Una risposta a chi si oppone al piano di risanamento dei conti nell’ateneo senese

Si riporta la prima parte della “proposta” di Francesco Forte sul commissariamento dei rettori pubblicata su Libero del 25 ottobre 2008.

SE L’ATENEO FINISCE IN ROSSO IL RETTORE VA COMMISSARIATO

Francesco Forte. Siamo tornati al ’68 con la “okkupazione” delle università, ed i professori brizzolati che fanno i giovinetti, agitandosi nelle lezioni all’aperto. A volte questi professori che fanno i giovinetti, un po’ patetici, altro non sono che ex sessantottini, entrati nelle carriere universitarie senza veri concorsi e che vi hanno progredito grazie a capacità di arrembaggio. Dalle indagini sui giovani laureati, risulta che il 32% degli universitari fa parte della borghesia, il 31 della classe media impiegatizia, solo il 20 per cento della piccola borghesia e il 22 della classe operaia. Dunque sono in gran parte i figli dei benestanti e delle classi medie che beneficiano delle spese pubbliche per l’Università. E questi ragazzi che si agitano, sono i figli di quelli che dovrebbero pagare, con le loro imposte sul reddito, il dispendio universitario. Sicché i figli fanno lo sciopero contro i loro padri. E tutto questo è paradossale perché le Università in Italia sono messe male. Le leggi varate dopo il ’68 hanno stabilito che i rettori sono eletti da tutto il personale docente e non docente. Sicché questa non è più una carica accademica, ma una carica politica e politicizzata, nel più basso dei modi. Vale a dire il sistema del basso impero romano, per cui aveva il potere chi distribuiva più favori, a spese dell’erario.
Ci sono università, come Siena, che se fossero imprese dovrebbero fallire, perché da anni chiudono in deficit e non hanno, adesso, i soldi per pagare gli stipendi. Non è colpa della Gelmini, o di Tremonti, i cui tagli al fondo statale per le Università di 1,5 miliardi cominciano dal 2009. È colpa della gestione dissennata dei fondi pubblici che è stata fatta. O si toglie ai rettori la competenza per le finanze universitarie o si stabilisce un altro sistema di nomina. Le Università con irregolarità di bilancio e in deficit andrebbero commissariate. Poiché prevedo la accusa di attentato alla libertà e maestà della cultura, preciso che il commissariamento non dovrebbe comportare la rimozione dei rettori. Essi dovrebbero rimanere al loro posto, con compiti di indirizzo della ricerca e della didattica, mentre la gestione amministrativa e finanziaria sarebbe del commissario. (…)

28 Risposte

  1. E ai rettori di quelle università (Basilicata) che oggi si vantano sui giornali di essere in pareggio, ma che per tamponare il deficit finanziario che ha portato all’esercizio provvisorio, hanno usato d’imperio e defraudato gli studenti dei loro soldi per l’alta formazione (592 mila euro) non più restituendoglieli, cosa succede? Rientrano tra i virtuosi o no?
    Comunque, sono perfettamente d’accordo che ai rettori si debba togliere la competenza per le finanze universitarie.

  2. Sì, mi sembra molto giusto, anche perché il caso Siena ha confermato che non sanno un tubo di bilanci! Ma se si restringono le loro competenze si ricordi lo scandalo delle retribuzioni: perché non si mettono in congedo obbligatorio come i deputati? Forte è sempre stato uno spirito libero; socialista un tempo, dicono, ma sempre pulito e al di sopra di ogni sospetto, no? Come ha fatto bene a ricordare chi sono tipologicamente gli studenti in stragrande maggioranza! Bravo, anzi bravissimo!
    Finisco con ricordare una proposta del sig. Semplici: bravissimo, fare un dibattito pubblico, diretto dal prof. Grasso proporrei: le proposte del blog sono molto ricche.
    Perché non chiedere l’aula magna storica? Come fa il rettore a rifiutarla?
    2+2 dal vostro Archie

