Il tormentone agostano per l’ateneo senese, il waka waka accademico che sta rendendo un pessimo servizio all’interessata, riguarda il nome del prossimo direttore amministrativo. È il Corriere di Siena che intona il motivetto, con le movenze, i passi giusti, e i cori in sottofondo, ancor prima che i due rettori avessero deciso la procedura per la scelta del dirigente. Comincia l’8 agosto Sandro Benetti con foto della designata e titolo eloquente: «Ines Fabbro per il dopo Barretta; già direttore amministrativo dell’università di Bologna con Roversi Monaco e Pier Ugo Calzolari, è considerata dirigente di ferro, Cavaliere della Repubblica.» In seguito, però, l’emissione del bando per una “selezione pubblica” del direttore amministrativo spiazza i fautori del progetto, al punto che, il 13 agosto, interviene con durezza Stefano Bisi sul suo blog per dettare la linea a questi universitari sprovveduti: «Chi sarà il nuovo direttore amministrativo dell’Università di Siena? È stato finalmente emesso il bando per la scelta (…). Il nome più gettonato è quello di Ines Fabbro. Ma chi lo sceglierà? Il rettore uscente Silvano Focardi o il successore Angelo Riccaboni?» Molto opportunamente, un commento a firma Valeria L. fa notare che: «La domanda nella sua evidente e voluta irriverenza è di certo accattivante come effetto, ma forse poco “educativa” equivalendo a dire (e dandolo di buon grado per assunto) che i concorsi sono solo una mera legittimazione formale di esiti già prestabiliti. Ciò appare lesivo verso la figura, l’autorevolezza che entrambe le persone citate (Focardi e Riccaboni, n.d.r.), invece, meritano in virtù del loro ruolo presente e futuro.» Da quest’orecchio, però, Gaia Tancredi non ci sente e sul Corriere di Siena del 21 agosto rincara la dose: «Ines Fabbro favorita. I colloqui dei candidati saranno pubblici e si svolgeranno il prossimo 3 settembre da parte della commissione preposta. Tutto alla luce del sole quindi, senza alcuna iniziativa personale che avrebbe sollevato nuove ed inutili polemiche.»
Eloquente il botto finale di Gaia Tancredi che, evidentemente, avendo studiato e analizzato comparativamente i curricula dei candidati e prefigurando le loro risposte nei colloqui che si devono ancora svolgere, può scrivere il 31 agosto sul Corriere di Siena, con foto in prima pagina della vincitrice in pectore: «Fabbro, il cui curriculum sembra imbattibile, favorita fra 42 aspiranti alla poltrona di direttore amministrativo dell’università. Capacità, esperienza, credibilità e tanta autorevolezza sono le doti che si richiedono al nuovo manager dell’ateneo senese e dalle quali non si potrà prescindere nel criterio di selezione. Ci vuole un curriculum di grande spessore e una personalità spiccata. Lo diciamo da giorni che Ines Fabbro, già direttore amministrativo dell’università di Bologna e riconosciuta come una delle figure più autorevoli in questo campo, rappresenta la soluzione ideale. La sua carriera parla chiaro e sembra garantire tutto ciò di cui la nostra università ha bisogno. Resta lei anche di fronte a tanti aspiranti quella che sulla carta ha il bagaglio più prestigioso da far valere.» Quindi tutti gli altri candidati, parola del Corriere di Siena, sono sprovvisti delle doti richieste. E per chi non lo avesse ancora capito, il 1° settembre Gaia Tancredi ripete, come una litania, che «Ines Fabbro, come già più volte sostenuto dal nostro giornale, sembra essere la figura più adatta a cui affidare questo compito, se si considera l’esperienza maturata con successo all’università di Bologna.»
Tutto questo è veramente sconcertante. Intanto, chi è stato a suggerire, ancor prima che si bandisse il concorso, il nome di Ines Fabbro al Corriere di Siena? Perché bandire un concorso pubblico (con spreco di tempo, energie e denaro) quando il nuovo rettore (così si dice, ma io non ci voglio ancora credere) in cuor suo ha già scelto? Perché Riccaboni, se proprio ci tiene ad Ines Fabbro, con la quale tra l’altro collabora sin dal 2003, non ha fatto ricorso all’Art. 55, comma 3 dello Statuto che gli consente di conferirle l’incarico di direttore amministrativo? Non ci sarebbe stato nulla da eccepire! Io non so se Ines Fabbro sia una “dirigente di ferro”, né se si riconosca in tale definizione; certamente, però, qualunque sia l’esito del concorso la sua immagine ne esce compromessa. E in questa situazione la Commissione (composta da Angelo Riccaboni, Bernardo Mattarella e Giovanna Colombini) quanto potrà mai essere credibile, se veramente sceglierà Ines Fabbro? E Riccaboni doveva proprio far parte della Commissione? Altro dato inquietante. Com’è possibile che un giornale continui sistematicamente ad interferire nel regolare svolgimento della competizione per l’elezione del rettore ed ora per la “selezione pubblica” per l’individuazione del direttore amministrativo, con l’esplicita intenzione di condizionarne l’esito in favore di un candidato? Infine, dobbiamo forse dar ragione a coloro che riconducono anche quello che sta succedendo nell’università di Siena alla guerra di massoneria con la quale le logge si contendono Siena?
