dicono i romani che ne sanno.
Avete letto l’articolo di Detti e Flores? Il sindaco ieri nulla ha detto in cons. com., parla tramite il suo assessore? O lui parla a titolo personale?
No, non procedete con schemi. Ecco un resoconto della serata Travaglio pubblicato dal blog “il santo”:
Veniamo alla serata OUT con Travaglio. Ho avuto la pazienza di restare ieri sera in Piazza Duomo all’addiaccio fino quasi a mezzanotte e sono stato doppiamente premiato. Il bello è arrivato proprio da un paio di domande che assomigliavano un po’ a quella che avrei voluto fare io, specialmente quella di chi gli ha detto in sostanza che chi comanda da sempre da queste parti al suo dichiarato “nemico” Berlusconi gli assomiglia davvero tanto, nel suo piccolo. L’altra sul potere della Massoneria, anche qui a Siena.
Rispondendo, Travaglio non ha avuto rispetto alcuno per i potentati senesi dicendo che se Berlusconi è al centro del più grande conflitto di interessi del Paese, è pienamente consapevole che qui in Toscana ed a Siena stiamo pure bene con quelli non da poco di Banca MPS-PCI e suoi derivati, Coop Rosse-PCI e suoi derivati,… fino a dichiarare che in quanto a poteri massonici qui siamo veramente al Top. Chicca finale le parole interessanti che mi ha detto quando, entando nella sua Super Mercedes, sono riuscito ad avvicinarlo per 30 secondi per dargli un plico di materiale davvero interessante e scottante che avevo ad hoc preparato per lui. “Legga bene Travaglio quale marcio si nasconde dietro l’apparenza di questa città che è la quintessenza della gelatinosità massonica. Lei ha fatto bene a dirlo, complimenti, bravo Travaglio”. E lui, chiudendosi nella Mercedes per raggiungere Roma: “L’ho capito bene, me ne sono ormai reso ben conto”.
Altre 2 chiccche di Travaglio nel domanda-risposta.
Ha impedito una domanda, evidentemente ritenendola presumibilmente “amica” e “compiacente”, degli organizzatori che sedevano accanto a lui al tavolo per privilegiare quelle senza filtro dei presenti “Altrimenti ce la cantiamo e ce la suoniamo tra di noi, non mi va bene”.
Sempre rispondendo ad una domanda ha detto che il suo giornale “Il Fatto Quotidiano” non vive di pubblicità, può farne a meno e comunque gli inserzionisti non condizionano minimamente la linea del giornale. Questo pare non casuale detto a Siena, visto che paginate intere della nuova pubblicità MPS comparivano anche 3 volte alla settimana a fine 2009 eppure poi “il Fatto”, contrariamente a ciò che temevamo, ha attaccato Siena, le sue guerre massoniche, i suoi inciuci delle Coop Rosso-Verdini,… Ed ha dimostrato tale indipendenza con Terna che ha voluto fare pubblicità sul “Fatto” nonostante che i responsabili del giornale avessero detto loro prima chiaro e tondo che la linea del giornale era e sarebbe sempre stata contro il ritorno all’energia nucleare.
Insomma per la “travagliata” serata di ieri in Piazza Duomo il “dulcis” era davvero “in fundo”.
Maestro Adriano Fontani
Attenti ai facili pregiudizi e schemi precostituiti. Travaglio ha già dato spesso abbondante prova di una obiettività ed imparzialità notevoli, dato per scontato che lui (ma non è solo) vede ora in Berlusconi il pericolo n° 1 per la democrazia italiana.
Per aggiungere a quanto detto sopra, ieri ha risposto pure ad una domanda sulla Lega. Prese le distanze da una certa degenerazione-deriva morale e razzista della Lega attuale ha ricordato un dato di fatto inequivocabile (per tutti coloro che vedono le cose senza paraocchi). Se Mani Pulite venne fuori ed i Magistrati ce la fecero (1982 e seguenti), cito più o meno testualmente Travaglio, “il merito non fu certo dei comunisti che c’erano dentro fino al collo ma innanzi tutto della forza dirompente della nascente Lega e del vecchio MSI, allora entrambi completamente fuori dal gioco”.
Diamo tempo al buon Travaglio di capire bene e toccare con mano cosa si nasconde sotto l’ipocrita mantello di questa città. Ieri mi ha dato la netta impressione, nelle risposte pubbliche e nel brevissimo contatto personale avuto, che lo stia capendo a passi da gigante!
Credo che presto lo avremo dalla nostra parte (più che da quella del partito che ieri sera organizzava l’incontro, la SdD (“Siena dei Disvalori”).
Maestro Adriano Fontani.
Bravo il maestro Fontani! Sì, purtroppo bisogna strumentalizzare tutto per il fine supremo della salvezza della città, università compresa. Ora, vien bene Travaglio, Di Pietro e chi altri, non c’è bisogno di essere del tutto d’accordo con loro.
Basta esserlo nella liberazione di Siena dai nuovi barbari (non mi ricordo chi ha ritrovato questo termine così obsoleto)!
