Ricerca e didattica di qualità non servono ai gruppi di potere

Lore_c Cosimo Loré . Non conosco il giovane filosofo Luca De Martino ma noto che quanto nel 2005 ho pubblicato nel volume Giuffrè Medicina Diritto Comunicazione coincide con lo sfogo del laureato romano: «…Le nuove regole concorsuali sia privilegianti accordi fra Scuole o gruppi sia favorenti lo ius loci, l’incremento divenuto affollamento di docenti e discenti, gli atenei sorti come funghi ovunque esiste un campanile o un padrino politico indipendentemente dalle reali possibilità di garantire la qualità della ricerca e quindi della didattica, lo spezzatino delle cattedre ridotte a meri posti di lavoro variamente denominati e sempre più spesso utilizzati e barattati per sistemare il parente magari meno dotato, l’abbassamento della qualità delle lezioni e delle pubblicazioni attestato dalla comparsa di figure tutoriali e dalla scomparsa dei corsi tenuti da un docente idoneo se non da un Maestro, tutto questo ed altro ha provocato l’attuale degrado e la diffidenza di chi sa che finanziando la ricerca non episodicamente si consente lo sperpero di pubblico denaro utilizzato per piazzare mogli ed amanti, figli e parenti, anche se assolutamente privi non di carisma ma della minima idoneità e capacità, con una incidenza statistica in certi ambiti assolutamente sconcertante. Basterebbe verificare statisticamente e scientificamente l’esito degli ultimi concorsi e criticamente esaminare il curriculum vitae dei candidati e dei vincitori che da studenti scadenti talvolta si trovano ad essere dotati di pubblicazioni paradossalmente più significative di quelle del parente potente…». Una riflessione sulla inversione tragica avvenuta in Italia tra democrazia e meritocrazia: quel che si nota nulla rileva a fronte del fatto che il riconoscimento della verità e le conseguenti modifiche non dipendono dalla gravità ed evidenza dei fatti bensì dalle “maggioranze”, dai “sondaggi” e soprattutto dai più brutali interessi e dai meno nobili appetiti delle categorie (studenti a caccia di esami “facili” e docenti alla ricerca di concorsi “taroccati”) e dei vari gruppi di potere cui non fa gioco una istituzione universitaria efficiente ed intellettualmente indipendente. Bene ha fatto il curatore del blog ad affiancar le parole illuminate del dottore in filosofia all’immagine del Ministro MIUR perché questo è il “compito” che lo attende…

4 Risposte

  1. Come ha sempre insegnato il Prof. C. Lorè bisogna ritornare all’amore per lo studio e la cultura e rigettare la bramosia del potere
    Valerio Cirfera
    Dermatologo – Copertino (Le)

  2. Come tutte le cose anche il potere esprime qualità. Per dirla con un paradosso prima per avere potere bisognava arrivare a Roma la strada era lunga, oggi nella “Italia Federale” un assessore della provincia di Isernia viaggia con auto blu e autista con tutto quello che ne consegue in fatto di privilegi per mogli, amanti, parenti e cugini. Una su tutte, provi a venire all’Estero a vedere le rappresentanze delle Regioni, Provincie etc. oltre allo spreco la meschina figura che facciamo. Come quelle 8 persone stravacate dentro uno Stand in una Fiera a Londra che alla mia domanda “che cosa fate” risposero ” ..siamo in rappresentanza istituzionale della Provincia di………..”. Sottocultura questo è quello che abbiamo maggiormente prodotto negli ultimi 20 anni.

  3. Sono pienamente d’accordo con il dott. Cirfera, in quanto la bramosia del potere potrebbe essere deleteria per la professionalità di chiunque.

  4. Poi qualcuno mi spiega come fa uno che è dovuto sottostare alle logiche della carriera universitaria a cambiarle. Una specie di candidato manciuriano che si attiva ad un comando ed uccide???

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