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Può darsi che ci sia lo zampino della massoneria in questa vicenda, ma io credo più realisticamente che sia la Cgil (oltre al Professor Riccaboni) a voler Ines Fabbro come direttore amministrativo dell’Università di Siena. Si vada a vedere il Convegno Nazionale su «Il lavoro che cambia. Il personale tecnico-amministrativo nell’Università delle autonomie» dove tra gli ospiti e relatori troviamo il nostro Loriano Bigi (è consigliata la lettura della sua relazione) e la Dottoressa Ines Fabbro.
http://www.flcgil.it/live/web_cronache/2007/aprile/convegno_nazionale_il_lavoro_che_cambia_il_personale_tecnico_amministrativo_nell_universita_delle_autonomie_seconda_giornata
Una domanda sorge spontanea: perché si è risolto il rapporto della dott.ssa Fabbro con l’Università di Bologna? Attualmente quale incarico svolge?
La domanda di Billy mi ha stimolato a fare una ricerca sul web. Ebbene, non sono in grado ancora di rispondere alla sua domanda, ma sarebbe interessante leggersi il seguente articolo del 22 settembre 2009: «L’operazione trasparenza di Unibo… con qualche alone di opacità».
http://www.proletaria.it/index.php/proletaria/Scuola/Universita/L-operazione-trasparenza-di-Unibo-con-qualche-alone-di-opacita
Un passo dell’articolo mi sembra oltremodo illuminante: «…gli ultimi due rinnovi triennali dell’incarico alla Fabbro erano stati presentati al Consiglio di Amministrazione di Unibo con niente più che un titolo sul faldone delle pratiche: “Rinnovo di incarico per il posto di Direttore Amministrativo”. E niente altro! Nessuna riga, in nessun documento di accompagnamento, che riportasse obiettivi, attese, programmi e… emolumenti! Inoltre, nessun concorso e nessuna “esplorazione”, dopo i già 9 anni di direzione della Fabbro, erano stati previsti. Era questa la “trasparenza” amministrativa di Unibo. Le due pratiche – una del 2003, l’altra del 2006 – furono oggetto di ricorso al TAR da parte di membri del CdA, rappresentanti del Personale Tecnico Amministrativo aderenti all’attuale UdB, il sindacato di base presente nell’ateneo felsineo. Il TAR dovette trovare cavilli ed “errori formali” nei ricorsi per assolvere l’operato dell’Università. La giustizia era ancora una volta dalla parte del più forte, ma il quesito rimaneva.»
Come si vede siamo ben lontani dall’aureola di santità con la quale il Corriere di Siena ha descritto la Dott.ssa Fabbro: «una delle figure più autorevoli in questo campo che rappresenta la soluzione ideale». Ancora una volta dobbiamo chiederci quali interessi si stiano portando avanti: quelli di questo moribondo ateneo oppure quelli di un gruppo nuovo/vecchio con finalità ben precise che non coincidono con quelle dell’istituzione.
Rispondo a Billy dopo aver consultato un articolo di Ilaria Venturi (La Repubblica, 21 giugno 2008): il contratto del direttore amministrativo scadeva a dicembre 2009 e questa volta l’Università di Bologna ha avviato una selezione pubblica per l’avvicendamento con la Fabbro.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/06/21/stop-alla-scelta-del-direttore-dell-alma.html
È a questo articolo che si è rifatto il Corriere di Siena, prendendo a piene mani interi brani che riguardano la Fabbro, quali: «Ines Fabbro, approdata all’Alma Mater nel 1989 come responsabile del settore Gestioni patrimoniali, quindi nominata direttore amministrativo nel 1993 con Roversi Monaco e poi confermata a più riprese nell’incarico da Pier Ugo Calzolari. Ines Fabbro, dirigente di ferro, Cavaliere della Repubblica, lascerà dunque il posto che occupa da quindici anni.»
Scusate l’intrusione, ma mi meraviglio che qualcuno possa ancora meravigliarsi per quello che dice (o non dice, come dell’articolo del Foglio quotidiano di ieri) il dott. Bisi. È il politico militante più attivo di Siena, ogni sua mossa sul giornale è studiata ad arte.
Quindi leggete tutto in quest’ottica: quello che lui sponsorizza viene dall’Alto, dai Potenti che hanno interesse a tenere la città nell’ignoranza dei processi reali in corso, non dubitatene.
Decalogo di sopravvivenza
Segnalo alcuni fattori attinenti alla logica più elementare (non la disciplina di elevato livello scientifico) e all’etica che regola naturalmente ogni rapporto umano:
– dopo trattamenti e tradimenti simili neppure un cane randagio scodinzolerebbe con cieca fiducia!
– sono stati prodotti danni devastanti definitivi a tutti i membri della comunità accademica senese
– la offesa morale ed il degrado esistenziale non sono riparabili con alcuna operazione finanziaria
– per anni passati e futuri è sospesa la ricerca, ragion per cui esiste l’istituzione universitaria
– l’uso illecito del pubblico denaro è avvenuto e per tempi protratti grazie a complicità ed omertà
– le persone coinvolte sono troppo numerose e con ruoli talmente autorevoli da esser solo associate
– quel che è accaduto è conseguenza di un sistema che ha messo profonde radici in una città abulica
– miseria e malaffare son venuti alla luce eppure non s’è nemmeno parlato d’estirpare la malapianta
– la stampa che si è interessata del misfatto sta virando verso versioni indecenti e inquietanti…
– senza retorica si può affermare che chi reggerà e amministrerà avrà in mano solo il nostro onore!