  3. Dibattete, it’s right! Il rettore ha dato la Magna per delle puttanatelle, non può rifiutarla a Grasso. Oggi poi son triste triste: la “civetta” annuncia che venderanno Le Scotte a rate, come il cu… a fette! O non c’era una legge che lo impediva? Vigliacchi!!! Svendono il bene pubblico, il patrimonio di tutti. Mi sento espropriato veramente: non si può più vivere in questa lurida cittadina, un buco infame dove una cricca “nazista” sta facendo il bello e il brutto tempo! Che cada al più presto nell’infamia, come si merita. Intanto vi prego: Fate si che i proff possano almeno timbrare il cartellino per vedere chi si assenta e chi è invece bravo. Sennò tutti pootran dire come la duce del dip. storico: io tutte le mattine sono in aula… tanto ha un pugno di studenti-servitorelli che le terranno bordone per fare una… brillante carriera!
    Auguri, in questa università del cacchio!
    Fortuna stamane ho una mail da Oxford che mi tranquillizza!
    Bye
    Paolo, ricercatore ente culturale senese dell’Acropoli

    P.S. Quanto detto da Forte mi pare non faccia una grinza… e chi glielo dice ora alle varie Piccinni e Calabrese, ingrigiti sessantottini…!??

  4. «O si toglie ai rettori la competenza per le finanze universitarie o si stabilisce un altro sistema di nomina.»

    …o gli si insegnano le tabelline (tertium datur…)

  5. No, i bilanci hanno tecnicismi tali che o si è esperti o si imbroglia con una enorme facilità. Che si fanno solo i prof. di ragioneria rettori?
    In ogni caso essendo pagati anche in aspettativa non gli darei un euro di compenso.
    Non faccia cadere la proposta Semplici, per favore, prof. Grasso!
    A proposito di crisi nostra, state a sentire che mi ha detto l’Ascheri cui ho telefonato per sapere perché non interveniva nel blog (gli sembrerebbe di fare l’avvoltoio, per cui ne vorrebbe parlare solo in Comune). Mi ha dato notizie fresche dalla Francia: ad esempio, i prof. non hanno stanze per ricevere ma solo la democratica sala dei professori (anche alla Sorbona e al Panthèon, sia chiaro); i dottorandi non sono retribuiti, a meno che facciano attività didattica complementare; c’è un piano Sarkozy per ridurre drasticamente le università fiorite anche da loro nelle varie cittadine di provincia come da noi, e con la stessa logica degli aeroporti.
    A proposito, che fine ha fatto Ampugnano chi lo sa?
    Grazie, Archie

  6. Riporto qualche brano dell’intervista a Giuliano Volpe, da pochi giorni rettore dell’Università di Foggia (il Giornale del 5 novembre 2008). Merita leggere anche l’articolo di Repubblica sul precedente rettore, Antonio Muscio.

    Bepi Castellaneta. (Foggia) Stop ai corsi decentrati, basta con le lezioni sparpagliate qua e là per la provincia, a pochi chilometri dalla sede centrale. «E non si tratta solo di frenare gli sprechi, ma di razionalizzare la didattica», precisa il professor Giuliano Volpe, barese di Terlizzi, come il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Subito dopo l’insediamento, il docente ha messo le cose in chiaro e ha annunciato il taglio dei corsi di laurea triennale in cinque centri della provincia: Cerignola, Lucera, Manfredonia, San Severo e San Giovanni Rotondo.
    Rettore, con il suo programma sembra tramontata l’epoca di un’aula sotto ogni campanile. «Per la verità qui potremmo parlare anche di pianerottolo più che di campanile».
    In che senso? «Nel senso che alcuni corsi sono in paesi che distano davvero pochi chilometri dall’ateneo».
    Una scelta destinata a scatenare polemiche. «Non credo. La mia non è una semplice decisione, ma una necessità».
    Perché? «È assolutamente necessario razionalizzare l’offerta didattica: non capisco per quale motivo si debba duplicare lo stesso corso».
    Tanto più che non sono particolarmente frequentati. «Ci sono anche lezioni con due, tre studenti. Senza contare vari casi paradossali».
    Per esempio? «In molte circostanze docenti e studenti si ritrovano sullo stesso pullman: invece di andare all’ateneo raggiungono tutti insieme la sede dei corsi decentrati».
    Pendolari al contrario? «Direi proprio di sì. La cosa più logica è che si parta dalla provincia per raggiungere la sede centrale. Tra l’altro diversi iscritti non vengono dai paesi dove si tengono le lezioni: per loro sarebbe molto più agevole recarsi a Foggia. Ma il punto non è solo questo».
    A che altro fa riferimento? «Alla questione didattica. Una cosa è limitarsi a frequentare una lezione, un’altra cosa è respirare il clima universitario: e questo può avvenire solo nella sede centrale. Nei paesi con i corsi decentrati non ci sono biblioteche né laboratori, ma soprattutto non c’è l’atmosfera di un ateneo: c’è un docente che svolge una lezione, ma non può finire tutto qui». (…)

