L’università di Siena ha un nuovo direttore amministrativo, il Dott. Emilio Miccolis, già dirigente del Dipartimento Gestione Risorse Finanziarie presso L’Università degli Studi di Bari. A lui i nostri più sinceri auguri di buon lavoro.
La lettura del suo curriculum fa sperare che, forse, è arrivato il momento dell’adozione, per l’ateneo senese, di un “Sistema di Contabilità Economica e del Controllo di Gestione” (introdotto con il D.L. 279/1997) che consente di verificare efficacia, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa al fine di ottimizzare, anche mediante tempestivi interventi di correzione, il rapporto tra costi e risultati. La mancata adozione del sistema di contabilità economica è un’altra disattenzione, tra le altre, della gestione Tosi.
È utile leggere quanto prevede l’art. 10 del D.L. 279/1997 (comma 1): «Al fine di consentire la valutazione economica dei servizi e delle attività prodotti, le pubbliche amministrazioni adottano, anche in applicazione dell’articolo 64 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni ed integrazioni, e dell’articolo 25 della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni e integrazioni, un sistema di contabilità economica fondato su rilevazioni analitiche per centri di costo. Esso collega le risorse umane, finanziarie e strumentali impiegate con i risultati conseguiti e le connesse responsabilità dirigenziali, allo scopo di realizzare il monitoraggio dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell’azione svolta dalle singole amministrazioni. (…)»
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In occasione della nomina del nuovo Direttore Amministrativo, Focardi aveva l’occasione di costruirsi un consenso trasversale proponendo, come richiesto da molti, un avviso pubblico da concludersi in una settimana. Ha preferito utilizzare ancora una volta procedure non trasparenti ed incarichi fiduciari. Ma dopo il suo incarico fiduciario alla Mazars nel 2006 non gli viene il dubbio che tali ripetuti comportamenti non fanno che alimentare la voce di coloro che hanno sempre meno fiducia in questo Rettore? Non sarebbe meglio cambiare strategie e consiglieri?
Ma come si fa a presentare un Direttore amministrativo prima alla stampa e poi alla comunità universitaria… È lo stesso modo con cui ha affrontato il buco, prima sui giornali e poi con gli organi di governo dell’Ateneo…
Senza parole….
Ma come si fa a non sapere che la legge impone che il Direttore Amministrativo sia scelto dall’albo dei dipendenti pubblici e che è di nomina rettorale e di ratifica del CdA e che quindi le procedure seguite sono state eseguite correttamente e trasparentemente. Ma come si fa a continuare a dirsi universitari a qualsiasi titolo pretendendo di ignorare le regole o pretendendo – conoscendole – di violarle regolarmente? Ma come si fa a dire che è stato presentato prima alla stampa e poi alla comunità universitaria, se prima si sono richiesti i curricula di diversi iscritti all’albo dei dirigenti pubblici, poi se n’è scelto uno, poi si è chiamato, poi si è presentato all’unico organo che ha voce in capitolo, organo che si è espresso positivamente con 2 contrari e 4 astenuti, infine – il giorno dopo – è stato presentato alla stampa? Ma come si fa a continuare a rompere continuamente gli zebedei ogniqualvolta si dà adito all’osservanza delle regole, quando finora queste regole sono state clamorosamente infrante? Ma come si farà a uscire da questo casino se c’è sempre qualcuno che si mette di traverso per i motivi più abietti e meschini e spesso neanche fondati?
Un Favi di Montarrenti che va a dormire costernato da tanta dabbenaggine
Favi dimostra un certo nervosismo, lo comprendo sopratutto quando si è costretti ad utilizzare argomenti non rispondenti al vero: ci dica il Favi chi ha raccolto i curricula ed a chi sono stati mostrati visto che i consiglieri non hanno saputo nulla! E che dire degli iscritti a quell’albo (che tu citi) che avrebbero voluto fare domanda ma non l’hanno potuta presentare! Il consiglio non ratifica proprio nulla bensì esprime un parere e lo ha espresso favorevole solamente con due persone (tra i quali guarda un po’ il rappresentante del Governo Davide Cantagalli ) mentre gli altri lo hanno espresso contrario o si sono astenuti. Forse il tuo è un auspicio che questi signori debbano limitarsi a ratificare quello che propone il Rettore… Un Rettore che di fronte ad una manifestazione di fiducia piuttosto tiepida, ne converrai, avrebbe fatto meglio, una volta tanto ad ascoltare le critiche ed a costruire un dialogo vero e non solo enunciato.
