Roberto Petracca. Sabino Cassese, docente di diritto amministrativo, sostiene che i commissari servono per ottenere tutto subito senza nulla ottenere mai.
Quando nel nostro paese si presenta un problema scatta subito la nomina di un commissario. Infatti ne abbiamo qualcosa come diecimila (più o meno mille o più o meno duemila: non si sa). Con quali risultati non è dato di sapere. Fanno notizia quando vengono nominati ma nessuno ha mai avuto notizia di cosa producano o di cosa abbiano mai prodotto.
Si sa che i costi di ogni commissariamento sono piuttosto profumati: gli stipendi sono più alti del 40-60%. Infatti alla Corte dei Conti hanno una sola certezza: i commissariamenti costano parecchi soldi alla comunità. Un miliardo? Tre miliardi? Non è dato di sapere. Abbiamo una Corte dei Conti strana: non sa quanti commissari abbiamo e quindi non è capace di fare i conti con esattezza e dirci quanto in più ci costano rispetto alle amministrazioni ordinarie. Alla Corte dei Conti hanno comunque il sospetto che i commissariamenti non funzionino perché se risolvono i problemi finisce il loro mandato e quindi finiscono le loro prebende. Infatti, per limitare lo spreco di denaro pubblico, per legge i commissariamenti avrebbero una precisa scadenza. Ma fatta una legge ecco che come per incanto si trovano mille vie per aggirarla. Tant’è vero che a furia di proroghe ci sono una marea di commissari insediati da tempo immemorabile.
Il comune più efficiente del paese è quello di Milano eppure il suo sindaco riceve uno stipendio aggiuntivo in qualità di commissario. La Moratti è commissario all’expo 2015. Ci si chiede quindi se la nomina di un commissario serva per risolvere i problemi o serva piuttosto per distribuire prebende.
E se questo succede a Milano figuriamoci cosa può succedere a Catania, Napoli, Casal di Principe, Gallarate, Canicattì o Castelnuovo Berardenga Scalo. Chi conosce un commissario che ha risolto un qualche problema batta un colpo. Diciamo che, in barba al debito pubblico, i nostri politici hanno un compito improbo: non sanno più a quale santo votarsi per riuscire a distribuire la gran quantità di soldi pubblici disponibili per incanalare consensi e voti. I commissariamenti rientrano cioè nei famigerati costi della politica. Questo è il panorama riguardo ai commissari. In sintesi: cuccano gran soldi senza nulla produrre. Basti vedere cosa ha prodotto e cosa produce Bertolaso, il più famoso di tutti. A cosa servirebbe quindi il commissariamento dell’Università di Siena è facilmente prevedibile: da una parte servirebbe ad usarla come ulteriore scusa per nominare amici degli amici ben pagati in grado di portare voti agli amici degli amici. Dall’altra parte sarebbe l’unico modo veloce per scalzare i comunisti di berlusconiana memoria dalla gestione dell’Università. In effetti, dopo decenni di saldo controllo i comunisti di berlusconiana memoria sono riusciti soltanto a portare l’Università sull’orlo del fallimento. Ma sorge però una questione di non poco conto: dopo il ribaltone operato dal commissariamento nessuno può garantirci che l’insediamento della fazione politica avversa porterà ad un cambio di rotta. Dopotutto siamo quelli che hanno prodotto una delle frasi più ammirate del mondo: “qualcosa doveva cambiare perché tutto restasse com’era prima”. Siamo certi che ci convenga metter mano al portafoglio? Ai colpi di mano continuo a preferire la democrazia. Se non si riesce a scalzare i comunisti di berlusconiana memoria la colpa sta nell’incapacità dei loro competitors. Nessuna meraviglia: si tratta di un fenomeno bipartisan. Questo governo ha demolito l’istruzione pubblica e l’opposizione non se n’è ancora accorta.
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Mi permetto alcune considerazioni:
Ci sono enti pubblici ed enti pubblici: un po’ di storia … in virtù della legge 168/1989 si è introdotto nel sistema universitario il principio dell’autonomia (statutaria, regolamentare, contabile etc. etc. etc.). Per non si sa quale misterioso arcano, il mondo universitario (e quello senese in particolare) si è convinto che si poteva fare tutto, in barba alle leggi dello Stato, e che tutto era legittimo, a condizione che gli organi di Ateneo “democraticamente eletti” lo avessero deliberato …
Vengo al punto: paragonare un ente autonomo come l’Università con altri Enti di natura squisitamente burocratica o tecnica mi sembra alquanto azzardato … forse il paragone con un Comune commissariato per “infiltrazioni mafiose” sarebbe stato più pertinente …
Ci sono persone e persone: abbiamo visto tutto quello che la “banda del buco” è riuscita a fare … preferire un male certo ad uno incerto mi sembra del tutto assurdo …
Ci sono democrazie e “democrazie”: certo, per chiamare democratico l’ordinamento universitario ce ne vuole … un Rettore eletto da professori ordinari ed associati (con intervento incidentale di ricercatori e, pressoché nullo, di personale tecnico amministrativo); un Consiglio di Amministrazione eletto (aspettando la Gelmini) su base corporativa; un Senato Accademico (il vero fulcro dell’Amministrazione) portavoce delle istanze baronali …
Pertanto l’invito continua
C.S. (Commissario Subito)
Per quel che ne so non giudico la gestione Focardi come un male certo. Sia pur con notevoli ritardi rispetto a certi fondati allarmismi (penso a quelli del Professor Grasso) Focardi ha scoperchiato la pentola in via istituzionale e poi si è adoperato per tappare il buco temporaneamente attraverso le dismissioni. Poteva fare di meglio? Certamente sì ma la mia impressione è che sia pure a fatica il sistema è in grado di produrre gli anticorpi necessari senza ricorrere al colpo di mano del commissariamento. Faccio poi notare che il buco di bilancio di duecento milioni è un risultato che avrebbe dovuto permettere per tempo a chiunque di usarlo facilmente per rimpiazzare i colpevoli. Cosa che non è successa e che non sta succedendo. A chi vogliamo dare la colpa? A chi governa? A chi vorrebbe governare? Ad un sistema probabilmente malato? All’informazione? Alla società in generale?
