Università: l’infantilismo e l’inadeguatezza dei rettori

*Corriere della Sera. Le minacce, no, non ce le saremmo aspettate dalla Conferenza dei rettori italiani. La protesta per le risorse negate all’Università dalla Finanziaria è legittima. Il grido d’allarme sullo stato comatoso dei bilanci universitari, lo sconcerto per l’insensibilità dimostrata nei confronti della ricerca: tutto questo è meritevole di considerazione e la maggioranza di governo farebbe male a non tenerne conto. Ma se i rettori decidono di svestirsi del loro ruolo togato e arrivano a intimare ai rappresentanti del governo di tenersi lontani dalle «significative manifestazioni in Università», è un lessico inaccettabile quello che traspare dalle loro dichiarazioni.
(…) Se la spaccatura tra il mondo della ricerca e il governo è dunque un campanello d’allarme per chi ha varato una Finanziaria al di sotto delle aspettative dei rettori e dei ricercatori dell’Università, le forme e i modi della protesta non sono indifferenti, anche se lo scopo può essere condivisibile. Il metodo dell’ultimatum, l’invito ai membri del governo a non mettere piede all’Università sono appunto forme che i rettori, per la delicatezza del loro ruolo e per il carattere in un certo senso istituzionale della loro funzione, devono saper arginare per non far cadere l’Italia in una deriva caotica e civilmente disgregata che in altri tempi si sarebbe detta «sudamericana». I rettori invitino il governo nelle Università, chiedano conto delle promesse non mantenute, ripetano quanto hanno detto nella passata legislatura, e cioè che una nazione moderna non può permettersi di mortificare la ricerca. Ma evitino i girotondi. Non per risparmiare critiche al governo. Ma per risparmiare all’Italia l’ennesima brutta figura.
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*Il girotondo dei rettori, 15 dicembre 2006.

Una Risposta

  1. È la traduzione in parole del pensiero che ho fatto ieri leggendo di questo atteggiamento isterico dei rettori. Inutile ed isterico, sottolineo. Concordo pienamente.

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