  7. …Ancora la solita “civetta”. Pare che gli stipendi siano a rischio (magari quelli del “Gotha” professorale no, diavolo!). E pensare che mi proposero, una volta, di “commutarmi” col personale universitario. Qui ci saranno dei cojonazzi ma almeno lo stipendio pare sicuro, anche se l’amico del Grossi, l’ex sindaco Mazzoni, gran bel psi, disse: qui si lavora poco ma perché son pagati poco… Mbè, fatece lavorà dippiù! Intanto, o voi nei dintorni del rettorato, auguri. Senza lilleri un si lallerea, specie a Siena dove tutto è valutato in base allo stipendio Mps. Pare che le pupe non sognino il prence azzurro ma il montepaschino, quello tutto casa chiesa e contrada.
    Meditate, gente, meditate…

  8. «Mi ha dato notizie fresche dalla Francia: ad esempio, i prof. non hanno stanze per ricevere ma solo la democratica sala dei professori (anche alla Sorbona e al Panthèon, sia chiaro); i dottorandi non sono retribuiti, a meno che facciano attività didattica complementare;»
    archie
    ————-
    Ma stai parlando della Francia o del Congo? Non mi risulta che Oltralpe i dottorandi non abbiano borse di studio:

    “France

    Admission
    Due to the differences in French education systems in comparison to anglophone systems, students who want to earn the Ph.D. degree must complete a Master of Science program which lasts for 2 years after graduation with a Bachelor’s degree (5 years in total).
    In France, the Masters program is divided into two branches, Master of Engineering which orients the students towards the working world. On the other hand, a Master of Science orients the students towards research. The Ph.D admission is adopted by a graduate school (in French, “école doctorale”), a Ph.D Student has to follow some courses offered by the graduate school while continuing his/her research at laboratory. His/her research may be carried out in a laboratory, at a university, or in a company. In the last case, the company hires the student as an engineer and the student is supervised by both the company’s tutor and a labs’ professor. The validation of the Ph.D degree requires generally 3 to 4 years after the Master degree. Consequently, the Ph.D degree is considered in France as a “Bac +8″ diploma.”Bac” stands for “Baccalauréat” which is the French High-school diploma.

    Funding
    The financing of Ph.D studies comes mainly from funds for research of French Ministry of National Education. These grants often depend of the results and the student’s file. However, the student can apply for funds from a company who can host him/her at its premise (as in the case where Ph.D students do their researches in a company). Other resources come from some regional/city projects, some associations, etc.”
    “France is one among the leading international countries in the world that is progressively more open to combined research projects and invite international students at the PhD level. Special provisions are made for applicants from outside France for pursuing Doctoral degree programs. There are about three hundred doctoral schools in France where about four thousand of research students are pursuing PhD programs each year. The research training given to the PhD students in the various higher educational research Institutes in France involves two and/or three different levels.
    The first part is committed to the description of a PhD preparation towards DEA Diploma, the second part is devoted to the major PhD degree preparation and the third part is devoted towards the preparation of post-PhD section. The duration of PhD research degrees fairly depends on the individual topic and the nature of research work. Most of the PhD programs are offered with financial support, yet, students seeking admission to PhD program in France are advised to check the individual Institutes offering the programs with ‘fellowships’ or any other ‘grant’ details.”

