L’ombra lunga di Berlinguer e Tosi sull’Ateneo senese con i loro candidati Frati e Petraglia

Frati e Petraglia

Frati e Petraglia

Di seguito la trascrizione integrale di un’altra parte dell’intervista di Orlando Pacchiani (per Radio Siena TV) ai candidati rettori, nella trasmissione Siena Diretta Sera del 19/05/2016. Il blogger Raffaele Ascheri  (l’Eretico di Siena)  chiede ai tre docenti «un giudizio sintetico, ma il più chiaro, efficace e tagliente possibile su Luigi Berlinguer e Piero Tosi» che, con elezioni bulgare e candidature uniche, in tempi diversi, sono stati alla guida dell’Università di Siena per ventuno anni. Quando si scoprì il dissesto economico-finanziario dell’Ateneo (una voragine nei conti da 270 milioni d’euro), fu subito chiaro che un crac di tali proporzioni dovesse avere origini lontane e responsabilità ben precise, che qualcuno fece risalire anche ai fastosi festeggiamenti del 750° anniversario dell’Ateneo senese. Con Silvano Focardi, che consegnò in Procura una memoria sul dissesto, ci fu una discontinuità di quattro anni alla guida dell’Università e in seguito, con l’aiuto di Berlinguer e Tosi, s’insediò Angelo Riccaboni, con un’elezione tanto irregolare (e non ancora chiarita) da far ammettere al Ministro interrogato dai magistrati: «soltanto oggi vengo a conoscenza del fatto che nessun elettore è stato identificato; se avessi saputo di detta irregolarità, non avrei nominato Riccaboni.» Appare, perciò, utile la domanda dell’Eretico che può fare chiarezza sugli sponsor accademici scomodi dei candidati, specialmente su quei personaggi che hanno avuto un ruolo nel dissesto economico-finanziario dell’Ateneo senese. