Ceccuzzi e Mussari? Due giganti, confrontati con il rettore dell’università di Siena

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Nel suo ultimo libro “Le mani in pasta”, Raffaele Ascheri descrive il coinvolgimento (nell’inchiesta salernitana sul crack del pastificio Amato) di Ceccuzzi e Mussari: due giganti, confrontati con il rettore dell’ateneo senese. Di seguito riportiamo il “gustosissimo” capitolo dell’iniziazione “partitica”, in università, di Ceccuzzi, tra ragù della mamma e audiocassette dei discorsi di Berlinguer (non di Enrico, ma del più prosaico Luigi).

Eravamo 4 amici alla casa dello studente

Raffaele Ascheri. Ho avuto modo di parlare a lungo con una persona che ha vissuto insieme, per circa un anno, con il giovane Franco Ceccuzzi, ai tempi dell’Università e della residenza universitaria; il ritratto che mi ha fatto questa fonte è stato straordinariamente aderente a come immaginavo il Ceccuzzi 21enne, appena arrivato dalla Val di Chiana per scalare i primi passi su quell’Everest del Partito-Chiesa (il Pci) su cui, una quindicina d’anni dopo, a livello locale sarebbe riuscito ad apporre la sua personale bandiera (ancora tutt’altro che ammainata, è bene ribadire).

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I quattro candidati a sindaco di Siena conoscono la situazione di degrado etico, amministrativo e politico in cui versa l’Università di Siena?

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Di seguito un mio breve commento apparso suprimapagina online dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2013 dell’Università di Siena e lo sventato danno erariale di sedici milioni d’euro.

È gravissimo e illegittimo che, dopo più di quattro anni dalla scoperta della voragine nei conti dell’Università di Siena, non sia ancora stato approvato un piano di risanamento rigoroso, in grado d’incidere sugli sperperi e soprattutto sulle spese strutturali. Non è possibile rilanciare la didattica, la ricerca e recuperare il prestigio dell’ateneo senese, senza un preventivo risanamento strutturale del bilancio. È incredibile che al 31 dicembre 2012 ci sia un disavanzo d’amministrazione di 46 milioni d’euro e un disavanzo di competenza per il 2013 di 19,6 milioni d’euro. È riprovevole l’inerzia del rettore, che non sa far altro che proporre il congelamento per cinque anni delle rate dei mutui contratti dall’ateneo con la Banca Monte dei Paschi, passando così al successore l’onere del risanamento. Senza considerare che, per la concessione della moratoria, è la Banca a porre la clausola dell’approvazione di un piano di risanamento da parte degli organi di governo dell’Università. Per fortuna, i Ministeri competenti (Mef e Miur) non hanno concesso la necessaria autorizzazione e parere negativo è stato espresso dal nuovo collegio dei revisori dei conti.

Il Sindaco di Siena si è dimesso. Ora tocca al rettore dell’Università!

«A Siena, sindaco e rettore appesi a un filo»: con questo titolo, il 27 aprile scorso, presentavo la difficile situazione del Comune e dell’Università, in occasione dell’approvazione del conto consuntivo per l’anno 2011. E aggiungevo: «chi si dimetterà per primo, il Sindaco di Siena o il rettore dell’università?». Ebbene, ieri sera  alle 23,30 Franco Ceccuzzi ha rassegnato le dimissioni da sindaco. Ora, attendiamo quelle del rettore.

Franco Ceccuzzi. Dopo aver profuso, fino a pochi istanti fa, un impegno incessante alla ricerca della continuità del mandato amministrativo, con rammarico devo prendere atto che, all’interno del Consiglio Comunale, non esiste più la maggioranza uscita dal responso elettorale dodici mesi fa. Per questo ho deciso di consegnare al Segretario Generale del Comune di Siena le mie dimissioni da Sindaco, per rispetto istituzionale di fronte ai cittadini e all’intera città.

Su Facebook Franco Ceccuzzi ha postato il seguente messaggio: «Con grande dispiacere, pochi minuti fa, ho inviato la mia lettera di dimissioni da sindaco di Siena. Ho dovuto prendere atto che la maggioranza non esiste più, a causa del tradimento del mandato elettorale di otto consiglieri comunali, che hanno fatto prevalere l’interesse personale su quello della città. Il rinnovamento non si fermerà.»

Report e il sistema Siena: terremoto nella Fondazione MPS e nella Banca

Dopo la trasmissione di Report (Il Monte dei fiaschi), ecco il blitz della Guardia di Finanza, che sta indagando sulla discussa acquisizione di Banca Antonveneta. Di seguito il comunicato stampa sull’operazione Giotto.