Faccio appello a coloro che hanno dedicato oramai la vita alla università per lo scatto di orgoglio che ci eviti l’irricevibile insulto dell’ennesimo ripugnante raggiro.
Prof. Cosimo Loré
Quid pluris
Il fatto che la mia voce rimanga isolata dovrebbe costituire motivo di allarme per chiunque volesse conservare qualche speranza di decente permanenza nell’ateneo e nella città che ancora godono della stupita ammirazione dei popoli di tutto il mondo!
Cosimo Loré
Tutto ok, professore! L’ammiro, sinceramente, anche se non so della Sua perizia come medico legale!
Non capisco perché Riccaboni non doveva far parte della commissione… è lui il rettore designato (salvo riconteggi…)… chi altro ci doveva essere?
Ha ragione Ghinacco! Più che alla massoneria penserei, con più sano realismo, ai canali con cui ci si presenta in Società, in una città di provincia come Siena. Come si presenta Riccaboni? Con: Rotary Club Siena Est, Partito e Sindacato. Per il sindacato ne ha parlato Ghinacco; per il Partito si sa tutto; per il Rotary basta leggere le iniziative di giugno 2010
http://www.rotarysienaest.com/index.php?option=com_content&view=article&id=92%3Agiugno-2010&catid=26%3Astorico-bollettino-0910&Itemid=170&showall=1
o quelle del febbraio 2009
http://www.rotarysienaest.com/index.php?option=com_content&view=article&id=26%3Afebbraio-2009&catid=4%3Abollettino-anno-2009&Itemid=27&layout=default&date=2010-02-01&limitstart=3
Ma proprio il Rotary apre uno scenario interessante: la foto che accompagna gli articoli del Corriere di Siena ritrae il direttore amministrativo prescelto dal giornale, cioè la Dott.ssa Fabbro, in una riunione del Rotary Club di Cesena. Può non voler dire nulla, anche perché non si sa neppure se la Dott.ssa Fabbro sia socia del Rotary. Però questo è quello che Internet ci offre.
@ cal
Riccaboni, per trasparenza e per democraticità, ha deciso di fare un concorso e di non usare i poteri che lo Statuto gli attribuisce. Nel momento in cui ha deciso che sia una Commissione imparziale a scegliere per lui, avrebbe dovuto tirarsi fuori e sottostare per obiettività e trasparenza al giudizio della Commissione. Non può seguire un metodo trasparente nella forma e autoritario nella sostanza; infatti, lui da presidente della Commissione farà in modo che passi il suo candidato, quello stesso che non ha voluto scegliere in base alle prerogative concessegli dallo Statuto.
Laura, è possibile avere un riscontro delle capacità di un professore universitario specialmente se dedito non a speculazioni astratte ma al confronto continuo con altri operatori afferenti ai settori più diversi non solo esaminando il curriculum vitae ma leggendo anche i libri pubblicati sulla base dell’esperienza sul campo http://www.scienzemedicolegali.it/volumi.html
e soprattutto verificando qualità e meriti dei collaboratori http://www.scienzemedicolegali.it/collaborazioni.html
con cui condivide le indagini scientifiche e peritali.
Così è – o dovrebbe essere – in medicina legale e in criminologia, che spaziano dalla psicopatologia alla tossicologia, da genetica a medicina sociale.
In effetti il vero fine della cosiddetta carriera universitaria e il chiaro stigma di conseguita magistrale maturità stanno nella qualità del gruppo di allievi divenuti docenti che il professore riesce a formare (nel caso di chi scrive facilmente reperibile sol che si aprano le pagine sottese al nome).
Una volta tutto questo si chiamava “Scuola” è vi era una stimolante competizione in cui vinceva la miglior qualità delle opere prodotte e dei corsi tenuti.
Quando c’era l’Università sia i Docenti che i Discenti accorrevano a Siena attratti dalla fama della sede e la Città del Palio era orgogliosa d’esser punto di riferimento non solo delle libertà comunali e dei diritti civili e di artisti e mercanti ma anche di cultura accademica…
E ci si vantava di aver Maestri di tal valentìa e d’essersi con costoro laureati e di averli potuti ospitare ed ascoltare!
Oggi molto miseramente si succedono anonime ore di didattica a piccoli e grandi gruppi per studenti i cui compiti e pensieri primari son la compilazione di fogli di presenza da firmare e di questionari a risposta multipla per valutazioni sui docenti (… questi da non firmare…) per alfine arrivare agli agognati esami finali su registri che s’accumulano su tavoli di docenti impegnati da una compilazione cartacea che resiste ad onta di una inutilmente ed insistentemente implorata informatizzazione.
