Un consiglio al ministro Gelmini: istituisca un corso sulla salvaguardia del pomodoro nostrale

Roberto Petracca. In Italia abbiamo 1,6 università (ed istituti simili) per milione di abitanti. In Francia ce ne sono 8,4, in Germania 3,9, nei Paesi Bassi 3,4, in Spagna 1,7, nel Regno Unito 2,3 ed in USA 14,5. 
In Italia abbiamo 46,7 università (ed istituti simili) per milione di studenti. In Francia ce ne sono 247,3, in Germania 170,7, in Olanda 96,1, in Spagna 43,8, nel Regno Unito 62,9 ed in USA 252,3. Di fronte al suddetto quadretto il trio Berlusconi-Tremonti-Gelmini ha tagliato i fondi all’università per rendere il paese più creativo, istruito, colto e competitivo. 
Per quanto riguarda l’offerta formativa, in Italia abbiamo 5.500 corsi di laurea mentre in Germania ce ne sono 8.955. L’Olanda ha una media di 75,9 corsi di studio per ateneo contro una media italiana di 68.5. I ranking internazionali dicono che l’Olanda ha uno dei migliori sistemi universitari ed ha 96 corsi di laurea con meno di sedici iscritti, 14 dei quali con 2 iscritti ed altri 12 con un solo iscritto. 
L’esplosione dei corsi di laurea che si è avuta in Italia col 3+2 ed a cui si sta imputando una gran mole di colpe in termini di sprechi ed inefficienze pare che sia essenzialmente una cantonata. Il 3+2 ha infatti portato al raddoppio dei corsi ma al loro dimezzamento in termini di durata. Inoltre quando si confrontano i numeri con l’epoca del vecchio ordinamento non vengono conteggiati gli indirizzi che nel vecchio ordinamento c’erano per cui l’esplosione è più apparente che reale.
 Sembra quindi che non vi sia stata alcuna esplosione, degenerazione o inefficienza dell’offerta formativa. Ma la Gelmini giustifica la sua riforma dicendo che serve anche a segare il caos ed i corsi tipo “Benessere del Cane e del Gatto”, “Scienze del Fiore” ed “Enogastronomia Mediterranea”. Guardando fuori casa vediamo che la situazione è ben peggiore in paesi avanzati come l’Olanda, la Francia, la Germania e gli USA. Se però stentiamo a competere con questi paesi c’è da chiedersi se il caos aiuta o penalizza la competitività. Io penso che il caos è propedeutico alla competitività. Se è vero che l’economia basata sul vino è importante in Italia e Francia e che senza la coltivazione ed il commercio dei fiori un paese avanzato come l’Olanda chiuderebbe battenti.
 Alla Gelmini suggerirei di dare un piccolo contributo al caos istituendo dei corsi universitari sulla salvaguardia del pomodoro nostrale. Penso che potrebbe avere una sua utilità. Se è vero come è vero che il paese del sole, del mare e della pizza ha reintrodotto la schiavitù ed ha sviluppato il caporalato per la raccolta dei pomodori ma nonostante ciò non riesce a competere col mondo ed importa i pomodori coltivati nelle serre olandesi. Olanda che per coltivare i pomodori preferisce usare le cooperative di produttori che collaborano, finanziandole, con le università ed i centri di ricerca invece di usare la schiavitù ed il caporalato. I dati (da: “la voce.info“) sono del 2008.

24 Risposte

  1. Quando si confrontano dei numeri, bisognerebbe accertarsi che si riferiscano ad entità quantomeno simili. Siamo certi che quando gli olandesi (per dire) dicono università si riferiscano a qualcosa di simile alle nostre?
    Il fatto stesso che quelle si prendano con soddisfazione gli studenti migliori che le università italiane non hanno voluto tenere dovrebbe far venire il dubbio che si tratti di entità governate da interessi diversi.

    E questo purtroppo non vale solo per le università, ma ancor di più per la pubblica amministrazione, l’industria e le professioni.