    E quanto alla mancanza di uffici per i docenti è strano, perché io ho il telefono del “bureau” di alcuni colleghi (che mi abbiano dato il telefono del bar dell’angolo? Che sia il “Café de Flore” o “Les Deux-Magots”? Del resto vi sarebbero illustri precedenti… e qualche Sartre di periferia lo si incontra anche alla Conca d’Oro). Non capisco perché vuoi togliere la seggiola (nel senso materiale, non della metaforica “chair”) a ricercatori e docenti: adesso l’obiettivo è far smettere di andare all’università quei pochi docenti che ci vanno? Che rivoluzione sarebbe quella che invita alla latitanza? E dove dovrebbero lavorare, in piazza Tolomei come durante le “lezioni all’aperto” dell’occupazione? Mi sa che hai in testa sempre e solo lo stereotipo di certe facoltà o di certe materie.
    Escludo che codesto sia un modello generalizzato o auspicabile. Scusa Archie, ma io sono più affezionato ad altri modelli, di genere anglosassone e nordeuropeo: quello del professore e ricercatore che tiene la porta socchiusa e ogni tanto esce in ciabatte con una ciotola di schifosissimo caffè lungo (“open door”, per segnalare la sua presenza: qui da noi spesso, è grasso che cola se abbiamo il “water closed”…).
    Un saluto ST.

  9. …piuttosto, mi sembra significativo questo articolo dal Sole 24 Ore:


    L’università moltiplica i professori: dal 2000 il 32% di ordinari in più….gli ordinari sono aumentati del 32,2% (e il peso dei loro stipendi del 63,7%), due anni fa hanno superato il numero di associati e, senza interventi tempestivi, avrebbero presto raggiunto i ricercatori. Trasformando l’università statale in una struttura rovesciata dai costi impazziti”

    Qui c’è una interessante tabella che contiene dati comparati:
    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/11/universita-professori-studenti-tagli-fo

    In una piramide rovesciata dall’equilibrio instabile di questo tipo, neanche Tutankamon si sentirebbe a suo agio.

  10. Gradirei un chiarimento dai competenti ospiti del sito: Ma i soldi al CUS? Che fine hanno fatto o che fine fanno? L’Università li mette a bilancio, ma non li eroga. Il CUS li spende come se ce li avesse… qualcuno mi spiega?
    Non è come la bolla immobiliare dei sub-prime?
    Chi rimane con il cerino in mano?

  11. Ecco anche chi è causa dell’inflazione. Ecco perché gli “urlatori” del Sessantotto si tuffavano tutti nel “mare magnum” dell’università. Son finite le vacche grasse? Per molti, ma non per tutti… Una categoria -quella dei baroni – inossidabile e statuaria sino a qualche decennio fa. Un pilastro dell’ordine borghese, direbbe qualche sociologo. Oggi non è più così. Segno del disfacimento sociale? Si muovon tutti quando le tasche son più vuote. E’ una verità. Sfoglieremo Ferrarotti, Marx e quant’altri. Ma che faranno ora le Piccinni e i Calabrese? In quale impiego redditizio si butteranno? Forse in politica… Così fan tutti: da Schwarzenegger a Franca Rame… (e io mi succerò il dito e come Calimero cinguetterò: ci sono anch’io… non sono tanto brutto sporco e cattivo… aprite quella porta!).

  12. Caro Stavrogin,
    sì parliamo di facoltà diverse! Io di quelle umanistiche, che sono ormai messe su un binario morto in Francia, mentre si finanziano gli istituti come l’Ecole des Huates Etudes, l’Institut de France ecc. ecc., dove si fa ricerca, seria peraltro. Faccia un controllino sulle stanze dei docenti nelle fac umanistiche di Siena: vedrà quant’è facile trovarle… vuote! Ma con i riscaldamenti accesi.
    a.

