Cosa riserverà il 2011 all’Università di Siena dipenderà dalla comunità accademica

Cosa riserverà il 2011 all’Università di Siena? Rispondere alla domanda è facile, basta rileggere alcuni degli articoli pubblicati su questo blog nel 2010, di cui si riportano di seguito titoli e link, e riflettere sulla seguente dichiarazione dell’on. Franco Ceccuzzi: ci sono stati «comportamenti predatori nell’Università e chi ha sbagliato deve pagare». I titoli sono del curatore del blog.

Agostino Milani. Ateneo senese: ormai siamo al «redde rationem»

Anfiarao. Università di Siena: risvegli

Giovanni Grasso. La voragine nei conti dell’ateneo senese ed il blocco delle progressioni economiche dei dipendenti

Cecilia Marzotti. Il punto sul dissesto dell’ateneo senese. Reati ipotizzati: falso ideologico, abuso d’ufficio e truffa

Giovanni Grasso. Prime condanne nella concorsopoli senese

Agostino Milani e Massimo Bandini. Ateneo senese: si vive alla giornata e non si interviene sul sistema che ha generato il dissesto

Valter Vecellio. Il caso Delbono e la necessità di una “anagrafe pubblica” degli eletti anche nell’università

Alessandro Rossi. Al “Dies Irae” sull’università di Siena i candidati a rettore intonano “una marcia in fa”

Gaetano Prudente. Chiunque, per il sol fatto di “passare” davanti all’università di Siena, ne diviene dirigente o Direttore Amministrativo

Giovanni Grasso. Crisi dell’università di Siena: non è più tempo di maquillage nei conti ma è l’ora del commissario

Miur (Ufficio Legislativo, settore università). Università di Siena: quando il governo centrale “segue” «il senso della misura»

Giovanni Grasso. Da notitia criminis a prova di reato per la voragine nei conti dell’Università di Siena

Giovanni Grasso. Alcuni dati sui collaboratori ed esperti linguistici dell’Università di Siena

Giovanni Grasso. Altri dati sul sacco dell’ateneo senese

Giovanni Grasso. La Crui sui collaboratori ed esperti linguistici

Giovanni Grasso. Spettatori inerti e/o artefici del disastro veramente si candidano a guidare l’università di Siena?

Stavrogin. Dopo il crac, quale modello di università a Siena nel prossimo futuro?

Mario Ascheri. La crisi dell’università è crisi del “sistema Siena” e non può essere risolta da chi l’ha creata

Angela Ciarrocchi. Ci sarà un risorgimento per l’Università di Siena?

Adalberto Grossi. L’università di Siena è destinata per molti anni a stare in rianimazione

Lorenzo Gaeta. L’università di Siena è cresciuta in modo disordinato, senza criteri di omogeneità e di efficienza

Mauro Barni. Università di Siena: basta con l’autoreferenzialità e con l’autonomia dell’irresponsabilità

Maria Teresa Fabbri. E il proliferare di master che non portano ad uno sbocco nel mondo del lavoro ma servono a far cassa

Giovanni Grasso. A Siena la malauniversità è disordine strutturale, inefficienza endemica, organizzazione mirata a scopi diversi da quelli propri dell’università che, com’è noto, sono didattica e ricerca

Giovanni Minnucci. Con comportamenti seri e rigorosissimi, non più autoreferenziali, caratterizzati dallo spirito di servizio nei confronti dell’università di Siena, tutti insieme, forse, col tempo, una via d’uscita la si ritroverà

Roberto Petracca. Nessuno può rilanciare la didattica, la ricerca ed il prestigio dell’ateneo senese senza un preventivo risanamento strutturale del bilancio

Alessandro Rossi. Occorre un programma coraggioso che riduca il debito strutturale ridimensionando l’ateneo senese ed abbia la forza e l’autorevolezza di sintonizzare le istanze sociali, politiche e sindacali con quelle proprie dell’istituzione universitaria

Roberto Petracca. Per l’università di Siena non “adda passa’ ‘a nuttata”

Stavrogin. Parliamo di ristrutturazione dell’ateneo senese, della sopravvivenza della ricerca e del futuro dei più giovani

David Allegranti. Università di Siena: ridurre il disavanzo strutturale si può, ne è convinto anche il Corriere Fiorentino

Giovanni Grasso. Subito un direttore amministrativo per l’università di Siena

Robert Baden Powel. Per un Rettore che riesca a scrivere il suo nome nei libri di storia e nel cuore della Comunità accademica

Giovanni Grasso. “Mamma li turchi” nell’elezione del rettore dell’università di Siena

Giovanni Grasso. Ateneo senese: “truffa continua”?

Enrico Zanchi. Un apparato amministrativo disastrato, disorganizzato, incapace di tenere sotto controllo una macchina così complessa come l’Università di Siena

Giuseppe Catturi, Enzo Martinelli, Carmine Diurno, Flavio Mocenni, Camillo Brezzi, Angelo Riccaboni, Alberto Auteri. I dati sui residui attivi e passivi dell’ateneo senese mostrano un sistema contabile confusionario e approssimativo, evidenziano errori o infrazioni e la mancanza reiterata di controlli

Michela Muscettola. Subito un premio per chi, con dolo, imperizia e negligenza, ha portato l’ateneo di Siena all’attuale miseranda condizione

Giovanni Grasso. Al “nuovo”/vecchio che avanza nell’Università di Siena: «ccà nisciuno è fesso»

Stavrogin. Riuscirà la nuova dirigenza dell’Ateneo senese ad evitare il fenomeno dei docenti in pensione e degli amministrativi “in cattedra”?

Outis. “Monologo di un ipotetico ricercatore”

Lega Nord Toscana. Immediati chiarimenti, altrimenti tutti a casa

Giovanni Grasso. Ormai è certo: tutti a casa!

