Sulla voragine nei conti dell’ateneo senese, gli ex rettori Berlinguer e Tosi contribuiscano a fare chiarezza invece di minacciare querele

Le Liste Civiche Senesi. Le Liste Civiche Senesi esprimono il loro stupore per l’eventuale iniziativa legale, annunciata dalla stampa cittadina, da parte degli ex Rettori Berlinguer e Tosi, nei confronti della Lista Civica Libera Siena.
Fermo restando che le Liste Civiche Senesi, come larghi strati della popolazione, condividono ampiamente quanto espresso nel responsabile documento di Libera Siena sul preoccupante dissesto dell’Ateneo Senese, ci aspettavamo che Berlinguer e Tosi fossero collaborativi con la proposta e si mettessero a disposizione per “fare chiarezza”, “accertare tutte le responsabilità utilizzando strumenti trasparenti”, “a garanzia dell’accertamento di tutte le responsabilità senza inquinamento delle prove”, cioè che aiutassero a perseguire le uniche vere finalità espresse dal documento. È evidente che Libera Siena non ha mosso critiche personali, ma ha espresso dubbi sulla gestione complessiva dell’Università, della sua “politica” e dei suoi “gruppi dirigenti”, chiedendo appunto, che venissero accertate le consistenze di fatti che appaiono clamorosi.
Ribadiamo dunque la meraviglia per l’iniziativa dei due ex Rettori, che non pare abbiano colto il preciso intento di Libera Siena di ottenere solo una seria indagine dalla quale potrebbe anche risultare la completa o parziale estraneità anche dei due ex Rettori a certe iniziative e a certe scelte gestionali dell’Università Senese, che la Lista Civica mette politicamente in discussione esercitando il suo ruolo di rappresentante dei cittadini nel Consiglio Comunale di Siena. Le Liste Civiche Senesi, di cui Libera Siena fa parte, hanno proprio l’obbiettivo di non avallare una “caccia alle streghe”, come detto da Barni, ma essere certe di verifiche serie e precise individuazioni delle responsabilità, per riportare la necessaria serenità ed efficienza nel nostro Ateneo.
A proposito di dichiarazioni giuridicamente rilevanti, come giudicare quelle rese dai due ex Rettori che, a fronte della normale richiesta di chiarimenti avanzata da Libera Siena a livello politico, arrivano ad accusarla, senza alcun fondamento, di aver commesso i reati di falso e di calunnia?
Non vorremmo che questa esagerata reazione voglia rappresentare una forma di intimidazione verso una Lista Civica di comuni cittadini (i due ex Rettori hanno avuto un atteggiamento ben diverso di fronte ai pesanti attacchi provenienti però da ambienti ritenuti forse più “potenti”), nel tentativo di distogliere l’attenzione da una necessaria e trasparente verifica. Ciò non sarebbe rispettoso della nostra gloriosa Istituzione e di tutti i dipendenti, che hanno il diritto a serie risposte per riconquistare una tranquillità personale e lavorativa.

48 Risposte

  1. L’Università truccataSaggistica, autore: Roberto Perotti, edito da Einaudi. «L’università italiana è malata da tempo, prigioniera di interminabili diatribe su ogni minuzia normativa e di inutili appelli al civismo e alla magistratura. Un luogo ingiusto, che favorisce i privilegiati e non incoraggia i più meritevoli. Un’organizzazione che non può funzionare, priva com’è di adeguati incentivi e meccanismi di sanzione. Perché nelle aule universitarie italiane nessuno viene premiato se ha successo nella ricerca e nell’insegnamento e nessuno paga per i propri fallimenti. Il libro di Perotti è la fotografia impietosa di una catastrofe educativa che pesa sul futuro dell’Italia. Ma anche la coraggiosa proposta di alcune riforme semplici e radicali, per rompere definitivamente con decenni di palliativi. È un pò quello che ci diciamo da sempre, cioè che il merito in questa nostra Italia non viene quasi mai premiato e diventiamo ogni giorno che passa, vittime di meccanismi di apparato, piuttosto che protagonisti del futuro.» Anche Einaudi va annoverata fra i denigratori dell’università italiana? E chi scrive deve ora tremare per il volume appena uscito Tra scienza e società (Giuffrè XVIII-940)? http://www.giuffre.it/servlet/page?_pageid=56&_dad=portal30&_schema=PORTAL30&APCodVolume=281156 O piuttosto la caccia alle streghe come la minaccia di querele mostrano la lunghissima coda di paglia di chi le propone (vignetta – per cortesia – con coda che non entra nel disegno…)? Conviene rileggere l’Ascheri che in questo blog denunciava la inaffidabilità di chi vuole oggi ergersi a giudice di se stesso contro ogni logica e decenza e anche proporsi come salvatore dei naufraghi di una nave di cui è stato l’ammiraglio con tanto di pernacchi … ops … scusate il lapsus … pennacchi! Conviene anche riflettere adeguatamente sul fatto che chi si agita a ben guardare teme che si faccia una volta per tutte completa chiarezza sulla destinazione e sull’uso di soldi e posti in questo ateneo! E l’unica sede che rimane è quella giudiziaria quando quella scientifica ha rinunciato da tempo al proprio arduo ed alto compito di indipendente e onesta ricerca della verità!

  2. Caro Cosimo,
    posso ringraziarti vivamente? Come vecchi (ormai) referendari ci si ritrova sempre! Bada, non ho contribuito né al primo né al secondo comunicato, anche se ho avuto il piacere di condividerli, perché come professore in pratica costretto a lasciare l’univ. di Siena non voglio coinvolgermi direttamente nella questione se non come, inevitabilmente, consigliere comunale – e non è facile, come si capirà – o testimone degli ultimi decenni di vita universitaria, sulla quale i Barni, Grossi, Buccianti, Martini ecc. ecc. possono dire tantissimo, anche meglio di me. Ma la cultura dell’immagine, del sensazionale, della promozione non sempre coperta dalla sostanza l’ho storicamente contestata e quindi ne posso oggi parlare.
    Non se ne trova tracce nelle varie storielle di ‘regime’ dell’università che sono state fatte negli ultimi anni: perciò abbiamo anche a maggior ragione il dovere di parlarne. Si è fatto spettacolo (come oggi se ne fa, tanto, dal Comune, che è in stretto rapporto con quello stesso mondo dell’università che oggi contestiamo come ieri), mentre i veri studiosi stavano in un angolo, sconosciuti, spesso a pietire inutilmente i contributi per la vera ricerca.
    Niente caccia alle streghe quindi, caro Mauro, ma una ricerca spassionata, da ‘scienziati’ quali vorremmo e dovremmo essere, imparziale, oggettiva, che dia a ognuno il suo nel bene e nel male e che possa fare uscire dalla crisi ‘in positivo’, come dicono i politici.
    Grazie dell’attenzione, e scusate per i reiterati interventi. Non è piacevole per niente, credetemi, esser sempre in prima fila – e senza giubbotto – esposti al tiro dei ‘potenti’: che scrivono poco, ma colpiscono forte e senza pietà. Se possono.
    m.a.

  3. Non vada oltre, professore, nel personale; non sa che son pronti a rimproverglielo e a sbranarLa?
    Lo sanno anche i sassi, stia tranquillo, e non solo a Siena, che lei è stato costretto per motivi politici a lasciare la “illuminata” Università di Siena. Da anni criticava la sinistra che andava alla deriva e senza tradirla, senza diventare berlusconiano come tanti socialisti.
    Come potevano perdonarle l’indipendenza di giudizio?
    Siete ad una svolta storica, o no? La sensazione dall’esterno è questa.
    Seguo le Vostre vicende da ilcittadino.it, che informa con qualche completezza e grazie a qualche fax di articoli del Corriere di Siena. Ci scrive spesso Barzanti; che dite, resterà come sempre nell’ortodossia? Peccato, poteva dare molto di più alla città. Così resterà l’uomo dei bei discorsi, un fine letterato, ma che altro? Sempre meglio di certi altri intellettuali che vanno per la maggiore. A proposito il Calabrese di you tube è scomparso? Al Corriere della sera hanno colto il suo “spessore”? Non l’ho più letto.
    Teneteci informati e, dott. Paolo, la prego, concentri i Suoi interventi; pochi ma più concentrati. Tanto la mascolzonata che Le han fatto ormai è acquisita da noi e dalla Storia.
    Il Vostro sempre più partecipe Arlecchino

  4. Cercherò di “concentrami” ma è un topos del letterato-poeta essere anche “peripatetico” dei Pascoli del Cielo. La mia vicenda di emarginazione non è l’unica ed io la cito solo per far riflettere. Sono però ottimista. Domani riprenderò il mio lavoro di ricerca in un certo ambiente, dopo un inferno dovuto a una terrificante malattia – e son vivo per miracolo, te lo assicuro, benché con delle terribili stimmate.
    Intanto a Pisa e Firenze si son tenute proteste e lezioni all’aperto. Qui, in questo buco orrendo, non vedremo mai niente di tutto questo, solo qualche urlatore pacificato a suon di milioni da Fondazioni varie. In un blog ho letto che le puttane di regime preferiscono i tacchi a spillo e la borsa di coccodrillo.