«E in questa situazione la Commissione (composta da Angelo Riccaboni, Bernardo Mattarella e Giovanna Colombini) quanto potrà mai essere credibile, se veramente sceglierà Ines Fabbro? E Riccaboni doveva proprio far parte della Commissione?» Giovanni Grasso
Mi sembra molto saggio quanto afferma il curatore del blog. Effettivamente Riccaboni avrebbe potuto, ed a mio parere dovuto, scegliersi il Direttore Amministrativo, assumendosene tutte le responsabilità. Come fece Tosi (con Semplici, Pafumi, Caronna, Bigi) ed ha fatto Focardi (con Bigi, Miccolis, Barretta). Non è accettabile il comportamento di Riccaboni, che si fa “bello” ma “impone”, nell’eventualità dovesse passare la Fabbro, il suo candidato come se fosse stato scelto dalla Commissione. Infatti che credibilità può mai avere una Commissione imposta dal Riccaboni medesimo? Si tratta di omonimia o la Prof.ssa Giovanna Colombini, membro della Commissione, siede con Riccaboni nel Consiglio di Presidenza dell’«Associazione Toscana-Cina Insieme»?
http://www.toscanacinainsieme.it/index.php?option=com_content&view=category&id=39&Itemid=64
Sbaglio o la Prof.ssa Giovanna Colombini ha scritto un libro (Conservazione e gestione dei beni pubblici. Giuffré, Milano 1989) e Riccaboni ne ha curato una parte (Il nucleo di valutazione negli enti locali)? Tutto questo potrebbe non voler dire nulla, ma certamente in queste condizioni è difficile pensare ad un esito imparziale della selezione pubblica.
…certamente in queste condizioni è difficile pensare ad un esito imparziale della selezione pubblica. Lucio Palmieri
Selezione pubblica in Italia non se ne fa ogni volta che il rito dal bando alla redazione dei verbali non corrisponde ad una seria verifica bensì ad un’infima sceneggiata per ufficializzare esiti preconfezionati di accordi segreti fra parti interessate solamente a scambiarsi favori.
Avviene quasi sempre, almeno a quanto ritiene unanimemente la popolazione e anche a quel che affermano i più nobili e liberi rappresentanti delle istituzioni, come il magistrato siciliano Felice Lima (già segnalato su questo blog):
«Ladri di speranza e di vita
In Italia, purtroppo, nessuna università si sogna di invitare di sua iniziativa un valente studioso né di dare un posto di ricercatore a un giovane non raccomandato da nessuno e, addirittura, straniero.
In Svizzera e negli Stati Uniti, per contro, nessuno si sogna proprio di dare il posto di ricercatore all’amante del professore invece che a uno studioso capace: verrebbe subito denunziato e immediatamente rimosso e condannato.»
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/01/ladri-di-speranza-e-di-vita/55455/
Se si deve credere alle parole di questo uomo di legge coraggioso e colto si deve convenire che
…certamente in queste condizioni è difficile pensare ad un esito imparziale della selezione pubblica!
Caro Prof. Lorè
è stato chiarissimo, grazie. Adesso capisco meglio tante cose che viste dal “basso”, dalla parte degli studenti sono molto più opache o incomprensibili.
Grazie, ma quant’è dolorosa questa deriva e quanto soprattutto per chi ci “crede” o ha creduto nell’istituzione. La polemica di cui parlate per il DA è di nuovo molto penosa.
Se nasce in questo modo la carica nuova che affidabilità può dare? Possibile non ci sia niente di positivo?
Domande senza risposta
1) Quanti soldi tra le varie forme di retribuzione hanno incassato rettori e direttori succedutisi da quando i conti dell’ateneo erano in ordine?!
2) Quanti danni sono stati causati al personale ed all’erario, alla ricerca e all’immagine?!
3) Quando saranno restituiti i soldi e risarciti i danni?!
La misura è colma
Chi si affanna tanto per governare ed amministrare quel che rimane delle nostre vite non si è degnato di dare mai un segno di seria discontinuità con il passato e di sincera volontà di fare giustizia per cui crede di poter fare quel che gli pare e piace!
Un passo indietro!
…cca’ nun c’è sta’ ‘o mare…
http://www.youtube.com/watch?v=yrZ3N-Ej4ec&feature=related
Nell’Angolo dell’Unto di Vezio Rossetti (4 settembre 2010) si legge: «La commissione di valutazione dell’università di Siena ha scelto Ines Fabbro come direttore amministrativo. Per dieci anni ha ricoperto lo stesso ruolo nell’ateneo di Bologna, che non è quello di Caccamo.»
Alcune brevissime considerazioni:
1) Siccome il “Corriere di Siena” e questo blog, che ne ha descritto analiticamente l’evoluzione e l’esito, non sono indovini è evidente l’irregolarità di questa “selezione pubblica”.
2) Mi sembra che nessuno abbia messo in discussione le competenze della Fabbro, ma paragonare l’ateneo di Bologna a Caccamo per valorizzare e giustificare la scelta è stupido oltre che pericoloso. Se qualche anno fa si fosse fatto lo stesso paragone tra l’ateneo senese e Caccamo, con riferimento alla gestione amministrativa, tale paragone si sarebbe ben presto rivelato offensivo per Caccamo.
3) Taroccare platealmente un concorso quando si sarebbe potuto ottenere lo stesso risultato in modo regolare è da imbecilli.
4) Quel che sta passando in sordina è la presa per il culo degli oltre 40 candidati (qualcuno ha sopportato anche spese di viaggio per venire a Siena) che ingenuamente hanno pensato ad un concorso regolare. Ma forse ci sarei caduto anch’io nella trappola perché il ragionamento che si fa in questi casi è il seguente: per la figura del Direttore Amministrativo di solito non si fanno concorsi; se a Siena hanno deciso di fare una selezione pubblica, evidentemente non hanno un candidato e desiderano scegliere sulla piazza.
