Facile l’accostamento del servizio dell’Espresso sulla mafia dei baroni ad un vecchio libro di Felice Froio intitolato Università: mafia e potere (La Nuova Italia Editrice, Firenze 1973), dove – come dice Raffaele Simone – l’autore «illustrava le origini remote (e quindi tanto più solide) della corruzione e dell’inefficienza del sistema universitario di quell’epoca, dovute all’intreccio nefasto di interessi personali e di cinismo politico.» Memorabile ed attualissima la denuncia pubblica del procuratore generale della corte d’appello di Messina, Aldo Cavallari, fatta il 13 gennaio 1969 all’inaugurazione dell’anno giudiziario e riportata a pag. 169 del libro:
«L’Università è l’ultimo feudo che trascina la sua esistenza come un relitto storico, un feudo assolutamente ed arbitrariamente dominato da nuclei di novelli baroni. Si distribuiscono cattedre e, quando non bastano, si creano al solo scopo di favorire il neo-privilegiato, mediante il frazionamento dannoso o inutile di altri corsi, ovvero si distribuiscono assistentati o laute borse di studio, in un nepotismo tanto evidente che potrebbe essere anche valutato alla luce della norma penale che punisce lo sfruttamento della funzione per interessi privati.»
Filed under: Vecchi di stampa | 4 Comments »