  5. Caro Paolo son felice tu riprenda il lavoro…
    questo significa che va tutto bene… Superata la Via Crucis… con spirito guerrigliero… ora t’aspetta una battaglia meno violenta… qui però puoi essere sicuramente maestro in assoluto…
    Auguri
    the fox

  6. Forza, Paolo, siamo tutti con te!

  7. Sì, forza, perché è il sistema Siena che cigola tutto, e forse ci si fa, contrariamente a quanto pensavo, a metterlo alle corde.
    Focardi lo vogliono far fuori per riprendersi interamente l’Università ora che le cariche diminuiscono e c’è rischio addirittura di perdere dei Comuni (affare Casole, geotermia, aeroporto, i motivi di malcontento si sono moltiplicati contro i DS). Infatti non gli fanno vendere niente per non liberarlo dall’assedio degli ex-DS che lo vogliono fare fuori. Si parla anche della Piccinni come candidata di stretta fiducia del Partito, pensate!
    Invece bisognerebbe subito risanare togliendosi di torno ad esempio Pontignano e il Santa Chiara, fonti di deficit fortissimi (no?). Sarebbe solo un bene.
    Per il Prof. Grasso: dovrebbe far arrivare, via CdA ad esempio, la proposta di una commissione sugli spazi occupati dai prof. e vari centri e istituti; togliere sprechi, uffici sempre vuoti e inutilmente riscaldati. quanti ce ne sono nelle Facoltà umanistiche? E di studi sfarzosi presso i baroni medici? Si parla di appartamenti!
    Ma se qualcuno può, corregga: non faccia circolare voci inesatte.
    Grazie, a.

  8. Quanti senesi sanno cosa essere Biotech? Eppure il fiume di denaro che riempie le tasche e i nomi dei titolari delle suddette tasche ci riguardano tutti perchè sono persone che incassano e spendono soldi nostri! A chi e a cosa serve Biotech? Informatevi, informiamoci, disturbiamo i manovratori! L’or è…

  9. Alzate la testa e accorgetevi che ci son le stelle!

  10. «Per il Prof. Grasso: dovrebbe far arrivare, via CdA ad esempio, la proposta di una commissione sugli spazi occupati dai prof. e vari centri e istituti; togliere sprechi, uffici sempre vuoti e inutilmente riscaldati. Quanti ce ne sono nelle Facoltà umanistiche?»
    Archimede

    *********
    … quanto alle facoltà umanistiche, le lezioni all’aperto, da quello che ne so, le fecero soprattutto quando venne giù il tetto in via Fieravecchia sopra un convegno hegeliano (eterogenesi dei fini?); per quanto riguarda in generale il tema degli studi inutilmente “riscaldati” – argomento che travalica la oziosa distinzione umanistico/scientifico -, eccepisco… trangugiando due aspirine. Per il principio di razionalità che regna sovrano nella pubblica amministrazione, ricordo però che all’inizio dell’estate i termosifoni andavano a tutta palla.
    Ma è vero che Pontignano non può essere venduta perché ciò sta scritto nell’atto di donazione?
    Quanto al tema dell’aereoporto, desisto dal commentare: è un tema troppo grosso per me che agognerei almeno all’arrivo della strada ferrata o a un migliore servizio di diligenze; l’idea che torme di turisti giapponesi sbarchino dopo audaci trasvolate in quel di Rosia, mi suscita nondimeno qualche perplessità. Ma la grandeur vuole il suo sfogo: non hanno pane? Mangeranno brioches…

  11. Sì, ok Biotech (quella del Petriccio con manipolazioni genetiche nei laboratori in mezzo alle case?); ma allora prof. Lorè ci parli anche di Toscana Life Sciences: non è della stessa cordata Fondazione-Regione-Comune-Università (cioè DS-Tosi)? E che rapporto hanno con la privatissima Novartis cui il Comune ha ora concesso di raddoppiare i mq passando da 43mila e 86mila? Non mi pare che IdV, Rif., Sin. Dem. Verdi ecc. abbiamo lamentato alcunché.
    Ci illumini, che io non riesco più a fare i conti. Chi guadagna e chi perde da questo intreccio “scientifico”, di ricerche appassionate?
    Cordialmente, il suo
    a.

  12. Ringrazio gli amici per gli auguri… Vorrei intervenire anche su certi enti culturali e ciò che vi succede… lo farò in sede appropriata… Sinora la loro conduzione, come quella dell’università, lo è stata in modo indegno. Avete centrato bene i problemi: qualcuno intende ripartire centri politico-culturale-ideologici: per questo io li ho chiamati, senza esagerazione, dei golpisti. Hanno già le “liste di proscrizione”! Io ho voluto però coinvolgere anche membri della maggioranza poiché reputati persone perbene che certo dovranno opporsi a certi signori e signore “storiche” pronte a divorare potere e avversari. Siamo sempre alla canagliata!
    Grazie comunque per gli auguri dopo tanta sofferenza. Continuerò la lotta, continuerò sempre a combattere e spec. per la democrazia e la verità.
    Ai signori golpisti e signore arriviste dedico una arcifamosa frase di Brecht:
    «Dalle biblioteche escono i massacratori.»

  13. Brecht:
    «Dalle biblioteche escono i massacratori.»

    …allora oggigiorno non abbiamo nulla da temere: dalle biblioteche sono andati via anche i topi.
    Temo che il male odierno non sia l’eccesso di cultura.
    Auguri a Paolo anche da parte mia.

  14. L’università di Siena non finirà, altrimenti finirebbe anche questo bengodi:

    «Affitti a nero per gli studenti. Scoperti 110 evasori. Molti gli immobili concessi agli studenti fuori sede, senza alcun contratto registrato. Scoperta un’evasione complessiva pari a circa due milioni e mezzo di euro. Tra i proprietari più scaltri un senese con 16 appartamenti tutti affittati a nero.»
    (da un quotidiano)

    Quale affare più redditizio, che quello di zeppare cinque studenti, o in alternativa otto operai albanesi o venti cinesi, in un buco fradicio completamente al nero?
    P.S. manipolazioni genetiche al Petriccio? Allora è chiara l’origine di tanto obbrobrio urbanistico.
    A parte le battute, credo anch’io che si debba distinguere ciò che è scientificamente solido dalla fuffa: credo anzi che questa sia la vera scommessa, ed è un tema d’attualità generale nel dibattito nazionale sull’ «eccellenza». Eppure ovunque nel mondo l’eccellenza la si misura con criteri quantitativi abbastanza precisi; in Italia mesi or sono venti università si autoproclamarono narcisisticamente eccellenti. Poi vai a vedere le graduatorie del Times e vedi che il primo ateneo italiano compare attorno al duecentesimo posto.

  15. …e non è Siena, caro professore!
    Cosa si sa delle biotecnologie? Quanti sono i centri italiani, che cosa costano e che cosa producono? Non avete relazioni fededegne, almeno a livello internazionale?
    Quali sono i brevetti senesi? Si può sapere in concreto, invece di leggere i soliti comunicati generici e trionfanti? Chi fa i conti per favore?
    a.

  16. …mmmh! Ma allora ditelo! Che volete scoperchiare tutti i pentoloni! Qualcuno – forse a pressione – mi pare stia scoppiando!
    …sento anche puzza di bruciato! Annusate bene …
    … mica avranno dato foco a qualche strega? Oooh!
    … a proposito, non saranno mica solo maldicenze? Magari i conti dell’ateneo son tutti in regola …

  17. Brecht:
    «Dalle biblioteche escono i massacratori.»

    Ecco perché nelle biblioteche in cui spendo ore su ore non si vede mai un prof., raramente un ricercatore…
    Sono luoghi di perdizione!

  18. Ho paura che l’intrecciarsi di problematiche relative all’università e quelle legate alle faide politiche locali, finiscano per svilire ulteriormente l’istituzione, ridicolizzandone la sbandierata (per chi ancora crede a Babbo Natale) “autonomia”: nel mentre che la sfida ha dimensioni globali e quantomeno europee (personalmente conosco già studenti che hanno frequentato vari trienni a Siena, per poi proseguire verso le lauree magistrali e oltre all’estero – in fondo non è nemmeno più costoso), qui il rischio è accettare di fatto la retrocessione in serie C, avvitandosi ulteriormente attorno al proprio ombelico e trasformando l’Università nella diciottesima contrada. Una contrada morta.