    Se il problema fosse la mancanza di buoni laureati, li importeremmo dall’india o dall’est. Ma in giro tutti questi ingegneri extracomunitari non si vedono. Il problema è che per i buoni laureati non c’è più posto che per quelli meno buoni.

    Ed è questo il problema visto dai nostri politici: perché spendere per produrre laureati che o non vuole nessuno o li prendono all’estero senza darci nulla in cambio? Che senso ha spendere per formare laureati da regalare alla Danimarca o alla Norvegia?

    E così una classe politica (non solo Tremonti) incapace di riformare il sistema del lavoro e delle professioni in modo da mettere a frutto il lavoro dei capaci sta affondando sia il sistema produttivo che le speranze di rinascita legate alla formazione universitaria.

    Scriveva ieri Sartori sul Corriere della Sera; “La nostra disoccupazione è strutturale, non congiunturale; visto che è dovuta alla «delocazione» del lavoro; e la jobless recovery, una ripresa senza occupazione, deve stupire solo economisti rimasti indietro di decenni”

    In una situazione del genere, una disoccupazione giovanile del 29% senza crescita di prospettive di lavoro intellettuale dovrebbe fare paura. A meno ch non si pensi a mandarli in qualche guerra.

    saluti scettici
    Sesto Empirico

  2. Delle centinaia di università americane ce ne saranno una decina o poco più che meritano questo nome e il livello culturale dei diplomati della high school è pauroso. È il modello a cui tendiamo. Il 3+2 poi avrà anche dimezzato i tempi, ma ha contribuito a raddoppiare, in sinergia con la scuola superiore, l’ignoranza. Laureiamo letterati che messi di fronte ad una pagina di Tacito, ma che dico Tacito, Cornelio Nepote, potrebbero stramazzare al suolo, che non hanno fatto uno scritto durante tutto il corso di studi universitari, fatta eccezione per le tesine preparate a casa con il copia e incolla. Se poi si trattasse di Tucidide il colpo apoplettico sarebbe garantito. Guardiamo alla sostanza e lasciamo perdere le statistiche che ammucchiano contesti e scopi eterogenei; se noi non abbiamo docenti a sufficienza, degni di questo nome, per le nostre università, figuriamoci loro. Contentiamoci di coltivare il nostro orto, pomodori sì, ma anche congiuntivi. Per esempio: dicono che… è una classica oratio obliqua e richiede il congiuntivo nelle dipendenti; io penso che… lo stesso, trattandosi di opinione soggettiva (nelle vecchie grammatiche, ora obsolete e non frequentate, il congiuntivo si definiva soggiuntivo, cioè modo del soggetto, francese subjonctif).
    È dalle grammatiche, cioè dalla chiarezza del pensiero, che si comincia a costruire, non da un arruffìo di numeri senza significato.

