Udienza sulla voragine nei conti dell’università di Siena: respinta la richiesta di costituzione di parte civile, due patteggiamenti e nuovo rinvio

Ateneo-con-buco

Lo scorso 6 marzo, l’udienza davanti al Gup Ugo Bellini, sulle richieste di rinvio a giudizio per i sedici indagati del dissesto dell’ateneo senese, fu spostata al 15 maggio a causa dell’indisposizione dell’avvocato De Martino, difensore di Piero Tosi. Così commentai la vicenda, che confermava la voce che circolava da alcuni giorni in città. «La prescrizione, che aleggia da mesi su questo filone universitario, ha ormai trovato un venticello caldo e tranquillo che la sta spingendo lentamente verso un porto calmo e sicuro.» Orbene l’udienza di ieri non ha certo scalfito tale impressione, considerando un altro rinvio, al 19 giugno. Questa volta è stato il difensore di Loriano Bigi, l’avvocato Pisillo, a chiedere lo stralcio per il suo assistito e una perizia sulle intercettazioni telefoniche, alcune delle quali ritenute irrilevanti e inutilizzabili. Il Gup, accogliendo in parte le richieste ha aggiornato l’udienza al 19 giugno per tutti gli imputati, tranne che per Salvatore Interi e Monica Santinelli, che avendo scelto il rito abbreviato, il 17 maggio dovrebbero usufruire di una forte riduzione della pena prevista, considerando anche la collaborazione da loro fornita alla Procura durante le indagini preliminari. Il Gup ha, inoltre, deciso di non accogliere la richiesta di costituzione di parte civile presentata dal rappresentante provinciale del sindacato Ugl-Intesa e membro della Rsu Università di Siena. Singolari, le argomentazioni dei legali degli indagati che, ovviamente, si sono opposti al tentativo che qualcuno, stante la latitanza dei vertici dell’ateneo, si ponesse al centro della vicenda giudiziaria come parte attiva per la tutela del bene collettivo. Gli avvocati, infatti, negano l’esistenza di un danno per i lavoratori, che, al contrario, sono stati favoriti mediante assunzioni, stabilizzazioni del loro rapporto di lavoro, concessioni d’indennità di vario tipo, attuate proprio nel momento in cui l’inesistenza della copertura finanziaria avrebbe dovuto impedirne l’adozione.

Articolo pubblicato anche dail Cittadino Online (16 maggio 2013) con il titolo «Udienza sulla voragine nei conti dell’università di Siena: respinta la richiesta di costituzione di parte civile»

Per “influenza” è stata spostata l’udienza per le richieste di rinvio a giudizio sul dissesto dell’università di Siena

Bucoverita

Da alcuni giorni circolava la voce! Oggi la conferma! L’udienza davanti al Gup sulle richieste di rinvio a giudizio per diciotto indagati del dissesto dell’ateneo senese è stata aggiornata. Infatti, il giudice, alle 10,30, ha informato i convenuti (solo sei indagati e uno stuolo di difensori) dell’indisponibilità, causa influenza, dell’avvocato De Martino e della sua richiesta di differimento ad altra data. Il Gup ha così fissato la nuova udienza al 15 maggio e, ove ce ne fosse bisogno, al 17 e 20 maggio. La prescrizione, che aleggia da mesi su questo filone universitario, ha ormai trovato un venticello caldo e tranquillo che la sta spingendo lentamente verso un porto calmo e sicuro. Non resta che adoperarsi per realizzare la costituzione di parte civile per il dissesto economico-finanziario dell’Università di Siena.

Ateneo-con-buco

Il Gup oggi dovrebbe decidere sulle richieste di rinvio a giudizio per il dissesto dell’ateneo senese

Altan-baratro

Oggi alle ore 10,00 presso il Tribunale di Siena ci sarà l’udienza presso il Gup per la richiesta di rinvio a giudizio dei diciotto indagati del dissesto dell’Università di Siena. Per alcuni reati incombe la prescrizione, speriamo perciò che non ci sia un rinvio anche per questo troncone d’inchiesta.

Con lo scandalo Mps si torna a parlare dell’università di Siena con notizie vecchie, inesatte e folcloristiche

Unisicampo

La Toscana avvelenata dalla politica (QN, 27 gennaio 2013)

