Si riporta l’intervento (La Nazione Arezzo, 16 luglio 2010) del Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo il quale respinge con sdegno l’ipotesi di rendere autonomo da Siena il Polo universitario aretino.
NON SIAMO I FIGLI MINORI
Walter Bernardi. La guida Università 2010, realizzata dal Censis assegna anche quest’anno, per il secondo anno consecutivo, alla Facoltà di Arezzo il primo posto assoluto tra tutte le Facoltà di Lettere e Filosofia italiane (41 in totale). Le due Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo senese, quella di Arezzo e quella di Siena, sono considerate, a fini statistici, come se fossero un’unica Facoltà. Un risultato di grandissimo prestigio che ancora una volta premia l’eccellenza e la qualità degli studi della facoltà aretina. Le altre Facoltà di Lettere e Filosofia toscane si piazzano a metà classifica: quella di Firenze è al 14° posto, quella di Pisa al 22° posto. Nessuna altra facoltà dell’ateneo senese realizza una performance così brillante: Giurisprudenza terza, Economia sesta, Ingegneria settima, Scienze politiche nona, Farmacia undicesima, Scienze quattordicesima, Medicina addirittura quindicesima. In questi ultimi giorni di campagna per l’elezione del rettore si sono lette sui giornali alcune dichiarazioni fantasiose di docenti di facoltà che il Censis pone in fondo alla graduatoria dell’ateneo, i quali hanno lanciato nel dibattito elettorale la provocazione di vendere il complesso edilizio del Pionta e far pagare alla città di Arezzo le spese del mantenimento della facoltà, che sarebbe solo «federata» con Siena. Solo così, si dice, l’ateneo potrebbe risolversi dalla crisi finanziaria in cui versa e pagare i debiti. Si spera veramente che si tratti di parole in libertà, prodotte dall’eccesso di calura, anche se è vero che non è la prima volta che vengono riproposte. Se a Siena c’è qualcuno che pensa di rinverdire l’albero cominciando a tagliare i rami più belli e rigogliosi ci sono davvero poche speranze per il futuro.
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Ci mancava l’aretino campanilista. Aggiungo che il Pdl aretino da tempo propugna di fare l’università di Arezzo. La valutazione andrebbe fatta considerando anche la sezione dei costi… quanto costa tenere aperto ad arezzo?
«Si chiuda l’università di Siena e si sviluppi quella di Arezzo, Buonconvento e Colle di Val d’Elsa…..»
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… eh,eh! La prospettiva non è irragionevole e per nulla remota: vedrete che andrà proprio così, dal momento che per esempio la Facoltà di Lettere e Filosofia di Siena nei prossimi anni, da quello che odo, perderà forse un terzo dei docenti causa pensionamento, mentre ad Arezzo son tanti e (come mostra anche la foto del preside) sono tutti giovani e belli. Il ramo, insomma, verosimilmente diventerà più grosso del tronco. Mi chiedo solo perché, visto che oramai tutti blaterano di “regionalizzazione” e che oltretutto le “facoltà”, con la prossima riforma, spariranno del tutto (per cedere il posto ai mega-dipartimenti), non si affronti il discorso della mobilità e della dislocazione dei vari settori su scala più ampia, cercando di concentrare e non disperdere le competenze.
Con tutti gli strulli che ci sono a Siena, non sono disposto ad ascoltare minimamente anche l’ennesimo sciacallo che vorrebbe banchettare con i soldi (i pochi rimasti) di Siena.
Era chiaro che dopo il calabrese e il romano, autori del saccheggio del MPS con Antonveneta, gli appetiti vengono a tutti, considerando ormai i Senesi degli ingenuotti che si fanno fregare da chiunque.
Tappate subito la bocca a questo signore e avanti con la “scissione”.
Volevo anche riprendere la proposta di Rodolfo nel precedente post, uno che non parla tanto ma dice cose giuste. Apprezzo tutte le belle parole, ma ora penso ci sia bisogno più di fatti; la proposta di un gruppo, movimento, associazione che controlli l’operato del Rettore (poi magari anche sul MPS, sulla Fondazione, etc.) mi sembra una grande idea. Potrebbe riunire intorno ad un ideale persone di tutte le ideologie ma con al centro solo il bene della Comunità.
Prof. Grasso, a lei l’onore e l’onere di lanciare questa idea e farla realizzare.
