Laura Vigni, candidata a sindaco di Siena, chiede le dimissioni del rettore dell’università

Laura-VigniLaura Vigni. Il rinvio da parte del Tribunale di Siena della decisione sul ricorso dei lavoratori dell’Università riguardante il salario accessorio, prolunga ancora lo stato d’incertezza in cui restano tanti lavoratori dell’Università mentre sull’istituzione si addensano altre nubi. 
Purtroppo, come avevo già denunciato in un mio intervento datato 11 novembre, si è invece aggravata ulteriormente la situazione dei lavoratori della Cooperativa “Solidarietà” che – al contrario di quanto il Rettore Angelo Riccaboni mi aveva assicurato in occasione di un incontro sollecitato dallo stesso Riccaboni dopo quel mio intervento – cesserà ogni rapporto con l’Ateneo dal prossimo aprile, lasciando 64 lavoratori in cassa integrazione. A fare le spese di un piano di risanamento di dubbia efficacia, come nelle peggiori e più facili previsioni, sono quindi ancora una volta i più deboli, meno tutelati.

Illuminante infine, appare la valutazione negativa del Collegio dei Revisori di Conti dell’Ateneo formulata nell’ultima relazione, nella quale «si esprime parere contrario all’approvazione da parte del Consiglio d’amministrazione dell’Università di Siena del bilancio unico d’Ateneo di previsione autorizzatorio per l’esercizio 2013, nonché del bilancio unico d’Ateneo preventivo non autorizzatorio per il 2013» e viene auspicato «che il Miur definisca i criteri per il dissesto finanziario e quindi possa assoggettare l’Ateneo a tale procedura prima che la situazione economica, finanziaria e patrimoniale degeneri ulteriormente».
 Questi fatti mettono in discussione più di ogni parola la validità del programma di risanamento di Riccaboni, che non sembra aver raggiunto nessuno dei suoi scopi. Il Rettore non può che prenderne atto.

Altrettanto discutibile mi appare la decisione di confermare nel CdA dell’Università in “rappresentanza” degli enti locali Roberto Morrocchi. Egli sembra rappresentare più la “società” dei partiti che la società civile e in ogni caso simboleggia la più totale continuità con il sistema precedente che ha portato al disastro finanziario la nostra principale istituzione culturale. La più volte dichiarata intenzione del rettore di voler effettuare un radicale rinnovamento rispetto a politiche e pratiche del passato sembra essere sempre di più un artificio retorico e propagandistico.
 Se la piena e totale autonomia dell’università è un principio che non può essere messo in discussione, la comunità universitaria non può rimanere insensibile e indifferente alle sempre maggiori preoccupazioni che il territorio senese avverte sul destino della sua università. Non posso che auspicare che essa trovi la forza di emanciparsi dai condizionamenti e la capacità di cambiare radicalmente rotta per traghettare finalmente la nostra università fuori dal guado.

Altra patacca dei vertici dell’Ateneo senese

Fontana-Trevi-Toto-Truffa

Ci odiate di più? Chissà…

Rsu d’Ateneo, Cisal, Cisapuni, Flc-Cgil, Cisl, Ugl-Intesa, Uil-Rua, Usb P.I. – Si è svolta nel pomeriggio di ieri una seduta di contrattazione sul salario accessorio 2012 e sulla distribuzione dello straordinario 2011. Il 21 ottobre 2012 come OO.SS. avevamo presentato una piattaforma con una serie di richieste che discendevano dal nostro CCNL, tra le quali il pagamento dell’indennità mensile d’ateneo (IMA) non sottoposta a valutazione e prevista per tutti. L’IMA non è una parte del salario accessorio legato alla produttività, ma un’indennità mensile (circa 50 euro lordo lavoratore) da corrispondere in dodici mensilità a tutto il personale tecnico ed amministrativo così come previsto dall’art. 41 del CCNL 2002-2005, e ripreso dal CCNL 2006-2009 tuttora vigente.