Cecilia Marzotti. (…) Il primo scossone arriva nel 2008 quando emerge l’inchiesta sul «buco» da duecento milioni di euro emerso nell’antica università. La Finanza acquisisce non solo i bilanci 2006-2007 e 2008, ma anche migliaia di altri documenti che impegneranno per mesi la Procura di Siena. Non solo. Ci sono anche intercettazioni telefoniche. «Ogni atto sequestrato apre nuovi scenari» affermeranno in quel momento gli investigatori. I magistrati cambiano, ma la giustizia, anche se lenta, arriva a iscrivere nel registro degli indagati ben diciotto persone. Il 15 ottobre 2011 l’inchiesta è ufficialmente chiusa e ora la questione è all’attenzione del giudice dell’udienza preliminare. E mentre la città (soprattutto i dipendenti dell’ateneo) si interroga come sia stato possibile giungere a quel profondo rosso da 200 milioni, all’università arriva il nuovo rettore. Angelo Riccaboni viene eletto il 21 luglio 2010 al posto di Silvano Focardi. Due settimane dopo la proclamazione, al rettorato bussano i carabinieri della polizia giudiziaria della Procura e acquisiscono i documenti relativi alle votazioni. Si apre una nuova inchiesta che porta a iscrivere nel registro degli indagati dieci persone alle quali viene contestata «la falsità ideologica». Anche in questo caso siamo davanti al giudice dell’udienza preliminare. (…)

Dal maxi buco dell’università alla speculazione dell’aeroporto tutti gli sprechi targati Mps (la Repubblica, 28 gennaio 2013)

Alberto Statera. (…) Se è vero quel che dice Mario Monti, che destra e sinistra non esistono più (ma non è vero) Siena è il laboratorio precursore della perdita delle diversità. Prendete la gloriosa Università, che naturalmente è rappresentata nella Fondazione Mps, insieme a Comune, Provincia, Regione e Arcidiocesi. Almeno tre rettori hanno contribuito a mettere insieme un buco di 200 milioni di euro, un dissesto per cui sono state rinviate a giudizio per peculato una ventina di persone, tra cui gli ex rettori Piero Tosi e Silvano Focardi. Per far fronte al buco sono stati venduti alcuni gioielli, come il complesso di San Niccolò. Indovinate chi lo ha comprato? Franco Caltagirone, fino a qualche mese fa vicepresidente del Monte, per 74 milioni. E lo ha subito riaffittato a 120 milioni per ventiquattro anni.
 Ostriche e aragoste consumate in gran quantità con denari pubblici sono diventate un po’ l’icona degli scandali seriali che l’Italia sta affrontando negli ultimi mesi. Potevano mancare in uno scandalo universitario? Figurarsi. E infatti negli atti d’accusa figura l’acquisto con soldi dell’ateneo di 360 chili di aragoste destinate alla contrada della Chiocciola. I magistrati, gentili, hanno scritto che sembra “materiale non pertinente”. Intanto le rette sono diventate le più alte d’Italia. Tanto per gradire, infine, l’attuale rettore Angelo Riccaboni è al centro di un’inchiesta riguardante presunte irregolarità avvenute nelle votazioni per la sua elezione. Per pietà nei confronti dei lettori tralasciamo altre inchieste a carico di consiglieri d’amministrazione e semplici professori, come quella per rimborsi gonfiati per l’organizzazione di master e corsi di aggiornamento. (…)

Ultimo atto sulle elezioni del rettore dell’università di Siena

Riccabonigregario

Una scena ripresa da tutte le Tv. Alcuni tifosi intenti a spingere due ciclisti del gruppo di testa lungo la salita, pochi metri prima del traguardo. Incredibilmente, non ci furono polemiche sulla vittoria di uno dei due. Il secondo classificato non fiatò. Non manifestarono alcun disappunto neppure le squadre sportive. Zitti gli organizzatori! Il direttore di gara invitò la madrina di turno a salire sul palco per consegnare la coppa al “vincitore”, il quale, raggiante e senza alcun disagio, la sollevò sulla sua testa con entrambe le mani. Non disdegnò neppure di spruzzare spumante sui presenti, di berne un sorso direttamente alla bottiglia e di mettersi in posa, tra due ragazze, per le foto di rito. Purtroppo, per il vincitore, la Federazione Ciclistica Italiana, dopo una veloce indagine, chiese il rinvio a giudizio dei responsabili che, si scoprì in seguito, erano minorenni in vena di scherzi. Ai giornali sportivi che avevano parlato della vicenda, il vincitore chiese di pubblicare la seguente rettifica: «Sono costretto a ribadire che non sussiste alcuna richiesta di rinvio a giudizio che mi riguarda nell’ambito dell’inchiesta relativa alla vittoria della tappa e chiedo che la mia precisazione venga pubblicata con il giusto risalto per contrastare l’impatto lesivo provocato». Come se l’inchiesta non riguardasse proprio la sua vittoria!

Scherzi a parte, tutto ciò è accaduto nell’università degli Studi di Siena, che, ormai, ci ha abituato a tutto. Anche a elezioni del rettore inequivocabilmente irregolari, al punto che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena ha chiesto il rinvio a giudizio dei membri del seggio e della commissione elettorale. Fra poche ore si conosceranno le decisioni del Gup.

Articolo pubblicato anche da: il Cittadino Online (12 dicembre 2012) con il titolo «Università: ultimo atto sull’elezione del rettore