Poteri in palio (da: Il Mondo 13 gennaio 2012)
Fabio Sottocornola. (…) il peccato originale sotto la Torre del Mangia si chiama megalomania. Una grandeur di provincia che sa essere popolare per il Palio, le squadre di calcio e basket, ma anche colta, se è vero che l’università cittadina un tempo era chiamata la Oxford d’Italia. Conviene allora partire da qui per disegnare questa parabola. Discendente. L’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, sapeva che la situazione era critica quando, sul finire del 2008, aveva spedito all’università Emilio Miccolis come direttore amministrativo per risanare le cose. In meno di un anno l’esperto manager pugliese ha venduto alcuni immobili, bloccato le assunzioni, creato una commissione d’inchiesta interna. Eppure, anch’egli è rimasto invischiato nella palude accademica: figura con altre 17 persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio. L’inchiesta, partita tre anni fa, mirava a fare luce sul dissesto dell’ateneo, il più grave d’Italia. Il buco è di oltre 200 milioni. L’uomo eccellente di questa storia è Piero Tosi, rettore per molti anni dopo Luigi Berlinguer, ma anche presidente della Crui (associazione dei magnifici) e in corsa per un posto da ministro in quota Margherita nel secondo governo Prodi del 2006. C’è poi Silvano Focardi, successore di Tosi e capitano della contrada della Chiocciola, ci sono direttori amministrativi, dirigenti, revisori dei conti. A vario titolo vengono ritenuti responsabili di falsità ideologica, abuso d’ufficio, peculato. I bilanci già a partire dal 2003, secondo l’accusa, sarebbero stati aggiustati con correzioni fittizie di alcune poste per far apparire il pareggio al posto del disavanzo. Accanto ai trucchetti contabili, nell’ateneo si continuava ad assumere amministrativi e docenti, mentre non venivano pagate le contribuzioni all’Inpdap. Nel conto i pm ci mettono pure qualche decina di migliaia di euro spesi, in questo caso dal solo Focardi, per pagare cene di rappresentanza, palchi al Palio, vini e derrate di pesce, ufficialmente per il suo dipartimento di scienze ambientali, ma non pertinente con gli studi secondo gli inquirenti. C’è anche il consigliere comunale Davide Chiti (Pd), mister preferenze alle ultime elezioni con 500 voti, che ha ottenuto l’affidamento della gestione di un bar in ateneo senza gara pubblica e «solamente sulla base di una conoscenza con il rettore dell’epoca che era Focardi».
Succede un po’ come nella prima legge di Murphy: quando le cose vanno male, possono andare anche peggio. E qui si sono impegnati. Infatti, nel luglio 2010 c’è da votare per il nuovo magnifico: risulta eletto l’economista Angelo Riccaboni che batte Focardi di 16 punti. Parte subito una denuncia e i magistrati vogliono vederci chiaro. Vengono fuori elezioni gestite in allegria, votanti al seggio non identificati, insomma una commissione elettorale leggera sulle norme in materia. L’accusa per dieci persone è di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale e riguarda addirittura i vertici della facoltà di giurisprudenza, il preside Roberto Guerrini e il predecessore Lorenzo Gaeta. Oltretutto, l’intero affaire mette in difficoltà l’allora ministro Maria Stella Gelmini chiamata a ratificare il responso delle urne. Dopo tutto questo giro, la giostra non sembra fermarsi. Anzi, arriva a lambire il Monte dei Paschi. Perché i problemi finanziari nel 2011 non sono risolti. Così Riccaboni, che non risulta indagato e ha sempre dichiarato che non intende dimettersi, cerca di mettere una pezza al bilancio. Tenta di congelare il pagamento a Mps delle rate dei mutui (3,5 milioni al semestre) e poi prova a vendere gli immobili, attraverso un fondo ad hoc. Tutto progettato dal magnifico con il collega Lorenzo Frediani e pare con Antonio Marino, uno dei vicedirettori generali di Mps. Ma non ancora ratificato dal consiglio di amministrazione dell’accademia.
Filed under: Commissariarla per salvarla, Il saccheggio, Quelli dell'uva puttanella, Stampa nazionale ed Ateneo senese | Tagged: Berlinguer, Elezioni irregolari, Frediani, Gelmini, Marino, Profumo, Riccaboni |
Rispondi