  3. Hai ragione Outis.
    Messaggio ricevuto.

  4. Di fronte a un Marchionne che pensa di spostare Fiat a Detroit i nostri governi dovrebbero mobilitarsi per attrarre le aziende nel nostro paese. Se lo facessero si creerebbe un mercato in cui i nostri laureati potrebbero trovare uno sbocco, contribuendo a ridurre il debito pubblico attraverso le tasse sui loro introiti ed il rilancio della produzione, dei consumi, del commercio, delle esportazioni e dell’economia in generale. Per ridurre il debito pubblico i nostri governi stanno invece tagliando i fondi all’istruzione e all’università per evitare di produrre persone preparate a cui poi il paese non può offrire un lavoro. In altre parole, invece di creare le condizioni per offrire lavoro ai laureati, tagliano i laureati perché non ci sono le condizioni per offrirgli un lavoro. È davvero fantastico e sono d’accordo con Sesto Empirico.
    Sartori conclude però l’articolo sulla delocazione dicendo che nel mondo il mercato delle automobili è saturo, che nei prossimi anni molti piccoli dovranno morire e che solo alcuni giganti sopravviveranno, dando pienamente ragione a Marchionne e pienamente torto a Landini.
    Sappiamo che Landini perderà ma non sono convinto che Sartori, Fassino o Marchionne abbiano totalmente ragione.
    Si pensa alla crescita delle multinazionali come a un qualcosa di ineluttabile, non avvedendosi che quanto più grandi diventano tanto più i loro piedi diventano di argilla. Non è affatto detto che sopravviveranno soltanto i giganti. Se si guarda a quello che può succedere e che succede a General Motors ci si avvede che il gigantismo non è affatto un antidoto ai fallimenti. Vorrei poi vedere cosa succederebbe qualora Fiat rimanesse sola al mondo insieme a Toyta. Mi immagino Marchionne che direbbe “in futuro le auto per l’umanità le produrrà soltanto uno di noi due”. Per fortuna il mondo produce anticorpi contro i totalitarismi, gli imperialismi, i monopolii e gli eccessi del capitalismo. In questo senso sono incoraggianti i segni provenienti dalla produzione mondiale di energia in cui sembra che la produzione diffusa possa allargarsi e la tendenza alle centralizzazioni possa affievolirsi. I grandi in generale fanno più brevetti, hanno più capacità tecnologiche e più capacità di invadere i mercati, ma non potranno imbracciare le armi (si spera) per impedire la nascita di piccoli produttori di automobili, spaghetti, stecchini, cellulari o scarpe a Shanghai, Madras, Bangalore, Manchester, Houston, Heidelberg, Casarano o Piedras Blancas de Montevideo. Penso che la produzione diffusa, le filiere corte e la pulsione degli uomini a difendere la propria dignità non siano in antitesi con la creazione di più posti di lavoro e, in più, possano contrastare i monopolii e le tirannie che dai monopolii possono derivare. Se non si ripensano i modelli di sviluppo e ci si appiattisce soltanto sulle istanze contingenti di Marchionne andiamo all’autodistruzione. Si può essere forti come la Germania che ha Volkswagen o come il Giappone che ha Toyota, ma anche come l’Inghilterra che ha perso Jaguar, Rolls Royce e Land Rover.

  5. Di corsa dal Consiglio Comunale senza fine sul Regolamento Ubanistico: potenzialità dell’Università sul Corriere Fiorentino odierno: stelle scoperte da Montarrenti grazie ai Vostri astronomi!
    Forse non essendo del Ceccuzzi non c’è nella stampa locale… scherzo, naturalmente.

  6. Giovanni Guido Guasparri, Gianni, l’amico scienziato del patrimonio culturale lapideo è scomparso.

  7. Ancora si tiene aperta Pontignano?? Controllate nel sito nessun attività è prevista per il 2011.. http://www.pontignano.unisi.it/it/attivita.htm

    Anche a Congressi non stiamo molto meglio, due giorni di master in gennaio e due in febbraio alle Scotte: http://conference.unisi.it/

    Una ricognizione del personale e dei carichi di lavoro, a quando? Includiamo anche i dipartimenti ed i vari uffici, con e senza benessere. Infine: ma quante matricole, in meno, ci sono in questo a.a.? Qualche numero il Magnifico potrebbe iniziare a darlo.

  8. «Infine: ma quante matricole, in meno, ci sono in questo a.a.?» Vicky

    Dai dati che ho, sulle triennali poco meno di 100 su quasi 3000 rispetto allo scorso anno (il numero esatto di immatricolati è 2817).

    Per le magistrali c’è un piccolo incremento (1006 contro 976).

  9. @ marco
    Dunque tra corsi magistrali (cinque anni) e corsi triennali ci sono 3823 ( 2817+ 1006) matricole? Ovviamente includendo Arezzo, Follonica etcc… Siena. Una ripartizione per facoltà è nota?
    Su Pontignano oltre ad attendere la prossima asta (deserta?): quali piani ci sono? Da aprile 2011 mi pare che il mandato a vendere scada… che cosa pensano di fare. Calare la somma fuori mercato dei 68 milioni di euro?? Altrimenti?
    Ma in questi mesi: del personale pontignanese – senza eventi nel web-calendario – cosa intende fare, il Magnifico? Spostarlo in sedi con carenza di organico, ad esempio??