  19. «Così colui del colpo non accorto-andava combattendo ed era morto.» La frase nel bel poema dell’Ariosto si attaglia benissimo all’Università locale (e non). Persino quella lucida testa del Bisi, poi (fa ben sperare?), si è accorto degli ignavi professori locali che tacciono (e ci credo: qualche perfida matrona è in corsa per maggiori poteri, un “prof” di nomina berlingueriana torna alla carica, altri luminari medici si godono i miliardi per consulenze, “urlatori” scimmieschi col pd alle spalle si lanciano per avere fondazioni più concrete e remunerative, altri “docenti” indecenti si scoprono professori americani ecc.).
    Ora sul buho si gettano i soliti politicanti, partiti del centrodestra… e persino qualche interrogativo se lo pone qualche veltroniano… Anche la scoperta dei fittacamere al nero non è una scoperta, ma tutto fa scoop in questa “città del silenzio”. E nessuno ha notato le bischerate di un prof al festival della filosofia che ci ha, in pratica, bollato tutti come “froci”, poiché – seppur indirettamente – seguiamo la moda (imposta, naturally!).
    E a proposito di biblioteche e massacratori: gli Intronati festeggiano i cinquemila e rotti volumi dati in prestito. Evviva! Quanta cultura seminata… E chissà che invidia per le altre citta di ostili!…
    Il buho dei 110 milioni di euro può attendere. Capitan Chiocciolino ha messo anche in conto, in altre riunioni fiume, di vendere i gioielli di famiglia – fra cui Le Scotte alla Regione… E si quieti l’“urlatore” e chi lo pinta: potrebbe tornare anche un Mussi a difendere Capitan Chiocciolino, a sanare il buho e fare appelli per i pinguini del Polo!

    P.S. Avete notato poi che anche i “partigiani” (associazioni) fan cultura in questa città? E nel nome di Vasco Calonaci, che rappresentava i miglioristi nel PCI. Conobbi Calonaci e gli fornii un preziosissimo incartamento dell’Esercito inerente condanne di partigiani negli Anni Trenta – fra cui un mio nonno “libertario”. Fu molto taciturno con me, comunque mi ringraziò… Pansa dice che l’ANPI (e ass. simili) è retta da dei fanatici, gente di lotta continua… dato che i partigiani, dice lui, sono in via di estinzione. Peccato che Pansa, che proviene da quegli ambienti, sappia ben poco scrivere romanzi – a mio modesto parere.
    Certo è che i vari Orlandini o Masotti ci dovrebbero spiegare cosa c’entri Pasolini alla ex Casermetta. Forse perché un suo fratello fu freddato dai titisti? O perché era un “comunista eretico”? Ma i partigiani erano abbastanza “fedeli alla linea”: tale era Plantera che nel suo libro cita mio nonno di cui era amico. Certamente il movimento partigiano era vasto, nelle componenenti: da Montemaggio a Scalvaia, da Pda al psi al pci ecc.
    Ma Pasolini – che si mostra pedofilo in alcune poesie (rimando al mio saggio in Saggi vari, Gabrieli ed.), ci incastra poco coi partigiani. Anche se per Luperini, il “comunista” pisano, fu un maestro (ma di che?).
    Evviva il revisionismo storico e la cultura alla senese quindi! Cenni, come sempre, sorriderà. E apprezzerà.

  20. Ignavi professori locali che tacciono! La vuole smettere, Fedeli, di togliermi il gusto del bel monopolio della obiettivazione della realtà?! E badi bene che non me l’arrogo come merito bensì quale mio naturale compito dato che di mestiere devo periziare continuamente realtà di non minore gravità… Non mi sorprende tuttavia tal pregio attinente ad un esterno (mi scuso: estromesso!) all’accademia dato che il progresso scientifico proviene in genere da fuori (si veda l’opera di Brancato e Pandolfi Miserie e grandezze della medicina, Mondadori Milano 2000).

  21. Molière fu estromesso da tutte le accademie di Francia, ma egli è immortale mentre di tutti quegli accademici e lustrini non resta neppur l’ombra.
    Ignavi, caro professore, me l’ha suggerito stamane il fogliucolo straprovinciale del Bisi, ma ho pensato subito a Dante e alla sua “partigianeria” che con spietatezza bolla gli ignavi, all’inizio del suo Viaggio. L’importante è non essere spesso ingannato dai cieli limpidi come il nàuta dell’Eneide (altro Viaggio) che il Sonno avvolse facendolo precipitare… In guardia contro la Casta locale e le sue pillole soporifere…

  22. Grazie, dott. Paolo.
    Informazioni preziose che il regime non passa. Ad Abbadia hanno celebrato, mi dicono gli amici amiatini, le giornate del ’48 solo tra parrocchiani del pci, ma non dei carabinieri ammazzati! Clamorosa faziosità che il partito democratico ha ereditato in toto?
    Attenzione:
    Pontignano non si può vendere? Le informazioni che giravano anni fa dicevano che era stata comprata dal Ministero per fare il collegio Bracci. Villa Brandi invece è una donazione e pertanto con vincoli sicuri e poi si ricaverebbe poco. Ma perché non si parla anche del Santa Chiara monumento, si dice, allo spreco di dottorati e dottoratini?
    A qualcosa “servo”, signori miei?
    Arlecchino

  23. Ad Abbadia, ho già scritto, han portato Detti di cui seguii ahimè delle lezioni… C’era Barzanti, il lottacontinuista Orlandini che “tutela” pure il palio non vedendo però la buffonata dello 007 che incarta Siena, qualche Gobbo di Notre Dame ecc. Abbadia è particolare, un giorno scriverò qualcosa. Si pensi solo che nel comizio del Migliore, dopo l’attentato, lo stesso sbandierò Davide Lazzaretti come emblema… A Siena poi quando vide il palio esclamò che “è una cosa importante”. Fioccaron voti…

  24. “Polis”, l’associazione dalemiana del Ceccuzzi, noto PD che partecipa assiduamente a iniziative massoniche (ma non ha dichiarato adesione), su organizzazione Robespierre (Mastacchi), ha debuttato ad Abbadia sui fatti del ’48 e ha parlato eccome naturalmente dei carabinieri uccisi, tentando una riconciliazione generale, che ha visto solo Barzanti fare arringa fuori tempo massimo…
    Arlecchino non essere fazioso come loro!
    Ma fatemi continuare. A Siena sempre questa attivissima Polis per oggi aveva organizzato un convegno su Calonaci, già presidente Provincia, ove ha regalato il volume degli atti di Abbadia, già distribuito a tutti ad Abbadia: si vede che problemi di soldi non ne hanno, vi pare?
    Ma sentite. Alle 16,15 doveva esserci una tavola rotonda d’attualità politica con Berlinguer (passato la mattina al convegno come Ceccuzzi), Detti, Ceccuzzi, Mussari, Barzanti, Orlandini, unico presente come coordinatore. Unico relatore presente è stato invece Barzanti che è stato anche critico con relazione Cardini, partito troppo in là nel tempo… alle 17 è finito tutto perché non c’erano altri relatori. Un flop incredibile, forse con 40 persone a esagerare, con ragazzi presenti tipo Vittorio Meoni.
    Se tanto mi dà tanto sto Ceccuzzi va veramente forte. Così anche il PD?
    archie

  25. Seguite però “Metìs” dove si concentrano gli ex estremisti passati a Veltroni. Dirà o ha detto certamente qualcosa su Abbadia, e tenterà una “riconciliazione nazionale” poiché la torta da spartire è ghiotta. È assemblaggio di sgrammaticati giornalisti di regime e di “professori” che hanno un certo codazzo di grulli a cui han trovato dei posticini. Concordo quindi con Archie nel ribadire di non essere faziosi come i “golpisti” ormai scatenati col pretesto dell’antiberlusconismo. Il discorso è chiaro: si tratta di stringere ancor di più la morsa soffocante sulla città, di garantire le porcate al Monte e all’Università – e amministrazioni pubbliche. Tenete bene a mente ciò. Purtroppo alcuni professori sono talmente cretini – che ci si ricava da femministe d’anteguerra e da gente che ama più Bacco dela cultura? – che il complotto contro i “dissidenti” è plateale.
    Vi ricordo ancora una volta, a costo di essere palloso, che un ex politico locale che si è sparato pochi mesi fa, disse che un certo partito metteva in campo la crème culturale per essere inaffondabile e che certi golpisti-mafiosi erano in posti di comando nelle amministrazioni (alcuni nomi me li fece). Parlò di una ferocia tale da far impallidire chiunque.
    Mi spiego perché le aule di facoltà mi sembravano delle prigioni orribili sin da quando ero un giovane poeta ammantato di romanticismo rivoluzionario e guardavo a certi “maestri” però con fiducia. Stringevo la mano al demonio…

