Il tradimento di Ippocrate. La Medicina degli affari

Roberto Gava. Ho lavorato quindici anni in una Clinica Medica universitaria. Ero ben inserito, perché mi piacevano sia lo studio che la ricerca in ambito clinico, ma non mi ero ancora accorto che quel mondo era inconciliabile col mio desiderio di fondo: individuare le vere radici delle malattie, specie di quelle croniche, e aiutare il paziente ad estirparle. 
Avevo tre specialità e un centinaio di pubblicazioni scientifiche quando presi coscienza che se avessi voluto restare in quel mondo avrei dovuto soffocare e rinunciare per sempre, oltre al mio ‘desiderio di fondo’, anche a quel senso di giustizia e a quel desiderio di lottare, con sacrificio, per la verità e per il bene del malato che fino ad allora avevano orientato la mia persona e la mia carriera medica.
Ho lasciato l’ambiente universitario senza volgermi indietro e ho cercato altri approcci terapeutici, altri Maestri, altre conoscenze, ma con uno spirito di sacrificio e una passione per la ricerca ancora maggiori.
Ora non mi considero un plurispecialista, ma solo un medico desideroso di imparare che cresce specialmente grazie agli insegnamenti continui che riceve dallo studio e dai suoi Pazienti. In conseguenza di questo mio cammino personale, era palese che il lavoro del Dr. Domenico Mastrangelo non poteva lasciarmi indifferente.

La lettura di questo libro mi ha veramente appassionato e la sera tardi, quando dovevo interrompere la revisione delle bozze per limiti orari, la lasciavo con difficoltà e con nostalgia, tanto mi entusiasmava facendomi rivivere le battaglie e le incomprensioni dei miei anni da ricercatore, ma anche riempiendomi ancora di amarezza nel ripensare a quante energie, soldi e vite vengono oggigiorno bruciate inutilmente sull’altare dall’attuale ‘Scienza Medica’ con il risultato non solo di non-guarire, ma di far ammalare sempre di più questa Umanità già abbastanza sofferente.

Scoprire che Domenico Mastrangelo è giunto alle mie stesse conclusioni mi ha donato gioia e tristezza nello stesso momento: la gioia nasce da quel ‘mezzo gaudio’ della condivisione del ‘mal comune’, mentre la tristezza scaturisce dalla constatazione che l’ambiente universitario non è cambiato in questi ultimi trent’anni o, forse, è anche peggiorato.

Mi unisco all’appello che Domenico ha lanciato nel suo Epilogo in chiusura a questo libro e credo di ben interpretare il suo desiderio chiedendo a tutti di lavorare per la nascita di una Nuova Medicina: una Medicina realmente scientifica, personalizzata, a dimensione d’uomo, rispettosa dell’individuo, libera da giochi di potere e di interessi pubblici e privati, una Medicina efficace non solo a livello organico, ma anche sul piano mentale e che consideri il malato in tutte le sue componenti di corpo, psiche e spirito; non più una Medicina solo sintomatica, ma una vera Medicina eziologica.

Perché tutto questo, un giorno, diventi realtà, credo che anche il Dr. Mastrangelo, come il sottoscritto, auspichi che entro breve prenda vita una Nuova Facoltà di Medicina i cui docenti non siano grandi e forti prima di tutto nell’orgoglio, nell’apparire, nel credere di sapere e nell’esercizio del potere personale, ma che siano veri Maestri dell’unica vera Medicina, quella che, prima di essere Scienza, è Arte, un’Arte che s’impara innanzitutto con molto impegno, con disposizione al servizio e sicuramente con una discreta dose di Umiltà, … perché l’Umiltà è la madre di tutte le virtù e in particolare della Scienza, della Conoscenza e della Sapienza.

Domenico MastrangeloIl tradimento di Ippocrate. La Medicina degli affariEditore: Salus Infirmorum

Indice

Perché un altro libro sulla medicina?
Cos’è la medicina
Quale medicina?
La medicina che non guarisce
La medicina che fa male
La medicina che uccide
Affari della medicina e medicina degli affari
Farmaci, frodi mediche ed effetto placebo
La medicina infallibile
Gli errori medici
La “presunzione di scientificità”
Eroi dimenticati della medicina: Jacques Benveniste
Eroi dimenticati della medicina: William Horatio Bates
Eroi dimenticati della medicina: Pierre Jacques Antoine Bechamp
Eroi dimenticati della medicina: Peter H. Duesberg
Mafie mediche all’opera: Il singolare caso del retinoblastoma
Mafie mediche all’opera: Breve racconto del dramma personale di un anonimo ricercatore “mancato”
Epilogo: La Medicina che vorrei

