Università di Siena: con questi personaggi il commissariamento è assicurato

Lega Nord-Lega Toscana (Segreteria Provinciale di Siena). Parrebbe che nei giorni scorsi si sia tenuto un incontro al MIUR fra il Prof. Riccaboni, il Dott. Marino, Vicedirettore generale della Banca Monte dei Paschi, ed il Direttore Generale dell’Università al MIUR, Dott. Tomasi. Un incontro, questo, avente ad oggetto la creazione di una fondazione immobiliare per l’Università di Siena. Gli stessi due, peraltro non più di dieci giorni fa, e questo è certo, si sono presentati alla Ragioneria dell’Ateneo a formulare la stessa ipotesi. Ora tutto questo prefigurerebbe un comportamento al di fuori dei ruoli istituzionali perché così facendo si sarebbero dispregiate completamente le corrette procedure di legge e amministrative, avendo scavalcato senza troppi complimenti il Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo (che è sovrano in queste decisioni) ed il Rappresentante del Governo che vi siede. Inoltre, questa formulazione da chi sarebbe stata autorizzata? Dall’Ateneo no di sicuro! Ed in che veste il Prof. Riccaboni (che attualmente è “semplicemente” un professore di Economia e Preside della Facoltà di Economia) avrebbe agito? Ed il vicedirettore Marino? Ma certo, verrebbe da commentare, non è nuovo che qualcuno si appropri tranquillamente delle cariche, visto che sul sito ministeriale (http://www.qualitapa.gov.it) per una “Pubblica Amministrazione di Qualità” la Dott.ssa Ines Fabbro appare come Direttore Amministrativo dell’Università di Siena. Vorrebbe la Dott.ssa Fabbro esibirci, per cortesia, il suo atto di nomina? Non ci risulta che sia mai avvenuto, esattamente come quello del Prof. Riccaboni. Anzi ci risulta che tutta la documentazione, inerente sia all’elezione del Prof. Riccaboni sia alla selezione di cui è risultata vincitrice la Dott.ssa Fabbro, sia sotto sequestro della Procura della Repubblica, dove presto finirà un nuovo esposto della Lega Nord Toscana, che chiederà che sia fatta certezza su queste notizie appena riferite.

36 Risposte

  1. Se anche queste news sono veritiere vuol dire non solo che al peggio non c’è fine ma che non c’è la minima attenzione neppure per quelle forme che in genere riescono a nascondere l’inaffidabilità dei responsabili di una istituzione! Ma è possibile a tale punto di raggiro ladronesco che non ci siano professori né ricercatori pronti a costituirsi parte civile e ad esigere un’inchiesta interna su cause della voragine ed identità dei responsabili?

  2. Riccaboni non è libero di consultare chi gli pare?
    Mi pare normale che in previsione di prendersi in mano un morto da resuscitare si agiti un po’.
    Un qualsiasi medico intenzionato a salvare un moribondo consulterebbe dei gran luminari; figuriamoci se volesse addirittura fare il miracolo di resuscitare un morto contro una Gelmini che quel morto vorrebbe seppellirlo e ora pro nobis amen.
    Sarebbe alquanto strano se Riccaboni non si agitasse no?

  3. Una timida proposta “bipartisan”…

    Ho molto apprezzato la proposta di Agostino Milani e Massimo Bandini (Gruppo Consiliare Futuro e Libertà) in ordine ad un possibile patto di solidarietà tra docenti e tecnici-amministrativi dell’Ateneo. Sono un tecnico-amministrativo, con oltre 20 anni di esperienza all’interno dell’Università, e con una solida preparazione giuridica (almeno credo) e mi sento in diritto di aggiustare parzialmente la mira:

    a) I docenti non sono contrattualizzati e (lapalissiano) non hanno contrattazione collettiva… ne deriverebbe (il condizionale è d’obbligo) che una eventuale rinuncia degli aumenti stipendiali può derivare solo ed esclusivamente da atti “singolari”, adottati da chi volontariamente vi aderisce. A mio avviso misura più incisiva potrebbe essere quella (deliberabile, credo, dal Consiglio di Amministrazione) di non procedere alla ripartizione al personale (per lo più docente ma anche tecnico-amministrativo) sulle convenzioni conto terzi (che sono le commesse esterne dell’Ateneo e la cui ripartizione costituisce una parte aggiuntiva dello stipendio per chi vi partecipa).

    b) Le organizzazioni sindacali del personale tecnico-amministrativo potrebbero, invece, stipulare veri e propri contratti di solidarietà…

    Tutto ciò in attesa che la famigerata “banda del buco” sia costretta a metter mano al portafoglio per rifondere l’Amministrazione del danno erariale causato… è solo una timida proposta… prego di non saltarmi addosso…

  4. Petracca, di solito i tuoi interventi sono misurati e condivisibili, anche se sotto sotto si capisce che non ce la fai a parlare male del PD senese neanche quando appare evidente che è solo dovuta alla brama di potere ed alla arroganza del Ceccònaci, anzi del Ceccuzzari o Mussaruzzi che dir si voglia la riduzione dell’Ateneo ad un cumulo di macerie fumanti con qualche arto di cadavere che spunta qua e là. Questa volta però vai a mingere veramente a diversi metri dal vaso. Come sarebbe a dire: Riccaboni sarà libero di agitarsi? Riccaboni non è libero no di agitarsi. Certe decisioni sono di competenza del Consiglio di Amministrazione (nel quale siede un rappresentante del Governo), non certo del Rettore. Rettore non significa Duce, qualsiasi governance si adotti. E l’Ateneo di Siena è statale e pubblico e non si può svendere o fondere o disporne come si vuole. Non ti sfuggirà che anche in altre occasioni sono state necessarie autorizzazioni e in qualche caso non sono neanche arrivate. Inoltre, e lo sanno anche i sassi, Riccaboni non è il Rettore, non ancora, così come la Ines Fabbro non è il Direttore Amministrativo dell’Università di Siena. Sicché Riccaboni al momento è libero di andare a insegnare economia e vista la condizione della didattica è meglio se fa quello e non incontri con amichetti suoi e del Bigi accompagnato da vicedirettori del MPS (e anche lì bisogna vedere se Mussari è d’accordo e se lo è c’è da preoccuparsi, se non lo è io fossi in lui mi incacchierei come una bestia) per proporre fondazioni immobiliari che, fra l’altro, non solo non risolvono il problema dell’Università, ma semmai lo aggravano visto che l’Ateneo si ritroverebbe ad indebitarsi sempre di più per pagare i fitti passivi. Ma questo Riccaboni lo sa bene (perché sennò va buttato fuori a calci in culo da una facoltà di Economia), solo che pur di mettere il sedere su quella seggiola farebbe carte false. Il che dimostra che è solo un altro capobastone come un amico mio ha avuto la flemma di dirgli in faccia il giorno che è andato a chiedergli il voto.
    Io non so di cosa ti interessi Petracca, ma ti invito in questo caso a riflettere un po’ meglio prima di postare di getto.

  5. Mi sa tanto che tutti quanti hanno fatto parlare per giorni e giorni senza proferir parola e poi, all’ultimo momento e nelle migliori tradizioni senesi, te lo barbano in quel posto dando a Riccaboni e Ines l’incarico senza tener conto di nulla. E chi s’è visto s’è visto, tanto ormai la frittata è fatta ed il potere è preso. Così poi si gratificheranno quelli che sono stati fedeli

  6. Riccaboni avrebbe fatto meglio a muoversi alla luce del sole, con coraggio e chiarezza, e non in modo sotterraneo, ambiguo e in poco buona compagnia. Non ha mai preso parola quando doveva e ora si scopre che si appropria di poteri che ancora non ha e che, a questo punto, spero non abbia mai.
    La presenza di Marino, altro scagnozzo del vero male di tutti i mali senesi da dieci anni, ovvero Mussari, è il solito copione degli “inciuci” e dei lavoro sporchi, della lunga mano della lobby del fallito “sistema Siena”, che tutto vuole controllare e piegare alla sua mercè. Da questi giochi, che assommano il marcio della politica italiana e senese, di destra e di sinistra uniti, non ne vogliamo sentire parlare. Avanti con le manifestazioni di lavoratori e cittadini come quelle di lunedì, anche da me da tempo auspicate, mandiamo a casa gli incapaci e gli inciucioni.

  7. Rodolfo il quadro che dipingi è devastante! Ma possibile che il “sistema Siena” sia così marcio?

  8. Non so se è una battuta o no la tua Emanuel, ma voglio prenderla sul serio. Purtroppo leggendo le notizie sulla stampa (non certo quella cittadina, ma quella nazionale), leggendo quel nuovo giornalino Zoom, e informandosi un po’, mi sembra che sul grado di “marciscenza” della politica locale ci siano pochi dubbi. In un decennio c’è qualcuno (sempre il solito) che è riuscito a distruggere un patrimonio quasi milennario di una Banca che era considerata la più solida d’Europa, è riuscito a trasformare la Fondazione MPS, la cassaforte dei Senesi, dalla più liquida alla più bisognosa di fondi, ha portato al dissesto una delle più antiche Università d’Europa, ha portato nel territorio una crisi economica mai vista nè pensabile (nonostante 2.000 miliardi di vecchie lire di utili della Fondazione probabilmente gettati in rivoli poltici e clientelari), ha coinvolto il buon nome di Siena in indagini giudiziarie con avvisi di garanzia e arresti, ha devastato il territorio con inutili e faraoniche speculazioni edilizie. Tutto ciò la maggioranza ha fatto con l’acquiescenza, se non la connivenza, di tutti i partiti locali, di destra e di sinitra. Negli ultimi tempi solo la Lega e Le Liste Civiche hanno fatto vera opposizione e vera denuncia. Per questo sono così poco amate dai cialtroni e dai furboni.
    Mi fermo qui per non incazzarmi troppo, serve altro? Ma in che mondo vivete?

  9. Rodolfo, incontriamoci e organizziamoci, perché credevo di essere solo nel pensare quel che qui descrivi a mio avviso con assoluta oggettività!

    … sulle vicende nazionali aggiungo quanto segue http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/22/toda-lode/73047/

  10. Chi fa il furbo?
    Circolano due testi firmati dai sindacati unitariamente ma sono molto diversi e non giovano alla manifestazione: quale è il vero?

    Testo Cgil:

    Per questo chiediamo:

    – rapidità nell’avvio nello svolgimento dei processi, durante i quali ci dichiareremo parte civile, per conoscere finalmente chi dovrà pagare al posto nostro per questa situazione;
    – il ritiro immediato dei tagli ai fondi di finanziamento alle Università che oltre a mettere in difficoltà l’Ateneo di Siena, metteranno in seria difficoltà altri Atenei italiani;
    – il ritiro immediato della proposta di legge n. 1905, riforma dell’Università/riforma Gelmini;
    – l’avvio di una politica reale di finanziamento delle Università e della Ricerca;
    – il ritiro della legge 150, riforma Brunetta, che attacca i lavoratori pubblici nel loro ruolo e che, in questa situazione di crisi, unita al blocco contrattuale derivante dalla finanziaria causeranno perdite stipendiali pesanti per i dipendenti pubblici nei prossimi tre anni;
    – far continuare a vivere la qualità nel nostro Ateneo

    L’Università è di tutti

    Difendiamo l’Università degli Studi di Siena e il futuro della città

    RSU d’Ateneo – Cisal – Cisl – Cisapuni – Flc-Cgil – RdB/Usb P.I. – Ugl – Uil-PA-UR

    altro testo:

    Le RSU d’Ateneo e le scriventi OO.SS. in rappresentanza del personale dell’Università degli Studi di Siena,
    Vi invitano ad aderire e presenziare alla manifestazione pubblica indetta per lunedì 25 ottobre p.v. per chiedere la tutele e diritti oltre che chiarezza e risposte sul futuro del nostro Ateneo, per la grave crisi che attanaglia Università e conseguentemente colpisce non solamente le categorie più deboli, ma il futuro e le speranze di intere generazioni non solo di dipendenti, ma anche di studenti con il serio rischio di mandare in crisi l’economia del nostro territorio.
    A distanza di due anni dalla crisi non sono ancora emerse né cause né responsabilità, mentre le categorie di precari, personale a tempo determinato e tempo indeterminato, sono state duramente colpite e chiamate a sostenere duri sacrifici.
    Tutto questo è dovuto non solamente alla crisi specifica che ha colpito l’Ateneo senese, ma anche dal dispiegarsi della legislazione di riforma della Pubblica Amministrazione e quella della Scuola, dell’Università e della Ricerca.
    Vi chiediamo quindi di partecipare agli interventi conclusivi in P.zza Salimbeni affinchè possiate dare delle risposte alle domande che dall’Ateneo e dalla città vengono fatte alla politica e alle Amministrazioni locali.
    La partenza del corteo è prevista per le ore 13,30 e toccherà le sedi
    istituzionali della nostra città, per concludersi in P.zza Salimbeni.