  26. Cerco di riportare nel seminato questa discussione…
    I proff. tacciono, caro Paolo, perché devono riordinare le fila e sferrare l’attacco a Focardi dopo che l’avranno fatto sfiancare nel tentativo di arginare l’emorragia da qui al 2010.
    A quel punto lo manderanno a casa, e solo a quel punto perché adesso Unisi non è certo un boccone da ghiotti…
    Chi sarà il prescelto dell’establishment senese?
    Mi voglio sbilanciare… forse qualcuno già inquadrato nel regime clerico-diessino, forse qualcuno che ci ha già provato e non deve essere sottoposto a nuovo training, forse qualcuno che abbandona i convegni dopo la propria relazione senza attendere il completamento del dibattito… Atteggiamento che è espressione della massima maleducazione accademica: ma c’è altro a cui pensare…

  27. Giusto, Machia, Lei ne sa eccome!
    Ma il nome del nuovo rettore entrerà nella bolgia della Grande Lottizzazione cui si sta accingendo il centro-sinistra cementizio-bancario (non mi ricordo di chi è la definizione, ma la uso perché efficace) di Siena. Entro agosto 2009 devono essere rinnovate cariche politiche e non, compreso Fondazione, MPS, Regione, Provincia e una miriade di enti che ne dipendono. il rettorato entra in questo e non per niente si vedono i professori, a spassettare uno accanto all’altro come pinguini, alle riunioni dell’associazione del Cenni, a quella del Ceccuzzi ecc. ecc.
    Certo, Belli e Piccinni, con Flores accanto sornione, e Boldrini a tener la coda com’ha sempre fatto (ma ora sa che non deve più esporsi troppo perché porta sfiga), sono i più fedeli e presenti a tutto, anche se hanno dati caratteriali poco convincenti. Un Bettini mi sembra più furbo, non senese, loro amico, ma defilato, più accademico, non con le dita nella marmellata come loro, Metis, Nuovo corriere a suo tempo, Alleanza democratica, uil Punto di incontro e chissà che altro: io ho perso il conto delle loro frenesie. Un Detti è fiorentinissimo, cosa poco piacevole andando verso 750 anni di Montaperti, ma, Pci amicissimo di Berlinguer, ha fatto recentemente un nobile (poco costoso) gesto dimettendosi dall’inutile Fondazione musei senesi ove volevano fare un’assunzione evidentemente inutile come il tutto.
    Si comincia a contare, ma non sarà trasparente come gli scontri all’americana. La massoneria che dice? Dall’angolo dell’unto (Corriere di Siena, voce del MPS) del suo presidente Bisi si vedrà presto chi vuole incoronare. Ma leggete i suoi messaggi con prudenza perché può fare il doppio e anche il triplo gioco. L’uomo non è sciocco e sa che è sottotiro da qualche osservatore attento tipo Raffaele Ascheri che non manca un appuntamento pubblico (l’ho intravisto al SMS ieri, pur essendo entrato per pochi minuti, io). Si è fatto un bello stomaco il ragazzo. Come farà a memorizzare tante caz…? Suo babbo si dev’essere stufato, ve lo dico io. Fa un po’ di sceneggiate in Consiglio comunale e qualche comparsa qui da noi, ma la Sapienza lo sta logorando.
    Il Cenni ne sta aspettando il crollo lento? Il Bisi infatti non lo ha più attaccato, caro Arlecchino che chiedi sempre di lui. La querela di Berlinguer e Tosi a Libera Siena è anche diretta a colpire lui ma che senso ha? Sono cose che durante il rettorato di Berlinguer scriveva anche sui muri di Siena e al Mangia d’oro si vide bene l’imbarazzo tra i due, neppure una parola.
    Se ne è accorto ora che era una grande e costosissima avventura quella di Berlinguer? A via Mattioli nei corridoi si dice che non sia neppur stato invitato agli Studi in onore di Berlinguer che stanno per uscire. A proposito, negli stessi corridoi, i maligni si chiedono come si faccia a onorare un professore che ha fatto pochissima ricerca come lui. Il minimo per andare in cattedra. La avventura della Leopoldina gliela ha tirata la fida Colao mentre lui pensava alla carriera extra-senese. I partecipanti agli studi saranno tutti pci o catto-comunisti o allievi in qualche modo benedetti dal suo potere. Ma faremo i conti. E speriamo presto, perché sono impaziente di fare il solito
    Archimede
    Beh, la giornata è bella e vado a curiosare in piazza del Campo. Al bar ci sarà il solito trio Boldrini Flores Piccinni: in attesa di Calabrese loro nume tutelare?

  28. Ohibò, che scenario raccapricciante, caro Archimede, con tutte queste congiure di palazzo; mi sovviene una battuta caustica del mio omonimo Stavrogin de “I demoni” di Dostoevskij: sta piovendo e Stavroghin offre a Lebjadkin un ombrello; Lebjadkin domanda umilmente: « Ne sono degno? ». Stavroghin risponde: «chiunque vale un ombrello ».

  29. Io sarò anche un fuori sede e perciò sempre in colpa, caro Archimede, ma i rapporti con Siena li ho eccome, bellino! I miei mi tengono i giornali e ora anche lo Zoom che ha le pagine delle liste civiche (è lì che scrive l’Ascheri padre, stai tranquillo che non l’hanno narcotizzato, ci vuol altro).
    Oh che mi vieni a dire allora di piccoletti come la Piccinni e il Belli? Loro li mandano a farsi vedere in pubblico, tanto han tempo da perdere. Ma i veri potenti sono i baroni di medicina. Lo sai quanti voti hanno? Non han fatto una bella infornata di associati tempo fa per cui a Siena si insegna persino la chirurgia del mignolo? E loro votano, carino il mio matematico e se Auteri alla fine ha riversato i suoi su Focardi anziché sul centro-sinistro Cardini (solito PD con i vari Calabrese, Detti, Bettini ecc.) ci sarà bene un motivo, no?
    Sì che si lasciano sfuggire la presa i medici. Focardi è stato solo di transizione e solo perché – dicono i bene informati – massone. Adesso i discorsi si fan più seri per la sua successione. Ed è vero che si rientra nel calderone della lottizzazione PD e satelliti come dici tu.
    Qui, fuori Siena, si dice che per la Corte costituzionale è candidato (UDC) persino il prof. Grossi, quello che ha sempre dominato con Berlinguer la cordata catto-comunista che ha controllato i concorsi di storia del diritto, emarginando i laici come l’Ascheri.
    Lui infatti anni fa mi disse: lasci fare con l’Università, pensi ad altro, c’è una cordata che di solito più che al merito pensa ai propri allievi e fedeli in senso feudale: i risultati dei concorsi si sanno ancor prima che vengano banditi. Io l’ho obbedito, e mi trovo bene, ma ho un certo rimpianto e perciò seguo con grande interesse quel che succede all’Università. E se cacciassero i cattivi e ci fosse un vero rinnovamento? Allora non avrei più bisogno di fare il servo Vostro, vero? Ma sarà solo un sogno? Per ora resto Vostro
    Arlecchino

  30. Se la fanno e se l’annusano, caro Archimede.
    Non possono mica rischiare di trovarsi tra i piedi qualcuno poco gestibile…

  31. Cari Archimede e Arlecchino, fate proprio un bel casino!
    A parte le rime, ripetete cose che posso aver detto chissà in che contesto o cose che vi sono state date da terze persone e quindi che non riflettono la complessità delle vicende che, essendo personali lascio nell’ombra. Non credevo però che la diligenza arrivasse a ricordare cose così lontane. Bravi tutti e due, davvero! Archi, grazie anche per le cronache da via Mattioli; io ci bazzico così poco ormai…
    A proposito, non mi ricordo chi continua a mettermi alla Sapienza. No, sono a Roma Tre, e ci sto anche bene. Peraltro, invece di parlare della 112 e di fare mozioni contro il governo, il consiglio di facoltà di settembre è stato messo al corrente di una distribuzione di posti di ricercatore e si è discusso di come assegnare gli otto pervenuti (a Giurisprudenza, non so alle altre Facoltà).
    Non voglio intonare peana per Roma, naturalmente, e non voglio dare addosso alla Facoltà senese (di Giurisprudenza, beninteso) che continua a consentirmi il piacere di avere un uditorio anche qui. Devo solo dire che mi sono trovato in una Università normale, anche se con un numero esorbitante di studenti (e pur essendoci il numero programmato), ma non ho avuto l’impressione di un rettore, pur rieletto più volte e non senza polemiche, che spasimi per cariche politiche o che usi dell’Università a tal fine.
    Nel complesso, comunque, i rettori hanno ormai (come i sindaci dei comuni, ma per loro il discorso da fare è lungo e diverso) troppi poteri, senza che essi siano assistiti dalle necessarie competenze – come dimostra il caso senese, e non solo per il rettore in carica. Probabilmente, l’aspetto gestionale non dovrebbe fargli carico, con profitto di tutti, docenti, amministrativi e soprattutto studenti. Il consiglio di amministrazione anche dovrebbe essere diversamente composto. I prof. di che si sono accorti, salvo casi rari, perché da tempo sensibilizzati? E i rappresentanti degli enti? Che senso ha ad es. che mandino un unico rappresentante, e quindi di maggioranza, di solito quindi organico al potere accademico, da noi? Se ben ricordo, il Focardi, più volte provocato, dovette pubblicamente dichiarare di votare per il centro-sinistra. Il Comune almeno avrebbe diritto a un rappresentante di minoranza. Se pensate al lavoro che il dott. Stelo o il dott. Campopiano hanno fatto, come liste civiche, sui bilanci del Comune e delle società partecipate e lo trasferite all’Università, ho l’impressione che certe cose non sarebbero successe.
    I sindaci revisori poi che senso ha che siano emissione del potere controllato? Avviene lo stesso nei Comuni e i risultati non mi sembrano eccellenti. Del resto saprete che oggi gli stessi segretari generali, tutori della legge, sono nominati dai sindaci. Il rapporto che così s’instaura non è certo dei migliori già strutturalmente al di là delle esperienze specifiche. Ma avete sentito che qualcuno si sbracci per cambiare questi istituti così delicati? Mi sembra che le proteste e richieste siano sempre a senso unico… e non il migliore. Per cui finiscono quasi per legittimare quasi interventi sconclusionati come quello della 112.
    Non c’è da avere molte speranze. È da quando sono laureato (1967) che mi piovono addosso delle riforme che per lo più hanno progressivamente peggiorato la situazione preesistente. Non rimpiango l’università d’élite, ma quella in cui le responsabilità erano precise sì, e in cui non c’erano i divari oggi esistenti tra prof. che fanno poco o nulla e pochi altri che tirano la carretta per tutti – pur guadagnando lo stesso stipendio, naturalmente. È anche da qui che nasce il disimpegno di tanti, il tira a campa’, tanto lo stipendio arriva lo stesso… uh, pardon, arrivava lo stesso!
    Cari saluti e, ripeto, contestazioni precise, fatti, dati. Ad es., qualcuno ha giustamente ricordato che Pontignano (cui sono molto affezionato, ci fui ospitato come studente) fu comprato. Sì, e mi pare per 140 milioni del tempo (1959?).
    m.a.