…Censis o non Censis, questa è la dura realtà che leggo sgomento su un comunicato sindacale (cf. Il Cittadino on line):
“Il maxiemendamento in approvazione in questi giorni al Senato e alla Camera sancisce ulteriori tagli importanti sulle risorse destinate alle Università e al diritto allo studio.
A differenza delle precedenti dichiarazioni del Governo di voler investire 800 mln di euro, per il 2011 i tagli complessivi saranno di circa 1 miliardo e 100 milioni di euro.
A partire dal 2010/2011 mancheranno infatti i fondi che il precedente “governo Prodi” aveva destinato alle Università per 550 milioni di euro l’anno, che non sono stati rifinanziati. A questi si devono aggiungere i 400 milioni di euro provenienti dalla manovra dello “scudo fiscale” che non sono stati destinati alle Università e i tagli previsti dalla Legge n. 133/08. Possiamo stimare che il monte totale delle risorse destinate al FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario) nazionale passerà dai circa 7 miliardi e 200 milioni a circa 6 miliardi e 130 milioni.
Conseguentemente il FFO dell’Ateneo senese potrebbe scendere fino a 105 mln di euro.
Anche i finanziamenti per il diritto allo studio che erano stati destinati dalla Legge n. 1 del 2009 in 250 milioni scenderanno a circa 99 milioni.”
“Le conseguenze derivanti dal blocco dei contratti collettivi nazionali sono stimabili con una perdita media degli stipendi dei dipendenti contrattualizzati pari (in euro) a: per un B4 di 3.077, per un C4 di 3341, per un D4 di 4175, per un EP2 di 4441, per un EP5 di 5734.
Per quanto riguarda i docenti, un ordinario di classe 1 perderà in media 21.556 euro, di classe 9 26.675, di classe 14/3 23.553.
Gli associati confermati a t.p. di classe 1 perderanno 15.613 euro, di classe 9 19.241, di classe 14/3 17.022 euro.
Un ricercatore a tempo pieno di classe 1 11.441 euro, di classe 9 14.029, di classe 14/3 12.314 euro.
Le cifre delle tre fasce di docenza sono calcolate sui tre anni dal 2011 al 2013 tenendo presente la perdita media per il blocco di classi e scatti calcolata sullo stipendio annuale lordo, la perdita dovuta al mancato adeguamento annuale per la posizione di riferimento calcolata per difetto sul 2% (lo scorso annuo è stata del 3,77%) e la perdita media annuale a regime consistente in un importo pari a 1,5 scatti (derivante dal blocco degli scatti biennali). E questi importi non verranno recuperati.”
Il governo è al capolinea, ma con i vincoli internazionali assunti di quanto potrà cambiare linea il centrosinistra se mai vincesse? è cosa che a livello nazionale non si può che auspicare. Il problema è: quale centro-sinistra?
Giusto Virgilio con le associazioni democratiche di settore specializzate… ma non potrebbero essere gruppi di lavoro del gruppo che lavora da API e Liste civiche in là per l’alternativa del 2011?
E’ quella la svolta vera e possibile. Che può cambiare finalmente la cornice e introdurre qualche seria novità a livello cittadino (a partire dalla Fondazione dei 3mila euro). Bisognerà ben pensarci, no? Prof. Grasso anche Lei deve decidersi! Forza, signori, è tempo di scelte impegnative, di scendere (lo dico anche per me) dalla gradita scrivania del lavoro scientifico e sporcarsi le mani nel lavoro politico (in senso buono).
L’Università Siena-Arezzo è la migliore in assoluto? Figuriamoci le altre! E quanto abbiamo sofferto coi treni per AR in quel di Magistero!!! Demmo le tesi fra le galline e proffe romani stronzissimi…
Siamo al capolinea!
In compenso dice l’arcagnolo Gabriello, quello della Fondazione che ha visto il Mussari assurgere al paradiso, al Santa Maria del Toti e della Campioni i visitors sono stati… 500.000 per la mostra. All’anima!