Oltretutto leggendo il curriculum di questo signore è facile intuire come non abbia assolutamente la capacità per svolgere il ruolo di Direttore Amministrativo mentre potrebbe benissimo, e ce ne abbiamo bisogno, svolgere il ruolo di dirigente dell’Area Contabile che d’altro canto è stato il suo mestiere per tutta la sua precedente vita professionale. Inoltre questa persona ha lavorato esclusivamente nell’Ateneo di Bari che notoriamente, insieme a quello di Messina, è il più disastrato del nostro paese non solo per le parentopoli e gli esami truccati, ma proprio per le conduzioni amministrativo-gestionali!
Ammetterai che la costernazione è la nostra e che la tua difesa sterile e pregiudiziale dell’attuale Rettore è abbastanza curiosa sopratutto quando la colleghi a trasparenza ed osservanza delle regole… suvvia un po’ di oggettività! Un Rettore che nel Consiglio studentesco minaccia gli studenti di denuncia penale svolge sino in fondo il suo ruolo oppure ancora non ha capito come dovrebbe comportarsi un qualsiasi Rettore?
P.S. Oh Favi, ti invito a ritirare la tua affermazione ”associazione di mentecatti” riferendoti agli studenti. Oltre ad essere offensiva per la tua intelligenza costituisce diffamazione aggravata ed invito il prof. Grasso ad intervenire, come correttamente più volte è stato costretto a fare, per ripristinate la correttezza dei contenuti del blog e per evitare problemi inutili e dannosi per tutti.
Risponde Giovanni Grasso – Ho già provveduto e continuerò a farlo.
Parto dal fondo. Io sarò un boscaiolo, ma qui c’è qualcuno che con l’italiano ha qualche problemuccio. Cito da me stesso:
«… Qualcuno di questi esagitati ci vuole spiegare per cortesia dove pensano di trovare un’associazione di dementi che sia disposta a sostituirsi allo Stato ed accollarsi…»
e dopo
«… quindi ci sono anche quei 250 milioncini di euro da sanare in qualche maniera, trovo incomprensibile e impossibile l’esistenza di questa associazione…»
Se oltre alle tabelline, si fosse studiata la grammatica e la sintassi ci si sarebbe resi conto che si stava parlando di una fantomatica associazione disposta ad accollarsi un esborso esoso per nessun risultato, un’associazione quindi di mentecatti. Ergo l’intervento di Giovanni è a difesa di ignoti virtuali. Va bene lo stesso.
I curricula sono arrivati al Rettore che è l’unico organo abilitato a nominare il Direttore Amministrativo, quindi qualsiasi Rettore se agisse secondo le regole farebbe in questo modo.
Come ulteriore osservazione trovo stupefacente che gli studenti si lamentino continuamente del cosiddetto “lack of communication” visto che sono l’unica componente dell’Ateneo (oltre al Rettore) presente in tutti gli organi, con o senza diritto di voto, ma ci sono. Persino in Senato. Ed addirittura hanno un organo tutto loro. Sono perfettamente d’accordo nel sostenere che gli studenti sono l’unica (o quasi) ragione per cui l’Università esiste, ma si deve pensare anche che – per fare un esempio – il personale tecnico-amministrativo non è al corrente delle decisioni del Senato ed è sottorappresentato in CdA.
Un per niente innervosito Favi di Montarrenti
Puntualizza Giovanni Grasso – Caro Favi, ho cancellato “di mentecatti” (quindi non lo trovi più nel tuo commento).
E nell’organo tutto nostro, caro Favi, abbiamo comunicato al Rettore che esprimeremo parere negativo relativamente al bilancio preventivo 2009 la cui discussione, guarda caso, è stata fissata nella seduta del CdA del 29 dicembre, data decisamente comoda per gli studenti. Il Rettore ha decisamente grande rispetto per gli studenti….