«La Procura della Repubblica di Siena ha disposto una serie di perquisizioni presso le sedi legali della Banca Monte dei Paschi di Siena, della Fondazione Monte Paschi Siena, del comune e della Provincia, di numerose istituzioni finanziarie italiane ed estere con sede sul territorio nazionale, nonché di abitazioni private, in ordine ad una serie di condotte poste in essere a partire dal 2007, in occasione dell’acquisizione di Banca Antonveneta dagli spagnoli del Banco Santander, protrattesi sino al 2012. Le attività odierne sono condotte dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Roma coadiuvato dal Comando Provinciale di Siena. Le ipotesi investigative riguardano i reati di manipolazione del mercato ed ostacolo alle funzioni delle Autorità di Vigilanza in relazione alle operazioni finanziarie di reperimento delle risorse necessarie alla acquisizione di Banca Antonveneta ed ai finanziamenti in essere a favore della Fondazione Monte dei Paschi.»

L’operazione ha visto impegnati 150 uomini della GdF in perquisizioni di uffici della Banca a Siena, Roma, Firenze, Milano, Padova, Mantova e nelle sedi del Comune e della Provincia di Siena. Perquisizioni anche nelle abitazioni del presidente (Gabriello Mancini) e del direttore generale (Claudio Pieri) della Fondazione MPS e in quelle dell’ex presidente (Giuseppe Mussari), dell’ex direttore generale (Antonio Vigni) e di altri dirigenti della Banca. Così, l’indagine della Procura di Siena, che sembra confermare i rilievi emersi con l’inchiesta di Report, chiude definitivamente le polemiche. Infatti, il sindaco Franco Ceccuzzi aveva considerato la trasmissione «gravemente offensiva per la città, i senesi, il Palio e le sue tradizioni», dichiarandosi pronto alle «necessarie azioni di tutela legale.» Anche Stefano Bisi, che in precedenza aveva definito il sistema Siena «un groviglio armonioso di enti, associazioni e uomini», indicando la trasmissione di Report come un «frullato diffamatorio nei confronti della città», dovrà ammettere, dopo il blitz della GdF, d’aver coniato uno slogan effimero e autolesionistico.

A Siena, sindaco e rettore appesi a un filo

Domanda d’obbligo: chi si dimetterà per primo, il Sindaco di Siena o il rettore dell’università? Di sicuro c’è che saranno preceduti da chi ha i giorni contati: la Dottoressa Ines Fabbro, direttore amministrativo dell’ateneo. In Comune, il conto consuntivo per l’anno 2011 è stato bocciato. All’università è stato approvato con tredici voti contro sette (tre astenuti e 4 contrari) e, ancora una volta, con il parere non favorevole dei Revisori dei conti, Gabriele Lorini, Serenella Lucà e Antonio Nazaro. Dal verbale del collegio sindacale – di cui si riportano i passi più significativi – emerge conferma di quel che su questo blog abbiamo sempre denunciato: l’irregolarità del cumulo dell’assegno pensionistico con il corrispettivo del contratto stipulato con i docenti in quiescenza anticipata. Chi pagherà per il danno erariale?

Revisori dei conti. «Pur permanendo una situazione di squilibrio strutturale, si evidenzia una riduzione del disavanzo di parte corrente dell’anno 2011 derivante, tra l’altro, dall’attivazione di misure di pensionamento anticipato del personale docente e di mobilità territoriale per il personale tecnico amministrativo. Si dà atto che l’esito del pensionamento anticipato consegue alla sostituzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato con conferimento di incarichi di insegnamento. Al riguardo si esprimono perplessità sulla misura adottata in quanto, in caso di vacanza del posto, si ritiene che debbano essere applicate, per quanto compatibili, le ordinarie procedure di reclutamento dei dipendenti pubblici. Si evidenzia inoltre che non sono indicati i riferimenti normativi che consentirebbero il cumulo, sulla stessa posizione funzionale, dell’assegno pensionistico con il corrispettivo pattuito per la prestazione contrattuale. Il disavanzo di amministrazione pari ad € 43.621.197,94 risulta incrementato rispetto a quello dell’esercizio precedente che è pari ad € 37.798.498,73. Il Collegio rileva (…) il permanere del disavanzo di competenza e di amministrazione. Con riferimento alla norma di cui all’art. 3 del d.lgs n. 199/2011 si dà atto che quest’organo non può procedere agli adempimenti previsti in quanto non è stata ancora adottata la normativa regolamentare di applicazione. Per tutto quanto sopra esposto, il Collegio, pur considerando le riduzioni di talune voci di spesa, esprime parere non favorevole sul Conto consuntivo per l’anno 2011.»