È cominciato con 4 avvisi di garanzia l’ultimo atto dell’elezione del rettore dell’Università di Siena. La Procura della Repubblica ha iscritto nel registro degli indagati 4 autorevoli professori che facevano parte del seggio elettorale. Inoltre, nei prossimi giorni, almeno così si dice, dovrebbero essere formalizzate altre iscrizioni. In stretta suggestiva e preoccupante successione cronologica può, il Ministro dell’Università Mariastella Gelmini, firmare, dopo un’attesa lunga 3 mesi, il decreto di nomina di Angelo Riccaboni, atteso il contenuto dell’articolo 479 del codice penale?
Filed under: Commissariarla per salvarla |
…oh! ma te l’immaaagini? [la g va letta dolce]…
…m’astengo dal commentare per timor di querela…
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/26/critichi-la-gelmini-un-mese-a-pane-e-acqua/73676/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/25/fioroni-e-gelmini-scambio-d%E2%80%99amorosi-sensi/73330/
Il problema non è più quello della firma, da parte del Ministro, del decreto di nomina del nuovo rettore. Hanno ragione gli studenti di “Dimensione Autonoma Studentesca” a dire che occorre un rettore “riconosciuto” da tutti. E Angelo Riccaboni è riconosciuto solo da una minoranza dei membri della comunità accademica. Ma quel che è più grave è che appare sempre di più ostaggio di quel gruppo di potere che ha distrutto l’ateneo di Siena e, cosa assai sorprendente, viene percepito sempre di più come inadeguato, nonostante la sua formazione universitaria, ad affrontare i problemi emergenziali della nostra università. Due esempi per tutti. In campagna elettorale e dopo la sua elezione non ha mai fatto sapere come intenderà risanare il deficit strutturale e come intende procedere per ridurre le spese strutturali. Altro esempio: un silenzio assordante, da parte sua, ha accompagnato la pubblicizzazione della relazione dell’ispettore del Ministero delle Finanze. Eppure il rettore è lui! Cosa dobbiamo pensare? E veniamo al direttore amministrativo. Il curriculum della Dott. Ines Fabbro è ancora come “l‘araba fenice”: nessuno lo ha visto, nessuno lo ha letto (salvo Gaia Tancredi). Vogliamo scommettere che anche su quel versante ci sarà qualche sorpresa? A questo punto è lecito pensarle tutte.
P.S. Del resto, gli avvisi di garanzia di cui tanto si parla in queste ore sembra ormai chiaro che non esistono. Quindi qual è il problema. Il Ministro firmi pure il decreto di nomina al nuovo rettore e questo firmi pure il contratto alla Dott. Ines Fabbro! Mi auguro solo che siano intonati. Infatti non vorrei lasciar solo il Prof. Loré nella scelta delle canzoni che accompagnano alcuni eventi di questo blog. A Riccaboni e Fabbro non resta altro da fare che intonare in ogni occasione: “siamo la coppia più bella del mondo”…
“…Procede per come è realmente: semplicemente berlusconiana e figlia della sua epoca. Ossessionata come il suo pigmaglione politico dalle ‘forze rosse’, invoca il mito del cambiamento a tutti i costi, quello retorico e roboante dei nuovisti e riformisti che circolano di questi tempi. E non riesce a capire, la Gelmini, che il cambiamento non è in se stesso un ideale e un valore, perché la sua positività dipende dal cosa esso comporta. Politica superficiale che teme il merito del dibattito, che si ferma allo slogan e non valica la soglia della materia viva del confronto. Quindi sono da spazzare via tutti coloro che dal di dentro si spingono al cuore della questione, contestando come il suo piano di riforma dell’istruzione (ormai quasi ex pubblica) non sia una rivoluzione ma una restaurazione, cioè il ritorno ad una formazione elitaria, con cui viene sacrificato il pubblico a vantaggio dei privati, con cui muore il sapere critico per il conformismo nozionistico, quello rilanciato dalla tv commerciale…”
Luigi De Magistris
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/26/l%E2%80%99istruzione-che-vogliamo/73663/
Alla fine della vita ci verrà chiesto se siamo stati credibili e non credenti.
Rosario Angelo Livatino
Canicattì, 3 ottobre 1952 – Agrigento, 21 settembre 1990
Magistrato assassinato dalla mafia perché abbandonato dallo stato
Io sono per la verità, non importa chi la racconta.
Io sono per la giustizia, non importa chi è a favore o è contro.
Malcom X
…ultime della notte sul fronte ddl!!!
Il Presidente della Camera, riferendosi al Disegno di Legge sull’Università, fermato proprio alla Camera dalla protesta di tutto il mondo universitario, ha dichiarato che se non si impegnano fondi per promuovere la meritocrazia “si tradisce lo spirito della riforma”, e quindi “a quel punto sarebbe meglio ritirarla”.
Purtroppo, evidentemente, anche Gianfranco Fini, come tanti altri esponenti politici e quasi tutti i giornalisti e gli opinionisti, non ha letto il Disegno di legge perché altrimenti si sarebbe reso facilmente conto che con esso si metterebbe la parola fine alla meritocrazia. Infatti, come ha anche denunciato il Rettore del Politecnico di Bari, con il DDL si aumenterebbe il localismo dei concorsi e quindi il nepotismo accademico, con i connessi fenomeni clientelari e ‘parentali’.