Forse Ghinacco non ha letto l’articolo de “La Nazione” di oggi che sembra tutto ispirato dai commenti di questo blog, con particolare riferimento proprio ai rapporti (suggeriti, guarda caso, da Ghinacco) del nuovo Direttore amministrativo con la Cgil. Sarebbe utile che il curatore del blog allegasse tale articolo. Grazie.
Eccolo!
Beh se si valuta il cv e una è stata 15 anni DA a Bologna è facile che vinca… lo capisce chiunque…
…se si entra in una bisca non si può pretendere che si giochi pulito! E le selezioni pubbliche si presumono truccate ma si confermano tali appena i controlli verificano i tempi di un concorso. Come ben risulta fin da quelli per magistrato che sono una truffa ormai acclarata. Per cui da chi si può poi reclamare se giudice si diventa in tale modo?
Si legga Le toghe ignoranti (L’Espresso 9.9.2010)
dove il nostro esperto avvocato penalista Berardi ricorda il calvario della ricerca della verità su imbrogli a catena per truccare prima ed occultare poi la serie di crimini commessi dalla schiera di magistrati e politici che lo bocciarono nel 1992, lo boicottarono intralciandone il ricorso per ben 16 anni e nel 2008 al CSM riconobbero che vi eran tutte le condizioni truffaldine denunciate ma non presero provvedimenti su truffatori e truffati!!!
Nel nostro volume Medicina Diritto Comunicazione, Giuffrè Milano 2005, scrivevamo quel che segue…
«L’attività dei seri ricercatori, la formazione dei giovani studenti, la memoria dei grandi maestri sarebbero meglio garantite se si provvedesse ad una più seria verifica (i concorsi sarebbero pubblici…) della idoneità oltre che della capacità di chi aspira ad indossare una toga.
Non meno coraggiosa la denuncia dell’avvocato Pierpaolo Berardi nata nel 1992, anno in cui consegnò i propri scritti al concorso per magistrato, grazie alla legge 241 del 1990 che gli ha consentito di verificare con quale fraudolenti trucchi e impudichi marchingegni arraffarono la toga molti candidati (gli scritti sarebbero da pubblicare e studiare per far comprendere le ragioni reali di alcune disfunzioni della giustizia…).
Su tale indagine vi sarebbe stato il silenzio-stampa (di fronte a fatti simili non c’è destra o sinistra che tenga…) se non avessero ritenuto di rendere pubblica questa vicenda – che a ragione si può definire storica – due giornalisti che onorano la professione e che riteniamo doveroso citare: Massimo Numa (si veda La Stampa di giovedì 9 settembre 2004 a pagina 12, Lo strano concorso che fa tremare trecento magistrati) e Anna Maria Greco (si veda Il Giornale di venerdì 10 settembre 2004 a pagina 10, Dopo dodici anni, concorso «sospetto», 275 toghe rischiano il posto).
La convinzione di molti all’interno ed all’esterno degli ambiti giudiziari ed accademici è che si tratti purtroppo di aree affrancate da ogni forma di controllo e caratterizzate dall’assoluto arbitrio…»
In sostanza e in sintesi vi è un assai consistente rischio – nel caso si vogliano adire le vie legali – di incappare in giudici delinquenti ed ignoranti indegni della toga indossata con cupa alterigia…
Non è senza motivo se definisco l’attuale società “Repubblica Criminale Italiana”.
Prof. Cosimo Loré
http://dailymotion.virgilio.it/video/x8wqw4_perdete-ogni-speranza-o-voi-che-ent_creation
«Il suo sarà un compito delicato: oltre a rimettere a posto i conti dell’Ateneo, la Fabbro dovrà ricomporre tutta una serie di fratture interne all’Università, ricompattare un ambiente forse mai diviso come in questi ultimi mesi. Tra i problemi più urgenti, e difficili da risolvere, quello riguardante i posti di lavoro e gli stipendi, anzitutto del personale tecnico-amministrativo e dei precari.» La Nazione Siena, 4 settembre 2010!
Acc… e chi è, Mandrake?
Ghinacco: «Alcune brevissime considerazioni: 1) … 2) … 3) … 4) …»
Ce ne aggiungo io due o tre:
5) I giornali (?) vanno letti per bene, non è che si possono leggere a comodo. La notizia del 3 settembre è che l’attuale Direttore Amministrativo dimissionario Antonio Barretta è stato nominato Direttore Generale della Regione Toscana, dal che discende che
6) Averlo fatto fuori come DA dell’Ateneo (dove stava facendo proprio bene) per farselo soffiare dalla Regione Toscana, cioè da Enrico Rossi che evidentemente ha visto in lui una persona particolarmente capace è da dementi
e
7) se c’è una speranza per l’Ateneo è riposta in un unico ente che ha dimostrato chiaramente di tenere in modo particolare all’Università, la Regione (perché abbiamo avuto modo di osservare negli ultimi due anni che pioggia di aiuti l’Ateneo ha ricevuto da Comune e Provincia, id est dal duo Cenni e Bezzini). Sicché ora l’ottimo Angelo dovrà passare anche dalle forche caudine della Direzione Generale Toscana e chi è il Direttore? Uno che certo non può guardare con simpatia chi l’ha trattato a pesci in faccia. Visto il nuovo DA forse possono evitare la Regione e chiedere i soldi alla CGIL, vediamo se li tirano fuori loro. Sarebbe francamente la prima volta che li danno invece che prenderli e metterseli in saccoccia, ma non si sa mai.