Ci è stato invece proposto di sottoporre l’IMA a valutazione, ma non possiamo accettare ciò che  va contro le norme né possiamo soggiacere al ricatto di dare carta bianca e comprimere i nostri diritti o restare senza salario accessorio di fronte al quale ci pone l’amministrazione. In numerose  sedute di contrattazione  ed anche ieri di fronte alle nostre richieste e alla difesa del CCNL, la Direttrice Amministrativa ha usato bieche e neppur  tanto velate minacce come quella  di non destinare risorse aggiuntive, i risparmi da straordinario, nel fondo per il salario accessorio se non ci fossimo piegati al volere dell’amministrazione. Valutiamo particolarmente grave l’uso della leva economica per piegare le OO.SS. e la RSU, tanto più che la destinazione di risorse aggiuntive va nella direzione di giovare più che altro al Rettore e al DA che, diversamente, non riuscirebbero a remunerare  alcune  responsabilità che gli stanno più a cuore.

Noi però non cediamo e di fronte all’ennesimo tentativo della Direttrice Amministrativa di spingere le OO.SS. e la Rsu a fare scelte che ci danneggiano abbiamo  abbandonato il  tavolo. Non è stata una scelta facile, ma di fronte alla sordità dei vertici di questo Ateneo, non possiamo prenderci/vi ancora in giro. Il Rettore ha provato a gettare addosso a noi la responsabilità della mancata erogazione del salario accessorio, ma sa bene che se vuole può applicare la legge, emanando un atto unilaterale provvisorio per il 2012. Se ne deve assumere, però, la responsabilità politica di fronte a tutto il personale e all’opinione pubblica. Per due anni Rettore e DA hanno potuto addossare ai revisori dei conti e al MEF la responsabilità di non saper chiudere un contratto integrativo, ma ora non ci sono più scuse e non possono scaricare su altri le proprie  responsabilità.

Rettore e Direttrice Amministrativa vorrebbero imporci la valutazione dell’IMA, collettiva per il 2012 e individuale per il 2013, ma noi non possiamo andare contro il CCNL né possiamo soggiacere a politiche padronali che vorrebbero dare continuità  alle  pressioni che tutto il personale  sta vivendo da diversi  mesi a causa  di  una riorganizzazione avventata. Accettare la valutazione dell’IMA porrebbe ancora una volta il nostro Ateneo a livello nazionale come apripista di un tentativo dei ministeri di svuotare il CCNL di valore. Non abbiamo neppure accettato il ricatto sullo straordinario 2011, la vera farsa delle relazioni sindacali degli ultimi 3 anni. Sono anni che poniamo la questione in trattativa e che pretendiamo una soluzione.

Ieri ci è stato proposto lo stesso regime di pagamento di ore in esubero per il 2011 e per il 2012. La Direttrice Amministrativa non vuole tenere conto del fatto che il 2011 è una sanatoria, mentre per il 2012 si potevano trovare soluzioni più giuste. Se per il 2011 la proposta era pagare dalla 41esima ora alla 190esima, già di per sé dura da digerire, per il 2012 si sarebbe dovuto fare un ragionamento non solo numerico, e pagare semmai dalla prima ora alla 100esima. L’impegno di tanti in questo anno di riorganizzazione non si è esplicitato solo in tante ore di esubero ma se pagassimo dalla 41esima ora molti si vedrebbero tagliati fuori. Tutto questo però non interessa ai vertici di questo Ateneo, per loro le nostre proposte sono una perdita di tempo. Ieri non gli interessava altro che chiudere un accordo sullo straordinario 2011-2012 per pagare coloro a cui avevano promesso qualcosa, e far vedere che avevano ottenuto l’avallo delle OO.SS. e della RSU. Ora ci viene detto che se non abbiamo risolto la questione dello straordinario la colpa è nostra solo perché abbiamo chiesto criteri chiari e non discriminatori tra il personale. Forse siamo attaccati su questo punto perché gli intenti erano diversi? Si erano fatte promesse che ora non si riescono a mantenere? Si volevano fare figli e figliastri?

La Direttrice Amministrativa in una delle ultime sedute di contrattazione ci ha urlato contro nel corridoio: “Tutti vi odiano perché non volete accettare niente”. Diversamente da chi ha la responsabilità  dell’amministrazione  e che evidentemente pensa di avere una mission caritatevole,  noi non facciamo sindacato per essere amati, ma soltanto per far valere i ‘giusti diritti’ previsti dall’ordinamento, quei diritti che forse qualcuno, con odio più che con amore, vorrebbe calpestare. Siamo disposti a tornare al tavolo quando i nostri vertici decideranno di togliere la questione dell’IMA valutata dal contratto integrativo, e quando saranno disposti a discutere di straordinario 2012 in modo concreto.

