*Peter H. Duesberg. Ricevendo il premio Nobel agli inizi degli anni ottanta, Barbara McClintock si sentì finalmente ripagata di decenni di isolamento scientifico. Aveva scoperto i trasposomi, minuscoli geni che periodicamente saltano da un sito all’altro del Dna di vari organismi. La lunga lotta che dovette ingaggiare per far accettare il concetto è diventata leggenda, e i suoi risultati sono ora giudicati una delle scoperte più importanti della biologia dai tempi della Seconda guerra mondiale. Anche nella letteratura popolare la McClintock è ormai un simbolo di dissenso instancabile contro un ambiente scientifico intollerante. Una mattina (maggio 1991, n.d.r.), Duesberg fece visita alla McClintock nel suo studio a Cold Spring Harbor, e i due si trovarono subito sulla stessa lunghezza d’onda. Lei gli raccontò dei suoi scontri con l’ortodossia scientifica. A quei tempi, ricordò ridendo, le sue osservazioni sui «geni che saltavano» furono subito respinte dai colleghi maschi. «Non è forse tipico di una donna», dicevano, proporre un’idea così stupida? Disse anche che la scienza era cresciuta a dismisura diventando ottusa. La maggior parte dei ricercatori, sottolineò, preferiscono «cucire» insieme dati grezzi invece che interpretarli. Così, la scienza genuina finisce per annegare sotto un «diluvio di informazioni». Costoro sono felici di raccogliere dati e accettano acriticamente «supposizioni implicite» che costringono chi usa la sua testa ad andare controcorrente.
*Duesberg: AIDS. Il virus inventato. Baldini&Castoldi, Milano 1999, pag. 254.
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