Bardo
… non per aggiungere alcunchè all’indagine di Raffaele Ascheri (“La casta di Siena“ e “Le mani sulla città“) ma ritengo che per conoscere il grado di reale interesse e rispetto verso chi a Siena viene da generazioni fiducioso per studiare (ed ammirare monumenti e cimeli di questa nostra magia medioevale…) sarebbe migliore di mille parole qualche documento fotografico aereo dell’attuale periferia senese volgarmente cementificata e violata con innesti anacronistici di negozi e magazzini all’americana oltre a un’onesta iconografia degli antiquati collegamenti pubblici – indegni di un popolo civile – con la city per studenti (e turisti) fuori sede sia toscani che italiani ed infine una serie di sopraluoghi non truccati della ospitalità (si fa per dire) riservata a chiunque una casa per seguire un corso non se la può permettere e ripiega quindi sui cosiddetti posti letto concessi da affittacamere senza scrupoli che rappresentano uno dei proventi positivi per la popolazione locale. Il grande ospedale senese attira utenze da ogni parte e obbliga a frequenze fisse malati e parenti, medici e infermieri, impiegati e fornitori, studenti e docenti, ricercatori e tecnici: nei dintorni il deserto invece delle navette e dei parcheggi, delle residenze e delle mense, a riprova che di acculturare ed assistere a ben guardare non frega a nessuno, ognuno forse convinto di aver qualche carta segreta da giocare per sistemare e avvantaggiare il proprio ristretto clan familiare o sindacale, di partito o di loggia. I “furbetti del quartierino” hanno prolificato anche tra le vecchie mura senesi…
Quando le minoranze hanno proposto di accogliere nel regolamento urbanistico residenze temporanee per lavoratori e studenti la maggioranza ha solennemente bocciato! L’ho saputo proprio oggi, ma dovrebbe essere nei verbali del cons. com. di giugno, mi dicono.
A Siena la magg. si comporta esattamente come il Berlusca a livello nazionale; ho la maggioranza e fo’ quello che mi pare…
A proposito, Laura, ha visto una rettifica sulla questione della divergenza tra quanto detto dal Rettore e nel comunicato dell’Università?
No, nessuna rettifica, ma c’era da immaginarselo.
Piuttosto a proposito di regolamento urbanistico, caro prof. Lorè e Archimede, non avete ricordato che prevede quasi 2mila nuovi appartamenti e che favorirà potentemente lo svuotamento del centro storico. La situazione è già drammatica, da 10mila residenti a meno di 7mila in pochi anni mi dice una collega del Comune. Ma i giornali non ne parlano. Persino Rifondazione ha approvato quel piano urbanistico mentre a Sovicille fanno i puri contro l’aeroporto.
Siamo proprio alla frutta. Meglio andare al mare. Buona domenica, anche ai candidati che non rispondono!
Lasciamo da parte, per il momento, le forbite espressioni del letterato aretino quali: «dichiarazioni fantasiose; provocazione; parole in libertà; eccesso di calura». E se avessimo proposto di chiudere Arezzo – due Facoltà di Lettere non sono più sostenibili – che avrebbe fatto “il giovane Walter”? Rispondo, invece, a Patrizio ricordando che ho ripetutamente scritto in questo blog dei costi, ripresi anche con rilievo dal “Corriere Fiorentino” e dal Corriere di Siena”. Arezzo costa all’Ateneo senese 15 milioni di euro all’anno. Il territorio aretino guadagna circa 10 milioni di euro all’anno per la presenza dell’università ad Arezzo. Rendere autonoma Arezzo vuol dire ridurre il deficit strutturale dell’Università di Siena di 15 milioni di euro ogni anno, scendendo, con il rapporto spese fisse/FFO, al di sotto del 90%.
«Le due Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo senese, quella di Arezzo e quella di Siena, sono considerate, a fini statistici, come se fossero un’unica Facoltà.» Ci dica, il “giovane Walter”, come fa a dire che il primo posto non sia dovuto a Siena? Un aspetto, trascurato da tutti, è che non esiste in Italia una università con un doppione di Facoltà come a Siena. È ovvio che nelle analisi arriva sempre prima: con il doppio dei docenti, con il doppio delle biblioteche, con il doppio delle aule, con il doppio di tutto. Non è così, “giovane Walter”?