Agostino Milani. «Una sinistra terrorizzata dall’idea che una figura terza non consenta di gestire l’Ateneo senese in modo clientelare»

Roberto Petracca. Il commissariamento sarebbe l’unico modo veloce per scalzare i comunisti di berlusconiana memoria dalla gestione dell’Università di Siena

Alberto Monaci e Piero Tosi. Quando si dice che manca “il senso della misura” e, in questo caso, anche il pudore

Giovanni Grasso. Poltrone vacillanti per Formigoni, Cota e Riccaboni

Dimensione Autonoma Studentesca (DAS). Una proposta per l’Università di Siena, da prendere in seria considerazione, viene dagli studenti: «occorre un rettore riconosciuto da tutti» 

Cisal Università, Confsal Snals-Università Cisapuni, RdB/USB, UGL Università, UIL-PA-URLAi sindacati interessa che si faccia chiarezza sulla voragine nell’ateneo senese e che tutti i responsabili siano sollevati dai loro incarichi

Giovanni Grasso. Il vecchio e il nuovo del dissesto dell’Università di Siena

Gaetano Quagliariello. «In attesa che la giustizia faccia il suo corso, l’unica scelta possibile è quella di commissariare l’Università di Siena»

Remo Tessitore e Maria Vittoria Giannotti. Si ricomincia da 3+3 domande a Luigi Berlinguer, ex rettore dell’ateneo senese

Paolo Amato. Secondo il senatore Amato «con la nomina di Riccaboni a rettore la vicenda non è chiusa perché a Siena non può ricrearsi quel sistema di potere che ha portato l’Università allo sfascio generale e al discredito totale»

Giovanni Grasso. Il rettore predisponga un contratto a tutela dell’ateneo senese e non nell’interesse del direttore amministrativo

Cosimo Loré. Senza una precisa diagnosi non è possibile alcun progetto terapeutico per l’ateneo senese

Roberto Petracca. Università di Siena: subito una sede distaccata a Radi, San Lorenzo a Merse e San Gusmè

Pietro Paolo Amato. Secondo il senatore Amato sia il rettore che il Direttore Amministrativo dell’università di Siena sono coinvolti a diverso titolo in inchieste che inficiano la titolarità delle loro cariche

Giovanni Grasso. I verbali del senato accademico e del CdA dell’università di Siena saranno disponibili su il senso della misura.com

Ruàh. “Università Accademia”, “Università Azienda”, Statuti incostituzionali, autonomia dell’impunità, gestione budgettaria, cogestione sindacale e “politica” tutti punti centrali per capire l’attuale pesante situazione del sistema universitario

Eliana Carrara. «Dalle vicende dell’università di Siena emerge la mancanza di trasparenza assurta ad ordine di governo»

Giovanni Grasso. I vertici dell’ateneo senese sono «ingovernabili e ingovernati non soltanto nel senso dell’efficienza ma soprattutto nel senso di un’idea del governare, di una vita morale del governare»

Giovanni Grasso. Il modo giusto per il risanamento ed il rilancio dell’Università di Siena

37 Risposte

  1. La condanna del Prof. Tosi e l’inesistenza della notizia su “Il senso della misura”

    Ho letto – alcuni per la prima volta – gran parte degli articoli linkati e debbo dare atto che, effettivamente, in essi è ampiamente delineato quel che accadrà nel 2011. Intervengo, però, per porre all’attenzione dei lettori un tema che questo blog tiene accuratamente ai margini: mi riferisco alle disavventure giudiziarie del Prof. Tosi. Ricordo che il 27 aprile 2010 l’ex rettore è stato condannato in 1° grado a 9 mesi per falso per aver bandito, senza la deliberazione del Senato Accademico, il concorso per ordinario di Medicina Legale vinto poi dalla Prof.ssa Anna Coluccia.
    Per l’occasione il Prof. Tosi rilasciò una dichiarazione che si concludeva con: «…ho subito la gogna mediatica per quattro anni sulla stampa locale e nazionale, in alcune pubblicazioni sull’Università, nei blog di cosiddetti colleghi.» Eppure, proprio “Il senso della misura” non ha mai riportato mezzo rigo su questo processo e sulla condanna dell’ex rettore, per cui le allusioni del Prof. Tosi si riferiscono, ovviamente, ad altri blog. Non pubblicare neppure la notizia della condanna è, evidentemente, una precisa scelta editoriale che capisco e che, per certi versi, rende onore al Prof. Grasso. Però, mi chiedo se, in questi casi, non sia da considerare eccessiva la cautela dimostrata, che arriva ad omettere addirittura la semplice notizia di una condanna.

  2. Caro Lucio Palmieri, ti poni un’ottima domanda e ti espongo la mia esperienza e il mio personale punto di vista. Da esterno all’università (lavoro nel privato) ho avuto modo in tempi oramai remoti di interagire direttamente ed indirettamente col Prof. Tosi. Siena è davvero piccola ed il mio nome è associato al suo in una serie di pubblicazioni scientifiche. Seguo da tempo e a volte intervengo su questo blog con l’attenzione e l’interesse del semplice cittadino, consapevole che pur essendo esterno non posso ritenermi estraneo, come, a mio avviso, non dovrebbero ritenersi estranei tutti i cittadini di Siena e provincia.
    Sollecitato anche da questo blog ho spesso rimuginato sull’operato del Prof. Tosi ma alla fine non me la sono mai sentita di parlarne in maniera esplicita.
    Poche settimane fà me lo sono ritrovato dietro di me a fare la fila alle casse della Coop e non so se mi ha riconosciuto, fatto sta che lui non mi ha salutato ed io ho fatto finta di non vederlo. Per questo mi sono poi sentito un cane per parecchi giorni. Difficile spiegare il perché ed il per come. Le interazioni tra persone creano legami complessi ed inestricabili, delle vere e proprie matasse che personalmente non sono in grado di sbrogliare compiutamente. Cosa avrei dovuto dirgli facendo la fila alle casse della Coop? Avrei dovuto ricordare i vecchi tempi di quando pubblicavamo insieme? Avrei dovuto chiedergli conto del suo operato di quand’era Rettore? Avrei dovuto chiedergli come se la stava cavando con la giustizia? Non lo so. Forse avrei dovuto semplicemente salutarlo ma sono piuttosto emotivo ed introverso e la semplicità o la naturalezza non sono il mio forte. Credo che i sentimenti mi asssalgono ed a volte mi paralizzano. In situazioni critiche so di non sapermi autogestire e mi accade quindi spesso che per non rischiare di sbagliare comportamento mi difendo con la riservatezza, il pudore e una finta indifferenza.
    Il Prof. Tosi ha avuto in mano potere e responsabilità. Come uomo può avere sbagliato e purtroppo sembra proprio che abbia fatto errori importanti. La magistratura se ne occupa e lo giudica, sperabilmente in maniera giusta ed equilibrata. Dall’interazione con lui sono scaturiti profitti reciproci in termini di conoscenza scientifica e crescita professionale. Mai e poi mai potrei volergli del male. Come Rettore ha fatto degli errori e come vedi ha pagato, sta pagando e pagherà. Credo che nessuno voglia la sua impunità ma il mio auspicio è che non si infierisca su di lui più del dovuto.
    Se questi sono i sentimenti di uno esterno come me immagino che qualcosa di simile e più profondo accada a chi dentro l’università ci ha vissuto e lavorato, interagendo più di me col Prof. Tosi. Non mi meraviglio quindi se in questo blog non si parli esplicitamente più di tanto delle sue disavventure giudiziarie, pur trattandosi di un blog di profonda e giusta critica su come l’università è stata gestita.