    RSU d’Ateneo – Cisal Università- Cisl Univeristà – Confsal-Snals Cisapuni – Flc-Cgil – RdB/Usb P.I. – Ugl Università e Ricerca -Uil-PA-UR

  11. Giusto, ma chiedo scusa, Arlecchino: non sono i due documenti che non giovano alla manifestazone, ma la loro contraddizione. Uno tutto antigovernativo e l’altro più prudente, molto giustamente se vuole raccogliere consensi unitari.
    Chiederei anche se sono state contattate le contrade richiamando il grande precedente di fine ‘800 quando salvarono (con il Monte!) l’università dalla soppressione programmata dal governo (allora di “sinistra”, vero?, o correggetemi).
    Grazie e coraggio!

  12. Non sono d’accordo con Laura (spero non me ne voglia”… è la Cgil ed il PD che vogliono “normalizzare” la manifestazione introducendo ad arte elementi estranei… chi vuole manifestare contro la Legge Gelmini o contro il taglio ai finanziamenti dell’Università faccia un corteo a parte… la manifestazione è sulla situazione dell’Università di Siena e, di conseguenza, sul Sistema Siena… ed è una manifestazione radicalmente eversiva!!!

  13. Scusa, ma appunto perciò il comunicato Cgil è sbagliato!

  14. Non sbagliato… fatto ad arte…

  15. Giusto, Kommissario mio.
    Ma attenzione: sarà un caso che Ilcittadinonoline abbia caricato il comunicato Cgil? Andate al sito! Non sarà bene che i sindacati interessati chiariscano come è avvenuto che sia stato siglato un comunicato così parziale?
    Secondo: nota da pendolare che legge giornali arretrati. Non mi pare caricato né commentato l’articolo del Revisore Martinelli del 17 u.s. Come mai, prof. Grasso?
    È tentativo di salvarsi, palese. E gli si chiederà: ma perché se avevi capito tutto non hai fatto esposti, denuncie ecc.? E hai invece continuato come prima, cuccando tanto di compensi?
    Ma è interessante la demolizione di Focardi, che qualche forza politica ha ingenuamente sostenuto pensando di inserire chissà quali contraddizioni all’interno del sistema Siena. Quando capiranno che la politica politicante non ha più spazio?
    Terzo: oltre alle contrade, richiamo ovvio per dei senesi (pochi ormai nelle posizioni dirigenti a Siena!), perché non ci sono gli studenti? Avranno qualche interesse anche loro a che non vada tutto a rotoli?
    Se ci siete battete un colpo! Buona domenica a tutti, anche a Martinelli naturalmente.

  16. Gli studenti non ci sono???
    Ma quando qualche anno fa gli studenti manifestavano i tecnici-amministrativi dove erano?