  13. Amici… buuuummmm! Il tg toscano di una tivvù privata dice che il debito dell’università è di 250 milioni di euro! Chi ha… bucato?? Chi pagherà?? Ora svendono immobili – c’è sempre l’amica regione… o magari la banca di Mancini e di Mussari. Previo Bonechi che ci mette la buona parolina. Ci informeremo dal massone Bisi, quello del giornalismo d’assalto. Le stanze vuote, poi… io sono andato, anni fa, a Scienze della Comunicazione: le stanze eran vuote e, mi pare, riscaldate. Sul tavolo di un notissimo prof. molto portavoce vi erano lettere di raccomandazione per assunzioni di personale. Vorei sapere se ciò potrebbe costituire reato. Chi me lo sbroglia il quesito? Debbo per forza telefonare a “Pinguino” o al Bisi o qualche avvocaticchio satellite del Cenni? Grazie, Paolo.
    Come dice la mia poetessa: «Voglio fare la rivoluzione./Andare in piazza con un piccone./Nostalgicamente veder saltare teste.// Voglio gridare la mia disperazione,/ ucidere il Re,/ fagocitarne la veste.»
    Il consiglio com.le lo guardo perché è tutta una comica. Oggi ho fatto tardi. Ma chi ha bucato… rattoppi! Non mi fo illusioni: l’università è retta da una m… di “sinistra” che fa orrore: la cultura è nelle mani dei Toti, che ha insegnato in università USA (tanto loro parlano yankee, e fortuna non lo capiscono), e di altri bellimbusti noti a tutti per le scemenze che sfornano.
    Buonanotte… al peggio un c’è mai fine…

  14. Ah Paolo, hai scoperto la luna! Il canale civico ha trasmesso il consiglio com.le di oggi in cui il sindaco ha riferito sull’incontro: debito 249,600 milioni! Dichiarazioni ufficiali e si spera che la vendita di Pontignano, Santa Chiara e Segreteria di via Bandini basti con i doverosi tagli! Il sindaco, una volta tanto credibile, ha dubitato sulle possibilità di coordinamento tra le tre università toscane per risparmi da razionalizzazione dei corsi. Missione al prefetto perché solleciti pagamenti dovuti dal governo. Controllo sugli immobili affittati per vedere dove si può tagliare: perché non far saltare uffici dei professori che non hanno laboratori o necessità di studiare in ufficio? Così almeno si vedrà qualche professore di più in biblioteca, non vi pare? Stipendi novembre-dicembre paiono sicuri.
    Il sindaco non ha parlato di responsabilità accertate, ma sapete che la finanza ha sequestrato mercoledì scorso una barca di documenti, no?
    Ci siamo al 2+2, no?
    Prof. Grasso non si dimentichi il dibattito pubblico. Il 21 è stato annunciato da call center incontro sull’altro grande ammalato senese: il MPS, dal cui benessere dipende quello della Fondazione che ha dato ora quasi 10 milioni all’Università per ricerche, borse, dottorati.
    I contratti faranno una brutta fine. Salvo quelli coperti potentemente dai politici o professori politicanti. Facciamo due casi estremi: contratto come supplente a Giurisprudenza dovrebbe avere Ascheri (che prenderà un 2mila euro lordi all’anno essendo ordinario altrove?), contratto come supplente a Scienza delle com. ha il Boldrini (30mila all’anno?), la figura di punta del debito tosiano, vero? Ebbene, con nel Senato personaggi sensibili alla politica PD come Detti e Brezzi potete indovinare come andranno i due contratti limite indicati?
    Ancora una volta 2+2, cari amici, vostro
    a.

    Da Giovanni Grasso ad Archimede.
    Fornisco, per correttezza e completezza, i dati sui contratti di insegnamento del Prof. Maurizio Boldrini presso il nostro ateneo:
    1) Comunicazione istituzionale (€ 4320);
    2) Teorie e tecniche del linguaggio giornalistico (€ 6240);
    3) Teoria e tecnica dei nuovi media (€ 1800)
    Totale lordo dei contratti: € 12360
    Inserisco anche il link alla pagina che riporta l’elenco dei 2383 contratti per l’anno accademico 2007/2008, molti dei quali sono gratuiti. Evitiamo di dare informazioni sbagliate. Controllate l’elenco e grazie
    Giovanni Grasso

  15. “Civetta”… Vorrei che qualcuno, oggi, potesse delucidarmi realmente su cosa accade, poiché ho impegni di lavoro che urgono, debbo dare una mano a certi amici in ambito culturale. Ho visto che il debito è enorme e che non gliela fanno a saldarlo. Poi che vi sarebbero almeno sei indagati. Chi sono? Si sa qualcosa? Delucidatemi e con me tutti i frequentatori del sito, grazie.
    «Scellerati, ma che fate?
    Da dove prendete tutta questa chiavica?»