  3. Una bolla di sapone

    1. In effetti quella condanna è solo la punta di un iceberg di illeciti non solo concorsuali che non si sono intrecciati casualmente, ma secondo una logica ben precisa che emerge con evidenza se si conoscono tutti i fatti e se si sono letti gli atti.

    2. La notizia con altre collegate è tuttavia stata data dai lettori del blog in numerosi commenti al nostro foglio elettronico, non assimilabile però solo a un giornale ma anche a una banca dati utile a ulteriori sempre possibili approfondimenti.

    3. La condanna in oggetto non è certamente un fatto secondario nella vicenda globale dell’ateneo senese costituendone anzi un momento essenziale anche per la rilevanza morale-legale-sociale delle dichiarazioni fatte dai protagonisti alla stampa.

    4. Un dato di sicuro interesse si ricava dalla lettura delle reazioni ufficiali del rettore prima rimosso e poi condannato che riduce a “disattenzioni” le proprie responsabilità nel disastro dell’ateneo, a “banalità” quelle per cui è condannato, il che duole.

    5. La rilevanza dei fatti e la responsabilità degli autori rimangono oggi intatte alla luce di quanto è stato finora accertato e restano definitive sul piano storico, etico, umano tanto che per chi è informato le parole di chi ha minimizzato suonano da insulto.

    6. Mi riferisco non solo all’ex rettore che lungi dal pentirsi e confessare la verità ha osato atteggiarsi a vittima ma anche a certa stampa che lo ha sostenuto scrivendo perfino che «una vicenda complessa e dolorosa si scioglie in una bolla di sapone»!

    Cosimo Loré

  4. Grazie, Giovanni, lavoro molto utile!
    Ogni tanto mi ricordo quella riunione sindacale con il Rettore Focardi nell’aula magna storica, direi a fine luglio, in cui si parlò dell’infornata di precari… che era il 2007?
    Forse feci sul tuo blog un articoletto, ma non lo trovo, scusa. Tu sei sicuramente più bravo.
    Ricordatevi l’articolo su QN di due giorni fa, che ho perso però; la comparazione dei dati tra Fi-Pi-Si era impressionante, ad es. il rapporto studenti-prof., studenti-personale.
    La insostenibilità era in re ipsa (ci mancherebbe che non fosse anche ai massimi livelli nelle graduatorie!): eppure i Pd locali continuano a minimizzare, “tutte le università van male” (per colpa della Gelmini solo, naturalmente!).
    Buon Anno!

  5. L’articolo di Mario Ascheri è: Chi difende l’Università? Chi ha contribuito a distruggerla (31 luglio 2008).
    Per quanto riguarda i dati delle tre università toscane pubblicati dal QN, ci ritornerò con elementi più precisi anche perché, nel frattempo, è uscito il Decreto Ministeriale di Ripartizione del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) delle Università per l’anno 2010.

  6. Mi sembra che, ormai, la discussione sia incentrata sulla “linea editoriale” tenuta dal blog, limitatamente alle disavventure giudiziarie del prof. Tosi e di altri docenti universitari. La domanda posta da Lucio Palmieri, in sintesi, è: “si può omettere di dare, in uno spazio che tratta dell’università di Siena, la notizia della condanna di un suo ex rettore”? La risposta è sì, se si considera che i fatti hanno dato ragione al prof. Grasso, che ha deciso di tenere “accuratamente ai margini”, come dice Palmieri, le notizie sulle vicende giudiziarie di Tosi. Eppure, a mio parere, sarebbe stato naturale, logico, umanamente comprensibile che Grasso, da sempre critico della gestione tosiana dell’università di Siena percorresse la linea di strombazzare ed amplificare ogni episodio della telenovela giudiziaria, quasi a rimarcare il suo ruolo di censore e, quindi, di colui che avendo visto giusto in anticipo ne raccogliesse poi i frutti. Onore, perciò, al curatore del blog per la “scelta editoriale”.
    Condivido, inoltre, il “personale punto di vista” di Roberto Petracca, mi riconosco nel ritratto che lui fa di sé stesso ed anch’io nella stessa situazione mi sarei comportato come lui.
    Ciò detto, vorrei, però, ritornare sul personaggio Tosi che riducendo, con le sue dichiarazioni pubbliche opportunamente segnalateci dal prof. Loré, «a “disattenzioni” le sue responsabilità nel disastro dell’ateneo e a “banalità” quelle per cui è condannato» sembra invocare, masochisticamente, proprio quel trattamento che il blog gli ha risparmiato.

  7. Grazie d’averci fatto rileggere l’Ascheri senior di due anni e mezzo fa. Allora certi politici che oggi cavalcano l’università in crisi tutti i giorni rimasero silenti al suo articolo, silentissimi. O sbaglio?
    Cambia il vento poi e si fa presto e raccogliere le bandiere per qualche voto in più… che pena, Siena crolla anche per questo, non Vi pare?

  8. È chiaro che il danno lo han fatto anche o soprattutto i baroni di “sinistra”. Hanno anche la colpa di aver snobbato – non tutti, ovvio – il popolo e la diffusione della cultura della “democrazia”. Ora occorre anche una verifica dei poteri. A Siena guardate ad es. chi sarà il nuovo assessore all’urbanistica. Pensate a quel film di Rosi.
    “L’ignoranza non ha mai condotto a niente di buono!” (Marx a un comunista-utopista).
    Berlusconi, ci conceda qualche volta di citare il filosofo di Treviri: dietro ci sta Hegel… e persino i cristiani antichi…
    The Bardo

  9. Non vorrei che il “buonismo” – attenzione non voglio esprimere alcun giudizio, è una constatazione, un dato di fatto – che traspare dai commenti confondesse le carte in tavola. Il prof. Tosi è stato condannato per aver bandito due concorsi senza l’approvazione del Senato Accademico: il primo di Medicina Legale e l’altro di Chirurgia plastica. «Sono stato ritenuto colpevole per una banalità amministrativa; non si può accettare che un problema amministrativo diventi un problema penale…» ha dichiarato il Prof. Tosi. I giudici non hanno creduto alla “banalità amministrativa” e lo hanno condannato a 9 mesi di reclusione, che non sono noccioline.
    Ma questa è tutta roba vecchia. I “comportamenti predatori”, che si sono verificati nel nostro ateneo e per i quali nessuno ancora è stato rinviato a giudizio, non sono un’invenzione o una “banalità amministrativa”. Aspettiamo la conclusione delle indagini. Vorrei, inoltre, segnalare che proprio su questo blog è stato pubblicato un post, nell’agosto scorso, intitolato “Truffa continua?” che ha ottenuto ben 85 commenti e che dimostra inequivocabilmente che gli episodi segnalati non potranno tanto facilmente essere rubricati come disattenzioni o banalità amministrative.
    https://ilsensodellamisura.com/2010/08/ateneo-senese-%E2%80%9Ctruffa-continua%E2%80%9D/