Gli studenti di destra sono a fianco del Rettore e lo sosterrano nella repressione di tutte le forme di protesta. Avete stufato con la richiesta di dimissioni, siete quattro gatti e la città di Siena non vi sopporta più. Tornate a studiare e lasciate lavorare il Rettore che finalmente rappresenta una parte politica diversa da quella degli ultimi anni e lo sta dimostrando con i suoi comportamenti: pugno di ferro e decisionismo.
Caro Blocco, per favore non politicizzare anche questo Rettore. Anzi, ritengo che uno dei suoi punti di forza/debolezza (a seconda di come la si guardi, ma per me è forza) è proprio di essere l’uomo nuovo, che a suo tempo, ha fatto le calze al candidato di regime (Cardini). Direi piuttosto che sta portando avanti (o cercando di portare avanti) una politica di risanamento caratterizzata dal buon senso (come diceva Luigi Einaudi): certi provvedimenti vanno presi per il bene dell’Ateneo. Punto e basta. Lasciamo perdere, per una volta, le colorazioni politiche.
Patti chiari, amicizia lunga: il Rettore ci ha chiesto aiuto ma per averlo deve caratterizzarsi definitivamente con scelte politiche inequivocabili come quele che sta facendo (forze dell’ordine, attacco a Banca e poteri forti in città, legame con il Governo etc.). Altrimenti sarà un nemico da abbattere, da destra.
Ma perché questi termini così forti? “Nemico da abbattere”… sembra di essere nuovamente al clima dell’odio di classe (politica). Mi pare evidente che c’è interesse a far prevalere una certa linea politica e non la volontà di collaborare a salvare l’Ateneo (e nel pacchetto sono d’accordo nel metterci anche la banca e la Città) da una gestione corporativista e clientelare.
Ma possiamo farlo, per una volta, nell’interesse di queste istituzioni (e quindi di noi tutti) lasciando da parte sinistre, destre e vendette trasversali tra blocchi?
Credimi, come te ne ho le scatole piene della gestione clerico-diessina (per citare Ascheri jr) di questa Città e sogno un’alternativa “culturale” più che politica. Dove per “culturale” intendo un modo nuovo di fare politica. Da buongoverno vero, come lo intendeva Einaudi (scusa se lo ricito).
Altrimenti si cade dalla padella nella brace!
blocco Says:
Dicembre 7th, 2008 at 21:06
«Gli studenti di destra sono a fianco del Rettore e lo sosterrano nella repressione di tutte le forme di protesta.»
…adesso ci mancava il blocco… che vuol reprimere tutte le forme di protesta. “Repressione di tutte le forme di protesta”? Se questo è il piano di rilancio, andiamo bene… vedrete che “fama” internazionale conquisterà l’università di Siena: una piccola Oxford! E che siamo in Cile? Signor Blocco, in facoltà mia, tra le altre cose non funzionano i cessi e dubito che li riparino, giacché gli idraulici attendono di essere pagati da un’eternità; ho deciso di elevare la mia più ferma protesta e di incatenarmi (se è il caso) al tubo dello sciacquone: posso protestare, visto che all’università che ci passo tutte le giornate che Dio manda in terra, o vado incontro ad una sonora manganellatura? Sa, del resto se non risolvono il problema quanto prima rischio il blocco… intestinale e non vorrei dover ricorrere all’olio di ricino.
«lasciate lavorare il Rettore che finalmente rappresenta una parte politica diversa da quella degli ultimi anni.» Il blocco
Il rettore “rappresenta una parte politica”? E quale parte politica rappresenta? Io pensavo che dovesse rappresentare l’ateneo.
P.S. se la città di Siena “non sopporta più”, come dite voi, le proteste (io, più modestamente, temo che piuttosto se ne freghi), temo che non abbia mai sopportato nemmeno lo squadrismo.
(Uhmmm! Favi, non vorrei che il Focardi avesse stretto un patto col diavolo)
Ma una sorta di fascismo lo ha rappresentato la gestione “di sinistra” o “clerico-diessina”: non a caso una tale ex pci compare nei giornali cattolici assieme ai vari Nardi di estrazione cattolica ecc. Come iniziatore della Protesta lo so bene. Era un fascismo con l’etichetta democratica, riprendeva tutto il cascame mafioso dell’Urss degli ultimi tempi. Si, non “politicizziamo” troppo Capitan Chiocciolino Affogasanti… Poi, a parte noi poveri “untorelli”, la casta dei baroni si è già inimicata tutta la città e ormai si regge solo col cordone ombelicale alla casta politica che ha osannato Craxi con l’ex comunista Bondi – proporrà un monumento allo “statista” come ad Aulla? Tanto fra poco – lo dico per certi “amici” – faranno il monumento al duce salvatore della patria e del bolscevismo… ah! ah! Allegria!
