La Lega suona la sveglia per la conclusione delle indagini sul dissesto dell’università di Siena

Lega Nord – Toscana. Prima di chiedere ai dipendenti dell’Ateneo di sacrificarsi per salvaguardare l’Istituzione cittadina, il duo Riccaboni – Fabbro avrebbe fatto bene a chiedere verità e giustizia per il deficit dell’Ateneo ed una rapida conclusione delle indagini, ancora vergognosamente aperte.

È assurdo che i diritti dei lavoratori dell’Ateneo siano stati e vengano ancora una volta brutalizzati: il dissesto dell’Ateneo non deve essere considerato la causa per imporre sacrifici a chi, con il pauroso dissesto, non c’entra nulla, vale a dire i dipendenti dell’Università: vogliamo che chi ha danneggiato le finanze e l’immagine dell’Università e della Città abbia, finalmente, un nome e cognome e possa essere consegnato alla giustizia ordinaria, per pagare penalmente i danni fatti: a due anni dall’inizio dell’indagine ancora non si muove foglia.

Nel frattempo, però, crediamo che l’Amministrazione non debba rimanere insensibile e non debba costringere i più deboli (cioè i dipendenti tecnico – amministrativi nonché gli studenti cui sono state tagliate nell’ultimo Senato anche le borse di dottorato, snaturando in questo modo la funzione stessa dell’Università) a pagare per tutti: il Rettore Riccaboni e il Direttore Amministrativo Fabbro devono fare la propria parte, individuando e prendendo adeguati provvedimenti, attraverso un’indagine interna, nei confronti di chi ha sbagliato, anche sulla base del comma 2 dell’art. 7 della Legge 15/2009.

3 Risposte

  1. Metodo Marchionne: giù la testa

    Inizia il 2011 con la scoperta che il suggeritore segreto dei massimi vertici dell’Ateneo senese è nientemeno che Marchionne in persona. La pubblica Amministrazione ormai, interpretando alla lettera la legge “Brunetta”, si concede mano libera sulle scelte che contribuiscono alla definizione del salario e dell’organizzazione del lavoro e ritiene bypassabile la comunicazione e la discussione con la RSU e le OO.SS. imponendole invece con una mail scarna, fredda che non tiene conto delle difficoltà del personale in relazione proprio ai comportamenti dell’amministrazione in sede contrattuale.

    In sostanza il Rettore ci comunica che nei prossimi mesi verranno pagate solamente le somme dovute per indennità spettanti del 2010 che però verranno liquidate di fatto nel 2011 (per esempio i 40 centesimi del rischio chimico di dicembre!). Tutto ciò che concerne invece voci stipendiali accessorie che gravano sul 2011 non verranno pagate.

    Riteniamo inaccettabile la decisione unilaterale dell’Amministrazione di togliere voci stipendiali accessorie previste dal contratto come l’indennità ex art. 41 stabile.

    Chiariremo con i nostri legali se tutta questa operazione sia legale e valuteremo pertanto la presenza di estremi di illegittimità cui opporci nelle sedi opportune.

    Riteniamo le scelte dell’amministrazione errate poiché non valorizzano i sacrifici che il personale tecnico e amministrativo ha fatto e sta continuando a fare in questi mesi. Chiediamo con forza un’inversione di tendenza con l’apertura immediata di una fase interlocutoria e la cessazione di ogni passo unilaterale nella riaffermazione della centralità della contrattazione.

    Abbiamo detto, scritto e urlato più volte negli ultimi mesi del 2010 che questo sarebbe successo, ma nessuno, né Direttore Amministrativo né Rettore hanno mai voluto chiarire quale sarebbe stata la loro scelta e ora ce la calano in testa come una bastonata. Hanno parlato di fiducia ma come si può dare fiducia a chi non condivide le proprie idee, ma impone e non accetta critiche altrimenti minaccia perdita di posti di lavoro, ecc.

