Ora, finalmente, anche i ciechi ci vedono e invitano il nuovo rettore a razionalizzare l’offerta formativa e ad intervenire sulle sedi decentrate

Maurizio Cenni (Sindaco di Siena) e Simone Bezzini (Presidente della provincia). La firma del decreto di nomina del nuovo rettore dell’Università degli Studi di Siena da parte del Ministro, sebbene con tre giorni di ritardo, è un fatto senz’altro importante. Avevamo chiesto al Governo di dare all’Università di Siena un assetto e una guida stabili, indispensabili per fronteggiare la grave crisi finanziaria e per spingere con forza sull’acceleratore del risanamento e del rilancio dell’Ateneo. Al nuovo RettoreAngelo Riccaboni vanno i nostri auguri di buon lavoro e il nostro sostegno, convinti che per guardare al futuro con più speranza sia necessario andare avanti con l’opera di risanamento, avviata con fatica dalla gestione Focardi – Barretta e che non può prescindere da un nuovo Piano della didattica e della ricerca che riposizioni e razionalizzi l’offerta formativa, intervenga sulle inefficienze e sulle sedi decentrate.

Lunga e difficile è dunque la strada ancora da percorrere per la nostra Università. Ci auguriamo che la comunità accademica trovi la forza di portare a compimento un percorso di risanamento imperniato su trasparenza, equità sociale e sostenibilità. Tutta la comunità sarà infatti chiamata a fare sacrifici che dovranno essere effettuati secondo rigidi criteri di equità, in misura proporzionale e progressiva, e secondo obiettivi di rilancio in termini di qualità, di ricerca e didattica secondo un progetto rigoroso. Solo così sarà possibile intaccare il deficit strutturale dell’ateneo. L’Universitàè un’istituzione che ha un valore irrinunciabile dal punto di vista formativo, culturale ed economico sia per la città che per la sua provincia. Ora più che mai servono unità e compattezza dentro l’Ateneo che non può e non deve essere terreno di scontro, ma un patrimonio che tutti noi siamo chiamati a difendere. C’è bisogno di stringersi intorno al nuovo rettore e al nostro ateneo, senza futili strumentalizzazioni e divisioni che non fanno altro che logorare ulteriormente l’immagine e lo stato di preoccupazione della comunità accademica e cittadina. In questo senso, con spirito costruttivo, ci auguriamo di poter incontrare quanto prima il Ministro Gelmini, per poter condividere, anche con il governo, le strategie di risanamento e di rilancio.