  17. Invece di prendere le misure per vedere chi è più comunista o chi la fa più fuori dal vaso invito a fare il punto della situazione per vedere cosa è cambiato rispetto a due anni fa. Ha ragione chi dice che per la politica politicante non c’è più spazio.
    Dopo aver consultato “Il senso della misura” due anni fa Panorama scriveva che Pontignano aveva 41 dipendenti, spendeva 1,2 milioni l’anno e ne portava a casa meno di mezzo. Il rettore aveva otto segretarie personali ed il direttore amministrativo ne aveva tre. L’università aveva 135 bibliotecari per dieci biblioteche e per la comunicazione c’erano 24 dipendenti: sette online, quattro all’ufficio stampa, otto all’ufficio relazioni esterne e cinque all’ufficio informazioni per portatori di handicap. I dipendendi in fila che aspettavano di assumere l’incarico di produrre vapor vacuo per le caldaie della comunicazione erano probabilmente un’altra quarantina. L’università aveva 1350 amministrativi contro 1060 docenti di ruolo. Mentre la folla di dipendendi e precari s’ingrossava i dipendenti col sedere già incollato sulla poltrona usufruivano di consulenze interne retribuite fino a 20 mila euro annui per ottimizzare i flussi informativi, vigilare sulla sicurezza nei cantieri archeologici, smistare il traffico dei bibliotecari e coordinare i laboratori didattici di Follonica. L’Università aveva infatti sedi a Follonica, Colle Val d’Elsa, San Giovanni Valdarno, Buonconvento, Arezzo e Grosseto. I comunisti e i sindacati erano propensi ad ammannire posti in cambio di voti e tessere; di conseguenza reclamavano una loro sede persino Radi, San Lorenzo a Merse, i pionieri di San Gusmè e i pronipoti dei 16 senesi che il 28 luglio del 1877 si imbarcarono a Genova sulla nave a vapore “Nuestra Senora del Pilar” per emigrare in Uruguay facendo poi fortuna a Piedras Blancas de Montevideo.
    Mentre il nonno fumava il suo toscanello accanto al caminetto, gli studenti calavano di tremila unità, la mamma calava la pasta, fuori pioveva a dirotto, le allodole si spulciavano nel nido, Giurisprudenza inaugurava un bar grande quanto un campo da basket e il sole basso sull’orizzonte filtrava sotto le nuvole scure, riverberando raggi di fuoco sui colori vividi delle foglie autunnali cariche di pioggia. Nel tepore della cucina il vapore della pasta che la mamma scolava appannò i vetri della finestra e Bastiano da Monteriggioni ci scrisse sopra “merda!” per sfuggire alla struggente melanconia del panorama e tornare col pensiero alla scadenza semestrale del suo contratto di ricerca. Per la sede di Arezzo si spendevano 15 milioni annui per portarne a casa quattro. L’università pagava 176 mila euro l’anno per il primo piano di un palazzo con vista su piazza del Campo che permetteva a 50 invitati dell’ateneo di ammirare il Palio in santa pace. 30 mila euro li spendeva per un appartamento che ospitava un centro di studi antropologici. 15 mila per un alloggio che ospitava il centro culturale Siena-Toronto. 35 mila per l’affitto dei magazzini di Monteroni contenenti le carte di un archivio sgomberato per far posto a “Il caffè dell’artista”. 90 mila euro l’anno venivano spesi per una radio universitaria che nessuno mai sentì suonare.
    Come siamo messi a due anni di distanza? Come siamo messi con un ministro dell’economia che taglia fondi alla ricerca e alla cultura? Come siamo messi con un ministro dell’istruzione che non potendo opporsi decide di chiudere i battenti delle università invece di dichiararsi impotente e dimettersi? Sono stati alienati degli immobili per mettere una pezza al buco dei debiti, ma come siamo messi con le spese correnti? Quante sedi esterne che perdevano soldi sono state chiuse? Quelli di Piedras Blancas consumano ancora soldi? Bastiano da Monteriggioni potrà metter su famiglia o dovrà stare ancora sotto le sottane della mamma per altri dieci anni? Quanti soldi per affitti e buttanate varie si spendono ancora? Le contrade sono state avvertite della situazione? Le contrade li sanno i rischi che corrono i contradaioli, i proprietari di case e il centro storico? O pensano indisturbate ai minimasgalani e ai tabernacoli? A Siena le contrade sono importanti! Se salvarono l’università una volta è capace che possano salvarla un’altra volta. Purché si incazzino civilmente com’è nella loro tradizione. E prima che sia troppo tardi e producano un novello Barbicone com’è pure nella loro tradizione. Perché se si aspettano i tempi biblici delle composizioni, scomposizioni e ricomposizioni politiche qua si fa notte fonda. Se è vero come è vero che la Lega Nord e le Liste Civiche non sono state capaci di buttare nella pattumiera manco chi ha prodotto un grosso buco di 230 milioni in una piccola università.

  18. Condivido in pieno quanto scritto da Petracca, anzi mi piacerebbe che inviasse ciò che ha scritto ai quotidiani senesi, alle tv e ai siti internet della città perchè fa un’analisi lucida e non scontata della situazione, senza esasperazioni e soprattutto senza quelle parole scontate che offendono gente che ogni giorno si alza per lavorare.
    Grazie

  19. Al 31 d’ottobre saranno passati 2 anni dalla pubblicazione del servizio di Panorama citato da Petracca, intitolato «Siena: l’università laureata in sprechi», che io riportai integralmente su questo blog con un titolo, a mio parere, più pertinente ed efficace che, inoltre, ha ricevuto in seguito numerose conferme: «Ateneo senese: un dissesto che viene da lontano nell’indifferenza dei docenti». L’articolo ricevette in 10 giorni 106 commenti. A distanza di 2 anni, Petracca invita giustamente “a fare il punto della situazione per vedere cosa è cambiato”. Questo simpatico commento lo passerò in prima pagina nei prossimi giorni come introduzione alla seconda puntata che noi, molto più modestamente, in assenza di Panorama, possiamo fare con più competenza e senza alcun condizionamento.