La città, è vero, è molto provinciale, vive nel ridotto delle mura e murella… ma qualcuno sa dove sta la verità e dove la menzogna. Io non posso più dire a Gatto e Volpe uniti nella Mensa di Romana aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più… No, appartengo a quei patrioti guidati da Amatore Sciesa… Gulp!
Uno non si può allontanare da casa che quando torna trova le cose sempre peggio di come le ha lasciate. E questo vale per i cani che si sono azzuffati, quanto per altri che evidentemente si azzuffano come i miei cani.
Caro Stavrogin sposo tutto il tuo commento, cessi inclusi. Non sposo invece il tuo dubbio (in cauda venenum) sui patti col diavolo. Io do un’altra lettura alle promesse di mazzate del blocco. Questi del blocco per tre mesi non si sono fatti sentire, non hanno rilasciato dichiarazioni, non si sono fatti vedere mai neanche in occasioni in cui sarebbero andati a nozze (leggi occupazioni varie di organi vari). Ora cercano di impadronirsi della stanchezza di tutti coloro i quali (Rettore incluso) sono per l’appunto tre mesi che si sbattono per trovare una via d’uscita a questo po’ po’ di casino, continuamente ostacolati un po’ dalla propria inadeguatezza ad affrontare la situazione (Rettore incluso, ma chi sarebbe stato mai pronto ad affrontare una situazione del genere?), un po’ da varie – chiamiamole così – lobbies che tirano ognun per la propria parte e che qui sono state denunciate (come le inadeguatezze) a dovere. Per fare un omaggio a Giovanni (cui evidentemente piace il commissario Montalbano) vorrei dire che alcuni di questi gruppi hanno scassato talmente i cabasisi con i loro continui dinieghi e con il voler imporre non è ancora chiaro cosa che hanno dato il destro al blocco di giustificare il proprio apparire sulla scena. E vorrei aggiungere che sarebbe stato molto, ma molto meglio che tutto questo non fosse accaduto, perché è giustificato a questo punto aspettarsi un incancrenirsi di motivi politici ed una lotta per la supremazia che certo farà perdere di vista il vero obbiettivo che, tanto per essere chiari, è quello unico e solo di salvarsi le chiappe per poi ripartire con altri metodi e – sempre che non molli prima – anche senza l’attuale Rettore, nei confronti del quale non c’è alcuna ammirazione dai vari intervenienti qui; c’è solamente il riconoscimento pro tempore dell’autorità della carica (non della persona) che è uno degli strumenti che servono per non bloccare i processi decisionali necessari a sistemare o a tentare di sistemare le cose.
Ora, a meno che non abbia ragione Cosimo Loré quando sostiene che si è sentito il bisogno di inquinare le prove, di coltivare il sogno di vendette e tutto il resto – come appare dal primo articolo del blog -, credo che ci si debba (non noi qui, ma altri evidentemente) rimettere sui binari della saggezza e della comprensione e mandare avanti il carro. Ove questo non avvenisse dubito fortemente che la soluzione possa essere trovata e applicata.
Un Favi di Montarrenti che timeo Danaos et dona ferentes
Caro Favi, io non mi iscriverei mai ad un partito che avesse dei militanti come me, tanto sono incostante, e lo sono vieppiù sul tema della condizione deplorevole in cui versa l’università (a fortiori quella di Siena), riguardo alla quale mi sento di essere contro tutti (incluso me stesso): volevo solo esprimere il timore che alla fine della fiera il dibattito sull’università si riduca ad un’aspra tenzone tra cadreghe politiche (ora ci si mettono pure i Balilla…), un duello rusticano per l’appropriazione delle spoglie del caro estinto o almeno qualche brandello, giacché non vedo grande nobiltà nel lottare solo per cambiar padrone.