Università di Siena: verità nascoste e cialtronate evidenti

La vicenda dell’Ateneo nella crisi senese

Zoom (9 agosto 2012). La doccia fredda sui 5,4 milioni di euro che secondo il Ministero dell’Economia sarebbero stati pagati in eccesso ai dipendenti dell’università di Siena non è un semplice fatto contabile e nemmeno un episodio da circoscrivere all’interno dell’ateneo. Come nel caso delle retribuzioni negate ai dipendenti del Monte dopo i cambiamenti al vertice, ma soprattutto con le sempre più palesi difficoltà della Banca a far fronte alle sue debolezze, siamo di fronte al venire al pettine di complesse vicende riguardanti il modo con cui sono state gestite le nostre istituzioni più prestigiose, un modo determinato soprattutto da come è stata concepita la politica in città.

Il calvario dell’Ateneo è ormai iniziato da ben 4 anni e, oltre ai noti problemi del drammatico deficit, vede protagonista la Procura della Repubblica di Siena che ha indagato e richiesto il rinvio a giudizio di 18 persone per il dissesto e di 10 persone per le presunte irregolarità nell’elezione del Rettore, tanto per rimanere alle questioni più eclatanti. Perché esiste anche un esposto per la presunta irregolarità della nomina del direttore amministrativo, un altro per presunti traffici immobiliari su beni dell’Ateneo e così via. Un complesso di questioni che pone problemi di legittimazione dell’Ateneo non solo sotto il profilo giuridico, ma anche sotto l’aspetto politico perché è evidente che si tratta di un bene di tutta la città e non di una cittadella fortificata impermeabile all’esterno. A parte una mozione proposta dalle Liste Civiche, poi accorpata in un documento unitario di maggioranza e opposizione mai discusso per le note vicende del Comune, altro non è emerso in seno alle istituzioni locali nonostante che il Comune, la Provincia, la Banca, la Camera di Commercio, la Regione ed il Governo abbiano un rappresentante ciascuno nel CdA dell’Ateneo.

E ancora: l’ex Sindaco Ceccuzzi è intervenuto all’assemblea dei lavoratori esasperati per questa vergognosa vicenda del salario accessorio ed ha fatto generiche promesse che, al momento, non ha alcun titolo per onorare, tanto più che il suo partito si è ben guardato dal prendere delle chiare posizioni. Proprio com’è avvenuto sulla vertenza sindacale al Monte dove, alle sporadiche dichiarazioni di sostegno allo sciopero, nelle file delle forze di centrosinistra si sono contrapposti apprezzamenti niente affatto velati per il piano di “lacrime e sangue” del nuovo vertice montepaschino.

I problemi dell’Università senese, in un tale contesto, non sono quindi soltanto quelli, pur pesantissimi, di un dissesto finanziario che sembra aggravarsi invece di cominciare a risolversi, ma nella perdurante ostinazione a volersi nascondere le responsabilità scaricando volta volta i problemi su chi resta colpito. Non dobbiamo però dimenticare che la vicenda dell’Ateneo è stata soltanto la prima a manifestarsi, ma non è isolabile da un contesto dove, purtroppo, si trova in buona compagnia.

I sindacati insistono sulla mozione di sfiducia nei confronti del Direttore amministrativo dell’Ateneo senese

Rsu d’Ateneo, Cisal, Cisapuni, Cisl, Flc-Cgil, Ugl-Intesa, Uil-Rua, Usb PI. Nell’ordine del giorno del CdA di lunedì 25 giugno non è stata inserita la mozione di sfiducia nei confronti della Direttrice Amministrativa richiesta dai rappresentanti del personale tecnico e amministrativo in CdA su mandato dell’assemblea, della Rsu d’Ateneo e delle OO.SS. Pretendiamo che sia immediatamente inserita all’ordine del giorno.