Archimede e Laura completano con dati aggiornati e di primaria importanza un quadro drammatico perché mostra come un gruppo di personaggi casualmente al timone della nave senese stia demolendo quello che in millenni di storia era stato mirabilmente fatto il tutto nella più sconcertante indifferenza della cittadinanza vittima di un simile disastro. Ora si deve quindi passare dalle denunce ai rimedi! Non è altrimenti di buon senso né di qualche utilità far conciliaboli estivi e festivi senza muover paglia…
Giovanni, perché immoli il tuo tempo alla dea Ragione in un mondo accademico dove l’unica divinità da onorare viene sistematicamente violata? Non sai che pure ai nostri Colleghi come a ogni umano di prender razionalmente atto della realtà poco cale? Suvvìa…
OK, e il Ministro dovrebbe ricordare che c’è anche la Stranieri e quindi le facoltà di Lettere sono in realtà tre a Siena!
Quanto è razionale? E poi chiudono i corsi di laurea! Una volta fuse, potrebbero fare qualcosa di più organico nonostante i pensionamenti, vi pare?
Anche per i CEL non sarebbe bene? Ma se si aspetta la legge e i decreti attuativi nel frattempo marcisce tutto, no?
…anche ad Arlecchino la Ragione non dispiace…
… ripeto: se non vado errato col prossimo Ddl scompariranno le “facoltà”, per cedere il passo ai megadipartimenti che si accolleranno la gestione, sia della didattica che della ricerca. L’espressione “tre facoltà” (sebbene l’università per stranieri non appartenga all’ateneo senese) diventerà desueta; in ogni caso Siena e Arezzo, da sole, non avranno i numeri in termini di docenti per andare avanti come ora e sarebbe quantomai urgente che iniziasse un pubblico dibattito su cosa intendono farne, compatibilmente col nuovo quadro legislativo che si determinerà. Forse sarebbe stato il caso già da tempo, che invece di continuare cantare ogni anno vittoria per “essere arrivati uno”, mentre lo scafo faceva acqua, si fosse cominciato a discutere su queste cose; ma avendo capito oramai che la regola principale per giudicare le faccende universitarie è la prima legge di Newton, onde per cui vi è una drammatica opposizione alle variazioni dell’andazzo (o moto) e tutto tende all’inerzia, sospetto che prevarrà la considerazione newtoniana che gli oggetti più pesanti hanno un’inerzia maggiore e che dunque più della razionalità, nel riassetto dell’ateneo, conterà il peso politico ed accademico dei professori. Non è detto che ciò porti a cure migliori del male. Occorre vigilanza….
No, Laura! Non è possibile. Guardi bene. Io l’ho fatto tempo fa ed erano dati vecchi (forse al 2008) ma risultavano 11mila residenti. Convengo però con te che che sono sempre pochi per la sopravvivenza fisiologica delle contrade e per il controllo del territorio.
Al tempo del Costituto di cui si riempiono la bocca erano almeno da 3 a 4 volte tanto, senza tener conto di cavalli e altre bestie!
Il capolavoro di piano urbanistico ora approvato ne farà fuggire una parte di sicuro. Se anche parte degli studenti non torneranno in futuro diventerà un centro morto e sepolto, esposto a ogni insulto durante le notti illuminate e sorvegliate male. I giornalini degli immobiliaristi sono pieni di offerte di vendite, comunque sempre molto care.
Scrive Bernardi: «La guida Università 2010, realizzata dal Censis assegna anche quest’anno, per il secondo anno consecutivo, alla Facoltà di Arezzo il primo posto assoluto tra tutte le Facoltà di Lettere e Filosofia italiane.» Bene, ne siamo contenti, anche se non siamo sicuri che il 1° posto sia di Arezzo e non piuttosto di Siena. Ma comunque, voi non siete certo i figli minori, a giudicare da quanto l’ateneo di Siena ha investito su Arezzo, se sono corretti i dati forniti da Giovanni Grasso: circa 150milioni di euro in 10 anni ai quali vanno aggiunti circa 100milioni di euro di guadagni per il territorio aretino portati ad Arezzo per la presenza dell’Università e degli studenti del Polo aretino. Ma proprio perché, come tu dici, siete i primi in Italia è giusto che siate autonomi e camminiate con le vostre forze e quelle del territorio aretino. E poi perché, caro “giovane Bernardi”, come ti chiama Giovanni Grasso, rinunciare alla opportunità che il progetto dell’autonomia da Siena comporterebbe per il preside in carica: candidarsi, finalmente, a Rettore di una università, quella aretina, con la certezza di essere eletto? Senza considerare che il progetto porterebbe ad aprire il reclutamento, ora bloccato, per l’università di Arezzo e quella di Siena, in considerazione dell’abbassamento del rapporto spese fisse/FFO e degli incentivi ministeriali destinati a simili operazioni?