    (Sempre la mia poetessa preferita).

    P.S. Per 2 mesi lo stipendio è assicurato, chiosa Capitan Chiocciolino, il pacioso-burbero Focardi (unità dialettica). Oggi son d’accordo coi comunisti. Han detto che in Italia solo la Chiesa e l’Università vivono “autoriproducendosi”… una sorta di feudalesimo. Ma allora perché fare la sporca farsa dei concorsi? Perché han preso – i feudatari – per le chiappe migliaia e migliaia di poveracci… Mandiamo Calabrese e c. a fare almeno i chierici! Frati, li voglio frati! E coi voti, perbacco! Però giuro che il primo assessore alla cultura uscito dalle facoltà che viene a fare predicozzi e sorrisetti ipocriti lo prendo a calci nel didietro! Divieto per i proff. di entrare in enti comunali et similia. Basta cogli arruffoni stile Sgarbi. Impuniti! Cacciare tutti gli assessori al culturame! Ficchiamoli almeno sull’Acropoli! E si “autoriproducano” pure per chiamata. Certo è che gli ex comunisti han fatto ben poco per cambiare questa situazione degenere… anzi vi si son gettati a capofitto (vedi Siena e la corte e coorte del “Suslov” senese, il Calabrese).

  16. Tutte le notizie sulla situazione dell’università di Siena si trovano nella rassegna stampa di questo blog divisa in due parti:
    la prima dal 24 settembre al 24 ottobre
    la seconda dai 25 ottobre ad oggi.
    Giovanni Grasso

  17. Crac Ateneo, sei indagati
    La ‘palla’ passa al governo

    Clamorosa svolta nelle indagini sul ‘buco’ di 250 milioin di euro tra debiti e disavanzi di gestione. Tra i 5 atenei dai bilanci in rosso Siena è il caso limite. Il rettore verrà ricevuto a Roma dal ministro Gelmini.
    La Nazione
    ————————————–
    per la circostanza, propongo di trasformare le manifestazioni anti-Gelmini, in procissioni con immagini votive della suddetta ministra.

  18. L’ Università di Siena non ha soldi? Va bene, una soluzione c´è: il licenziamento in tronco di tutti i raccomandati del Dipartimento di Storia (e non solo…)

  19. Bene Achille! Bravo! Ieri ho detto anch’io la mia “in alto loco”. Feudi, altro che facoltà, feudi sono (vero Omar??). Io ho dato la mia disponibilità a fare anche lezioni gratis sulla mia materia (inesistente a Siena), dato che ho uno stipendio. Mai stato raccomandato, ci tengo a dirlo. Un virtuoso. E sempre pronto al dialogo ma integerrimo verso la corruzione e le raccomandazioni. So che so’ bestia rara in questo paese delle mezze verità… e delle mezze cartucce (come il Trio di Lettere & Affini). Vorrei dire ai noti restauratori di non fare più conciliaboli e telefonate per sbarrare la strada a chi lo merita. Si ceda il passo!
    Intanto la solita “civetta”, òrcocàn!, dice delle dimissioni del Bigi – altro che bufala… lo dico per l’industriale pensionato – e dell’intervento massivo della magistratura. Commentate, per favore.
    P.S. Vedo che un trentamila lordi se li cucca il prof. Boldrini, l’esperto delle telecominicazioni. Credo sia una gran testa… Intanto nessuno mi ha saputo dire che laurea abbia questo mostro di scienza, che pare sappia tutto dei meccanismi interni dell’università, essendo stato, come uomo del PCI, molto vicino a Berlinguer e Tosi (che senz’altro avranno ammirato le eccellenti capacità di questo “pozzo di scienza”; per lui il web dev’essere una bazzecola. Io lo invidio, e voi? Un saluto a questo esimio collega).

