I vertici dell’ateneo senese sono «ingovernabili e ingovernati non soltanto nel senso dell’efficienza ma soprattutto nel senso di un’idea del governare, di una vita morale del governare»

Gli ultimi 25 anni di governo dell’Università di Siena e le sue attuali condizioni disastrose possono essere descritti efficacemente con le parole che, con un intervento memorabile, Leonardo Sciascia pronunciò il 10 agosto 1979 alla Camera dei Deputati, nel corso del dibattito sulla fiducia al governo presieduto allora da Francesco Cossiga. In quella sede Sciascia affermò che questo Paese è «il più governabile che esista al mondo», dal momento che «le sue capacità di adattamento e di assuefazione, di pazienza e persino di rassegnazione sono inesauribili. Basta viaggiare» – continuava lo scrittore parlamentare radicale – «in treno o in aereo, entrare in un ospedale, in un qualsiasi ufficio pubblico, avere insomma bisogno di qualcosa che abbia a che fare con il governo dello Stato, con la sua amministrazione per accorgersi fino a che punto del peggio sia governabile questo Paese, e quanto invece siano ingovernabili coloro che nei governi lo reggono: ingovernabili e ingovernati non dico soltanto nel senso dell’efficienza; intendo soprattutto nel senso di un’idea del governare, di una vita morale del governare. Tutto ciò che in questo Paese è ingovernabile, eversione e criminalità principalmente incluse», aggiungeva Sciascia, «risiede appunto nel modo di governare».

Meglio non si poteva descrivere l’università di Siena, suggellando in tal modo altri pesanti giudizi, considerazioni politiche e rigorosi rilievi già apparsi su questo blog. Con questo post inauguriamo, una nuova categoria, “trasparenza o invisibilità?”, con la quale daremo pratica attuazione alla decisione di rendere completamente accessibili a chiunque (e senza alcuna schedatura degli utenti) atti pubblici indispensabili per capire come sia potuto accadere tutto ciò.