  10. Negli scorsi mesi (novembre ?) c’era un formidabile collegamento ad un file che dava il polso della situazione, (allo scorso AA) per facoltà e corsi di laurea, prof. Grasso è possibile recuperarlo?

    Da quello si potrebbe integrato con i numeri di questo anno iniziare a ragionarci sopra per capire le tendenze, e proporre eventuali soluzioni che scaturiscono dalla mente geniale dei frequentatori di questo blog…

    Dai Kojack Bisi accendi le fotocopiatrici per prenderti il copyright (Sic!!!)

  11. Oltre alle menti frequentanti il sensodellamisura, che solo per merito del prof. Grasso, esercitano l’art. 21 Cost… la questione devono affrontarla Consiglieri, Senatori, DA (quest’ultima, in particolare quanto a ricognizione personale e ricollocazione Pontignanesi)…

  12. @vicky
    Per corsi magistrali si intende il 2 del 3+2 (ovvero il biennio dopo la laurea di primo livello). I corsi a ciclo unico (es. medicina e chirurgia) sono conteggiati fra le lauree. I dati includono tutte le sedi.
    La distribuzione fra le facoltà è
    Economia 524 279
    Farmacia 381 10
    Giurispr. 323 –
    Ingegneria 115 79
    Lettere 347 224
    Lettere AR 214 88
    Medicina 444 71
    SMFN 337 140
    Sc. Polit. 132 115

    In ogni caso di per se stessi questi numeri dicono poco e nulla se non si “pesano” rispetto alle differenti realtà delle facoltà (numero docenti, numero di corsi di laurea, ecc.) e non si comparano con i trend nazionali delle facoltà dello stesso tipo. L’unico dato (positivo?) è che non c’è stato un crollo rispetto all’anno scorso: le immatricolazioni sono più o meno stabili.

  13. Ecco il file richiestomi da Fitzgerald.
    Studenti 2009-2010 a Siena.

  14. @ Marco… In ogni caso di per se stessi questi numeri dicono poco e nulla se non si “pesano” rispetto alle differenti realtà delle facoltà (numero docenti, numero di corsi di laurea, ecc.)

    Prof. Grasso: si può fare questo calcolo e rapporto doc/studenti, per 2010/2011? Si può chiedere a qualche ufficio che lo faccia?
    Confido che qualche Consigliere in CdA faccia un’interrogazione sul vuoto calendario eventi di Pontignano… e sulla ricognizione personale/impegni o carichi di lavoro (effettivi!!). Chi di dovere se entro qualche settimana… fornisca una risposta!!

  15. Banalmente: senza fondi di ricerca è difficile organizzare convegni. E chi ha ancora qualcosa lo conserva per il lungo, freddo inverno… Fra chi non ha opzioni alternative, molto legate alla disciplina, rimarranno attivi solo coloro che vengono estratti nella sempre più complicata roulette del PRIN, che fra i “migliori” premia in modo idiosincratico. E anche quelli non avranno tutta questa voglia di riempire Pontignano.

  16. Viste le ragioni del vuoto di Pontignano, è razionale ed economico, tenere la struttura aperta?

  17. Per riciclare gli addetti potrebbero esplorare quali possibilità ci sono di sistemarli all’ospedale, dove dice che c’è una forte carenza di personale.

  18. Giusto, Roberto! C’è carenza enorme, lo so per certo. Qualcuno vedrà anche subito l’interesse a organizzare qualche lucroso ma necessario corso di formazione-aggiornamento-riqualificazione.