A chiarire i veri obiettivi del DDL basterebbero gli entusiastici apprezzamenti che ne fanno la Confidustria e la Conferenza dei Rettori, che vogliono, ad ogni costo e con tutti i mezzi, questo provvedimento deleterio per l’Università e per il Paese.
Si tratta infatti di una controriforma con la quale si commissarierebbero gli Atenei proprio con i Rettori che avrebbero un potere assoluto e sarebbero affiancati dagli esponenti dei poteri forti economico-politici locali. Insomma, gli Atenei, privati di ogni autonomia e democrazia, diventerebbero delle ASL.
Che “il problema più importante” sia la gestione degli Atenei lo dice anche Luigi Berlinguer (intervista di Ustation*) che sostiene che finora si è data “tanta autonomia” agli Atenei, ma che è ora di uscire dal “provincialismo”, dall’”ottocento”, e affidare la gestione della “strategia dei singoli Atenei” a Consigli di Amministrazione che, come “nei paesi evoluti”, comprendano “rappresentanti degli interessi esterni”, al di fuori delle “corporazioni” accademiche.
Berlusconi-Tremonti-Gelmini = http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/28/niente-soldiai-libridi-scuola/73987/
…questa la notizia: http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/28/la-repubblica-del-bunga-bunga/74098/
…breve il commento: Repubblica Criminale Italiana
… e la tv che piace al Ministro Mariastella Gelmini:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/28/contributo-televisivo-al-degrado-italiano/74105/
SIENA – Falsità ideologica in atti pubblici: è questa l’ipotesi di reato contestata a Silvano Focardi rettore dell’Università di Siena, e al suo predecessore Piero Tosi, indagati insieme ad altre 25 persone nell’ambito dell’inchiesta sul dissesto finanziario dell’Ateneo. Tutti gli indagati sono già stati sentiti dai magistrati in relazione agli addebiti, contestati a ciascuno di loro, che vanno dal peculato alla truffa, alla falsità ideologica. Le indagini sul dissesto finanziario riguardano uno dei filoni delle diverse inchieste che interessano l’Università di Siena dove all’inizio del 2009 emerse un buco amministrativo superiore a 200 milioni di euro. Per coprirlo è già stato avviato un piano di rientro anche se nei giorni scorsi sono emersi altri 1,5 mln di euro da pagare per mancati versamenti dell’Irpef.
ELEZIONI RETTORE – Ma non basta. È di mercoledì la notizia di quattro avvisi di garanzia che sarebbero stati emessi dalla procura di Siena nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte irregolarità avvenute nel voto per l’elezione del rettore. Gli indagati sarebbero accusati di falso in atto pubblico. L’ inchiesta era partita da un esposto anonimo dopo che nella terza e decisiva votazione del 21 luglio, Angelo Riccaboni aveva superato il rettore uscente Silvano Focardi con 373 voti contro 357. Il 6 agosto le schede elettorali e i registri delle votazioni vennero sequestrati dai carabinieri. Nell’ esposto venivano indacate varie presunte irregolarità: l’assenza dei verbali delle votazioni nel campus aretino, la mancata identificazione degli elettori, l’ individuazione dei criteri di nullità del voto avvenuta solo dopo l’apertura delle schede, l’ inserimento dei ricercatori a tempo determinato fra l’ elettorato. Nelle settimane scorse alcuni studenti sono stati ascoltati come persone informate sui fatti. Non è detto che per qualcuno la posizione possa cambiare: pare, ma la versione è tutta da verificare, che un gruppo ristretto di loro possa aver votato due volte.
Fonte: http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre_28/siena-universita-inchiesta_56611b48-e299-11df-8440-00144f02aabc.shtml
Che dire….
Mi chiederei quali presidi possano essere coinvolti, tenuto conto che sono stati loro a promuovere – per le sempre ovvie e pressanti necessità didattiche e scientifiche – le assunzioni a tutti i livelli. O sbaglio?
Corriere della sera: Il dissesto finanziario dell’ateneo. Bufera sull’università di Siena. 27 indagati per 200 milioni di buco. Indagati il rettore uscente e il precedente. Quattro avvisi per l’elezione del nuovo Magnifico
http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre_28/siena-universita-inchiesta_56611b48-e299-11df-8440-00144f02aabc.shtml
Perchè mi sono firmato Bracardi?
Beh… facile… “in galeraaaa, in galeraaaa”
Se queste son le quote rosa…
La Gelmini è uscita dal cilindro del mago Berlusca non per meriti né per titoli ma neppure la Moratti venne messa a Ministro per atti o fatti pertinenti alla istruzione universitaria!
Un professore universitario degno e capace si deve opporre all’andazzo cialtronesco e criminale che è imperante oggi nella penisola!
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/29/milano-truffa-derivati-la-moratti-informata-gia-a-inizio-2008/74139/

…da giorni mi chiedo, visti i chiari di luna, cosa ci sia di così irresistibilmente attraente nel diventare, oggi, rettore dell’ateneo senese (troppo ingenuo???) e, di conseguenza, mi chiedo perché i candidati (o meglio il candidato) a rettore non compia un atto di grande civiltà e valore morale, facendo un passo indietro e affidando l’ateneo alle “cure” di chi (un comissario) sarà obbligato a metter mano ad un concreto risanamento.
L’unica risposta la trovo nel vecchio adagio partenopeo secondo il quale “…’o cummannà è mejio d’o fotte…”