Figuraccia di Carlo Cambi, gemello di Gerry Scotti, sulla strumentalizzazione della morte di David Rossi

Carlo Cambi

Carlo Cambi

Il libero giornalista che ha smascherato l’eretico

Raffaele Ascheri. (…) si delineano sempre meglio i contorni della campagna giornalistica post suicidio di David Rossi. Ieri scrivevo di “tale Cambi” di “Libero”, che aveva scritto un veemente articolo contro l’eretico, accusandolo implicitamente di avere causato la morte del povero Rossi. Non avevo ancora avuto il tempo materiale di fare le mie verifiche, ma questo pomeriggio (a fortiori dopo un aiutino anonimo…) le ho fatte, queste verifiche, e ho scoperto una serie di circostanze stimolanti assai. A prima lettura, me lo immaginavo un giovane cronista precario, obbligato a scrivere quel pezzo vergognoso, incapace di reagire a pressioni varie; tra l’altro, poche settimane fa da “Libero” ero stato intervistato (campagna elettorale?), e soprattutto su quel quotidiano c’era stato l’entusiastico articolo proereticale di Giampaolo Pansa. Di cui si può pensare tutto ed il contrario di tutto, ma che certo non è l’ultimo arrivato, e che ha scritto ciò che “Libero” ha pubblicato non certo per guadagnarci qualcosa.

Questo Carlo Cambi, invece, non solo non è un giovanotto alle prime armi (forse nemmeno alle seconde), ma soprattutto è un giornalista (lui all’Ordine è iscritto di sicuro, non c’è neanche da controllare) molto, molto vicino alla Casta di Siena. In passato, ha scritto per Repubblica, Panorama, l’Espresso; la sua grande ideona è stata la fondazione del “Gambero rozzo”, si presume antitetico a quello rosso. E bravo Cambi. Dice tra l’altro di insegnare “Teorie e politiche del turismo” all’Università di Macerata: roba grossotta, eh? Già nel giurassico 2005, per dire, faceva parte, in qualità di coordinatore, del Comitato scientifico dell’Enoteca di Siena! “Un manipolo di esperti al servizio del vino”: 14 membri, proprio dal Cambi coordinati. Arrivando più a noi vicini nel tempo (lo spazio resta quello), il Cambi il 25 novembre 2011, con Mps messa come era (ed è) messa, presenta un appuntamento letteralmente imperdibile: il Forum del vino. Organizzato da Mps ed Enoteca senesota. Presenti, al suo fianco, tutte le grandi menti che, in modo disinteressato, hanno contribuito a rilanciare la città nel mondo: Vigni Antonio, Ceccuzzi Franco, più Simone Bezzini (toh…); nel pomeriggio (chissà dove sarà stato in mattinata…) si unì all’allegra brigata financo Mussàri Giuseppe. Non mancava proprio nessuno.

«Sono toscano di cultura, di formazione ma vivo a Macerata… e sono felice perché qui le antiche mura dialogano con la campagna e senti con Giacomo Leopardi che l’orizzonte è “Infinito”», ha avuto l’ardire di dichiarare. Anche il povero Giacomino ha citato, il Cambi: chissà cosa ne penserebbe l’inarrivabile recanatese… Esperto di enogastronomia, il buon Cambi – riferito a “L’eretico di Siena” e a “Fratello illuminato” – ha scritto di “indiscrezioni, calunnie, gossip di bassa lega”, verso Rossi; poi ha scritto di una querela contro l’eretico (mai ricevuto nulla, da parte di Rossi); dulcis in fundo, dopo avere citato un pezzo del mio articolo sulla morte di David Rossi, ha sentenziato quanto segue (Libero, 8 marzo 2013): «Forse a quella denuncia (ripeto, a me mai pervenuta, Ndr) di Rossi i Pm di Siena avrebbero dovuto dare più ascolto». Due piccioni con una fava: attacco alla Magistratura, attacco alla libera informazione. Sprecato, per l’Enoteca, un maestro di giornalismo come questo Cambi…

Una Risposta

  1. Raffaele,
    penso che sia giunta l’ora di darci una calmata tutti quanti. Parliamo, discutiamo, vediamo di chiarire fino in fondo i fatti e le situazioni. Ma basta con le dietrologie, basta con gli insulti, basta con le demolizioni, basta con l’odio, basta con le offese e basta col rispondere alle offese con altre offese. Siena è oramai piegata e agonizzante. Il sistema che nei secoli ne tenne alto il nome ha purtroppo subito una involuzione negli ultimi decenni ed ora ne stiamo pagando le conseguenze. L’amarezza è tanta ma per fortuna sembra che abbiamo ancora una magistratura che funziona e che lavora. Non servono quindi sparatorie verbali o giustizie giacobine. Diamoci una calmata e tentiamo piuttosto di risorgere. Ciascuno di noi deve dare il suo contributo come può, qui ed ora, prima che la città bruci completamente.
    Copio e incollo il finale perfetto di un articolo che personalmente trovo tra i più saggi tra quelli linkati da questo blog:

    «Ora è il momento di rialzare la testa. Con gli occhi lucidi, magari, ma la volontà di andare oltre. Ora è il tempo di unirsi, di mettere insieme le forze sane della Città, le idee e gli ideali, di gettare le basi per ricostruire, per risorgere. Noi, che viviamo questi tempi difficili, ne abbiamo la responsabilità storica. Ci vogliono uomini e donne di buona volontà, persone che amano profondamente e sinceramente Siena e che si mettano a disposizione per il bene comune, che mettano a disposizione le loro capacità e le loro energie migliori per Dare. Come si fa in Contrada. Proprio dalle Contrade, dai valori che coltivano, deve venire l’esempio e l’impulso per rendere operativo l’amore per la nostra città-patria. I senesi devono incrementare il senso di solidarietà, mai perduto: il mutuo soccorso che da sempre rende Siena grande, unica.
    La senesità, che è orgoglio per la propria storia, per la propria civiltà e per la propria appartenenza deve farci raddrizzare la schiena, farci essere uniti nei valori fondanti ed eterni che questa città sa esprimere.
    Siena, ispirata dai grandi personaggi che hanno costellato la sua storia, saprà ancora una volta risorgere dalle proprie ceneri.»

    Simonetta Losi. Corriere di Siena, domenica 10-03-2013.

    Raffaele,
    Sei una voce importante di questa città e il tuo contributo alla pacificazione e alla ricostruzione può essere determinante.
    Non lo sapremo mai ma… chissà se non era nelle intenzioni di David innescare una inversione di tendenza?
    Anzi, lo so e ne sono certo: il gesto imperdonabile di David serve a questo.

    Ciao Raffaele,
    con stima e affetto.

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