A me tutto questo mi sembra prefigurare un atteggiamento suicida, oltre che particolarmente gaglioffesco, ma i pescatori di balene non sono così dotati per la politica e per la strategia. Sarà per quello…
Grande prof. Loré! Per il resto c’è da nutrire poco ottimismo, vero?
…ottimismo nelle previsioni no, nelle azioni sempre!
I comunisti seri (se ne vedono sempre meno) sono arrivati a teorizzare “il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà” (A. Gramsci)
P2? P3? Il Bisi? Ma via… si sa che a Siena la cupola è rappresentata dalla pianlaghese…
Essere a un tempo capo della massoneria toscana, la più numerosa d’Italia, e portavoce informale della banca MPS, Le sembra poca cosa? Vabbè che siamo nel Paese di Pulcinella e il PD nota solo le incompatibilità degli altri, ma per Siena una situazione del genere in passato non esisteva, mi dicono i “grandi”.
In previsione delle tante iniziative che ci saranno il prossimo anno per ricordare l’unità d’Italia, ma qualcuna è già in corso, consiglio di leggere il libro “Terroni” di Pino Aprile.
Considerato il gran numero di studenti meridionali che frequentano l’università senese, dovrebbe interessare diverse persone.
Riceviamo avviso di conferenza:
riprendono le iniziative di Università Aperta con la conferenza di Mercoledì 29 Settembre 2010 alle ore 17.00 presso l’Aula Magna dell’Università di Siena sede di Grosseto, Via Ginori 43.
L’informazione ai tempi del colera
ne parliamo con:
Marco Travaglio giornalista
Perché non l’han fatto venire a Siena? Paga babbo MPS?
O qui a Siena non poteva ignorare l’articolo del Fatto quotidiano? Università Aperta: a che?
Gatta ci cova… Travaglio non sa niente della Massoneria toscana? O ne sa troppo? Chi aiuta a fargli pervenire queste perplessità? Forza dott. Bisi! Lei il modo d’arrivarci lo ha, no?
Vita dura per scuola e cultura!
…si consideri il contesto generale: non si dimentichi la deriva nazionale, che colpisce soprattutto i luoghi della formazione, della conoscenza, dell’informazione, della critica detestati dagli azzeccagarbugli e analfabeti saldamente padroni di governo e opposizione, intenti a spartirsi quel che rimane e a fare spegnere ogni barlume di legalità e civiltà.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/06/ricercatore-per-due-soldi-no-grazie-vado-in-svizzera/57099
Curriculum? Da scienziato indipendente depone malissimo…
Da servo colluso e ricattabile? Si può trovare qualcosa…
In base anche a sollecitazione di lettera comparsa su ZOOM – ma non solo: vi è un blogger de “Ilsensodellamisura” – invito IdV e Rifondazione Comunista a mollare l’alleanza elettorale con il Pd. Se è vero che il noto papabile a sindaco, Ceccuzzi, ha “appoggio” della massoneria. E non tiro fuori le liste del bastonato delle Volte Basse! Hanno occupato tutto… ora un loro dirigente (ciao Joe…) ha tirato calci nei coglioni a due malati di cancro “non allineati”. Sta’ sicuro Joe: è per te che sono andato alla Procura.
No pasaran!
Abbasso il Pd!
Il Bardo
Se a Siena si piange altrove non c’è da sbellicarsi dalle risate ed il degrado locale è in grande parte effetto di quello più generale da cui non si sfugge come si deduce anche da questo sfogo di un milanese:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/09/avevo-un-sogno-nel-cassetto/58624
Di fronte all’indifferenza è tutto inutile, coraggio, scienza, cultura, tecnica, salute.
“La mafia ha vinto anche in Lombardia” afferma il presidente di sos racket e usura.
Da tempo nel silenzio generale definiamo questa “Repubblica Criminale Italiana”.
Siamo ormai al “si salvi chi può” ma le speranze di salvezza si azzerano se si resta soli.
…a proposito, lo sai, caro Giovanni Grasso, che tu ed io e pochi altri siamo considerati “rompi” e per di più ingrati che disprezzano la mangiatoia?!
Come dice il presidente (ex) di SOS racket e usura
«…con questa scelta dell’abbandono cesseranno anche le intimidazioni perché la mafia ha vinto e noi poveri comici mentecatti siamo usciti dal palcoscenico in sordina.»
Che si fa, Giovanni, noi ostinati cronisti senesi nel nostro piccolo – data la pochezza della mafia senese – ci si fa da parte e “si tira a campare”?
No, ma potreste essere meno aggressivi; secondo me state esagerando e in questo modo sciupate i tanti talenti che madre natura vi ha dato (e anche lo stile di questo blog).