Proviano a fare un gioco?
Dividere il “Polo aretino” tra Lettere (che ha una presenza ormai radicata) ed Economia ed Ingegneria (che quanto costano forse lo sa solo l’attuale candidato a Rettore).
In linea teorica, dovrebbero autofinanziarsi i poli. Il problema è che ci sono strutturati sui fondi di Arezzo… quindi se chiudi/vendi Arezzo gli stipendi di questi signori ti graveranno su Siena.
A Siena domina una cricca e si è estesa da lungo tempo all’Università, una sorta di centrale del KGB o dell’OVRA, fa lo stesso. Il Piano Urbanistico? Un amico defunto me ne raccontò di imbrogli… Ma ora è l’astro di Joe. Quando il sole tramonta escono le Jene ridens e, al buio, i codardi…
Bardo
Avete visto per caso il blog “concorrente”: una pletora di interventi pro Riccaboni, che si danno ragione a vicenda.
Tant’è che la domanda è sorta spontanea: ma che siamo a Mezzogiorno e Mezzo di Fuoco? (vi ricordate: Johnson hai ragione, Johnson hai ragione di dire che Johnson ha ragione ecc.).
P.S. Ho postato il commento più di 12 ore fa nel sito “concorrente” ed è tuttora in fase di moderazione. Certo è un po’ dissacrante (e non certo nei confronti del Prof. Riccaboni, ma verso chi, come si dice, è più reale del Re). Credo, comunque, che sia spiritoso.
…ma …Mauro, questa è l’Italia di oggi!
…ormai sono quasi 24 ore ed è tuttora in fase di moderazione…
…passate 36 ore abbandono ogni speranza…
scrivi qui cosa avevi scritto là…;-)
La verifica dei poteri.
Riccaboni… non è che dietro di lui vi sia la carica della Casta tosiana? Idem per Vicino? Pare che il gioco della caccia alle responsabilità rischi di coinvolgere tutti, inclusi i presidenti del nucleo di valutazione, del livello e del centro di valutazione e controllo… Occorre stare attenti alla tattica reazionaria della Casta “Caos e Guerra”.
Ma i veri colpevoli del buco sono sulla bocca di tutti.
bardo
Segnalo un altro intervento di Bernardi (Corriere di Siena 22 luglio 2010) sulla sede di Arezzo, a mio parere sconclusionato, che necessiterebbe di una risposta da parte di Giovanni Grasso e/o dei lettori.
«Allo spoglio di ieri ha assistito anche il preside della facoltà di Lettere e filosofia della sede di Arezzo, Walter Bernardi, protagonista di una polemica pochi giorni fa con il docente di Medicina (anni fa candidato anche alla carica di rettore) Giovanni Grasso. “Sono contento dell’esito di queste votazioni – ha detto alla fine Bernardi -. Riccaboni è stato sempre un grande sostenitore della sede di Arezzo e per questo motivo noi, in massa, abbiamo votato per lui”. Poi, tornando sulla polemica: “I dati citati da Grasso sulle nostre presunte spese eccessive sono errati. Non è vero lo scenario che lui disegna. E mi stupisco che un professore come lui non sappia che il primo posto in Italia della facoltà di Lettere sia dato dalla media dei numeri di Siena ed Arezzo e non, come lui ha affermato, dalla loro somma”.»
[…] l’università di Siena e si sviluppi quella di Arezzo, Buonconvento e Colle di Val d’Elsa». Così commentavo il 17 luglio 2010 su questo blog, le dichiarazioni del “giovane Walter” Bernardi, che […]
Siamo seri, amici di Arezzo! Lasciamo stare il campanilismo con Siena e chi non è davvero di Arezzo o di Siena si dia una calmata e non parli a vanvera! Siamo seri, dicevo, perché noi aretini sappiamo benissimo che ad Arezzo non ci sarebbero le risorse necessarie per un ateneo aretino completamente autonomo da Siena! La verità è che l’Università di Siena ha investito tanto sul polo aretino, smettiamola di fare i campanilisti per una volta. Noi non ce l’avremmo mai fatta a tirare su un polo universitario da soli.