  20. Bravissimi! Concretezza, niente polemiche, dati di fatto, inesorabili, continuate così, Vi prego.

  21. Professore,
    a proposito, il numero definitivo degli immatricolati si ha?

  22. Si, si… siate concreti. Oggi si parla sul fogliaccio La Nazione e quello del Bisi del buco secondo e di un inquisito: ditece deppiù, voialtri addetti ai lavori!!! Cago il fogliaccio dove scrive Barzanti e Catoni che è pura demagogia. Ho citato, in un post, come esempio di cattiva politica, il “sanculotto” dal profilo liberale Vendola (quello mandato aff… pure da Casini!!!). Ma è un nome che vale un altro.
    Bye bye
    The Bardo

  23. Mha… a me risulta che sia stato Vendola a mandare a quel paese Caltagir… ehm Casini! (scusa il lapsus).
    Detto questo, quando Vendola si è insediato, la Puglia aveva un deficit di 3 miliardi di euro, ora il deficit è a 1,2 miliardi… meno della metà.
    Intanto molti studenti pugliesi hanno la possibilità di intraprendere un percorso post-laurea (master, corsi di specializzazione, ecc…) gratis in qualunque parte del mondo.
    La tua regione le fa queste cose?

  24. Petracca
    trovo il tuo intervento veramente degno di nota: accurato, equilibrato, corretto, puntuale. Il che, mi perdonerai, significa che l’altro non lo avevi pensato e che quindi il mio invito a riflettere di più prima di scrivere era giusto. Parlare di comunisti francamente mi pare fuori luogo: non capisco cosa c’entrino col PD senese. Mi piacerebbe conoscerne qualcuno, fra l’altro. Tu ne conosci? Io no. Chiusa la faccenda. Sono invece molto d’accordo con quanto asserisci. Farei solo attenzione ad una cosa: è vero, il ministro taglia i fondi alla ricerca e alla didattica, ma eviterei di fare il gioco di questi gazzillori di piddiini senesi i quali cercano di farsi passare sopra l’onda della merda e farla ricadere sulla Gelmini. La quale, avrà ed ha tutte le proprie colpe, ma con la voragine da te acutamente ricordata anche nei suoi particoli non c’entra una beneamata minchia. Che tutte le università vadano in crisi perché più o meno tutte hanno vissuto per anni sul o appena sopra il bordo del baratro e che al primo taglio serio rischiano di chiudere, questo è innegabile. Ma che a Siena le responsabilità di un buco da 250 milioni e passa alberghino da tutt’altra parte è di palmare evidenza e vanno ricercate negli organi di governo, i quali, bada caso, sono stati tutti a partire da oltre dieci anni fa orientati massicciamente al medesimo partito. Se a questi ci si aggiunge un paio di Rettori, soprattutto uno, che ha fatto più danno della grandine, uno sparuto gruppeto di dirigenti con un innato spirito delinquenziale il gioco è fatto.

  25. Riccaboni non entusiasma neanche me perché ritengo che, salvo sconfessioni future, rappresenti la perpetuazione dello stesso sistema che ha prodotto il disastro. Non condivido però chi mira allo sfascio, facendosi condizionare troppo dalle proprie esperienze o addirittura facendosi accecare dalle proprie convinzioni o simpatie politiche. La politica è utile e necessaria solo se è una buona politica, ossia se all’ideologia sa anteporre l’interesse comune anche quando questo viene realizzato da fazioni avverse. Al primo posto va messo il risanamento e il rilancio dell’università. Se le carte risulteranno in regola e se il ministro firmerà la nomina allora Riccaboni farà il rettore. Accettando le regole della democrazia (per la verità un pò strana per via del diverso peso attribuito a ben tre categorie diverse di voti) penso che occorra augurare al futuro rettore di agire per il bene dell’università. Occorre dargli la possibilità di cominciare a lavorare in modo tale da poterlo giudicare su fatti concreti. Fare un processo alle intenzioni dandogli addosso per essersi incontrato con qualcuno mi pare francamente prematuro e irrazionale. Nè vedo come possa aver usurpato il consiglio di amministrazione per un incontro che in nessun modo poteva portare ad atti ufficiali anche se tale incontro è avvenuto al MIUR. Nessuno sconsiglierebbe il proprio figlio dal documentarsi in anticipo rispetto alla lezione del giorno che seguirà a scuola. Ammesso che accadano tali miracoli.