Per par condicio comunque, dirò che le urla forsennate della “ragazzaglia”, che hanno accolto Gianni Letta, mi suscitano analoghi pruriti; certo i tagli cospicui (un’esecuzione sommaria), seguiti dal sarcastico invito a trovarsi un privatissimo bischero che si dissangui per risanare il malato incurabile, evidenziano una perfidia demoniaca e disegni non troppo trasparenti; ma ancora una volta dalla folla non si è levata neanche una voce, ancorché flebile, che abbia rilevato come sul profondo rosso dei bilanci dell’ateneo senese egli, cioè il governo, abbia una responsabilità relativa.
Né alcuno si è azzardato a renderci edotti di quale sarebbe la medicina alternativa, rispetto a una cura da cavallo (“come ci riusciamo? Col nostro lavoro!”, dicevano con palate di retorica nei comizi del dopoguerra): “istrombazzate senza costrutto”, direbbe il tuo amato Gadda, sebbene mi tocchi ancora rilevare come sulla “pars contruens” del piano di rinascita (ooohps! Pardon) non mi pare in effetti che abbondi la chiarezza, né l’obiettività.
Caro Stavrogin e cari tutti,
a parte che apprezzo enormemente la citazione di Marx (Groucho ça va sans dire) vi racconterò che stasera mi sono appisolato stanco delle mie attività venatorie e a un certo punto sono sobbalzato per un dubbio che è affiorato. Quindi ve ne fo partecipi. Sia chiaro che non ritiro nulla di quello che ho detto sui figli della lupa, però la butto lì: e se il Blocco che interviene nel blog non fosse il Blocco? A buoni intenditori quali voi siete non aggiungo altro.
Meno male che hai detto “privatissimo bischero” perché se tu avessi usato il plurale come ho fatto io probabilmente saresti stato accusato d’aver dato dei bischeri agli studenti, cosa che – mi hanno notificato – comporta “diffamazione aggravata”, un reato che io non avevo mai sentito nominare e che non è previsto da nessuno dei 739 articoli che compongono il Codice Penale. Diffamazione sì, aggravata no.
Chiudo i miei rissosi cani e vado a prepararmi per la faticosissima giornata di domani.
Saluti dal vostro Favi di Montarrenti
Quoto in pieno il post di Favi. Non vorrei che in questo momento così difficile per i CGIL-Rifondazione-StudentiOnda-PoterediSiena (e altri) ci sia la volontà di portare, in maniera subdola, a contrapposizioni o tensioni politiche, del tutto inutili e dannose. Il fatto che Focardi, al quale non attribuisco fortunatamente alcun colore politico ma una caparbia volontà di riuscire nel difficile risanamento, si sia finalmente slegato (meglio tardi che mai) dalla Casta senese che ha portato l’Università (ma anche il MPS e la Città) nella cacca, lo saluto come una grande e positiva novità. Tanto mi basta per sperare in un successo e, soprattutto, per respirare una ventata di nuova democrazia in questa città dopo 60 anni di oscuro regime. Il mio sostegno lo avrà a prescindere che sia contro o con questo o quel partito; l’importante è che sia per l’Istituzione Università e apra la collaborazione a tutti i cittadini, dando il “la” ad un nuovo modo di fare politica. Dai coglioni i vari Ceccuzzi, Mussari, Ceccherini, Monaci, Cenni, Mancini, Piccini e bisonti della politica vari. Uomini nuovi, metodi nuovi, politica nuova: questa è la ricetta per la salvezza della Città. Ripartendo dai cittadini senesi (in questo stona un po’ la scelta del “forestiero” Miccolis, accettabile solo questa volta visto il particolare momento).
Per questo dott. Grasso la invito a porre in atto, subito all’inizio del nuovo anno, la proposta che ho letto in questo blog del sig. Semplici di indire un dibattito pubblico sul risanamento dell’Università, dove tutti dovranno mettere la loro faccia e non ci saranno dubbi sulla paternità di certe affermazioni. A queste condizioni anche io non avrò difficoltà a partecipare.