In merito al trattamento economico accessorio (TEA) tutto ciò che abbiamo sempre rivendicato nei passati 18 mesi a seguito della nota del MEF è stato confermato: obbligatorietà del pagamento del salario accessorio; obbligatorietà della certificazione dei fondi da parte del Collegio dei Revisori dei Conti; obbligatorietà della riapertura della contrattazione integrativa a prescindere dallo squilibrio finanziario, detto buco. Ad oggi, però, tutto questo non ha prodotto alcun risultato. Assistiamo ancora al balletto del cifre sulla determinazione dei fondi dal 2000 al 2009. I conteggi sono stati rifatti almeno 9 volte ottenendo sempre un risultato differente. Questa incapacità ci obbliga a rifiutare qualsiasi risultato che ci verrà infine presentato e di rifare i conteggi con consulenti di parte.
Per tutto quanto sopra scritto non possiamo fare altro che insistere nel dichiarare la nostra totale sfiducia nei confronti dell’operato della Direttrice Amministrativa. Ci aspettiamo dal Rettore e dalla Direttrice Amministrativa come unico segnale di apertura e conciliazione il pagamento per intero del TEA per l’anno 2011. Come potete pretendere che prestazioni lavorative già rese nell’anno passato non siano retribuite per intero? Chiedete a tutto il personale di affrontare un disagio e un sacrificio grandissimo con la nuova, confusa e complessa, riorganizzazione retribuendoci come? Il recupero che per ora è stato richiesto dal MEF entra in pieno conflitto con l’autonomia universitaria. È curioso come l’autonomia venga rivendicata per tutelare la proroga illegittima dei rettori di molti Atenei italiani contro il MIUR e non venga minimamente ricordata per le richieste legittime del personale tecnico e amministrativo di questo Ateneo che non chiede nulla di più di quello che gli spetta. Sacrificare, oggi, l’autonomia universitaria per il personale tecnico e amministrativo può sembrare poca cosa, ma segna un brutto precedente che ricadrà anche su chi si sente tanto tutelato nella sua funzione.

Lo volete capire che l’università di Siena non è una fabbrica di cavallucci e panpepati?

Rabbi Jaqov Jizchaq. Aderendo allo sciopero sulla sospensione dell’erogazione del trattamento economico accessorio al personale tecnico e amministrativo dell’Università di Siena, Elisa Meloni, segretario provinciale del Pd senese, scrive: «sosteniamo con convinzione il lavoro del Comune e della Provincia per tenere alta l’attenzione sul risanamento dell’Università…». Sì, ma Maremma maiala, lo volete dire alla fine cosa intendete per “risanamento” dell’università? Cosa volete fare? Perché non muovete il culo, a livello politico, almeno laddove contate qualche cosa, ossia a livello cittadino e regionale? Perché dovete essere succubi a baronie che facendo scompisciare la buonanima di mio nonno anarco-socialista ottocentesco, hanno l’improntitudine di proclamarsi addirittura di sinistra? Perché non la piantate con la lista dei nauseanti luoghi comuni? Basta con le manfrine, coi discorsi di circostanza, con le frasi fatte e i proclami vuoti. L’università di Siena non esce dal pantano in cui si è cacciata con la sciatta demagogia populista e i minuetti: che cacchio volete fare? È lecito chiederlo? Questo del “risanamento” sta diventando un mantra, una frase ripetuta ossessivamente che cela un sostanziale navigare a vista, una coltre di spessa retorica per bischeri che giustifica ogni sorta di scelleratezza, senza che nessuno, in concreto, dica cosa esattamente vuol fare, a parte ridurre stipendi e personale, smantellare ricerca e didattica e naturalmente non toccare gli interessi costituiti: ma qual è la prospettiva, da un punto di vista scientifico, di quella che è una delle istituzioni accademiche più antiche del mondo, che non è dunque una fabbrica di cavallucci e pampepati? Quali osterie bisogna frequentare per averne contezza?

Università di Siena: sul salario accessorio interrogazione parlamentare

Fabio Evangelisti (Deputato di Italia dei Valori). Quali iniziative intende adottare il Ministro Francesco Profumo per rimuovere le cause che hanno provocato la sospensione delle remunerazioni accessorie del personale tecnico e amministrativo dell’Università di Siena e per ripristinare la contrattazione attualmente paralizzata da veti incrociati? Nella cornice della grave crisi dell’Ateneo di Siena il personale tecnico e amministrativo sta vivendo una situazione di ulteriore disagio e difficoltà. Ci risulta, infatti, che i vertici dell’Università di Siena hanno sospeso in modo pretestuoso, da oltre tredici mesi, l’erogazione del salario accessorio del personale di categoria B, C e D. A fronte di questo disagio, ci risulta che l’attuale vertice dell’Ateneo si sia riservato di assumere qualsiasi decisione in merito, in attesa di pareri terzi anche supportati da suggerimenti di dirigenti ministeriali: per questo sollecitiamo il Ministro Profumo a riparare in fretta a questa grave lesione dei diritti dei lavoratori. Il protrarsi di questa situazione rischia infatti di portare al blocco di importanti attività di servizio quali ad esempio le biblioteche, oppure servizi istituzionali svolti su turni e orari notturni e festivi.