  26. sì, prof. Petracca, nessuna prevenzione, va visto ai ferri che cosa farà. Focardi aveva suscitato tante speranze, no? eppure, anche lui ha dato un bel contributo al deficit, mi sembra di aver capito. Martinelli è stato chiaro e non smentito mi pare: o sbaglio?
    Bisognerà vedere chi si mette intorno Riccaboni: per risolvere problemi e riassestare o coprire magagne varie?
    La trovo molto acuto, mentre non capisco come si possa dire (e perché lo si dica) che i comunisti non c’entrano con i PD senesi; ancora oggi hanno tutto in mano nel nuovo partito (non sono ex-comunisti i vari Mussari, Cenni, Bezzini e all’università da Detti a Boldrini, a Belli, a Piccinni e Flores?) e ancor più erano potenti come PDS al tempo di Berlinguer…

  27. Laura, grazie per il complimento.
    Non sono un professore. Sono esterno all’Università. Ho contatti saltuari con l’università (non solo di Siena) per via di alcune collaborazioni scientifiche e qualche tesi di dottorato.

  28. siamo esterni, caro Dottore, ma sappiamo quanto pesi per l’oggi e per il futuro dei nostri figli a Siena! mi spiace che i sindacati non abbiano avuto la sensibilità a quanto pare di invitare le contrade domani!
    ma non possono farlo ancora? ci leggono sicuramete….si mettano in azione…
    a proposito dei due comunicati, io ne ho visto uno proveniete della CGIL firmato Barbarulli (mi pare) che era come quello ‘light’, non alla Iacoboni per intenderci! allora ci sono problemi in casa loor, se ben capisco.

  29. Laura forse mi sono spiegato male o meglio non sono riuscito a far passare il sarcasmo: dici “non sono tutti ex comunisti?” Appunto: ex. Fin da bambino ho pensato che i comunisti fossero per il popolo, per l’uguaglianza, per la redistribuzione del capitale. Mi vuoi indicare qualcuno dei figuri che nomini che da almeno venti anni non abbia agito nel senso esattamente opposto? Facendo cioè gli interessi di una casta e in ogni caso di un gruppo di particolari piuttosto che quello comune (da cui la parola comunista)? Anche con comunicati – usiamo la parola giusta – del cazzo con cui aderiscono alla manifestazione di lunedì dimostrano la peggiore malafede indicandola come convocata dai “confederali”. Confederali?????? E’ convocata ed indetta da tutte le sigle sindacali e dalle RSU di ATENEO!!! Perché riguarda solo ed esclusivamente l’Ateneo e il suo rapporto con la città e chi la governa (leggi bene, per favore, chi la governa, la maggioranza!) che finora, a parte insulsi proclami, se n’è largamente infischiata. Serve per dare voce a TUTTE le forze politiche cittadine, voce con la quale possibilmente diano le risposte che la politica dovrebbe dare di fronte a disastri di questo genere ed, implicitamente, mette alla berlina chi la voce ce l’aveva perché siede sugli scranni della maggioranza e finora se n’è fottuto allegramente.
    Siamo invece assolutamente d’accordo sull’opportunità di coinvolgere sia pure in modo simbolico le contrade che, se non altro, hanno dalla propria una sostanziale apoliticità e apartiticità e che hanno sicuramente voce in capitolo. Stiamo a vedere. La simbolicità della cosa consente anche una tardività. Per curiosità: quando l’hai visto il comunicato “light” della CGIL? Perché i tempi sono importanti …

  30. Game over! Atenei falliti

    Una società dove non contano i fatti ma le parole, che non devono riferire la verità ma esser consone a un bon ton che non ferisca la vanità dei capetti locali e non interferisca con il vile tran tran di opportunisti ed ignavi, è destinata a veder fallire ogni propria istituzione.

    Quel che da anni è documentato e denunciato, per dovere di cronaca oltre che per la propria e altrui salvezza, con brutale brevità e per noi poco decorosa e molto dannosa pubblicità lo sbatte in prima pagina il poco malleabile e molto austero ministro dell’Economia.

    Naturalmente a Siena un trafiletto smilzo e tutti, anche i misteriosi (per chi?!) scassinatori che ci hanno così ridotto persistono – ancor riveriti dai loro lacchè – nell’intrallazzo e nell’inciucio con coloro cui dovremmo consegnare la nostra spes sine spe! Eh?

    A maggiore ragione se si considera che nessuno dei direttori amministrativi subentrati negli anni del “buco” ha mai proferito una parola, forse perché soddisfatti alla stregua dei magnifici rettori dell’epoca destinatari di lauti emolumenti di cui dovranno prima o poi rendere conto.