  10. Ho riletto l’articolo di Grasso intitolato “Tosi, tu chiamale se vuoi disattenzioni…” (6 dicembre 2007) e devo dire che la garbata ironia con cui Grasso commenta le affermazioni di Tosi, intervistato da Stefano Bisi (Corriere di Siena 29 novembre 2007), risulta davvero molto efficace e riporta l’ex rettore con i piedi per terra.
    Vorrei, inoltre, segnalare per la discussione un brano di quella intervista che sicuramente avrà fatto paura a coloro che hanno criticato o denunciato l’ex rettore. Diceva Tosi: «Credo sia giunto il momento che chi ha tentato dall’interno dell’Università e dall’esterno di infangare il mio nome e la mia famiglia debba prepararsi a pagare prima di tutto nella sua coscienza e poi nelle sedi legali.» Da allora sono passati 3 anni; c’è qualcuno che sappia dirci se l’ex magnifico abbia dato seguito a queste sue esplicite minacce?

  11. Antonio,
    …e quando lui e Berlinguer minacciarono Libera Siena di querela dopo un comunicato in cui si ricordava la loro respondabilità? La stampa dette ampio risalto ma… non ci fu seguito che io sappia.
    Né dall’uno né dall’altro.
    Prescrizione storica e prescrizione legale: ecco la loro rispettiva speranza in una città con poca memoria?

  12. A Roberto Petrarca.
    Nel caso ritrovasse il prof. Tosi al supermercato, consiglio, oltre a salutarlo calorosamente, di portargli il carrello della spesa.

    Riporto un trafiletto del Corriere di Siena di circa un mese fa:

    «Rumena chiede l’elemosina. Allontanata con foglio di via.
    Non potrà tornare a Siena per tre anni una rom che era solita stazionare nei pressi di un supermercato (la SMA) all’Acquacalda.
    La rumena… è stata infatti rimpatriata con foglio di via… La donna è stata rintracciata dagli agenti delle volanti della questura, mentre chiedeva con insistenza l’elemosina. Alla vista della polizia ha tentato di fuggire a piedi, ma è stata ragggiunta e bloccata dai poliziotti… Gli uomini della questura hanno accertato che la donna non svolge alcuna attività lavorativa a Siena. Per questi motivi, essendo ritenuta pericolosa per l’ordine e la sicurezza pubblica, è stata allontanata dalla città per tre anni.»

    La conoscevo: era gentile, benvestita, educata, grata di ricevere qualche spicciolo. Aveva sicuramente un figlio di due anni; non poteva trovare lavoro, non essendo in regola. Pericolosa criminale? Mah!

    Non mi fa pena il prof. Tosi, anche se un saluto si può sempre dare, ma attenti al pietismo, sentimento poco sano.

  13. @ Roberto Petrarca

    Povero prof. Tosi, davvero… mi fa tanta pena a 70 anni primario di medicina con stipendio favoloso il figlio in cattedra e nessuna possibilità di andare in galera per quello che ha fatto…

    9 mesi intanto li ha presi speriamo arrivi il resto.
    Io sono un giustizialista. Chi sbaglia deve pagare salatissimo. Questi signori che noi trattiamo coi guanti hanno rovinato una istituzione plurisecolare e hanno fatto carne di porco del futuro di almeno un paio di generazioni di giovani…
    Non dico che ci vorrebbe il rogo… però un sano tintinnare di manette alla madoff mi piacerebbe…

  14. Quando e se si dimostrerà che Tosi ha intascato milioni arricchendosi personalmente allora inciterò a catturarlo e a sbatterlo in galera senza pietà. Fino ad allora continuerò ad auspicare per lui una giustizia commisurata alla reale portata dei suoi illeciti, altrimenti dovrei chiedere la galera ed il pubblico ludibrio anche per chi anni fa ha ottenuto uno dei tanti inopportuni posti di lavoro che hanno gonfiato gli organici dell’università.
    È da quando ho cominciato a scrivere su questo blog che sostengo l’idea che a Siena i responsabili sono moltissimi e che i soldi del buco circolano nella città convertiti in varie forme. Nel frattempo non sono intervenuti fatti importanti capaci di farmi cambiare idea. Vedremo come andrà a finire con le indagini ma a me pare che accanirsi soltanto contro Tosi o Focardi sia poco equo. Avendo gestito, i responsabili primari del buco sono certamente loro, ma se chiamassimo furto l’uso e la distribuzione che fu fatta dei posti di lavoro allora diventerebbero automaticamente dei ricettatori tutti coloro che quei posti li chiesero e li accettarono, divenendo quindi colpevoli anche loro. Non è che costoro potrebbero fischiettare e lavarsene le mani come se non fossero coinvolti.
    Forse è per qiesto che in questo blog si critica aspramente Tosi e lo si disprezza per come ha gestito l’università, ma raramente si arriva al dileggio o all’odio contro di lui.
    E i senati accademici? E i sindacati? E i partiti? E i rappresentanti degli studenti? E i rappresentanti dei ministeri? E i direttori amministrativi? E i revisori dei conti? E il Monte? E la Camera di Commercio? E la magistratura? E i pompieri? E l’intera città?
    E l’IMPDAP che per anni non ha mai denunciato l’università per le decine di milioni non corrisposti?
    Dov’erano tutti costoro quando la gente cuccava allegramente posti di lavoro mentre qualcuno sveglio e vigilante diceva “fate attenzione” già in tempi non sospetti?
    Possibile che Tosi era un monarca assoluto ed aveva una potenza tale da poter fare tutto da solo senza che nessuno avesse da obiettare nulla?
    E quando qualcuno ha obiettato per tempo, perché è stato circondato dal silenzio più assordante dei colleghi, dei cittadini e delle istituzioni?
    Mettiamo in galera l’intera città! Mettiamo in galera pure quelli dell’IMPDAP. Perché nessuno può dire che non ne sapeva nulla o che non si accorgeva di nulla. Oggi siamo tutti qui a piangere come coccodrilli ma ci fu chi denunciò per tempo e venne sonoramente snobbato senza pietà. Abbiate pietà!