  32. Fa piacere vedere che Machiavelli, Stavrogin, ecc. abbiano colto nel segno e conoscano i maiali che guazzano nella mota cittadina accademico-politica. Con tutti questi occorre la durezza più spietata. È infatti la cordata “cattocomunista” che tutto domina a Siena, come ben sa Ascheri Jr., coi vari pupazzi e pupazzette mangiaufo da voi ben enucleati. Prometto che se troverò ancora assessori alla cultura di tal fatta non rivolgerò loro neppure il saluto, tanto sono pidocchiosi (e mangiaufo).
    La lotta antiaccademica serve anche come lotta per tentare di rovesciare il regime che da oltre mezzo secolo guasta la città. La lobby è molto potente, si tratta del Nuovo Fascismo di “Sinistra” che fa da péndant con quello “classico”. E pensare che molti di questi figuri provengono da famiglie che facevano la fame e prendevano calci in culo dalla polizia (i lor parenti). Comunque mi sa che Focardi è la vittima sacrificale… sarà pure massone ma almeno non è un delinquente come certi giornalisti e professori messi colà dalla cosca-Partito.
    Se vuoi far dispetto a Cristo prendi un povero e fanne un ricco. (Detto popolare).
    Aggiungo una breve notazione inerente la metodologia, anche per capire con chi abbiamo a che fare. Asor Rosa, dopo un concorso, ebbe parole sprezzanti nei miei confronti (come sapete è l’uomo-cerniera, l’uomo di punta dell’ex Pci, ex maoista, ecc.) dicendo e scrivendo che mancavo di metodologia nel campo letterario. Ebbene, se si legge il suo famigerato Scrittori e popolo, in un punto preso a caso, bolla come diaristici aut populistici romanzi come L’Agnese va a morire, uno dei più alti capolavori della nostra narrativa. Su quali criteri scriteriati l’Asor fonda le sue asserzioni? Non è soggettivistico il tutto? Luperini invece proclamò Pascoli un grandissimo intellettuale – ma tacque del famigerato Discorso di Barga (entreremo nei tucul – scrive Pascoli – e insegneremo la civiltà alla negra…). Anche qui dove sta la… metodologia?
    Ma lasciamo Asor a difendere la sua proprietà di Monticchiello che verrà svalutata dall’ “eco-mostro” e Luperini alle prese col suo “maestro” Pasolini e il Pascoli fatto buono…
    Mi immagino a Medicina cosa può accedere!!!!
    Errata corrige
    Stamane, dopo aver visto diverse auto a San Domenico prese a mattonate e coi vetri infranti (e… la sicurezza?) – forse son gli stessi tifosi “apolitici” che in Bulgaria inneggiavano al duce e cantavano Faccetta Nera…-, son passato davanti agli Intronati. Ho parlato, in un precedente commento, di 5.000 volumi ma avevo letto male – scusate, l’età…-; son ben 50.000 volumi dati in prestito. Stappo anch’io la bottiglia, me lo si permetta anche come antico bibliotecario (fui poi sbattuto fuori dai picciotti del piccì). Evviva gl’Intronati!
    Il settimanale Toscana oggi del 12 c.m. conferma quanto da me riportato su un incontro che ebbi con un portavoce degli industriali senesi, incontro fortuito, tra l’altro. Toscana oggi difende il Bigi, cattolico-aretino, e parla di un attacco degli… infedeli (o dei “cattocomunisti” tosiani-berlingueriani?). Se Focardi non ha rimosso Bigi è segno che non lo ritiene responsdabile del buco (che va quindi anteposto… Ergo!). Toscana oggi pubblicò una lettera di una sponsor della Piccinni ma è organo dei vescovi. Un breve accenno alle “lotte di potere”. I vescovi, si potrebbe chiosare, ci confermano e confermano Fedeli.
    Mi informa una fonte esterna (amico prof. pensionato) che è in circolazione Il giornale del Santa Maria della Scala, dove vi son vari interventi tra cui quello del docente americano (vedi suo sito) Toti (Università del N. Hampshire). Io che sono ricercatore di questo ente non sapevo nulla e non ho il giornale. Me lo potete riassumere se potete (pare sia organo di cultura cittadina).
    Speriamo che il docente americano sia un po’ migliore e più educato del “docente” universitario (ma che insegna?) Boldrini che, riferito al sito di Grasso e a quello dell’Aurigi ecc. disse che raccoglievano “tutta quella merda”. Lo disse in tivù, in un convegno dell’Amm.ne Comunale-Univ., mi pare davanti a un bel fiasco di vino, tanto per creare l’atmosfera familiare. Son tutti così familistici. Il Belli lo trovate col glass of wine laddove ballano gli anziani.
    A proposito del rapporto università-stampa di regime vi segnalo un fatto vissuto da me personalmente – Queste le cose che contano!
    Molti anni fa andai da Augusto Mattioli, un “giornalista d’assalto”. Gli detti uno scritto inerente Malattia psichiatrica (ho seguito per decenni dei malati psichici). Lui fece: “Giornalisticamente il pezzo è perfetto”. Non lo pubblicò mai perché ciò dava noia al partito e alla Siena Vip e perbenista. Quando denunciai alla Procura De Vita per irregolarità concorsuali corsi anche dal mio amico Rugani al Cittadino. Chi ci trovai? “Mattioli”, che mi disse: lei è un rompicoglioni (nello stile dell’emerito prof. Boldrini). Non pubblicò mai, neanche stavolta, il “pezzo”. Da notare che “Mattioli” era alla manifestazione giorni fa contro la Gelmini. Scriverà qualcosa? E lo chiamavano quarto potere
    Vi saluto e mi tuffo negli studi storici.
    Per il prof. Loré: professore, come ricercatore della Medicina del Lavoro pro-tempore lessi Della pazzia del noto psichiatra empolese e poi Garosi (mi permetto di citare libri da lei sicuramente conosciuti) Storia della medicina. Torni a far mente locale, si riveda quel che Garosi dice della follia aleggiante dei senesi, della loro tristitia’ e del perché dei suicidi… Se allora la causa era la miseria e lo stato di polizia, oggi il “suicidio” della città è dovuto alle cause da noi e da lei denunciate, buchi e arrivismo dei fantocci…
    P.S. Ai lettori del blog (me ne scuso) indico che è Vincenzo Chiarugi l’autore del Della pazzia. Fu in contatto con i nostri Fisiocritici e – mirabile a dirsi – anticipò Pinel nell’«Antipsichiatria» che avrebbe poi prodotto la 180. Naturalmente Chiarugi non era così rivoluzionario come Pinel… ma, se potete, leggetelo: anticipa pure Carl Gustav Jung!!!