    Come quei soldi inerenti quelle “spese diverse” su cui resta inevasa una interrogazione di un consigliere di amministrazione. I docenti che tacciono in un silenzio che pare assenso a condotte rivoltanti si stupiranno a trovarsi davanti al cartello di “chiusura per fallimento”?!

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/24/game-over-ateneo-fallito/73424/

  31. Engici…io non difendo certo la mia regione. Vendola ha parlato di tagli, comunque. Se si può criticare Dalema che se la fa con Fini, ipocrita è Vendola che fa cenette con Bersani e propone alleanze col Pd senza neppure rimarcare l’autonomia come fa IdV – e io non son dipietrista. Io addito il cattolico-dice lui, il gay-detto il “cavaliere rosso” come sofista inconcludente, aleatorio e parolaio, al pari di Bertinotti e c. L’ultima comica Vendola l’ha detta a La7, in un confronto con un suo amico del PdL ex An. Ha detto che su Avetrana non c’è il mostro ma il nostro. Eh no caro parolaio! Semmai il “vostro”, la vostra classe politica. Chi uccide una 15enne resta un mostro!!! Ma Vendola scopre ora la funzione pornografica del corpo delle donne… peccato che tale industria c’è perlomeno dai tempi di “Penthouse”, cioè almeno sin dagli anni del “boom”, importata dagli USA. Ma Vendola si trincera dicendo che il cattolicesimo è la sua vita e con ciò manda cortine fumogene su tutto… Davvero un bel dialettico!
    P.S. Comunque, la man tesa al Casini l’ha ribadita al Palacongressi il Vendola. Di Pietro ha invece detto che Casini è doppiogiochista e infine inaffidabile e berlusconiano… Vabbè che puzza pure per Bossi…

  32. Scusa ma hai letto quello che ho scritto? Hai letto di quanto è diminuito il debito pugliese? Di sicuro tagli ce ne saranno anche in Puglia… i fondi Fas sono praticamente stati azzerati…
    Te lo ripeto… quale altra regione permette ai propri ragazzi di poter intraprendere un percorso post laurea completamente gratis?
    Hai letto le ultime dichiarazioni di Vendola, fatte durante il congresso fondativo di SEL, in merito di alleanze?

    P.S. Nemmeno io sono un “vendoliano”, però la realtà è la realtà!!!

  33. Bardo, pensa poi a chi ci sta sistemando per sempre, intendo la mannaia del Berlusca, quel Tremorti che a malfattori e trafficanti riserva scudi, condoni, etc
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/25/tremonti-tra-pubblico-e-privato/73531/

  34. Tremonti è col Bossi…e forse col Giusti, paladino di non si sa che cosa. Vendola ha certamente fatto qualcosa “di sinistra”. Io mi son limitato a sottolineare alcune sciocchezze di questo cattolico-gay. E’ sociologismo che non lega neppure un legaccio di scarpa poniamo a Ziegler, accusatore dei poteri forti. Vedere suo ultimo libro su Islam e Occidente ecc. Ma qui siamo a Siena dove persino il vertice della gerarchia cattolica, Buoncristiani, ci ha dato degli imbecilli privi di memoria storica. E poi siamo in Italia, uno dei peggiori paesi del mondo, dove fan carriera solo puttanieri, troie e papponi mafiosi. Il pd è una finta opposizione. Sono fascisti col Fini e C.

  35. “…E poi siamo in Italia, uno dei peggiori paesi del mondo, dove fan carriera solo puttanieri, troie e papponi mafiosi” Il criminologo conferma, caro Bardo!

  36. Infatti un mio amico, figlio di carabinieri, dopo una vita di studio, onestà, dedizione al lavoro, fiducia (ma, ahimé per lui, critica) verso i suoi superiori, ossequio (ma, ahimé per lui, critico) verso chi gli dava lo stipendio, inchini convinti alla bandiera, sacrifici per mandare avanti la sua famiglia, infaticabile perseveranza nel contribuire a mandare avanti la baracca e worldwide indiscussa competenza nel suo campo, andando in pensione senza aver fatto carriera disse con tranquillità: “se rinascessi donna farei la puttana”. Lo abbiamo liquidato regalandogli un orologio.
    Se Antonio Pennacchi lo avesse conosciuto non avrebbe avuto dubbi: lo avrebbe classificato come un tipico fasciocomunista.

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