  15. C’erano, c’erano, bravo dott. Petracca! Buona domenica…

  16. …tutto vero, caro Roberto, ma allora siccome non possiamo mettere in galera tutti, assolviamo tutti? Tutti colpevoli, nessuno colpevole? È a questo che dobbiamo arrivare? E poi ci lamentiamo della lentezza e degli altri guasti della Giustizia? Cominciamo ad accertare e punire le responsabilità più chiare ed evidenti; le altre emergeranno di conseguenza!
    «…a un grande potere corrisponde una grande responsabilità…» lo diceva lo zio di Spiderman nel primo famoso film sul personaggio Marvel (mi scuso per la trivialità della fonte!)… questa frase ha un significato ben preciso sul quale inviterei tutti ad una profonda riflessione!
    Quanto alle “cautele” di questo blog, ricordo che lo stesso è stato più volte attraversato da correnti di garantismo piuttosto accentuate giustificate, tra l’altro, anche dal fatto, se volete, che nessuno vuol rischiare in prima persona denunce o querele per le quali sarebbe poi costretto a difendersi da solo (e tra l’altro, a che pro?). A fronte del fatto che ognuno è colpevole soltanto alla fine del terzo grado di giudizio, la cautela che percorre il blog mi sembra più che giustificata.
    I fatti, comunque, parlano da soli e suggerirei a tutti di limitarsi ad esporre ed analizzare i fatti e, nella “vacanza” del giudizio definitivo (che a volte non arriva mai!) confrontarsi con la propria coscienza per capire se si può e si deve continuare su questa strada e se non sia per caso arrivato il momento di cambiare questo andazzo… e, finalmente, se per cambiare sia più importante “dire” o “fare”!

  17. Credo che sia pure con un ritardo abissale la magistratura stia indagando. Accerterà le varie responsabilità e comminerà le varie sanzioni. Questa cosa è ovviamente necessaria perché altrimenti, in assenza di illuminati, gli attuali ed i futuri amministratori continueranno a comportarsi come prima.
    Colpevoli siamo colpevoli tutti, prova ne sia che è stato eletto il nuovo rettore ed è successa una cosa grottesca: la stragrande maggioranza degli elettori ha votato per Focardi o per Riccaboni.
    È mancato un comitato di coraggiosi che si fosse scelto un candidato presentabile alternativo (solo in questo blog ce ne sarebbero stati almeno due o tre) e fosse sceso in piazza incazzato nero, piantando un casino infernale per avvertire tutto l’elettorato che di fronte a 270 milioni di buco chiunque avesse votato la vecchia guardia avrebbe dovuto sentirsi come minimo un criminale incallito.
    Purtroppo non è successo e allora la colpa è di tutti.
    Ora il rettore è Riccaboni ed occorre sperare che operi bene.
    A me pare che le istituzioni (e quindi i cittadini) continuino a dormire sonni tranquilli.
    Tutti responsabili per me significa che tutte le istituzioni dovrebbero invece fare la loro parte per restituire il maltolto e per salvare l’università invece di aspettare che passi la nottata o che arrivi il commissario nominato dalla Gelmini. Ad esempio, se per colpa delle spese correnti non si riesce a non andare in rosso allora le istituzioni dovrebbero fare la loro parte per assorbire il personale in esubero dell’università. Poi l’università va rilanciata per sostenere le iscrizioni. Anche qua la Gelmini sega fondi pubblici e quindi occorre che la città decida se vuol continuare ad avere l’università oppure se l’università di Siena deve diventare una semplice succursale di quella di Firenze.

  18. @ Roberto Petracca: «Colpevoli siamo colpevoli tutti»

    No! Io non ci sto!
    Non accetto questa “filosofia”!
    Io non sono né mi sento colpevole di nulla! Con le mie denunce contro il sistema corrotto e malavitoso dell’università ci ho solo rimesso: in denaro, in salute, in dignità personale e professionale… e perfino in armonia familiare.
    Non accetto di caricarmi sul groppone, oltre a tutto questo, colpe che non solo non mi appartengono, ma che sono stato costretto a subire. Io voglio che i colpevoli vengano fuori e paghino con gli interessi tutte le loro malefatte!
    …non sarà veramente che, come dice il nostro Cosimo, il vero male, alla fine, diventa proprio l’incapacità di distinguere tra malviventi e vittime, per cui malfattori inveterati diventano istituzioni nazionali e chi è stato costretto a subire viene definitivamente emarginato?
    No! Io non ci sto!!! …e questa “filosofia” deve essere ripudiata da chiunque affermi di volere il bene e il rinnovamento del nostro ateneo… e, più in generale, della nostra società!!!

  19. Domenico, mi dispiace davvero se ti senti offeso e ti chiedo scusa per questo. Non era affatto nelle mie intenzioni.
    270 milioni di buco per una università piccola come quella di Siena sono una cosa immane. La cosa sarebbe assurda anche per università dieci volte più grosse.
    Sono state fatte le votazioni per il rettorato e sembra che non sia cambiato nulla. Quanto grande doveva essere il buco per riuscire a rovesciare il vecchio sistema?
    La stessa osservazione la feci a Francesco Giusti.
    Ora dobbiamo sperare che il vecchio sistema sia capace di correggersi da solo.
    È ovvio che aver remato contro quel sistema ti fa onore ma se il sistema è rimasto più o meno quello di prima è evidente che qualcosa non ha funzionato. Il senso della mia generalizzazione è semplicemente questo.
    È chiaro che tu da solo non potevi riuscire a cambiare il sistema. Preso singolarmente tu non hai colpe, ci mancherebbe! Come non ce l’ha Giovanni e tutti gli altri che qui, da sempre, hanno denunciato i misfatti.
    La logica avrebbe voluto che tutte le forze critiche si fossero coalizzate nella scelta di un candidato intorno al quale fare quadrato per eleggerlo ed operare poi il cambiamento. Era un naturale suggerimento dettato dal colossale deficit di bilancio. Il deficit stesso doveva essere l’argomento sul quale poi fare leva per avere successo nell’attrarre consensi. Francamente non so se una tale operazione sia stata tentata ma non abbia avuto successo oppure non sia stata manco tentata.
    In questo senso penso che anche le forze critiche debbano assumersi una colpa comune. Capisco che cianciare è facile e battagliare sul campo è difficile ma siamo qui per esprimere opinioni. Secondo me è stata sprecata un’occasione e spero di non offendere nessun’altro con queste mie affermazioni.

  20. Roberto Petracca. «La logica avrebbe voluto che tutte le forze critiche si fossero coalizzate nella scelta di un candidato intorno al quale fare quadrato per eleggerlo ed operare poi il cambiamento. Era un naturale suggerimento dettato dal colossale deficit di bilancio. Il deficit stesso doveva essere l’argomento sul quale poi fare leva per avere successo nell’attrarre consensi. Francamente non so se una tale operazione sia stata tentata ma non abbia avuto successo oppure non sia stata manco tentata.»

