Romano Dallai, uno dei cinque candidati alla guida dell’Ateneo senese, pone all’attenzione degli elettori il problema della contrapposizione che sarebbe in atto fra i candidati dell’area sperimentale e quelli dell’area umanistica, con la conseguente necessità, secondo alcuni, di una alternanza fra le due anime, cioè una alternanza dei Rettori a seconda dell’area di provenienza. Ritengo che la scelta del rettore non possa avvenire sulla base dell’appartenenza ad un’area scientifica, Facoltà o materia d’insegnamento. Altrimenti sarebbe meglio sceglierlo sulla base della provenienza geografica, dell’appartenenza a un gruppo di potere o sulla base dell’aspetto fisico: in fondo il nostro è un Ateneo dove l’immagine ha un ruolo importante. Il nuovo Rettore dovrà, invece, garantire regole certe, il loro rispetto, un controllo rigoroso dell’uso delle risorse, collegialità nelle scelte, trasparenza gestionale, imparzialità, eliminazione di ogni forma di conflitto di interesse, conoscenza della macchina amministrativa, autorevolezza, marcando una chiara discontinuità con la gestione degli ultimi 20 anni dell’Ateneo senese.
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