Son state le Farfalle Rosse o loro assieme ad altri a ricoprire di ova marce e pommidori il Letta e la scorta? Peccato però che nessun pommidoro sia volato a quelli della casta locale… Via, mi autocensuro, non ho l’anonimato di altri bloggers… Si è citata una frase già da me citata ma credo che sia “Timeo danaos” e non “timet”… evidentemente un refuso. Concordo col prof Grasso: indire assemblea pubblica di tutti gli operatori culturali e azzerare la “Piramide”. Okkio poi alle semplificazioni e anche all’ottimismo forzato (come il buon Comporti – ma gli sò ndentro er core).
A proposito delle semplificazioni non vorrei… vi cito il Poeta:
«Scriveano i Modanesi abbreviato
Pottà per Potestà su le tabelle.
Onde per scherno i Bolognesi allotta
L’avean tra lor cognominato il Potta.»
(Da La secchia rapita del vulcanico Tassoni)
Big Brother
“Uomini nuovi, metodi nuovi, politica nuova: questa è la ricetta per la salvezza della Città. Ripartendo dai cittadini senesi…”
Posso aprire una sottoscrizione e firmare già ora?
Prof. Cosimo Loré, Ateneo di Siena!
Non c’è verso di entrare nel sito del Corriere di Siena per leggere il resoconto del premio Frajese. Il portale sembra bloccato, o almeno, io non riesco a entrarci. E oggi non ho avuto un attimo di respiro per fare un salto nella saletta del caffè per leggere il cartaceo. È andata; me la son persa.
Nessuna traccia di pomodori manco sul sito dell’Unità. Weirdos from another planet!
L’Unità s’è fatto sfuggire il lieto evento (del premio Frajese a Gianni Letta, si capisce! Mica dei pomodori!).
Perché l’Unità s’è dimenticato di dare urbi et orbi il lieto annuncio?
Mentre invece i siti di Messaggero, Cittadino, Corsera, Repubblica, Nazione e Stampa dedicavano tutti un bel servizietto sui pomodori, quasi omettendo di parlare di premi.
Dal confronto tra siti circa la visita di Letta a Siena viene fuori quasi la prova di una mutazione genetica galoppante.
Voglio dire… il PD oramai l’hanno fatto, ma evidentemente qua si va oltre al galoppo. Un esperimento di fuga in avanti di cui è prematuro parlare prima di valutarne i primi risultati.
Mah! Sto leggendo “La bolla di componenda” di Camilleri e temo che la mia immaginazione ne esca alterata. Vedo mafia dappertutto. Farei meglio a riporre il libro di Camilleri e a rimettere i piedi per terra rileggendomi “La casta di Siena”.
Corro a vedere se Di Pietro parla di un Gianni Letta che è andato a farsi premiare in un ex covo di comunisti… Macché! Non ne parla. S’è distratto pure lui.
Quasi quasi gli faccio una soffiata per vedere che effetto fa il ventilargli la possibilità di portare via voti al PD.
Ma lascio perdere.
La Pace mi osserva e si agita facendo tintinnare le ferraglia su cui siede, mentre la Sapienza mi ordina di smetterla di elucubrare. Dice che il momento è delicato e non servono scossoni tra Concordia e Governo.
A che gioco gioca La Nazione? Stamattina questo giornale riporta una notizia falsa, ossia che per effetto della crisi finanziaria dell’università di Siena i corsi di laurea sono stati ridotti da 119 a 88; in realtà la riduzione dei corsi di studio era già in cantiere quando ancora si vaneggiava di bilanci in pareggio, ed è stata imposta dal decreto Mussi sui “requisiti minimi” in termini di docenti strutturati. Dunque non c’entra niente, né con la Gelmini, né con i problemi dell’ateneo senese.
Per il colmo della finzione, l’articolista parla della sorpresa e dello “sconcerto” che regna tra i docenti di Filosofia e di Antropologia, a causa dell’accorpamento dei rispettivi corsi di studio triennali con Storia: quando la decisione di accorpare alcuni corsi è stata presa almeno un anno fa e il progetto dei nuovi corsi di studio di tutte le facoltà è già da un bel po’ all’attenzione del nucleo di valutazione dell’ateneo! Ma li avranno veramente interpellati, questi docenti? E se si, durante questo anno, forse dormivano?Peraltro anche la notizia, strillata da La Nazione, di un imminente abbandono dei locali di Via Fieravecchia mi pare che non abbia trovato conferma su alcun altro organo di stampa.