    Caro Roberto, sono stati fatti numerosi tentativi, il primo dei quali (riportato anche sul Corriere di Siena e su questo blog) lo puoi leggere di seguito:

    Stefano Bisi. (Vice Direttore “Corriere di Siena”) Moderatore. Passiamo a Giovanni Grasso che è stato Consigliere comunale del Partito Radicale, quando era sindaco Mauro Barni. Mi ricordo che era un consigliere di opposizione. Allora, Giovanni, ti candidi come Rettore, visto che sei forse il professore che più esprime le sue opinioni sull’Università ormai da tempo? Forse avresti una base o no?

    Giovanni Grasso (Docente universitario). Non credo di avere una base. Comunque, non credo neppure che questo sia il momento per candidature individuali che ubbidiscano a questioni di orgoglio personale. Con la grave emergenza in atto è necessario che tutti i colleghi che desiderano impegnarsi veramente a salvare l’Università costituiscano un direttorio, un comitato di salute pubblica. In questo modo non avrà importanza chi farà il Rettore, se sarà espressione del gruppo che avrà predisposto un progetto serio di risanamento e di rilancio dell’Ateneo!

  21. …caro Roberto,
    non mi offende quel che dici.
    Il perdono e la pietà sono sentimenti umani e l’assunzione di responsabilità un atteggiamento pregevole e onorevole per chi lo esprime… ma in questo contesto, dopo tanti anni e tante battaglie e con i risultati che ho ottenuto, provo soltanto il desiderio di veder strisciare quei vermi, che sarebbe troppo onore definire banditi, che mi hanno espropriato di tutto… ed esigo che giustizia sia fatta!!!… Poi, nella mia coscienza, mi riservo di perdonare, se necessario e provare anche ad assumermi qualche responsabilità, se del caso.
    Il mio, comunque, era soltanto uno sfogo… magari fossimo tutti corretti, civili e di buoni sentimenti come te!…

  22. Roberto,

    una colpa comune? Direi “diffusa”,
    ma ci sarà pure una diversa responsabilità anche tra chi, sapendo com’era la situazione, non poteva far nulla per via della pagnotta quotidiana e chi il grande imbroglio lo ha gestito per anni. Ci sarà pure una gerarchia anche nelle colpe.
    Che pietà vuoi che provi la persona che intorno ai 40 anni, magari con una famigliola da mantenere, non sa più a che santo votarsi!

    Ora io ho una grande fiducia nella nuova direttrice amministrativa;da quel che ho letto, mi sembra molto preparata, pacata, schiva; in più è una donna e l’universo femminile ha una visuale più ampia e maggiori risorse rispetto a quello maschile.
    Considero questo un “valore aggiunto”. Ce la farà, se la squadra è valida. Cercate di aiutarla, mettete in moto la fantasia!
    Per il bene dell’università, di chi ci lavora, della città nel suo insieme.

  23. Caro Giovanni, non avevo ancora letto la tua intervista col Bisi. Farlo ora mi ha provocato davvero un profondo senso di amarezza perché mi conferma in maniera eclatante che quanto ho appena detto a Domenico è giusto: l’elezione del rettore è stata un’occasione persa per chi aveva più diritto di affermarsi e più possibilità di portare una ventata di aria nuova. Un’oppurtunità di cambiamento buttata letteralmente all’aria.
    Sapevo già che eri stato consigliere comunale, che è già un punto a tuo favore perché penso che per te sia stata un’esperienza preziosa anche dal punto di vista formativo.
    Nell’intervista col Bisi hai esposto in maniera spettacolare (per la chiarezza, l’incisività, la conoscenza del tema ed i dati che hai esposto) non solo i problemi ma anche alcune soluzioni (gli immobili di Arezzo, ad esempio. Ma anche la federazione permessa dalla riforma Gelmini e che tu già all’epoca avevi messo in conto) alle quali un non addetto ai lavori come me non aveva mai pensato per semplice scarsa conoscenza di quella macchina complessa che è l’università. C’è davvero da rimanere allibiti e rammaricati che già dopo quell’intervista non si sia creata attorno alla tua figura una fulminea e forte squadra di sostenitori pronta a combattere per portarti al rettorato anche se non eri tu stesso a proporti.

    Cara Gianna, lungi da me l’idea di euiparare tutte le responsabilità.
    Le cose sono andate come sono andate e sono d’accordo con te: sarebbe da sciagurati masochisti non augurarsi che Riccaboni riesca comunque ad avere successo nel rimettere a posto le cose.

  24. Mi sento – non lo conosco di persona – di esprimere solidarietà a Nick: vede l’università inserita in una società e in una città ove le ingiustizie sono all’ordine del dì… malvagia estromissione, persecuzione, derisione… proprio da quei paladini “antisistema” di un tempo… vedi il “Cina” e quant’altri… saranno schiacciati nella polvere, come dice il prete Aldo Fabrizi nel famoso film, capolavoro universale… far azione clamorosa e poi… ogni vergogna deposta s’affisse… come il Salvani di dantesca memoria.
    Il Bardo

  25. @ Roberto: «C’è davvero da rimanere allibiti e rammaricati che già dopo quell’intervista non si sia creata attorno alla tua figura una fulminea e forte squadra di sostenitori pronta a combattere per portarti al rettorato anche se non eri tu stesso a proporti.»

    …Roberto caro, a te che sei persona intelligente e acuto osservatore, non sarà certo sfuggito il fatto che in questo Paese le persone brave e competenti o che amano dire le cose come stanno, sono dei peredenti!
    In questo Paese viene idolatrato il furbo, lo spaccone, il cialtrone, il ciarlatano, l’ “ammanicato” politico, il furfante, il fenomeno da baraccone… i tifosi di una squadra che, partito il buon Moggi, non ha vinto più nulla, rivogliono Moggi… gli ex brigatisti entrano in parlamento e nei consigli regionali come “consulenti”… i banditi e gli assassini di professione scontano pene brevi, vengono rimessi in libertà e ricominciano a delinquere come e più di prima… e la gente assiste sbigottita ed inerme a questo scempio!
    Questa è la realtà con la quale ci confrontiamo e non possiamo certo aspettarci di più.
    Credo che a causa di questo blog, Giovanni, mi corregga se sbaglio, non sia affatto ben visto presso i “vertici” dell’ ateneo e dell’azienda ospedaliera… dico questo con cognizione di causa e in relazione a fatti accaduti durante la precedente amministrazione dell’ateneo e l’attuale amministrazione dell’azienda ospedaliera… ma non dico di più perchè lascio a Giovanni la scelta di entrare nel dettaglio, se crede.
    …dunque non basta la volontà di lottare, non basta essere competenti, non basta avere le idee chiare e sapere ciò che si vuole, per avere consensi in una società così profondamente malata. Per questo dico che i responsabili vanno individuati tutti e tutti schiacciati come vermi sotto il peso delle loro responsabilità… l’alternativa all’ “esempio” (ossia punire severamente per far capire che questo non va fatto) è la trasformazione culturale di questo paese… ma quanti secoli (o millenni) siamo pronti ad aspettare?

