Quando, il 13 gennaio 1969, il procuratore generale della corte d’appello di Messina, Aldo Cavallari, dichiarò che il nepotismo nell’università è tanto evidente «che potrebbe essere anche valutato alla luce della norma penale che punisce lo sfruttamento della funzione per interessi privati», non potevamo immaginare di dover aspettare 42 anni per leggere un’altra denuncia del genere. Questa volta è la Dott.ssa Laura d’Alessandro a scrivere parole durissime sul sistema mafioso del reclutamento universitario in una sentenza d’appello presso il tribunale di Roma. L’occasione per tale pronunciamento la si deve alla sistematica attività di denuncia del caro amico Quirino Paris (professore a Davis, USA) destinatario di ben 7 querele da parte dei suoi colleghi di Economia ed estimo rurale. Altre informazioni sul caso nell’articolo: Quirino e la cupola sul sito “Rinnovare le Istituzioni“. La sentenza del giudice D’Alessandro è un raro documento, un vero e proprio saggio scientifico la cui lettura integrale è vivamente raccomandata.
Quirino Paris. Il Giudice del Tribunale di Roma, dott.ssa Laura D’Alessandro, ha emesso una sentenza di forte condanna – morale – nei confronti del sistema di reclutamento universitario operante nel settore scientifico disciplinare AGR/01 (Economia ed estimo rurale) controllato rigidamente per molti anni dal professor Mario Prestamburgo dell’Università di Trieste e dai suoi sodali. Sul sistema dei concorsi truccati, la dott.ssa D’Alessandro ha scritto il saggio più acuto e documentato. Il Giudice scrive: «La lettura della vicenda sintetizzata da parte del p.m. di Trieste … non lascia dubbi in ordine alla fondatezza delle accuse dell’odierno imputato al sistema accademico e specificamente afferenti i criteri di valutazione e conferma dei professori, fondato su una metodologia assimilabile a quella mafiosa.»
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