Infatti, mi ricordo bene del casino che ci fu anno scorso per le proteste, blocchi della didattica, uova e pomodori a Siena per la riforma e i tagli apportati dal compagno Mussi.
Ma eran già accorpati, diggià, quelli di Firevecchia… Eran poco clementi e sembravan tutti putti in vacanza a Villacidro dopo il rimboschimento del duce… Ma ocupiamoci d’altro. La stampa locale e nazionale ha dato risalto a quelli della protesta anti-Letta (chiedere una interrogazione: che parli infine l’Amerikano!) – pare che sian stati pestati a sangue dalla polizia e uno studente ha parlato di democrazia totalitaria, quasi escrescenza della Tirannide Mussoliniana. O forse dello Stalinismo, per solleticare l’Inconscio Collettivo Equipollente. La Grecia brucia e Siena le sta dietro? Ma ditelo al Cenni, lui capirà: ci aveva il babbo rosso come il nettare rubino, vien dalle lotte. Alla “Gagarin” ci ha fatto le ossa…
Siena è rosso foco un la toccate…
P.S. Spero che Cenni si incateni come il suo collega fiorentino, se vedrà buchi oscuri nella gestione democratica di Siena o, peggio, se vedrà malaffare nel Buco universitario e altrove. La Conchiglia sarebbe un bell’amplificatore no? Oppure prenda esempio da me quando “mi incatenai” (ma è vulgata, basta vedere la cronaca del tempo) al Palazzo Pubblico per “questioni didattiche”. Anche qui sono stato un pioniere. Rivendico il copyright, caro Domenici “persona perbene”, come dice la Finocchiaro (forse l’unica che non si tinge i capelli in quel can can delle vanità che è la stalla-parlamento).
Vista la logorroicità con cui i vari writers imperversano su questo blog vorrei intervenire anch’io dato che all’Università di Siena spendo più di un terzo della mia giornata. Vorrei partire dai dati della tabella che il Prof. Grasso ha riportato nel blog: 16552 studenti iscritti all’Università, abitanti di Siena 54066 (wikipedia) significa 1 studente ogni 3.2 abitanti, significa che c’è circa uno studente ogni famiglia di Siena. C’è lo studente che ogni mattina prende il caffè al bar in via Banchi di Sotto, lo studente che prende un pezzo di pizza a San Martino, chi compra l’ultimo libro di Cammilleri da Ticci, lo studente che chiama il trombaio sottocasa per aggiustare il lavandino che perde. Invece di incentrarsi su questa realtà il blog mi sembra pieno di interventi rancorosi di persone che rivendicano meriti che forse non hanno; invece di procedere a nerbate (eppure in altre occasioni ne siete capaci) che sferzino l’Istituzione verso una più oculata e proficua amministrazione siete a rimbeccarvi l’un l’altro come i capponi di manzoniana memoria. C’è chi rivendica la senesità anche di una delle più antiche istituzioni come il Monte… ma i tempi del Lorenzetti sono finiti da secoli e se il Monte fosse rimasto a quelli o anche solo a 20 anni fa a quest’ora sarebbe già stato digerito e prontamente c…..ato ops scusate defecato da banche come Intesa o San Paolo o peggio dagli odiati spagnoli del Banco Santander. Siete tutti quanti pronti a difendere il Rettore ma mago Silvano ha anche lui le sue colpe… non era forse Preside e quindi in Senato Accademico negli scorsi anni. È chiaro che ora non è tempo di parlare di elezioni ma bisogna approvare velocemente il piano di risanamento ma poi i conti andranno fatti ed ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità sia chi ha gestito la politica universitaria ma anche chi è stato zitto per ignavia o per convenienza sul proliferare di corsi e corsettini. Tutti quanti nell’ultimo periodo di vacche grasse ne abbiamo approfittato chi ha fatto un passo in avanti nella carriera chi ha ottenuto un posto per il proprio settore chi si è stabilizzato e ha comprato casa ed ha acceso un mutuo al Monte… Niente di nuovo sul fronte occidentale.
Non sarà che i grecisti della facoltà di Lettere sono andati ad Atene e Salonicco a corrompere la gioventù greca istigandola alla rivolta? Oppure non sarà che gli studenti siano i più autorizzati ad essere incazzati neri della situazione in cui versa l’università, in Italia come in Grecia? E quelli a cui meno siano da chiedere soluzioni e comportamenti ragionati?