  26. Quali carriere riserverà l’università di Siena ai pochi privilegiati nel 2011?
    Semplice! Semplici.
    Non penserete mica che i miracoli, nonostante il deficit, non possano realizzarsi? Il gioco di parole per segnalare, sempre che le voci corrispondano a verità, quanto si accingerebbe a fare la Direttrice Amministrativa. Infatti, la Dott.ssa Ines Fabbro intenderebbe conferire un importante incarico di responsabilità al figliolo della sua ex collega Jolanda Dei Semplici: al Dott. Fabio Semplici.

  27. Colpevoli tutti un paio di sfere… ma che stai a dì?
    Le cose che ho fatto in unisi me le sono guadagnate… e ora non ho futuro qui per colpa di Tosi and friends… in primis
    Io tutti dentro li vorrei vedere mica solo l’anatomopatologo… troppo facile così… tutti colpevoli nessun colpevole…

  28. Da Semplici ai Semplici… ormai è feudalesimo (neo). E questa non sarebbe mafia, cortigianeria, ecc.? È di nuovo di moda Baldassar Castiglione… del resto l’Umanesimo dei “Berretti” di Lettere e affini era senz’altro reazionario. Giuggiolarsi col Latinorum era una chicca pel Detti e il Geymonat… Ma a Siena ben poco potrà cambiare: le liste civiche son sputtanate, Borghezio fa della Lega un partito xenofobo e nero – checché ne arzigogoli il prode Giusti e la Battistini. Siena è destinata a marcire coi soliti noti, i pseudoprofessori incollati al potere da Botteghe Oscure. L’Università, comunque, è fallita anch’essa. Il potere politico si contorce nell’agonia di regime. Nel canale tv di regime ho visto il dibattito-calcestruzzo: una beffa pei senesi, restati con le case sulla strada. E pensare che c’era il “grande” comunista Valacchi a gestire il cemento di Siena. Uno che schifava il conte Chigi e poi si è rivelato quel che si è rivelato, un despota sghignazzante. Poveraccio! Da comunista è diventato un fascista. Fascita nel modo dittatoriale di gestire l’edilizia, colpendo dipendenti non allineati o non iscritti a quel partito di potere che qui è il Pd. Ormai puzzano a bestia i reggitori del potere, la loro scia è nauseabonda. Insulse le loro idee, le lor matrone e i lor matronei… La casa brucia e loro chiedono che tempo fa, come nella brechtiana “Parabola del Budda e della casa in fiamme”. Au diable!!!
    Il bardo

  29. “Nostra Signora dei Miracoli” sei proprio sicura che al Dott. Fabio Semplici possa essere conferito un incarico presso la nostra Università? Un budget che consenta il suo trasferimento dall’Università di Roma Tor Vergata a Siena dove lo trova la Dott.ssa Ines Fabbro?
    Saluti da
    Una Santa Levantina
    “Nostra Signora dei Turchi”

  30. Riservandosi questi uffici di commentare in un secondo momento il cumulo di scempiaggini che sono state dette da vari intervenienti negli ultimi giorni, si limitano per ora ad invitare “Nostra Signora dei Turchi” a prenderle più piccine e fare un’operazione banale come quella di consultare la rubrica dell’Università di Siena che riporta:

    SEMPLICI FABIO (Personale Tecnico Amministrativo)
    AREA SERVIZI GENERALI

    Trattasi del figlio (rigorosamente di categoria EP, rigorosamente della CGIL, rigorosamente in odore di divenire responsabile di un posto delicatissimo come l’ufficio stipendi) della mai rimpianta Jolanda Cei Semplici, colei che con il Sultano di Stigliano e col Faraone di Pescia ha dato vita alla voragine che oggi rischia seriamente di far sparire dalla faccia della terra l’Università di Siena.
    Questi uffici invitano la Santa Levantina a tornare in Oriente a sparare cretinate senza documentarsi.
    Buona serata

    Cesare Mori

  31. Dalla corazza di Iolanda alla “dama di ferro” baby-pensionata d’oro Ines Fabbro

    A proposito, secondo voi gli emolumenti che porta a casa la dama di ferro superano o no 300.000,00 euro all’anno?

    Il 17 settembre 2010 Laura Valdesi chiede alla futura Direttrice amministrativa dell’Università di Siena: «Lei conosce Siena?» Risposta di Ines Fabbro: «Certo, l’ho visitata per turismo ma sono venuta anche a numerosi congressi, quando era direttore la dottoressa Iolanda Semplici, una persona che ho ammirato molto per competenza, professionalità e ‘corazza’.»

    Allora, “Nostra Signora dei Miracoli”, perché Ines non deve dare il posto al figliolo di Iolanda? Lo sai che Ines è stata scelta a ricoprire l’incarico di Direttore Amministrativo con un “concorso farsa”, come ha scritto il curatore di questo blog?
    https://ilsensodellamisura.com/2010/09/ormai-e-certo-tutti-a-casa/

    All’informatissimo Cesare Mori vorrei chiedere da quando il pargolo Semplici è dipendente del nostro Ateneo. Questo punto è molto importante. Se veramente il Semplici dovesse andare a dirigere, da incompetente qual è in quel settore, un ufficio così delicato come l’ufficio stipendi, al primo errore nella busta paga scoppierebbe la rivoluzione.

  32. Cosa augurarci per il 2011?

    Sappiamo già che ci aspettano ulteriori e sempre più pesanti sacrifici e temiamo fortemente che nessun altro pagherà per quanto avvenuto. Non possiamo essere ottimisti dato che, dopo più di due anni di indagini, non sappiamo nulla sulla loro conclusione e neanche se mai un giorno si arriverà a sapere di qualche rinvio a giudizio.

    Dopo la manifestazione del 25 Ottobre, in cui si è usciti in corteo dietro lo slogan il buco delle verità, per chiedere nomi e cognomi dei responsabili, necessari per qualsiasi azione risarcitoria come una Class Action, non sono ancora arrivate notizie dalla Procura!

