Gli studenti sculacciano il preside della Facoltà di Lettere d’Arezzo “prima in Italia”

Dimensione Autonoma Studentesca (DAS). Parliamo ancora del mancato accorpamento tra le due Facoltà di Lettere dell’ateneo, quella di Siena e quella di Arezzo. Questa ipotesi non è mai stata presa in considerazione dalle commissioni per il riordino didattico, cosa che fa drizzare i capelli poiché, per via dei requisiti che i corsi di laurea dovranno soddisfare per il Ministero, in entrambe le Facoltà resteranno dei corsi vuoti, risultato di fusioni tra discipline troppo eterogenee in una corsa al ribasso di qualità e formazione degli studenti. Se le due Facoltà venissero accorpate, invece, si potrebbero mantenere molti corsi di laurea, attrattivi e qualitativamente eccellenti, e al contempo mantenere una sede distaccata ad Arezzo, dove invece di avere un’offerta didattica ridicola, la città potrebbe offrire una maggiore ricchezza di formazione e di ricerca, innescando quel circolo virtuoso che, portando nuovi studenti, ridarebbe vita all’indotto economico e culturale aretino, ormai in piena decadenza. Ma questo è stato detto ai cittadini aretini? E questa opzione è stata presentata alla cittadinanza senese, che si vorrebbe tagliare fuori da ogni decisione gestionale del nostro Ateneo che sta sempre più velocemente scivolando verso un nulla accademico, cancellato dai progetti di migliaia di future matricole che non sceglieranno mai di venire qua a studiare?

Queste sono alcune delle domande che volevamo porre ai presidi Venuti e Bernardi nell’assemblea congiunta delle due Facoltà che avevamo richiesto per mercoledì. Ma l’arroganza e la costante prassi di attuare in modo non trasparente e non condiviso stanno sfumando la possibilità di questo incontro: se il preside di Siena, Roberto Venuti, si è detto disponibile fin da subito a indire questa assemblea, così come il rettore Riccaboni, ci chiediamo per quale motivo il preside di Lettere-Arezzo, Walter Bernardi, stia negando – a noi, alla comunità accademica, alla cittadinanza senese e aretina – questo incontro così fondamentale per il futuro delle due città. Ci appelliamo allora pubblicamente al professor Bernardi affinché convochi, quanto prima, questa assemblea delle Facoltà di Lettere di Siena e Arezzo. Qualora non fosse in grado di affrontare questa situazione, se non si reputa all’altezza di un confronto civile e aperto con noi e con voi, allora non possiamo che chiedergli di farsi da parte, rimettendo l’incarico.

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Pronta la risposta del “giovane Walter” (dal Corriere di Siena del 16 febbraio 2011)

Domanda. Professor Bernardi, cosa risponde a queste critiche?
Risposta. Sono molto meravigliato da queste polemiche, io ho rapporti istituzionali con gli studenti di Arezzo e francamente credo che il Das da noi non sia rappresentato. Gli studenti della nostra facoltà hanno partecipato all’operazione di riordino e alla fine hanno votato anche favorevolmente al piano. Come si permettono gli studenti di Siena a dare giudizi sulla nostra offerta formativa, non conoscendo bene la situazione? Noi siamo al lavoro per il nuovo scenario che prevederà una maggiore integrazione.

Domanda. Cosa cambierà ad Arezzo con il riordino?
Risposta. Ci sarà solamente una leggera diminuzione dei corsi di laurea, ma l’offerta resterà comunque importante. Non a caso siamo primi in Italia.

6 Risposte

  1. Era romantico quel tempo, mi dice un amico storico inviso al comune senese, quando partivasi per Magistero aretino, voluto, pare, dal Fanfani, magari col ciuffe ciuffe da Far West. Allora si partiva a laurearsi e a far pratiche in quel territorio lontano dove, come dicono i “razzisti” nostrani “non c’è buono neanche il vento”. Magistero sorgeva in collina, tra polli e galletti che razzolavan nell’aia… Ma allora eran grandi speranze dickensiane. Ora siamo alle balzacchiane “illusioni perdute”.
    The Bardo fa il punto della storia

  2. Adi, And, Andu, Apu, Cisl-Università, Confsal-Snals-Cisapuni, ConPass, Cosau, (Adu, Cipur, Cisal, Cnru, Cnu), Flc-Cgil, Link-Coordinamento universitario, Rete 29 aprile, Snals-Docenti Università, Sun, Udu, Ugl-Università e ricerca, Uilpa-Ur, Usb-Pubblico impiego

    Roma, 14 febbraio 2011

    Le Organizzazioni dell’Università esprimono la massima preoccupazione per lo stato in cui versa l’Università italiana: incertezza, demotivazione e assenza di prospettive. Il DDL sull’Università, ormai Legge 240/10, che è stato considerato dal mondo universitario del tutto incapace di risolvere anche un solo problema dell’Università, sta mostrando tutta la sua farraginosità e inadeguatezza.
    Gli intollerabili tagli delle risorse e la pletora dei provvedimenti previsti dalla Legge stanno determinando il caos, la paralisi degli Atenei e l’espulsione dei precari indispensabili per la didattica e la ricerca. In questo contesto è stata avviata la fase di riorganizzazione verticistica degli Atenei.
    Le Organizzazioni universitarie chiedono al Governo, al Ministro e alla Commissioni parlamentari un confronto preventivo sui provvedimenti applicativi della Legge.
    Esse si impegnano a promuovere a livello nazionale e in ogni sede universitaria momenti di riflessione, mobilitazione e contrasto di quelle proposte e pratiche che della Legge 240/10 stanno già dando la peggiore interpretazione.
    Le Organizzazioni universitarie stanno elaborando proposte sui punti di maggiore attualità, come la revisione degli statuti, e su quelli di prospettiva meno immediata, come i provvedimenti attuativi.
    Le Organizzazioni universitarie torneranno a riunirsi a Roma il 28 febbraio 2011.

  3. Ormai penso solo che questo Ateneo debba essere accompagnato alla morte, il più velocemente possibile. Nulla di più. Nulla può essere salvato. Lo dico quasi con le lacrime agli occhi, ma è così. Chiudiamola la baracca, facciamola finita.

  4. Per completezza d’informazione si legga il post del 17 luglio 2010 (e i numerosi commenti) dal titolo: Si chiuda l’università di Siena e si sviluppi quella di Arezzo, Buonconvento e Colle di Val d’Elsa.

  5. Ma che dicono i decani illustri? Ad es. il “pupillo” del baffuto Eco, l’arcibaffuto Omar Calabrese, la cui università – ove lavora debbrutto Boldrini cacainchiostro – dicono sia la migliore in Italia (vedi La Nazione di qualche giorno fa).
    Ma già, qui tutto è da primato: La Nazione sta lanciando da anni e anni un poetastro della Valdarbia suo collaboratore (i furti a Poggibonsi, le cacate dei piccioni, i ladruncoli submetropolitani ecc.), amico del Monni e del Castelnuovo. Ma per loro è the best. E ci metton pure… la faccia!

  6. a proposito di facoltà di lettere, ma è vero che all’Università per Stranieri di fatto c’è un’altra facoltà del genere? Sarà un po’ meno disastrata delle altre vero? Perché allora non si accorpano per fare corsi più qualificati e ricchi?
    E’ il “discorso della serva” forse, ma non è sensato?
    O l’accorpamento accrescerebbe i problemi?
    Chi ne sa niente? Non compare mai in questo blog: sapete spiegare perché?

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