    Purtroppo nelle minacce ed intimidazioni di licenziamenti e mobilità coattiva, sono supportati da forze politiche locali che non solo non hanno detto una parola in tutti questi mesi durante i quali si addensavano le nubi sul personale tecnico-amministrativo, ma addirittura stanno cercando di mettere a tacere le proteste giustificatissime dei dipendenti in previsione della campagna elettorale per le comunali a Siena.
    Sappiano, tutti questi signori, Amministrazione e politic[ant]i, che i lavoratori non si lasceranno intimidire e che metteranno in atto tutti i metodi a propria disposizione, legali, contrattuali e di protesta, per non sottostare a questi veri e propri soprusi.

    Con ogni mezzo necessario!!!

    CISAL, CISAPUNI, CISL, RdB/USB, UGL, UIL

    _______________________________
    Lettera del Rettore e del Direttore Amministrativo

    Al personale tecnico ed amministrativo
    C.c Alle OOSS e alla RSU di Ateneo
    Gentili colleghi,
    è nostro dovere informarvi sulla situazione del trattamento economico accessorio del personale tecnico ed amministrativo per l’anno 2011. Apartire dal mese di gennaio corrente sarà sospeso il pagamento degli emolumenti relativi al trattamento accessorio, salvo quelli derivanti daimpegni assunti precedentemente alla data del 31.12.2010 (competenza contrattuale 2010).
    Questa decisione è dovuta per due ordini di motivi:
    1) Con la data del 31 dicembre 2010 è decaduto definitivamente il contratto collettivo integrativo in vigore presso questa Università (in quanto non conforme alle prescrizioni del D. Lgs 150 del 2009). Le trattative per un nuovo contratto collettivo integrativo per il 2011 sono inoltre subordinate al fatto che si possa erogare il trattamento accessorio;non è ancora chiaro se sia possibile dar luogo all’erogazione del trattamento economico accessorio in presenza di disavanzi di considerevoli entità per il 2010 e per 2011. Un quesito a tal riguardo è stato presentato al MEF e all’AraN il 28 dicembre u.s.
    2) La somma da recuperare sulle quote del Fondo per il trattamento economico accessorio del personale tecnico amministrativo indebitamentepagate (come emerso dall’ispezione del Ministero dell’Economia e delle Finanze e in base al D.Lgs 165/2001), non è ancora certa, poiché dipende dalla data di decorrenza del diritto dell’Amministrazione al suo recupero. In particolare occorre chiarire se la decorrenza sia da considerarsi al netto della prescrizione quinquennale (e quindi dal 2005) o, ancora, se la decorrenza sia da considerarsi a partire dal 15 novembre 2009, data di entrata in vigore del D.Lgs. 150/2009. Questi dubbi interpretativi sono stati posti all’attenzione del Ministero dell’Economia e delle Finanze e dell’Aran; in base alla risposta le somme da recuperare sono destinate a variare in maniera significativa.
    Siamo in attesa della risposta ai quesiti. Sarà nostra cura informare in merito alla risposta che ci verrà data e, auspicabilmente, revocare lasospensione in oggetto.
    Cordiali saluti.
    Il Rettore Prof. Angelo Riccaboni
    Il Direttore Amministrativo Dott.ssa Ines Fabbro