    Insistiamo, anche se ci accusano d’esser forcaioli, a rifiutare il tentativo di colpevolizzare il sistema perché è certo che così non sarà colpa di “nessuno”; ma per risanare il deficit ed i danni fatti da “nessuno” si taglieranno teste e stipendi di persone reali. Se i responsabili sono tanti, e sappiamo benissimo che è così, pazienza! Sarà più facile recuperare dai loro patrimoni il danno erariale che hanno causato.

    In assenza dei risultati delle indagini, l’Amministrazione deve fare la sua parte andando ad individuare e a prendere gli adeguati provvedimenti nei confronti di tutti coloro che hanno sbagliato per incompetenza o per dolo. Questo vogliamo, prima che vengano chiesti ulteriori sacrifici ai lavoratori onesti.

    L’UGL ha sempre fatto proposte per tutelare il personale e risparmiare nella gestione, purtroppo senza essere ascoltati, non per questo però cambieremo il nostro modo di fare sindacato, e perciò non vogliamo caricarci di colpe che non abbiamo.

    Per il danno erariale auspichiamo condanne e risarcimenti ma per quello che riteniamo il reato più grave non ci sarà possibilità di recupero perché nessuno potrà mai risarcire il passato di tutti coloro ai quali è stata rubata la carriera per favorire l’unto di turno secondo quel metodo di gestione del personale che non ha considerato titoli, competenze e professionalità e il cui totale fallimento ricade su noi tutti.

    Ma non ci hanno rubato solo il passato, se si pensa a quanto tempo sarà necessario per uscire dalla crisi! I responsabili come potranno risarcire il futuro di tutti noi, soprattutto dei giovani e sicuramente anche della prossima generazione?

    Daniela Orazioli
    UGL Università e Ricerca

  33. @ Daniela Orazioli
    “…perché nessuno potrà mai risarcire il passato di tutti coloro ai quali è stata rubata la carriera per favorire l’unto di turno secondo quel metodo di gestione del personale che non ha considerato titoli, competenze e professionalità…”

    Cara Daniela,
    non volevo perdere l’opportunità che mi hai offerto delineando una situazione che ho vissuto e sto vivendo ancora sulla mia pelle.
    Pochi fatti, ma significativi, perchè ognuno possa fare i conti con la sua coscienza.
    Con laurea in Medicina e Chirurgia (110 e lode) il 26 ottobre del 1979, quattro specializzazioni, 18 anni di servizio nell’università di Siena:
    – entrato come VI livello
    – mai diventato “tecnico laureato” (l’università di Siena respinse la mia domanda di partecipazione al concorso per assenza (formalE, dal momento che avevo già la laurea e tre specializzazioni) di requisiti
    – mai diventato ricercatore (per quanto abbia partecipato a due concorsi)
    – ad oggi tecnico di livello D3 (mai diventato e neanche candidato per un EP), FERMO in quella “posizione” dal 2003
    – dal febbraio 2010 sconvenzionato dall’ azienda ospedaliera per motivi che non conosco e con la direzione generale che dichiara (PER ISCRITTO) che la medesima NON HA UNA COLLOCAZIONE DA DARMI per rientrare in regime di convenzione…potrebbe scegliere tra: ematologia, oncologia, farmacologia clinica, oculistica…e perfino omeopatia e invece la nostra grande “azienda” ospedaliera NON RIESCE A TROVARE UNA COLLOCAZIONE PER ME!!!
    Commentate pure: soprattutto commentino gli avvocati, se ve ne sono nel blog e qualcuno mi dica, visto che Daniela ha opportunamente sollevato il problema, CHI E IN CHE MODO PUO’ PORRE RIPARO AD UNA SIMILE SITUAZIONE!
    Tutto è avvenuto sotto l’amministrazione “Tosi”, ma l’amministrazione “Focardi” non ha cambiato di una virgola questo andazzo…e l’amministrazione “Riccaboni”? Sono stati già tutti informati…staremo a vedere!

  34. Egregia Daniela Orazioli, ma i sindacati non sono quelle organizzazioni capaci di piantare casini mobilitando le masse?
    Dove eravate quando a Siena si lallerava senza lilleri?
    O i sindacati se ne fottono dei lilleri purché si lalleri?
    Se vuol sapere cosa intendo si legga il commento numero 13 al seguente link:
    http://www.stefanobisi.it/?p=4087
    Eravate su Marte allora o emulate Ponzio Pilato oggi?
    Se eravate a Siena allora e non siete dei Ponzio Pilato oggi non si spiega l’arcano in base al quale oggi dite che non volete caricarvi di colpe che non avete.

  35. Tengo a testimoniare dall’interno dell’università (la cui storia conosco come pochi…) che anche i sindacati hanno tenuto condotte assai diverse nel corso degli anni e sarebbe ingiusto equiparare le responsabilità: basta fare una ricerca nel blog e risulteranno evidenti le distanze tra coloro che, senza alcun pudore, hanno giocato sporco e quelli come Daniela Orazioli, animata dalla stessa leale passione di docenti indomiti come Giovanni Grasso.

  36. «…perché nessuno potrà mai risarcire il passato di tutti coloro ai quali è stata rubata la carriera per favorire l’unto di turno secondo quel metodo di gestione del personale che non ha considerato titoli, competenze e professionalità…» Daniela Orazioli

    Carissimo Domenico, ho scritto questa frase pensando a te e ai tanti che come te, nonostante tutto, continuano con entusiasmo a lavorare e a lavorare molto bene. A voi tutti voglio esprimere la mia solidarietà e la mia più profonda gratitudine. L’Università di Siena non è “fallita” per l’attività di ricerca, anzi è il nostro vanto e la sola possibilità che abbiamo per salvarci, speriamo che qualcuno ci ascolti!
    Grazie ancora.

  37. Egregio Dottor Petracca, non è molto informato. Non c’eravamo, abbiamo rifiutato e rifiuteremo sempre di esserci pur non vivendo su Marte ma nelle strutture del nostro Ateneo, ben sapendo che certe posizioni non sono premianti ma, da sempre, preferiamo la coerenza ed il rispetto di noi stessi.
    L’UGL, non essendo sigla firmataria del Contratto Nazionale, partecipa alla contrattazione solo come uditore e questo da pochi anni. Mi dispiace ma il suo attacco nei miei confronti cade nel vuoto perché né io né i miei iscritti abbiamo scheletri negli armadi e pertanto possiamo “gridare” che non abbiamo colpe; anzi molti dei miei iscritti possono vantare fior di crediti (curricula e professionalità) che per “problemi di bilancio” non riscuoteranno mai.
    Ringrazio il Prof. Lorè che, evidentemente, ricordando i comunicati che l’UGL ha inviato in rete, ne ha riconosciuto il ruolo di sindacato di opposizione nell’Università di Siena.

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