Quando la cricca strafascita di Bersani dà degli squadristi ai contestatori di Dell’Utri e di Bonanni (che intascano la solidarietà del fascista Fini et similia), ha ragione Di Pietro – in parte -; meglio contestare: è sinonimo di democrazia. E qui si guarda alla “forma” e non alla sostanza? La forma è il contenuto, direbbe Aristotele, ma in realtà esiste il problema della forma: qui Loré ed altri usano la forma per “sostanziare” il contenuto. Lo capirebbe anche un cretino. Pestare invece i testicoli – oibò m’è sfuggito… ora arriveranno i “Lettori” del Delta e magari qualche idiota squadrista romano… o signorine del firinfiffì… – a dei malati di cancro con nonchalance e in modo istituzionale da parte della mòta pd è invece… decente!
Up patriots to arms!
Vae victis!
bardo
Per Loré et alii
«Tutto il mondo era contro di loro, e loro avevano ragione» Bertolt Brecht
…tifo di Bardo a parte, segnalo che Giovanni ed anche il sottoscritto “lavorano” a questo blog con massima cura per forma e sostanza perché il minimo scivolone non passerebbe inosservato. Quasi cinque anni son passsati senza neppure una minaccia od un annuncio di querela, grazie all’attenta verifica e prudente comunicazione di notizie e riflessioni…
Devesi tuttavia notare quanto poco influiscano sui fatti sia le condotte meritorie ed altruistiche di coloro che nell’ateneo lavorano, sia le parole che al mondo indirizziamo
Tifo? … Contestualizzazione, direi – s e d e t i a m appoggio-e non panegirico!
Intanto dedico la seguente poesia (sennò che kakkio di bardo so’??) a Joe, alla Giunta e al Senato Accademico tutto – e anche ad altri sederi di pietra istituzionali…
Il poeta ai tiranni
In vita mia
molto volli esperire,
come il famoso nàuta;
e quindi l’Alpe,
il mare oceàno,
le scienze,
la donna
e l’arcano.
L’otre ha versato
tutto il vino mielato.
La scure è confitta
sul ceppo squarciato…
…ed Eolo soffia,
ed io non vo’ salpare.
E riposare per sempre
vorrei
in sommità di una collina aprìca
in faccia al mare.
Fecondare la zolla
sotto frondosi argentati ulivi
e che ravvivi l’aria
il canto degli uccelli.
Sarei saziato
solo del sole
e del vento di spume
carpite all’onde
che si frangon là, sullo scoglio.
Ma vorrei sapere
che al popolo non manca il pane,
che un piccino è felice;
e tali le brame.
Meditate però
voi potenti e tiranni.
Qui giace un poeta.
Un uomo libero
con voi sempre in guerra,
anche se gli occhi
ha coperti di terra.
(Poesia pubblicata nel 2007).
Cosimo, ci siam capiti!
Cosimo sa che non v’è alcun panegirico all’imperatore, già autoaccusatosi del delitto tal Agostino ne “Le confessioni”. Io tratto di contestualizzazione, né mi ritengo “Unico” – non sono Stirner -, come dice un’amica leghista del Nord mia ammiratrice – accetto solo il titolo di “nobile poeta”. Cosimo, la lotta è dura, ben lo sappiamo. Son sordi – quei della Casta e della Cricca – alle istanze di giustizia. Noi sappiamo il valore dell’ape quasi ignota (“Kuran”, “Sura dell’ape”). E che?, dovremo spiegarla ai banditi della casta? Giù, nella gehenna! E siam consci, mi pare, di quanto dice Tacito>:
“Muta pecora rientra sempre nel muto gregge”.
Il Bardo
“Muta pecora rientra sempre nel muto gregge”
Invito all’italico Bardo e a tutti gli amici del blog
Giovedì 16 settembre alle ore 18,00 nel teatro del “Centro Culture Contemporanee Corte dei Miracoli” in via Roma 56 a Siena presenterò l’ultima opera di Raffaele Ascheri: Gli scheletri nell’armadio
Ho visto il libro in libreria e se non potrò presenziare lo compro.
Salut!
Er ventre de vacca
‘Na setta de garganti che rrameggia
E vvò ttutto pe fforza e cco li stilli:
Un Papa maganzese che stangheggia,
Promettennosce tordi e cce dà ggrilli.
‘N’armata de Todeschi che ttraccheggia
E cce vò un occhio a ccarzalli e vvestilli:
Un diluvio de frati che scorreggia
E intontissce er Ziggnore co li strilli.
Preti cocciuti ppiù dde tartaruche:
Edittoni da facce un focaraccio:
Spropositi ppiù ggrossi che ffiluche:
Li cuadrini serrati a ccatenaccio:
Furti, castell’in aria e ffanfaluche:
Eccheve a Rroma una commedia a bbraccio.
Roma, 13 gennaio 1833
Al suo borgo
Poesia pubblicata nel Duemila
Nei ragazzini
l’astio è inculcato
dei padri, dei nonni;
e graffia a tradimento
l’artiglio del vile.
L’oste imbicchernato
si dà colte arie
con l’ignorante funzionario
impomatato.
Dalle contrade
escon diavoli scalmanati
e rivedi dugenteschi ceffi.
Questo è il regno
del Monte dei Paschi;
qui l’impiegato si sente
un piccolo re.
Dormienti,
non è il sonno del giusto
il vostro.
La colpa e l’incoscienza
pendono sulle vostre teste.
Plutone avvampa feroce
mentr’io prego Asherah.