    Ciao. fedeli

  33. Grazie, professor Ascheri e chiedo scusa se ho detto qualcosa di troppo! Ma il nervosismo cresce e quindi è facile farsi prendere dal clima da ultima spiaggia che si respira a Siena. Lei fa presto a parlare avendo le vacche grasse (ma lo saranno così davvero?) di Roma Tre!
    Bene, senta la nuova che sottopongo a Grasso e agli altri che “possono” a Siena. Si vocifera che i finanziamenti cofinanziati non siano coperti dall’Università ora, per cui chi ha avuto denari da Fondazione MPS e Unione europea non può usarli! O, meglio, li usano loro al posto dei titolari per pagare stipendi e fornitori che vogliono tagliare fili ecc.? Giuristi, aiutateci, non è il cosiddetto peculato per distrazione? Focardi, non continuare a fare il bischero: vendi subito e copriti da situazioni di questo genere.
    Ma c’è anche di più. Pare che nei progetti che vengono richiesti si debba certificare la stabilità e veridicità dei bilanci. O mio Dio!? Domanda terra terra, quindi. Ora chi le firma queste domande?
    Ultimo: essendo tutto fermo con danni enormi, per chi fa ricerca (fortunatamente pochi), chi ci pagherà i danni? Già cari giuristi. Non ci si può costituire contro gli amministratori per danni? Chi può farlo? Diteci voi tecnici per favore.
    Dimenticavo. Chi parlava della Piccinni sulla cresta dell’onda PD per il rettorato? Ricordatevi che è già stata in consiglio di amministrazione. Bisognerebbe capire come votava i bilanci. Era d’accordo anche lei?
    E quel fior fiore di Fiorino, ora consigliere comunale di Rifondazione che si dice contrario all’aeroporto nelle manifestazioni pubbliche e poi vota sempre a favore del Cenni? Lo sapete che anche lui è stato in cda? Come votava?
    Chi può fare gli interessi dell’Università come istituzione? Perché non facciamo un Comitato per la Difesa dell’Università chiedendo ai legali democratici senesi di aderire e supportarci? Forza, non tutto è perduto può essere un’occasione importante di pulizia! Certo, se Berlinguer e Tosi fanno sul serio la causa a Libera Siena anche meglio perché se ne vedranno di tutti i colori: si rifà la storia dell’Università di Siena negli ultimi vent’anni. E non con la carta patinata alla Boldrini. Ne vedremo non delle belle: delle bellissime. Quindi, prof. Grasso non demorda, affini le “armi”, ossia il deposito della memoria. È da lì che bisogna partire per la nuova stagione dell’Università di Siena.
    Viva Siena e viva la sua Università! Abbasso gli avventurieri che la svendono e la dequalificano per interessi personali.
    2+2 da Archi

  34. Come è d’uso nel blog mi rifaccio agli ultimi appassionati interventi dello Storico Fedeli rispettando però i giusti reiterati inviti del Matematico Archimede a fare i conti e a tirare le somme: tutto quel che Il senso della misura (con geniale scelta di tempo, di luogo, di modo e anche di titolo dell’Anatomico Grasso) ha “immortalato” ha una indubbia utile valenza giudiziaria e giornalistica (se vi sono ancora Giudici a Berlino e Montanelli in Italia, visto che il marcio non è solo danese…), ma dimostra anche un sicuro superiore significato storico e criminologico, sociale e politico. Il fatto che sia stato malvisto anche dall’attuale vertice accademico, oltre che da chi in maniera così becera si è avventato contro (“m***a”) o dai più (gli ignavi professori locali citati dal Fedeli) lo hanno vilmente ignorato è paradigmatico ed allarmante nella coincidenza non casuale fra attuali amministratori e residui ribaldi dei prepotenti precedenti…

    Per non espormi troppo e non volendo offrire la ribalta ai soliti (Minacce&Vendette) sottoscrivo e segnalo i quesiti posti oggi sul suo blog http://www.rinnovareleistituzioni.eu (*Il record di Siena) da S. E. Paolo Padoin, Prefetto di Torino: «Se ne può dedurre che l’Università di Siena da sola ha accumulato il fantastico record di un buco pari a più di 1/3 di quello di tutti gli 8000 e più comuni italiani. E l’Università in generale, di fronte a questi esempi, ha il coraggio di pretendere altri fondi? Che fanno Magistratura ordinaria e contabile e Ministero? A quando le necessarie inchieste e commissariamenti. Si vuole scoprire una buona volta l’intreccio Università – Comune – Monte dei Paschi più volte segnalato da Giovanni Grasso e da Cosimo Loré sul sito http://www.ilsensodellamisura.com? Si deve ritenere che gli intrecci di sinistra non possono entrare nel mirino della magistratura toscana? Attendiamo risposte celeri. Paolo Padoin»

    Se si volesse assomigliare pur vagamente alla figura di un onest’uomo di scienza oltre che esser personcine civili sarebbe d’uopo trarre – avvalendosi d’un barlume di spirito critico e di raziocinio – qualche seria responsabile determinazione dalle mille considerazioni ospitate nel blog.

    1. Identificare − avanti ogni altra risoluzione − i responsabili (sotto il profilo penale e amministrativo), cui va chiesto il risarcimento di danni così devastanti, da ricercare dopo i rettori Barni e Grossi che consegnarono i conti in ordine!. E chiamare a rispondere tutti coloro che avevano il dovere di informare la Comunità Accademica e la Autorità Giudiziaria ed invece hanno nascosto e negato il malaffare!
    2. Quantificare i danni alla immagine dell’Ateneo Senese e alla Ricerca e ai Docenti (che sono gli unici fini e protagonisti dell’accademia!).
    3. Commissariare immediatamente (Commissario esterno!!!) la Università degli Studi di Siena per renderla indipendente da interferenze sindacali e ricatti professorali, proteggerla da avvoltoi e iene, garantirla nella eventuale vendita (cui si tira molto…) del patrimonio immobiliare, riavviarla con le nuove condizioni di partenza prefigurate nella successiva proposizione.
    4. Smantellare la serie degli “Uffici” (sic!) informatizzando i processi ed affidando l’amministrazione ad una agenzia esterna (!).

    Cosimo Loré, Cittadino Senese, Medico Legale, Professore Universitario

  35. …Ancora una volta parte da Medicina la Rivoluzione “antiaccademica”… Gli Ideologi, squallida epigone di quelli pur gloriosi di studi e di intenti (riformatori) francesi, tacciono. Il loro silenzio li accusa! Il prof. Loré indica giusti obiettivi, degni di un paese civile e un poco morale. Diranno che è una “testa calda”, ma sarà in buona compagnia… forse malgré lui! Sono i porci a fare gli eroi. Come la malattia ti affratella ai fratelli che soffrono e che non si lasciano abbagliare dalle manfrine, dai sollazzi svenevoli e lustrini e dal mondo “tetteculi”, come canterebbe l’Arbore… Questi Ideologi – specialmente della facoltà di Lettere e Filosofia, del Dip. di Storia… – si son comportati come allogeni, come barbari. E io citerò il poeta: E come potevamo noi cantare – con il piede straniero sopra il cuore…
    Perché ci han rubato, con le porcate di ogni tipo, anche l’anima.
    Ma ormai il dado è tratto. E son con noi i Migliori.

  36. A questo punto Siena con la sua Università ha un disperato bisogno non solo di un piano di emergenza ma anche di uomini che lo realizzino di urgenza, per cui pare doveroso delineare il preciso profilo dell’uomo da chiamare ad attuare (rectius: tentare!) l’impresa. Non possiamo acquietarci in attesa degli eventi, magari soddisfatti delle parole tranquillizzanti di coloro che ripetono di saper come fare … o solo costernati dal fatto che il rettore in carica dichiara alla stampa che la crisi è da non dormirci la notte! Ecco i requisiti richiesti al Commissario ad acta.

    Residenza senese per la continuità di un lavoro che deve essere svolto a tempo pieno data la drammaticità della situazione e il rischio gravissimo che incombe su uomini, cose, tradizioni.
    Esperienza provata nel settore d’intervento a tutela delle peculiarità accademiche che devono essere conosciute e garantite in una iniziativa che deve procedere senza infingimenti o dubbi.
    Eccellenza sicura per l’autorevolezza che impone la serie di interventi chirurgici da porre in essere in un ambito accademico reso ancor meno trattabile da reciproci sospetti e insaziabili appetiti.
    Indipendenza praticata e rilevata per contrastare e superare ogni forma di condizionamento dei molti gruppi di potere e interesse, protesi solo a un cieco e bieco perseguimento del particolare.

    La coesistenza di tali caratteristiche non risulta di comune riscontro e pertanto è più che opportuno riferire quel che la mente ed il cuore propongono come corrispondenza all’identikit qui delineato: il milanese Adalberto Grossi, cittadino senese, rettore magnifico del nostro ateneo con bilancio attivo e quindi espressione di capacità e continuità, vitali nell’attuale crisi di credibilità e di irreparabili danni all’immagine e all’erario, professore emerito dell’ateneo milanese (Presidente Ciampi, Ministro Moratti), autonomo per indole e stile di vita, idoneo ad affrontare la sfida che si presenta di eccezionale difficoltà per la complessità di un ambiente circoscritto ma resistente ad ogni innovazione, riottoso e indifferente pur nel crollo di falsi idoli e piccole caste.