Perché è ovvio che dal punto di vista utilitaristico (anche se è più da epicurei che da scettici quale io sono) al Letta io mi sarei arruffianato.
Ma tant’è: mentre i docenti che chiedono le dimissioni del rettore tendono a indebolirlo, quando lo fanno gli studenti il risultato è quello di costringerlo a forzare tempi e modi del risanamento, cercando di recuperare il tempo perduto, che sembra quello che ci vuole. Anche perché attendersi aiuti da Roma per ora sembra improbabile, e il grosso va fatto qui.
saluti scettici,
Sesto Empirico
Solo un’informazione per Paul Baumer.
I tempi del Lorenzetti sono finiti da tempo, ma i tempi dei distruttori di patrimonio sono entrati (anzi fatti entrare a Siena) nel 2001 con la nomina di un certo Mussari alla Fondazione MPS. Guarda caso da quel momento è iniziata la distruzione del patrimonio della Città per poi completarsi quando nessuno ha mosso un dito alla “autonomina” dello stesso a Presidente del MPS, subito distrutto con l’operazione Antonveneta che è andata a regalare (chissà a chi) 10 miliardi di euro della Comunità. Niente di più falso che il MPS potesse essere acquistato da altre banche: lo statuto e le ricchezze della Fondazione, almeno fino all’Antonveneta rendeva impossibile qualsiasi scalata. Solo oggi non ho più questa certezza. Cerchiamo di sapere le cose e ragionare prima di andare a dire cose non rispondenti al vero.
Baumer, per i numeri non ci se molto… ovvio che i 16mila sono virtuali e mlti vengono quando capita… e che molti sono… senesi essi stessi! Ma sia! È ovvio che portano ricchezza quei 6-7mila che vengono da fuori e risiedono e nessuno lo contesta. Ma bisogna anche pensare alle conseguenze negative, che un campus articolato, non ghettizzante, invece avrebbe potuto evitare: costi degli affitti, per sopravvivere in centro, casino generale non controllato ecc. ecc. Ultimo: ai tempi del Lorenzetti, caro, c’erano solo banchieri privati, ed erano un po’ meglio di quelli attuali, stai tranquillo! Il Senesevero t’ha già giustamente ricordato le clausole di salvaguardia della Fondazione.
Archie
Università in rosso: 28 corsi eliminati
«L’ateneo senese, che sta attraversando una delle crisi economiche più delicate della sua storia, cerca misure per risanare il buco da 300 milioni. Addio laurea triennale in Filosofia. Ma anche quella di Antropologia non figura più nell’offerta didattica studiata.» La Nazione
Perché La Nazione continua a scrivere queste stupidaggini? La decisione di accorpamento dei corsi di studio risale all’anno scorso ed i progetti di riordino erano già scritti prima dell’estate, quando ancora lo scandalo del “buho” era di là da venire: il punto è semplicemente che in molte situazioni, tra pensionamenti e blocco di fatto del turn over, i requisiti minimi in termini di docenti previsti dal decreto Mussi (13 strutturati per la triennale + 8 strutturati per la biennale) sono venuti meno e questo ha costretto a fondersi molti corsi di laurea, almeno al livello della triennale. Ma certo questa non è una notizia sapida e com’è noto se un cane morde un uomo, molte gazzette scrivono che un uomo ha morso un cane, per rendere la notizia più appetitosa: dunque adesso si inventano la balla del “pugno di ferro” (come ha scritto “il Blocco”) del rettore e della ministra, che nella decisione di accorpare i corsi non c’entrano un emerito cacchio.
Poi noto che il debito è già cresciuto a 300 milioni; lo dicono en passant, senza capire da dove sono sbucati i nuovi 50 milioni (bazzecole naturlich…): questa sarebbe informazione?
A Stavrogin e Kryogen: sembra che nell’ultima riunione del CdA, il Prof. Lorenzo Frediani, membro della commissione tecnica (insieme a Grossi, Barretta, Comporti, Santoro) abbia svolto una relazione facendo proprio riferimento a questa cifra ormai assodata di 300 milioni di euro.
Giovanni Grasso