    Da Giovanni Grasso a Paolo Fedeli.
    Fornisco, per correttezza e completezza, i dati sui contratti di insegnamento del Prof. Maurizio Boldrini presso il nostro ateneo:
    1) Comunicazione istituzionale (€ 4320);
    2) Teorie e tecniche del linguaggio giornalistico (€ 6240);
    3) Teoria e tecnica dei nuovi media (€ 1800)
    Totale lordo dei contratti: € 12360
    Inserisco anche il link alla pagina che riporta l’elenco completo dei 2383 contratti per l’anno accademico 2007/2008, molti dei quali sono gratuiti. Evitiamo di dare informazioni sbagliate. Controllate l’elenco e grazie.
    P.S. La laurea per un “cultore della materia” non è necessaria. Risulta difficile contestare la competenza del Prof. Boldrini per gli insegnamenti che gli sono stati assegnati.
    Giovanni Grasso

  20. Grazie, prof. Grasso, sempre preciso e pronto!
    Perché però non c’è nell’elenco il prof. Ascheri che è supplente a Giurisprudenza?
    Grazie, così ritorno al 2+2, archie

    Risposta di Giovanni Grasso
    Non sono, per il momento, in grado di darti la spiegazione. È necessario che il Prof. Ascheri ci dica che tipo di rapporto di lavoro ha con l’ateneo senese, l’insegnamento che svolge, a quale Anno Accademico si riferisce ecc. Farò una ricerca e comunicherò i risultati. A presto
    Giovanni Grasso

  21. Boldrini, un professore non laureato… come tanti, del resto. Un amico dice che ormai la laurea la danno a cani e porci e quindi fa bene Boldrini a insegnare senza laurea. E io che l’ho presa a fare? Potevo fare come Boldrini! Magari andare da lui a farmi indottrinare, viste le competenze. Lo eleggo senz’altro magister! Poi vo da Calabrese e cerco proficuo inserimento in Pubblicità – fo il semiologo dove chiappo tutto e il contrario di tutto. L’avessi saputo prima! Va a finire che trovi i barboni con laurea e baristi professori! E io che non lo sapevo… Ecco perché Fidel Castro ha detto che ci sono troppi professori. Cuba=Italia?

  22. «L’avessi saputo prima! Va a finire che trovi i barboni con laurea e baristi professori!» Paolo
    …comunque la barba non fa il filosofo; se continua così, continuando con l’«esternalizzazione» della funzione docente tramite contratti del menga, come già è accaduto per uscieri e donne delle pulizie, arriveremo alle agenzie di fornitura di lavoro temporaneo che alla bisogna ti forniranno biologi, ingegneri, filologi a cottimo, i quali, terminata la settimana di lavoro, torneranno a fare i lavapiatti o i ciabattini: vedrai quanti Einstein ne sorgeranno! Ma non è questo il rivoluzionario modello a cui stiamo puntando? Del resto un paio di giorni fa ho sentito una gentile signora in un negozio (vox populi…) la quale, esercitandosi nello sport che pare essere prediletto dai senesi in questo scorcio d’autunno, ossia sputare sopra l’università e chi ci lavora, affermava: «che male c’è se licenziano qualche decina di professori universitari? Anch’io sono stata licenziata dopo sei mesi alle Poste», t’a capì? Sembra una battutta di Groucho Marx…

    «Poi vo da Calabrese e cerco proficuo inserimento in Pubblicità – fo il semiologo dove chiappo tutto e il contrario di tutto.» Paolo
    Questo è il vero dramma: la prevalenza del tuttologo, ossia quello specializzato in nulla, che parla di poesia con i matematici e di matematica con i poeti (come si diceva facesse un noto poeta di qualche decennio fa): del resto stiamo andando un po’ verso il modello americano dei colleges di provincia, in cui c’è gente che strologa al contempo di fisica e di esegesi biblica. Senza chiamarsi Isaac Newton.

  23. Segnalo a Stavrogin e Fedeli una riflessione di Erwin Chargaff che ho inserito sul blog il 22 aprile 2006, nella categoria “piccola scienza”, con il titolo «Scienze: sapere tutto di nulla» e della quale riporto la parte finale.

    «(…) ma le scienze diventano sempre più complicate, mentre alcuni sanno sempre di più su sempre di meno. La condizione ideale cui ci avviciniamo in modo asintotico è sapere tutto di nulla.»