  19. Penso possa servire a proseguire l’interessante discussione.

    Dal Sole 24 Ore, sulle quote incentivi per il 2011, ateneo per ateneo :
    http://rassegnastampa.mef.gov.it/mefeconomica/View.aspx?ID=2011011417628627-1

    La classifica gli atenei “meritevoli”

    Fai clic per accedere a articolo.asp

  20. Leggo su Panorama che alla Novartis Vaccines and Diagnostics di Siena cercano laureati in biotecnologie ed ingegneri di processo. Poi, hanno bisogno di medici che seguano le fasi di ricerca e sviluppo dei vaccini ed altri specialisti.

    Spero che a qualcuno possa interessare, anche se credo che non sia una novità.

    Personale tecnico anninistrativo.
    Si leggeva, tempo fa, che all’università ci sono circa trecento persone in esubero
    Credo siano ancora tutte in forza, fortuna non da poco; pertanto, se hanno riscosso delle cifre in più rispetto a quanto pattuito inzialmente, non potrebbero rassegnarsi e portare pazienza per un po’, cioé fino a quando la situazione non sarà più chiara?
    Nel caso fosse indispensabile chiamare funzionari esterni all’ateneo per risolvere la situazione economica, non credo andrebbero tanto per il sottile nel licenziare chi al momento non è assolutamente necessario.
    E’ una guerra tra poveri, ma così è la stuazione.

  21. Questi uffici ritengono di dover fare i complimenti a Gianna che è riuscita a scrivere un numero esorbitante di sciocchezze concentrandole in dieci righe. Non era facile.

    “Si leggeva, tempo fa, che all’università ci sono circa trecento persone in esubero”

    Si leggeva chi e dove. Il “circa” riferito alla pelle delle persone è semplicemente vergonoso. Anche fosse vera l’affermazione, andare a spanna sulla buccia delle famiglie è – ritengono questi uffici – niente meno che delinquenziale.

    “Credo siano ancora tutte in forza, fortuna non da poco”

    A parte che non è così, ma poi: fortuna? Gianna di grazia come se lo guadagna il pane? Gianna lo sa che molte unità di personale tecnico-amministrativo sono formate in modo altamente qualificante e svolgono delle mansioni che nessun altro sa svolgere all’interno dell’Ateneo?

    “pertanto, se hanno riscosso delle cifre in più rispetto a quanto pattuito inzialmente, non potrebbero rassegnarsi e portare pazienza per un po’, cioé fino a quando la situazione non sarà più chiara?”

    Questi uffici sanno che la media degli stipendi del personale tecnico-amministrativo si attesta intorno ai 1.100 euro al mese che, come sanno tutti tranne Gianna, sono spesso largamente insufficienti per vivere a Siena, città particolarmente cara. Le leggi della Repubblica Italiana poi non sono un optional. Se qualcuno ha ricevuto in più IN MALA FEDE deve senza dubbio restituire. L’espressione “rispetto a quanto pattuito” non ha alcun senso visto che il pattuito è scritto nel CCNL (contratto collettivo nazionale di lavoro). Dopo due anni e passa che la magistratura studia ‘ste carte la situazione è chiarissima a tutti salvo che a loro evidentemente. Le responsabilità sono evidenti e palmari e ricadono sui dirigenti e sugli organi di governo (anche quelle su eventuali esuberi). Per quale misterioso motivo debbano rimetterci “circa” trecento persone (leggi famiglie) Gianna ce lo deve spiegare.

    “Nel caso fosse indispensabile chiamare funzionari esterni all’ateneo per risolvere la situazione economica, non credo andrebbero tanto per il sottile nel licenziare chi al momento non è assolutamente necessario.”

    Chiamare funzionari esterni è espressamente vietato dalla legge e per risolvere la situazione economica, considerata l’inettitudine e l’incapacità degli attuali vertici, bisognerebbe chiamare Dio, Allah, Buddha e Sivah e forse non basterebbero.
    Andrebbero tanto per il sottile chi? In base a quale legge? A quale disposizione ministeriale? A quale contratto? E quale pazienza dovrebbero portare? Quella di farsi prima diminuire lo stipendio e poi farsi licenziare?
    Ma prima di mettersi al computer e scrivere di accendere un po’ il cervello e farlo riscaldare, no eh?