Il salario accessorio è quel salario differito che viene erogato a seguito di prestazioni lavorative particolari oppure per responsabilità organizzative, ovvero tutti quei lavori disagiati come i turni festivi, notturni o i lavori che prevedono un’esposizione a rischio, prestazioni la cui retribuzione è prevista per legge e obbligatoria. Rimarcare la natura del salario accessorio come salario differito è importante perché permette di comprendere che il personale in questione, con il blocco dei contratti pubblici a seguito delle manovre del governo precedente, sta vivendo un ulteriore impoverimento retributivo.

In questa situazione, che rappresenta senza dubbio una grave lesione dei diritti e della dignità dei lavoratori, è importante capire che la definizione dei criteri di distribuzione del salario accessorio non è un vezzo o una semplice pretesa, ma rappresenta una voce inderogabile della contrattazione integrativa, un obbligo per la Pubblica Amministrazione prevista dalla legge per assicurare adeguati livelli di efficienza e produttività dei servizi pubblici.

Sul nuovo trattamento economico dei professori e ricercatori universitari

Emanuela Maioli. Dalla data di entrata in vigore (24 febbraio 2012) del DPR 232/2011, il trattamento economico annuo lordo del personale docente delle università dovrebbe essere adeguato alle nuove tabelle stipendiali secondo il ruolo (Ric, PA e PO) e secondo la progressione economica per classi e (vecchi) scatti biennali. A parte il blocco degli scatti fino al 2013 e la loro trasformazione in triennali, chiunque di noi può notare, e invito tutti a scaricare le tabelle allegate al suddetto decreto, che ci sono vistose differenze tra il reddito annuo lordo realmente percepito e quello che per legge ci spetterebbe. Per fare qualche esempio, un vecchio ricercatore confermato (alla XII classe, 2a progressione economica) percepisce 50.000 euro lordi contro € 58.112,98; un ricercatore alla VIII classe percepisce circa 6.000 € lordi di meno all’anno; un PO può essere penalizzato fino a 10.000 € all’anno. Ognuno, se non l’avesse già fatto, può verificare.

Si fa un gran parlare del salario accessorio perso dal personale tecnico e amministrativo. Penso che abbiano le loro sacrosante ragioni per rivendicare i loro diritti, ma è l’ora di far notare che, sebbene la differenza quantitativa tra il salario del personale docente e quello del personale tecnico sia notevole e la penalizzazione degli ultimi sia conseguentemente molto più pesante, la nostra Amministrazione sta facendo pagare la crisi finanziaria dell’Ateneo, più o meno, a tutti quanti. Nel caso del personale docente, mancano due adeguamenti stipendiali: l’aumento del 2009 (3,77 %) e del 2010 (3,09 %). Nel gennaio 2010 ci fu il conguaglio 2009 ma siamo indietro di tre anni per quanto riguarda gli adeguamenti e di due anni e tre mesi per quanto riguarda gli arretrati.

Università di Siena: sul salario accessorio schiaffi telematici a rettore e direttore amministrativo