  24. Professori universitari senza laurea?
    Così si spiega il loro comportamento nei confronti dei laureati con 110 e lode, vincitori di borse di studio e premi…
    Una vergogna

  25. Dice Stavrogin di aver sentito dire da una gentile signora in un negozio: «che male c’è se licenziano qualche decina di professori universitari? Anch’io sono stata licenziata dopo sei mesi alle Poste»

    Ebbene, si dice che una rappresentante sindacale (Cisl), nell’ultimo consiglio di Amministrazione dell’Università di Siena che ha approvato il piano di risanamento, con la sospensione di tutte le prese di servizio (di docenti e non docenti), nonché la sospensione della stabilizzazione di altre 40 unità di amministrativi, molto contrariata abbia esclamato: “va bene il pensionamento anticipato e la sospensione della presa di servizio per i docenti ma non per i tecnici e gli amministrativi”. Ecco, appunto, una università di studenti ed amministrativi.

    Gino Greco

  26. Stavrogin ne ha da vendere di ragioni… e anche Achille nel dire della vergogna. La “civetta” dice che la Gelmini – il governo – salverà l’università. Dopo aver abbruciato sul rogo Bigi che si difende, anche col “ringhio”. Ma, al di là di ciò, io sfido i Calabrese e i suoi amici a fare come me e a proporsi gratis per un corso di lezioni. Magari per il signor (e non Dottore, n.b.) Boldrini (professore a contratto, siamo precisi!) non sarò da imitare… del resto l’imitatio Christi era specialità dei mistici.
    PS. Sappia Calabrese che il suo partito, il pci, lo considerava pressoché un coglionazzo degno del disprezzo ma temibile – e di che? Venne a Siena, sembrò che un semidio potesse far aria e dissipare la burocrazia mefitica. Non erano i nazifascisti ma un compagno-intellettuale che faceva aria… invece è seguito il flop, l’arroccamento del Calabrese coi Tuttologi, il bunker dove si rifugiò con l’Amerikano e Gigi ecc. Ora si proponga gratis per salvare la “sua” università. Faccia come me che ama la cultura e non solo di facciata. Claro!?

  27. Mi perdoni il prof. Grasso ma sento di dover fare una chiosa a quanto detto più volte dall’amico blogger-Stavrogin, sempre molto lucido e pungente. Sia chiaro, e lo dico da molto, che non condivido per niente – ché non sono s-fascista– l’attacco indiscriminato ai lavoratori dell’università, da qualunque parte provenga! No, no, no, ancora e sempre no! Come del resto non condivido lo “sport” dello sparare nel mucchio. Questo viene da beceri provinciali che sono, mi si consenta, degli stronzi. Ottusi stronzi, anzi! Il becerume e la goliardia sono però favoriti da certa canaglia messa in enti culturali da certo politicume miope. È la canaglia a tener bordone e incitare al linciaggio, a volere la “Notte dei Cristalli” e i pogrom.
    Io sono contro i baroni e chi ha imbarbarito la cultura e ne ha fatto oggetto di mercanzia. Sono correi i Golpisti-restauratori delle facoltà umanistiche ma anche Medicina non scherza. Insomma chi è senza peccato…
    Tutta la nazione ne risente, di questo imbarbarimento. Nel libro che vo scrivendo e che mi tiene al pezzo tutte le mattuine, io dico che in momenti di “crisi” sono i partiti estremi a prevalere. Ora chiedo a tutti i real-democratici e progressisti di varia estrazione di unirsi contro la canèa reazionaria e ultrareazionaria e contro le privatizzazioni per ridare fiato a una vera-vera!!!-pubblica università. Fra i retrivi, lo ammetto, ci metto anche i vari “Suslov” dittatorelli dello “Stato di banans”.
    Questo lo dovevo.

  28. Ci sono contratti e contratti… non trovo Ascheri dev’esser fuori… comunque il suo caso (supplente di Giurisprudenza anche durante quest’anno e lo è da anni) dimostra che ci sono altri fondi, di Facoltà? Non contabilizzati nell’elenco del prof. Grasso… Be careful, my dear!
    Suo
    Archie

Scrivi una risposta a paolo Cancella risposta