  37. Importantissima la testimonianza del prefetto Padoin!
    Perché, prof. Grasso, non la carica ad apertura di sito?
    Grazie! archie

  38. Si occupano della vicenda anche vari blog oltre a questo, ove si può mettere un commento. Fatelo, cari amici, ma mettete – anzi bombardate! – commenti anche su il cittadino on-line… È sicuramente della omonima testata del giornalista social-massone, quella del Bisi. Potrà, come suo uso, farà censure su censure, specialmente se gli si attacca il potere cittadino costituito. Comunque rompiamogli i cosiddetti o quel che gli rimane…

  39. amici, ma questa idea del prof. Lorè mi sembra da difendere fortemente! Grossi me lo ricordo come uno con le p…e qui ci vogliono e grosse.
    Potrebbe coronare la sua carriera risanando questo carrozzone con tanta robina buona dentro, docenti e non docenti, che è l’Università di Siena. La gente di cui non si è parlato mai dovrebbe essere particolarmente tutelata e valorizzata. I lavoratori silenziosi. Chi non ha partecipato ai fasti di Berlinguer-Tosi, chi si vergognava di quelle vuote manifestazioni di grandezza. Archimede ne sa più di me, ormai lontano da qualche anno.
    M’ha detto una straniera che è stata ieri a Siena che ci sarà l’inaugurazione dell’Unversità per Stranieri. Ma è vero che è una terza facoltà di Lettere? Con studenti italiani, pochi, pocchissimi e un enorme corpo docente? Ma non si vergognano? Ed è di nuovo carrozzone DS ora PD? Ragguagliateci voi che potete, grazie.
    Umile Arlecchino

  40. Arlecchino ti dovrei chiamare Alichino, demoniaco (in senso bbuono)… Si, ciò che dici dell’univ. per strangers (del buon Vedovelli, area Cenni), è verissimo. Inoltre la inaugurano alla stazione, tranciando i legami con Siena (era in Pantaneto). Ci ho sudato concorsi, torturato. Venivano professoresse ingioiellate da Roma… Poi Asor Rosa… Infatti è una succursale della Sapienza e una semifacoltà of Letter. Vi sono anche professori e professoresse da cui fuggire tanto alitano cattivo!!!
    Non eran professori ma Kapò!
    Vostro Fedeli combattivo

  41. Allora è vero! A Firenze ne parlano come di un Paradiso perché hano tanti posti e studenti pochissimi, si parla di poche decine di matricole. Insomma, classico carrozzone all’italiana.
    Perché ‘sti bischeroni del governo non hanno colpito in queste situazioni? C’erano i dati oggettivi, e si faceva un po’ di giustizia. I corsi non dovrebbero avere un minimo di iscritti? Se dopo uno due anni non sono al di sopra, si chiudano, come si dovrebbe fare nella Facoltà di Storia di cui sempre parla il dott. Fedeli. Non è così, forse? E poi, visto che si fanno indagini sociologiche a sfare, perché non una sui laureati in Scienze della Comunicazione? Io ne ho visti tanti a fare le commesse. Calzano bene le scarpe, Vi assicuro, meglio del Vostro sempre aspirante servitore
    Arlecchino

  42. Tieni però conto, o “diabolico” blogger che Scienze della Comunicazione è un feudo di Omar Calabrese, blindatissimo, dove poteva entrare un Boldrini, gli altri venivano folgorati. Poi è giusto chiudere corsi con pochi studenti. A Lettere anche due soli studenti a corso. Tieni però presente che se uno non fa parte della cricca lo emarginano, lo deridono, minacciano, invitano studenti a non frequentare il corso, lo rovinano. Me lo disse una professoressa grazie alla quale ho potuto fare due lezioni al dipartimento di storia e una visita guidata in un museo. Lei era boicottata e i suoi studenti una mano bastava e avanzava.
    Certo, prof. con due piedi in Fondazione MPS o al bar del sindaco han poco da temere. Gli altri… tutti alla sagra delle castagne (più genuina, tra le altre cose).

  43. Mettiamoci la faccia: non perdiamo il senso della misura!
    Chiarissimo Prof. Grasso,
    Le faccio innanzitutto i complimenti per il suo blog. Sono un sotenitore della c.d. e-democracy e credo che i blog siano appunto, un elemento di trasparenza e di partecipazione diretta. Anche io nel mio piccolo ne ho uno mio dove inserisco le mie posizioni riguardo alle questioni più varie.
    Mi piace anche il fatto che appunto, Lei come me, ci mette la faccia e si assume la responsabilità di quello che dice. Devo però rammaricarmi che non tutti i suoi lettori fanno lo stesso. Questo è negativo in quanto se si vuole portare avanti la politica della trasparenza e della legalità, bisogna metterci sempre come fa lei, e come fanno Lorè ed Ascheri il nome e la faccia. Chi si firma colombina o pitagora non credo possa essere di questa partita e men che meno può dire di volere la trasparenza.
    Non sono trasparenti per prima loro. Nascondono la propria identità e dunque, hanno qualcosa, di poco chiaro da celare. Credo che un blog serio come è il Suo professore, impegnato in una battaglia importante non dovrebbe ospitare tali interventi, perchè appunto squalificano e riducono la serietà e la reputazione del Suo punto di vista. La invito dunque – per il bene della democrazia e della trasparenza – in quanto moderatore a non pubblicare interventi non firmati. Mettiamoci la faccia. Non c’è nulla da temere, nemmeno contro i c.d. poteri forti: le battaglie vanno condotte alla luce del sole altrimenti perdono di efficacia o possono alimentare i sospetti di qualche secondo fine. Inoltre chi fa accuse e non si firma certamente ha la coda di paglia e forse sa di non dire la verità. Manca del senso della misura, volontariamente o per qualche secondo fine.
    In particolare tale Archimede butta il sospetto su di me e sui miei comportamenti quando sono stato Rappresentante degli Studenti in Consiglio di Amministrazione dell’Università e per la precisione si fa la domanda retorica di come io ho votato sui bilanci. All’epoca ero in Consiglio con Lei Prof. Grasso, che credo possa testimoniare che nonostante fossi un giovane alle prime armi e dovevo guardare principalmente alla questione dei provvedimenti per gli studenti, sconfinavo insieme ad altri studenti anche in altre questioni. In particolare si può andare a vedere il mio comportamento sui bilanci alle pagine web dell’Ateneo e si scoprirà che ne ho votati meno del Prof. Grasso e che ho portato avanti insieme all’amico Di Gioia una battaglia che all’epoca veniva considerata residuale e poco importante dai membri del Consiglio. Mi riferisco all’adozione del “Nuovo Regolamento Amministrativo Contabile” : all’epoca ho sostenuto in ogni sede per circa un anno e mezzo che il nuovo regolamento svuotava radicalmente di poteri il C.d.A. ed in particolare, veniva a diventare più difficile la possibilità di controllare i bilanci da parte dei singoli Consiglieri. Ricordo sedute piùttosto vivaci che portarono anche a far saltare ed a rimandare l’approvazione di tale documento per diversi motivi, uno ad esempio è che mancava il parere del Collegio dei Revisori dei Conti, cosa che fu messa in evidenza solo dagli studenti. Per la precisione potete confrontare i verbali del C.d.A. del 17 maggio 1999 dove il Rettore Tosi portò un Regolamento predisposto da Riccaboni, Interi, Colucci, Bruni ed integrato dalle osservazioni di un gruppo di lavoro predisposto dal Senato dove vi erano Belli, Santoro, Focardi, che facemmo come studenti, non approvare in quanto mancava del parere dei Revisori. Inoltre potete confrontare il verbale della riunione del C.d.A. del 17 aprile del 2000 punto n. 5 dell’Odg dove potrete leggere la mia dichiarazione. Avemmo fortuna o fummo profeti? Non lo so. So solamene che personalmente mi era caro il tema del controllo: ero uno studente di Giurisprudenza di questo Ateneo e poiché giustamente, i nostri docenti ci facevano studiare la culpa in vigilando, noi in Consiglio di Amministrazione applicavamo quello che ci facevano studiare. Almeno ci provavamo. Oggi i consiglieri di amministrazione dovrebbero fare altrettanto e depositare – per tornare al coraggio delle proprie idee – una mozione di sfiducia nei confronti del Direttore Amministrativo Loriano Bigi, che secondo il Diritto con la sua culpa in vigilando ci può riempire il c.d. buco. Ma nessuno lo fa… Come mai? Questo un semplice chiarimento che spero Lei Prof. Grasso, in quanto all’epoca mio collega, potrà confermare pubblicamente sulle pagine del suo blog. Concludo ricordando che Archimede finanche in punta di morte ebbe il coraggio di opporsi al soldato romano che lo trafiggeva durante il sacco di Siracusa e lo fece mettendoci la faccia. La prego dunque di c.d. Archimede di dichiararsi e di non infangare la memoria del grande studioso Siracusano. Non ne ha nemmeno un briciolo di quel coraggio. Grazie. Fiorino Pietro Iantorno

