Erwin Chargaff (scritto del 1979). Uno scienziato che si conceda considerazioni dialettiche sulla scienza dovrà affrontare un dilemma: da un lato, la mirabile armonia della scienza, la sua regolarità, la sua schiettezza, il grande fascino che essa esercita su uno spirito acuto e ricercatore; dall’altro, gli usi di crudele barbarie cui può essere piegata, la brutalità del pensiero e della fantasia che ne sono scaturiti, la crescente arroganza di coloro che la praticano. Nessun’altra attività intellettuale presenta aspetti così contraddittori. L’arte, le lettere, la musica non esplicano alcun potere; è sostanzialmente impossibile sfruttarle o abusarne: se le sinfonie potessero uccidere, il Pentagono avrebbe già da gran tempo patrocinato la «ricerca musicale».
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L’ultimo paragrafo esprime in modo egregio quello che avrei voluto ribattere alle sue considerazioni fatte circa l’Attività di Parole e Musica, nell’incontro piecevole e informale di giovedì sera. Nell’ambito di future e indispensabili azioni di rinnovamento all’interno di questo Ateneo, penso che non sia giusto dare a priori un colpo di spugna all’idea di fornire agli studenti alcune briciole di formazione alternativa. Penso, peraltro, che un concerto del pianista Campanella alla Chigiana, che suona Beethowen o un’opera di Shakespeare ai Rozzi, non abbiano nessuna identità politica, ma possano servire tanto ad arricchire i nostri giovani, allo stesso modo di una formula matematica o di un concetto giuridico. Vedo purtroppo che per molti dei nostri giovani con tanto di laurea accademica, sia una consuetudine dilettarsi con trasmissioni tipo “Paperissima”, “Scherzi a parte”, “Il grande fratello” ecc. ecc. La libertà di scelta è una cosa da rispettare, ma scegliere è giusto quando c’è la possibilità di farlo…
Grazie di cuore per il Suo grande e continuo impegno civile.
dp