USB Università di Siena. Alcuni punti che forse dopo tanto tempo non sono più del tutto evidenti.
Primo, la sospensione del salario accessorio è stata una scelta  unilaterale della Direttrice Amministrativa Fabbro e questa è l’unica causa di impoverimento retributivo di ognuno di noi. Avremmo potuto tranquillamente discutere di somme indebite o altro continuando ad erogare il salario accessorio, ma insieme al Rettore Riccaboni, la Dott.ssa Fabbro ha deciso diversamente. I revisori dei conti avevano chiesto di approfondire la questione con il Ministero dell’economia e l’ARAN, ma la decisione di sospendere è stata unicamente dei vertici dell’Ateneo.
Secondo, come USB abbiamo sempre chiesto la costituzione del fondo e la sua distribuzione. La legge imponeva di riscrivere il contratto integrativo entro il 31.12.2010, bene, ma si poteva comunque continuare a erogare le somme in percentuale nel 2012 per poi andare a conguaglio con il nuovo contratto integrativo. Questo è stato fatto in altri Atenei. A Siena si è scelto diversamente e non per motivi normativi ma politici!
Terzo, la questione dell’impossibilità di costituire il fondo per gli anni 2011 e 2012 è pretestuosa. Siamo convinti che se accettassimo le proposte della Dott.ssa Fabbro fra una settimana potremmo avere indietro il salario accessorio. Altrimenti com’è che la stessa Dott.ssa Fabbro afferma che se fossimo furbi potremmo usare il fondo del 2011 per ridare il debito e partire con il fondo 2012 per intero? Se è possibile fare questo vuol dire che la scelta è tutta politica. Vuol dire allora che se si può costituire il fondo, le norme non lo vietano, e noi abbiamo ragione a voler che si costituisca per intero. Infatti, accettare la soluzione della Dott.ssa Fabbro vuol dire perdere oltre € 590.000,00 su di un fondo di € 1.700.000 quella soma che perderemmo corrisponde all’incirca a tutte le funzioni specialistiche e alle indennità di rischio/disagio e turno pagate nell’anno 2010. Chi vuole rinunciare al proprio salario accessorio?
Quarto, la Dott.ssa Fabbro ha affermato a dicembre 2011 che la nostra richiesta di mettere l’intero fondo nel bilancio d’Ateneo era corretta e che avrebbe fatto una variazione di bilancio. Il 27 gennaio la variazione non è stata portata in Consiglio con la scusa che i revisori non si riunivano prima del CdA. Il 7 febbraio non è stata portata non sappiamo ancora con quale scusa.
Il 27 febbraio in CdA la variazione non verrà portata!! Chi prende in giro, allora, e non vuole sbloccare la situazione? Noi?
Invitiamo la Dott.ssa Fabbro ad astenersi dal continuare a delegittimare l’operato delle sigle sindacali che da 4 anni cercano soluzioni con ben 4 Direttori Amministrativi e due Rettori, e da 13 mesi cercano di risolvere una situazione creata, unicamente per scelta politica, dal Prof. Riccaboni e dalla Dott.ssa Fabbro.

Protesta telematica!

Pretendiamo la variazione di bilancio e invitiamo tutto il personale tecnico e amministrativo a spedire la seguente mail al Rettore ed alla Direttrice Amministrativa. Scioperare ci penalizza perché è un sacrificio economico, ma una protesta telematica no! Invitiamo ad inviare la mail da venerdì mattina alle 9 per tutta la mattina anche più volte.

rettore@unisi.it, direzione.amministrativa@unisi.it

Magnifico Rettore, Le scriviamo perché vorremmo farLe presente che da due mesi Lei, e la Dott.ssa Fabbro, non portate in CdA la variazione di bilancio sul fondo del salario accessorio. Perché non volete assumere una responsabilità chiara nello sbloccare la situazione, cominciando dalla variazione di bilancio che voi stessi avete detto essere corretta? Reputiamo alquanto lesivo della Vostra immagine tale comportamento, ed è inoltre poco rispettoso del lavoro di oltre 1000 tecnici e amministrativi che lavorano in condizioni disagiate, a causa delle vostre scelte. Distinti saluti e buon lavoro.

A grandi passi verso la rimozione del rettore dell’università di Siena

Uil-Rua-Cisal-Cisapuni-Rdb-Ugl-Rsu-Flc-Cgil

Egregio Signor Ministro Profumo, si richiama la Sua attenzione per un urgente intervento presso l’Università di Siena i cui vertici hanno sospeso in modo pretestuoso il pagamento di qualsiasi indennità al personale tecnico amministrativo da oltre 13 mesi. Il protrarsi di questa situazione rischia di portare al blocco di attività di servizio connesse direttamente al Fondo, quali ad esempio il blocco delle biblioteche, legate al sistema dei turni, oppure a servizi istituzionali svolti su turni e orari notturni e festivi. A fronte di questo disagio l’attuale vertice si riserva di assumere qualsiasi decisione in merito, in attesa di pareri terzi anche supportati da suggerimenti di Dirigenti Ministeriali, che invitano a non cedere a pressioni sindacali rispetto alle legittime aspettative dei lavoratori e di esclusiva competenza delle OOSS. In questo momento è necessario un Suo intervento per rimuovere le cause che hanno provocato la sospensione delle remunerazioni, nonché di ripristinare la contrattazione paralizzata dai veti incrociati dei vertici, che di fatto esprimono chiaramente una mancata volontà di riconoscere al personale una parte fondamentale dello stipendio. Fiduciosi di un Suo diretto intervento, cordiali saluti.