  44. Tolgo provvisoriamente il bavaglio perché ho il dovere di confermare che, alla fine degli anni ’90, gli studenti che dettero realmente un contributo ai lavori del CdA dell’ateneo furono Iantorno e Di Gioia. Confermo pure l’episodio sul rinvio dell’approvazione del “Nuovo Regolamento Amministrativo Contabile” ma non sono convinto che quel regolamento «svuotasse radicalmente di poteri il CdA» e rendesse «più difficile il controllo dei bilanci da parte dei singoli Consiglieri.» Infatti, se risultasse vero che il “taroccamento” dei bilanci è cominciato con l’esercizio 2002 (del CdA non facevano più parte Iantorno, Di Gioia ed il sottoscritto) si potrebbe, semplicisticamente, scaricare la responsabilità anche sul regolamento. Ma la realtà è ben diversa; l’esistenza di una contabilità parallela (della quale si parla anche in questi giorni), renderebbe evidenti cause e responsabilità del dissesto.
    Una frase del commento di Iantorno è emblematica dell’atteggiamento che la rappresentanza studentesca ha nel CdA: «dovevo guardare principalmente alla questione dei provvedimenti per gli studenti e … sconfinavo anche in altre questioni». Par di capire che interessarsi dei bilanci dell’ateneo, per uno studente, rappresenti uno sconfinamento. Vorrei, invece, ricordare che l’art. 49 del nostro Statuto dice che «Il Consiglio studentesco … esprime al Consiglio di Amministrazione ed al Senato Accademico parere obbligatorio… sul bilancio (…)». Orbene, è pessima consuetudine nel nostro Ateneo inviare ai consiglieri lo schema di bilancio il giovedì o il venerdì (il CdA si riunisce il lunedì successivo). In tal modo, il Consiglio studentesco, impossibilitato ad esprimere il necessario parere, propone agli studenti di esprimere un voto di astensione sui bilanci. Invece, sarebbe molto più costruttivo per tutti che il Consiglio studentesco imponesse all’amministrazione universitaria il rispetto del dettato dell’art. 49 facendosi inviare i bilanci per tempo.
    Su tutti gli altri temi sollevati da Iantorno mi rimetto il bavaglio. Vorrei solo ricordare che non pubblicare gli interventi anonimi vuol dire stravolgere completamente l’impostazione di questo blog.

    Giovanni Grasso

  45. Grazie, Professore!
    Io non ho insinuato niente su Iantorno in CdA. Volevo un’informazione e l’ho avuta. Il dott. Iantorno mi dovrebbe esser grato che gliene ho dato l’occasione! Ne è uscito bene, anzi, non Vi pare? Almeno si fa vivo, non come la stragrande maggioranza di chi viene interpellato su queste pagine. Per l’Anonimato. Ah Fiorì, non faccia il furbo. Lei ha dietro una carica, al Comune di Siena, un partito, una maggioranza, associazioni studentesche o giovanili pronti a marciare per Lei. Io sono un poveretto che striscia nei corridoi, che deve stare attento a che dice e con chi parla per tentare di sopravvivere e andare avanti. Ma dov’è nato? Eppure sembra aver frequentato gli ambienti universitari. Si vede che pensava già alla carriera politica e non notava tante cose. Se non capisce l’anonimato della situazione accademica e senese in particolare capisce po’ino, caro.
    Nella Sua condizione non è difficile fare gli Archimede del passato. Io sono solo uno che fa 2+2 nell’oggi. E l’oggi non è quello dei sogni di Rifondazione, purtroppo, mi creda. Pertanto prudenza+prudenza pe’ campa’, cordialmente
    Archimede (post-moderno, in crisi)

  46. Grazie Prof. Grasso, per avere interrotto il suo silenzio e per avere confermato. Grazie di cuore. Per Archimede invece il mio partito non mi offre tutte queste protezioni… e però ho scelto e scelgo di dire sempre quello che penso. Non approvo, ma comprendo il suo atteggiamento.
    Buon lavoro

  47. Sì, Iantorno, è un privilegio poter parlare a faccia aperta in questa città, ed è un privilegio che si paga, creda, specie se non si è dalla parte giusta! Perciò c’è chi preferisce attendere tempi migliori per i motivi più diversi. Come dargli torto? Ma intervengo più che altro per ricordare che sono intervenuto sul suo blog, che non conoscevo fino a oggi: http://fiorino.wordpress.com/
    al 6.10 per commentare l’intervento sull’università, e al 15.9 per commentare la presunta offesa (penalmente rilevante!) che avrei perpetrato ai danni di Rifondazione per aver rimproverato la sua acquiescenza alla torbida politica della maggioranza a Siena. Non lo ricordo per puntiglio filologico o storico: ma solo perché nel frattempo la nostra sempre ‘uptodate’ sinistra lamenta la fascistizzazione del Paese.
    Ragazzi, ma allora aprite gli occhi: qui è da anni ormai che gli spazi di libertà si sono ristretti assai, ma non ho visto uno dei coraggiosi intellettuali di maggioranza lamentare alcunché. Anzi, ci lucrano, perché la discriminazione sulla piazza diminuisce la concorrenza nel mercato della ‘cultura’, delle consulenze per musei, degli interventi per libri ufficiali ecc. ecc.
    E poi si meraviglia di Archimede? Mi meraviglierei del contrario, Iantorno mio! Come mi meraviglio soprattutto che non capiate che i primi a rimetterci sui tempi lunghi per questa radicata cultura della prepotenza e della prevaricazione che si è impadronita di Siena saranno proprio gli alternativi, i più liberi, gli spiriti critici e dinamici.
    Spero di sbagliarmi, per amor di patria… ma chi vivrà vedrà, no?
    Mario Ascheri

  48. Amici, il fatto che Fiorino Iantorno sia intervenuto in questo amabile blog mi pare positivo. È uno dei pochi politici che, almeno, non si nasconde dietro anonimato o non flirta con la casta degli ignavi professori che tacciono in attesa di sbranare i contestatori e ripartirsi quote di potere. D’altro canto è vero anche quel che dice Ascheri e Archimede – ma non è, sia chiaro, un calcio al cerchio e uno alla botte -. Vi è prepotenza e arroganza da parte di certi Ideologi, Politici, Giornalisti e Professori… È difficile poter parlare a viso aperto. Ciò è tristissimo e per la “democrazia” e per il diritto, quindi, dei cittadini a esprimersi liberamente (lo dice la Costituzione, perbacco!). Tuttavia il fatto che Iantorno sia intervenuto mi pare buono: il confronto, anche aspro, fa onore a chi lo ospita, oltretutto. Il merito di tutto va al prof. Grasso, cui mando anche saluti di altre persone che lo stimano.
    Ho visto che anche Libera Siena di Aurigi interviene sull’Università. In fondo essa non deve essere “Cosa Nostra” ma deve tornare alla cultura e di dominio pubblico – nel senso della “sovranità popolare”. I “baroni” hanno gettato nel fango la ricerca e la stessa funzione dell’Università. O no!?
    Forse mi ripeto, ma vorrei fare solo un breve post scripum, inerente a quanto suesposto. In una delle squallide tivù locali, al solito Angolo dell’Unto – che vedo talvolta come digestivo: la comicità è fortissima, Bisi è un “buffo naturale”-, il suddetto Bisi, appunto, intervistando il pupazzetto di turno (ché tale appare oggettivamente e nel contesto), disse senza batter ciglio, anzi con compiacimento: Beh, Siena in fondo è sempre stata governata dalla cricca montepaschina, dobbiamo al MPS gli uomini migliori preposti al governo della città! Cricca, dunque… mettiamolo su un bel tazebao, a vergogna e della (presunta?) cricca e del presunto giornalista che non trova modo di indignarsi minimamente… Ma forse Siena è “Il Paese dei ciechi” di Wells!
    …Poi, sulla crisi attuale, mi è di aiuto un articolo de La Maremma del Martinucci: È necessario, o Governo, spendere bene, “o ingrassare pochi consorti, affamando una intiera provincia, o far risorgere economicamente una intiera provincia, lasciando alla malora pochi consorti. Qui sta il nodo gordiano” e lo iato fra consorteria e liberali.
    E si possono dedicare i versi danteschi a chi soffia di rabbia e graffia – o ci tenta:
    “E io vidi un centauro pien di rabbia
    venir chiamando: “Ov’è, ov’è l’acerbo?”
    Maremma non cred’io che tante n’abbia,
    quante bisce elli avea su per la groppa.”

    (Inf. XXV, vv. 17-20).

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