5 Risposte

  1. Domenico Mastrangelo studia e scrive in ambito medico da una vita e vive la ricerca come una passione irrefrenabile in una continua sfida con il sistema che su alcune scoperte e metodiche è stato costruito più per il vantaggio di accademici e camici che per l’ulteriore progresso scientifico e tecnologico e la sconfitta dei multiformi mali che affliggono l’umanità.
    Succede sempre dopo l’epopea dei precursori e il sacrificio degli innovatori.
    Dico subito dell’Autore, perché l’opera che presento è il prodotto finale di un lungo percorso umano e scolastico, universitario e scientifico, termini questi che, specie in questo caso, non si sono sovrapposti ma sono stati vissuti come altrettanti momenti di formazione e di confronto, spesso esitato nello scontro e nel conflitto.
    Nico però è un guerriero per costituzione ed anzi, senza la tenzone possibilmente in campo aperto, pare proprio non sia tranquillo. Che poi abbia voluto cimentare il proprio spirito critico in quasi ogni settore delle scienze biomediche lo dimostrano i capitoli di questo libro che affrontano quasi tutte le questioni più delicate e dibattute della conoscenza e della clinica, della Medicina Ufficiale e delle Medicine Alternative, dei vaccini e dei farmaci, dell’errore del medico e del consenso del malato, ecc.
    Il volume ha vari fini e ce li indica colui che scrive: unificare i saperi e le conoscenze trasformando assistenza e cura in operazioni veramente utili e benefiche, liberando medici e malati dai vincoli delle multinazionali dedite al proprio profitto e non certo al benessere dell’uomo e far questo contribuendo all’opera di informazione e formazione che comprenda tutti, medici, pazienti, cittadini.
    E nell’impresa, con grande umiltà e vivacità, non si lancia da solo, ma lo fa rievocando i Grandi del passato non abbastanza presenti nell’attuale realtà, perché poco funzionali ad interessi e intrighi.
    Chi presenta non può – in ragione della materia medico-legale – che plaudire ad una iniziativa editoriale che appare prezioso strumento per un non formale e farisaico adeguamento della res medica alla lex, reputata da troppi operatori della sanità un molesto richiamo a norme e sentenze di cui i “dottori” farebbero volentieri a meno: d’altra parte, solo una consapevole conoscenza di materiali e metodi dell’arte medica può far passare dalla fase della stregoneria e della burocrazia a quella del corretto rapporto e della appropriata terapia, dalla visita medica al consenso informato.
    Il Sistema Sanitario scricchiola sinistramente e in alcuni casi si è passati dall’eccelsa bioetica alla deontologia corporativa, dalla modernità alla spersonalizzazione, dalla malasanità discutibile alla delinquenza conclamata, come nel caso dei criminali in camice della clinica Santa Rita di Milano!
    Il testo corre tutti i pericoli che attendono coloro che non tengono in considerazione quel che un grande poeta aveva ben presente:

    «Sogliono essere odiatissimi i buoni e i generosi, perché ordinariamente sono sinceri e chiamano le cose coi loro nomi. Colpa non perdonata dal genere umano, il quale non odia mai tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi lo nomina. In modo che più volte, mentre chi fa male ottiene ricchezze, onori e potenza, chi lo nomina è strascinato in sui patiboli.»
    Giacomo Leopardi, “Pensieri”

  2. Peccato non esista il tasto “mi piace” come in facebook. Intanto ho comprato il libro e lo leggerò con avidità… e poi ho già condiviso il tutto su facebook…

  3. …Mauro Manganelli mostra sensibilità ad argomenti che sono di sicuro interesse anche per la “comunità accademico – scientifico – lobbistico – affaristico – sanitaria senese” sulla quale molto ci sarebbe ancora da dire, nonostante lui e il grande Cosimo siano, al momento, i soli ad aver commentato (Loré sembra averlo fatto direttamente sul libro).
    Per questo mi sento di elogiare e ringraziare Mauro Manganelli (che spero di conoscere) auspicando che il dibattito si apra anche su argomenti come questo (la medicina degli affari) che evidentemente interesano anche questo blog, questa università, questa azienda ospedaliera nonché questa città.

  4. Carissimi non ho letto ancora il libro… lo leggerò presto… ma senza leggerlo vi posso dire che il cancro porta nelle tasche di qualcuno 7 trilioni di dollari l’anno, di cui Euro 140.000 da parte mia che mi sono lasciato ingannare e fare 20 sedute di radioterapia inutili ad una vertebra che mi hanno rovinato la vita Risultato polineuropatia cronica agli arti inferiori e il tumore viaggia e avanza. Vi prego prima di fare qualunque cosa: operazione, chemio e/o radio informatevi bene… ve lo dico con il cuore che il mio “errore” sia perlomeno di esempio per qualcuno.
    Un fraterno abbraccio

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