Come è possibile che non si riesca a creare consenso intorno a chi vorrebbe liquidare chi ha causato un buco di duecento milioni? Di chi la colpa?
Succede sempre che quando c’è il caos si invoca la forza bruta di un illuminato. In questo frangente si invoca un commissario con proprietà taumaturgiche incorporate. Un nominato armato di poteri straordinari che arriva e decide in proprio. Senza controlli e senza contraddittorio. Occorre accendere un cero alla Madonna e sperare che operi bene. Non mi sembra il massimo e non vedo in giro moltitudini di illuminati. Non ci incoraggia in tal senso neanche la storia, compresa quella recentissima.
La questione penso si possa affrontare diversamente e in modo democratico.
È da quando frequento questo blog che rimango stupefatto di fronte all’inerzia, di fronte alle voci parlanti nel deserto, tipo quella del Professor Grasso. Col risultato che a candidarsi alle elezioni per il rettorato forse non ci ha manco provato. Dove erano i colleghi? Dove gli amministrativi? Dove gli studenti? Dove i cittadini?
Perché tutto cambi occorre forse lavorare di più per cambiare dal basso il sistema e la sua cultura. A cominciare dall’informazione. Cosa che un commissario non farà certamente perché il suo compito istituzionale sarà solo quello di ripianare il bilancio. Subito dopo riprenderà il tran tran dato che null’altro sarà cambiato. Come a dire che cambierà qualcosa perché tutto rimanga come prima. Se si vogliono cambiare soltanto i colori e le facce senza cambiare davvero il sistema allora il commissariamento può andar bene. Sperando che serva almeno a ripianare il bilancio e a dare almeno un po’ di rifiato all’ateneo, rimandando la soluzione dei problemi strutturali a tempi migliori. Cosa, quest’ultima, che Focardi ha fatto bene senza manco avere i poteri speciali di un commissario.
… se è vero, come è vero, che Focardi ha fatto bene, perché non lo si è rieletto ? … credo che la “banda del buco” si aspetti nuove occasioni e nuove protezioni …
C.S. (Commissario Subito)
Immagino non serva a nulla rivangare che Focardi ha perso prendendo 200 voti in più rispetto a Riccaboni. La cosa è stata discussa ed accettata. Mi adeguo ed ora pro nobis amen. In bocca al lupo a Riccaboni.
Quello di cui a mio avviso si è discusso poco è di tutt’altro registro ma di non meno interesse; la natura avrebbe scommesso a piene mani che di fronte a un buco di 200 milioni a candidarsi e a vincere sarebbe stato qualcuno che non avesse avuto nessun vincolo di parentela, amicizia, partito, sesso, razza, censo e colore della pelle con quelli della banda del buco. Così non è stato. Evidentemente il mondo sta peggiorando ed oramai sbaglia pure la natura se pensa che gli onesti e gli incensurati possano godere di maggior fitness. O semplicemente non c’è più un minimo di spazio per gli ingenui.
…you may say I’m a dreamer, but I’m not the only one…
C.S. (Commissario Subito)
Caro der kommissar il tuo sogno diventerà presto realtà alla luce della mail del rettore arrivata mezz’ora fa… ho finito le parole… anche le parolacce!
Ma chi li faceva i conti???
Vedi che il rettore Focardi stabilizzando ha contribuito al buco; tenendo la famosa relazione Mazars nel cassettino ha contribuito al buco…
@ Machiavelli
il mio sogno non è certo né lo sfascio dell’Università né l’arrivo del Commissario … lo sono invece i rapporti chiari, non dettati dai “tutt’altri motivi” che ci costringono ad agire quasi fossimo agenti segreti … dubitando anche della cosa che sembra più evidente …
[…] Roberto Petracca. Il commissariamento sarebbe l’unico modo veloce per scalzare i comunisti di berlusconiana memoria … […]