E come corollario a questo regno mafioso e del Pd si potrebbe citare Moliere; son come il suo Arpagone: non danno la buonasera… ma “vi presto la buonasera”…
Buonanotte dal
Bardo vigile
Leggere le due interviste (quella di ieri su “La Nazione” e oggi sul “Corriere di Siena”) ad Ines Fabbro, il nuovo direttore amministrativo dell’ateneo senese, è veramente istruttivo. Sarebbe utile che il curatore del blog ne rendesse partecipi i lettori con gli opportuni link. Lasciando da parte le amenità e le inutili domande e risposte di circostanza, c’è da chiedersi come mai, con tutto quello che si è detto e scritto su questo concorso farsa, le due giornaliste non abbiano incalzato l’illustre ospite. Per esempio avrebbero potuto chiedere se considerasse regolare un concorso in cui il nome della vincitrice, cioè il suo, è stato pubblicato prima ancora che si fosse fatto il bando e, quindi, in assenza del numero e del curriculum degli altri candidati.
Infatti, non è un caso se oggi si legge su “il Toscano” e su “il Cittadino online” che La Lega Nord Siena ha presentato un esposto alla Procura come «atto di trasparenza nei confronti dei cittadini che meritano di sapere se l’incarico di Direttore amministrativo all’Università di Siena si sia svolto secondo le norme previste dalla legge o se l’esito sia stato già segnato da tempo.»
Ma c’è di più. Nella denuncia della Lega si parla di una «presunta incompatibilità, per il Prof. Riccaboni, tra il ruolo di Rettore e quello di Sindaco revisore supplente della Banca d’Italia, incarico per il quale potrebbe essere attribuito un compenso fisso, in contrasto con quanto previsto dal Regolamento d’Ateneo e dal Dpr 382/1980, che sanciscono l’incompatibilità, non solo per la carica di Rettore, ma anche per quella di Preside di Facoltà.» Se fosse vero, si riproporrebbe il grosso problema dell’ineleggibilità alla carica di Rettore e quello dell’incompatibilità con la carica di Preside.
Indipendentemente dalla fondatezza o meno dei rilievi mossi, si comincia male, molto male…
Ateneo Siena: la Lega chiama il Ministro Gelmini
http://www.iltoscano.org/ateneo-siena-lega-chiama-ministro-gelmini
Ministro Gelmini non firmi la nomina del rettore. Lo chiede La Lega
http://www.ilcittadinoonline.it/index.php?id=31906
Ghinacco (via Lega): «presunta incompatibilità, per il Prof. Riccaboni, tra il ruolo di Rettore e quello di Sindaco revisore supplente della Banca d’Italia, incarico per il quale potrebbe essere attribuito un compenso fisso.»
Cominciamo a levare tutti questi condizionali (“presunta” “potrebbe”):
Art. 19 Statuto della Banca d’Italia, ultimo comma
«(…) Ai sindaci viene corrisposto un assegno fisso stabilito dall’assemblea, oltre al rimborso delle spese (…).»
Se il percepire un assegno fisso implica il non poter essere a tempo pieno (oltre ovviamente all’obbligo dell’autorizzazione che Riccaboni deve esibire) non poteva neanche fare il Preside e figuriamoci il Rettore. Ergo il Ministro non può firmare il decreto di nomina. Se a questo si aggiungono le presunte (?) irregolarità nell’elezione e nella designazione del DA, più che cominciare male, mi sembra che si stia finendo male. Prima ancora di cominciare.
Di seguito il link agli articoli citati da Ghinacco.
1) Laura Valdesi – Non sono una baby-pensionata (La Nazione Siena, 17 settembre 2010).
2) Gaia Tancredi – Focardi mi ha chiamato, arrivo (Corriere di Siena, 18 settembre 2010)
… se la Lega ha un filo diretto con la ministra, non è che potrebbe buttare là un discorsetto anche su un certo problemuccio che probabilmente impedirà l’avvio regolare dell’anno accademico? Finora quelli della Lega non si sono espressi. Dicono di voler “difendere i lavoratori”: quali lavoratori? Non tutti, evidentemente… mah, comincerò a prendere sul serio la Lega quando ci spiegheranno se in caso di secessione, Poggibonsi si troverà di qua o di là dal confine.
[…] – tale concorso, cui hanno partecipato 49 candidati e che avrebbe indicato un vincitore, è stato oggetto di un esposto che ne lamentava l’eccessiva prevedibilità degli esiti; […]
[…] Grasso. Al “nuovo”/vecchio che avanza nell’Università di Siena: «ccà nisciuno è […]
[…] suo nome su tutte le pagine del documento. 4) Il nome del Direttore amministrativo – fatto prima ancora che si decidesse di bandire il concorso – è stato scelto tra altri 49 candidati, nonostante una sua condanna per illecito […]
[…] la totale assenza di trasparenza che le contraddistingue. Si ricordano, in particolare: la nomina dell’attuale direttore amministrativo e la sua retribuzione (non approvata dal CdA e superiore, […]
[…] persona che lui aveva scelto: la Fabbro, appunto. Allora, perché bandire una “<selezione pubblica” (con una commissione presieduta da lui stesso), alla quale parteciparono ben 49 candidati, […]
[…] Farmaceutiche, Scienze Biologiche e il conseguente scadimento dell’offerta formativa? E della nomina dell’attuale direttore amministrativo e della sua retribuzione, non approvata dal CdA e […]