    Non è che per caso Gianna ha letto qui http://www.stefanobisi.it/?p=4127 e qui http://shamael.noblogs.org/post/2011/01/14/attendiamo-smentite/ e condivide la posizione di Bisi, Cei Semplici e Fabbro?

    Di questi uffici, con sommo disprezzo per tanta scempiaggine
    Cesare Mori

  22. @ Cesare Mori: «Si leggeva chi e dove. Il “circa” riferito alla pelle delle persone è semplicemente vergonoso.»

    Beh, che ci sia un eccesso di personale all’Università di Siena è un dato abbastanza accertato. Siena è una delle università che spende per stipendi la maggior percentuale del FFO, una di quelle col maggiore numero di personale tecnico-amministrativo rispetto ai docenti, una di quelle con il maggior numero di dipendenti rispetto agli studenti: due ogni dieci studenti secondo il ministro Tremonti, anche di più secondo il prof Grasso,
    https://ilsensodellamisura.com/2009/06/sincerita-e-un-elemento-imprescindibile-per-un-risanamento-stabile-che-punti-alla-rinascita-delluniversita

    Il numero di almeno 300 persone che sarebbero dovute andare in pensione prima che il bilancio annuale potesse tornare in pareggio è pure circolato su questo blog un paio di anni fa. Visto che molti in pensione ci sono andati e il bilancio annuale è ancora in deficit di oltre 30 milioni, probabilmente era sottostimato.

    Che poi non sia colpa loro, tutti d’accordo. Come non è colpa dei CEL (che non mi pare abbiano avuto molta solidarietà quando si sono trovati in una situazione analoga e anche peggiore), delle cooperative, dei fornitori mai pagati e di tutti gli altri che stanno soffrendo incolpevoli le conseguenze del dissesto.

    saluti scettici
    Sesto Empirico

  23. Niente paura, mi è stato detto di peggio.
    Il pane a suo tempo me lo sono guadagnato. Ora vivo di rendita, ma a Siena, non su altro pianeta.

    I miei figli e tanti giovani loro coetanei che conosco, no. Guadagnano, con lavori di grosse responsabilità, intorno a mille euro al mese; vivono abbastanza bene, anche perché hanno la casa (con mutuo), guadagnano anche i rispettivi coniugi e sono abbastanza parsimoniosi.
    Chiarito questo, ci sono persone che trovandosi disoccupate, anche a Siena, specialmente maschi!, meditano di ammazzarsi. Di due di questi casi parlavamo ieri sera, con degli amici, ben inseriti nella società senese.
    Ritengo più che mai che avere un posto di lavoro al giorno d’oggi sia una fortuna e che se vengono richiesti dei piccoli sacrifici, sia necessario adattarsi, in attesa di tempi migliori. Ritengo ancora, ma sono opinioni personali, che prima di licenziare qualcuno, magari non molto specializzato, sia umanamente più valido sacrificarsi tutti un pochino. Io lo farei, ma sono una scemotta.
    Non ho ancora letto il blog indicato, il dr. Bisi è conoscente da lunga data e lo ritengo persona intelligente, gli altri indicati li conosco solo perché seguo questo blog; credo che anche loro siano persone almeno normalmente intelligenti e colte. Spero con tutto il cuore che siano anche capaci di risolvere tutti questi problemi.
    Mi dispiace della situazione in cui si trovano i lavoratori dell’università, ma – a tempo debito – era facilmente intuibile anche dalle scemotte come me, come sarebbe andata a finire. E lo avevo ripetutamente detto e scritto, quasi in solitudine.
    Sta più sereno, Cesare, e se hai delle soluzioni che contentino tutti, proponile.
    Buona domenica.

  24. Difendere il posto di lavoro non è certamente una colpa, ci mancherebbe! Mi scuso per essermi espressa male. Lo è, però, non riuscire a capire ancor ora che, vista la situazione economica dell’università, e non solo, o ne usciremo tutti assieme, o per troppe persone saranno situazioni amare.

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