Università di Siena: il degrado, la democrazia incompiuta e il gioco “da spalla” di qualche candidato a rettore

Scrivevamo, il collega Aldo Ferrara ed io, nell’ottobre 2004.

«Assistiamo con sconcerto ad una condizione dell’Università di Siena in stato ormai comatoso. Non solo i tagli gravissimi alla Ricerca hanno privato gli Atenei di quella connotazione di sviluppo ed avanzamento scientifico, fiore all’occhiello di tante città, ivi compresa la nostra, ma soprattutto i tempi registrano un degrado anche morale nei nostri Atenei, cui non si assisteva da tempo.
Il degrado nasce e deriva dalla democrazia incompiuta nell’Ateneo. Abbiamo assistito ad una progressiva involuzione della situazione universitaria, sin dopo il Sessantotto, che lascia presagire sviluppi assai incerti. Ciò non comporta che l’Università si spenga in un cupio dissolvi, ma certo sta cambiando pelle, un “diplomificio” con un sapere critico ridotto a zero ed uno tecnico poco più di un Liceo superiore.
Ma il degrado scientifico e culturale è figlio di quello etico-morale perché registriamo da troppi anni una progressiva e resistibile ascesa di uomini sempre più dotati di autorità, anche da noi conferita, e sempre meno di autorevolezza. Si è passati dalla democrazia mancata, dell’epoca baronale, peraltro non ancora spenta, alla farsa della democrazia apparente, quando per i massimi ruoli di dirigenza, i nominativi venivano scelti nel ridotto di una stanza dei bottoni, o più semplicemente, in un corridoio e la candidatura era manifestata epistolarmente in modo unico, secco, senza alternativa alcuna. Poi si è passati alla fase di maggiore partecipazione, con due candidati, di cui spesso uno giocava da “spalla”, per poi farsi accreditare ed omologare alla maggioranza. Una democrazia incompiuta e tuttora “dirigèe”.
Ora è necessaria una democrazia veramente compiuta, che sappia parlare un linguaggio a più voci, che attivi la mente e agiti entrambe le mani soprattutto contro la prevaricazione di ogni sorta. Occorre passare subito a una fase innovativa, per ricominciare a sperare, partecipare e lavorare, non solo in vista di Eventi o grandi Eventi ma, più umilmente, nelle aule con gli studenti e nei laboratori, all’insegna della trasparenza, certezza delle regole, qualche aggiornamento di Statuto, equità in abbondanza e nessun conflitto di interesse.»

Corriere di Siena 24.10.04 e il Cittadino Oggi 23.10.04