Nessuna discriminazione ma convergenza sui punti concreti sempre. Ognuno conserva le proprie idee e liberata Siena il libero dibattito deciderà dove andare, emarginati i giornalisti-bricoleur della politica lo’ale.
Non Ceccuzzi e i suoi accoliti dell’oligarchia ‘sinistra’ para-berlusconiano-massonica (solo del GOI, sia chiaro, ci sono anche lì i ‘boni’…).
Riprendendo un post che penso sia passato inosservato a firma Romolo Semplici, rilancio l’idea di formare quel gruppo di osservazione sull’Università del quale è stato tanto parlato in occasione dell’elezione del Rettore a luglio (anche con il contributo del candidato Vicino, che oggi sembra essersi volatilizzato). Concordo con quel signore sulla necessità di uscire da un poco corretto anonimato, del quale purtroppo anche io per ora sono costretto ad avvalermi, mettere fuori faccia, e attributi, e lavorare per il bene del nostro Ateneo.
Per la prima uscita pubblica propongo di invitare di nuovo Travaglio, in ambiente più idoneo e slegato da gruppi ambigui come l’IDV Senese (come dice bene il maestro Fontani sono troppo furbini, attaccano Berlusconi e si alleano con i Berluschini locali del PD per convenienza e poltrone).
Pensateci, come detto altre volte le vostre chiacchiere sono (quasi) tutte piacevoli, ma rischiano di restare tali. Ora c’è bisogno di altro, perché le prossime elezioni comunali di Siena saranno uno spartiacque tra l’abisso del PD e cespugli vari, e la spiaggia dorata del potere dei cittadini.
La distinzione manichea, nella triste vicenda dell’Università di Siena, tra figuri dediti ai più ignobili traffici e pulzelle orleanesi senza macchia e senza paura, non mi convince. Date per scontate le innumerevoli mascalzonate delle preterite dirigenze, qui spesso denunciate e accuratamente analizzate, dov’erano, mi domando, all’epoca delle vacche grasse, gli attuali ribelli? Sì, ho letto rari interventi nei luoghi deputati che denunciavano malversazioni e porcherie, passate comunque di prepotenza, ma quanti, del migliaio di docenti (gli altri non contano quasi nulla) si sono alzati indignati quando qualcuno ha proposto di aprire (faccio un unico esempio che vale anche per gli altri) una sede a Follonica (a Follonica!), quanti se ne sono tranquillamente disinteressati, facendo il gioco degli interessatissimi a creare nuovi spazi di potere e piazzarvi magari qualche decina di quei ricercatori che ora si stanno preoccupando. Si aprono sedi distaccate, si assume personale, si acquistano immobili, si pagano affitti nella più generale indifferenza. Veramente quelle rarissime voci che allora si sono levate erano clamantes in deserto. Si può peccare per fatti, ma anche per omissioni, se ne tenga conto almeno per il futuro.
Prof. Grasso, lo carica per favore il pezzo di prima pagina in ZOOM? Io questo Azazel devo dire spesso non lo capisco. Parla da vecchio lupo del mare partitico e ci va la bussola per capirlo! Accidenti a lui, scusatemi…
Siena, come ho detto varie volte, rappresenta tutto il marciume feudal-provinciale. CCS intervistando un tale ha fatto conoscere che le contrade sono comuniste perché lì son tutti eguali, il nobile e il plebeo… Già, ma fa carriera il figlio del Tosi o il nipote!!!
Sì, Siena somiglia a quel buco provinciale ove tiranneggiava il prof. Unrat de “L’Angelo azzurro”. È il provincialismo preso pel culo da Balzac e Cechov!!! Non stpisce se Travaglio ha il bavaglio: troppo potente qui la massoneria e l’oligarchia pseudo-comunista. Penso anzi che Siena sia una centrale del Fascismo Nazionale.
Bardo
Ha le intuizioni dell’artista, caro Bardo! I politici non si rendono più conto che parlano solo dentro se stesso, anche i più bravi come Piccini, che si è andato a mescolare con Rutelli!
Date per scontate le innumerevoli mascalzonate delle preterite dirigenze, qui spesso denunciate e accuratamente analizzate, dov’erano, mi domando, all’epoca delle vacche grasse, gli attuali ribelli?
A lavorare a differenza dei miei concittadini!!!
@ Ghismunda
Così ora sappiamo che in tutta Siena lavorava solo Ghismunda.
Spesso ho avuto questa impressione quando erano a prendere tutti il caffè in bilbioteca o non ho trovato libri catalogati 6 mesi prima per “spostamenti vari”…
La battuta non mi coglie impreparata… sono tanti come me che spesso si sono sentiti rispondere “a certi livelli certe cose si sanno”.
Scusami @ outis come tutti gli esclusi dai “giochi” ho un po’ di rabbia inespressa.
Bacio
Grazie Laura per il complimento – ché è tale, tal lo reputo. Ma pensiamo a quale città lasceremo ai figli o ai nipoti!!! Grrrrrrrr…
Ma contro l’ostracismo occorrono gli attributi del professore de “Un nemico del popolo”. Ibsen docet.