  2. Diffida all’Amministrazione da parte della UIL RUA toscana

    Prof. Angelo Riccaboni
    Rettore Università di Siena

    Dr.ssa Ines Fabbro
    Direttore Amministrativo
    Università di Siena

    Oggetto: Trattamento accessorio personale tecnico-amministrativo

    Con mail dell’11 gennaio codesta amministrazione informava le O.O.S.S. che il contratto integrativo è “decaduto”. Al riguardo si fa presente che non è nella disponibilità della Amministrazione revocare unilateralmente il contratto collettivo integrativo, né tanto meno dichiararlo decaduto. Il richiamo alla legge 150/09 è assolutamente improprio e inadeguato: come noto infatti la Funzione Pubblica con circolare n. 7 del 2010 a firma dello stesso Ministro ha precisato che il D. 150/09 prevede un sistema graduale di applicazione delle disposizioni in materia di contrattazione integrativa, e tra le disposizioni di applicazione immediata non è prevista la performance, dalla cui mancata applicazione deriverebbe la “decadenza” degli accordi integrativi. Peraltro alcune retribuzioni erogate nelle università sono finanziate e sostenute normativamente direttamente dal CCNL, mentre alla contrattazione vengono rinviati soltanto i criteri e i valori distributivi, oltre che quantificati i successivi incrementi sulla base del disposto contrattuale nazionale. Inoltre, la sospensione dell’erogazione non può essere giustificata con lo stato di notevole disavanzo dell’Ateneo; il dubbio è della stessa amministrazione, che infatti nell’incertezza dichiara di aver chiesto chiarimenti al MEF ed all’ARAN, posizione che riteniamo inaccettabile perché la responsabilità non attiene a soggetti esterni.

    Per quanto riguarda le somme da recuperare, va chiarito che la relazione del MEF evidenzia uno stato di deficit dell’Ateneo, ma il debito non può ricadere sui lavoratori, cui non è imputabile il disavanzo. A nostro avviso è infatti pienamente contestabile l’affermazione che le somme siano state “indebitamente” pagate, in quanto il percorso che ha originato le retribuzioni ha sempre rispettato tutti i passaggi formali e sostanziali. Spetta quindi all’Università pareggiare i bilanci, ma è necessario trovare le risorse in tutto il bilancio, e non scaricare sul solo fondo accessorio i recuperi.
    È a nostro avviso necessario infatti tener conto che la relazione del MEF sembrerebbe evidenziare quale pratica erronea l’aggiunta di risorse al fondo: ma il processo di integrazione dei fondi è legittimo, ed è nelle facoltà negoziali; inoltre le risorse sono state certificate negli anni dai Revisori contabili. Quindi, l’aggiunta di risorse – non vietata dalle norme contrattuali -, da cui ha originato una erogazione effettuata secondo criteri previsti e procedure previste dal CCNL a seguito di regolari accordi di contrattazione, a nostro avviso non può essere invalidata da nessun soggetto, tantomeno esterno, in quanto le OO.SS. hanno sottoscritto accordi legittimi che intendono rivendicare. Era tutt’al più compito dei Revisori accertare che lo stanziamento delle somme fosse compatibile con il bilancio: ma ciò è stato fatto, e quindi si ritiene che i recuperi debbano gravare su altre risorse, diverse dal fondo accessorio, e che qualora incidano sull’organizzazione del lavoro debbano essere oggetto di un apposito confronto sindacale. Infatti, è di tutta evidenza che il recupero – ora per allora – di somme non può gravare, ad esempio, su soggetti diversi da quelli che hanno beneficiato degli accordi.

    Tutto ciò premesso, questa O.S. diffida l’amministrazione a sospendere il contratto o a dichiararlo decaduto, ed intima di continuare ad erogare tutte le remunerazioni previste dagli accordi sottoscritti. Se invece l’Università dovesse procedere alla sospensione, si anticipa che questa O.S. assumerà tutte le iniziative necessarie, a partire dalla valutazione della sussistenza dei presupposti per l’attivazione dell’art. 28 dello Statuto dei Lavoratori per attività antisindacale. Inoltre, per recuperare gli eventuali danni derivanti ai lavoratori, saremmo costretti a dare mandato ai nostri legali di perseguire i responsabili del procedimento in via diretta e personale. Nell’attesa che l’amministrazione sciolga i dubbi interpretativi comunicati via mail alle OO.SS., la scrivente UIL RUA invita quindi l’Università a continuare ad erogare le indennità.

    UIL RUA Toscana
    Segretario Regionale
    Mario Finoia

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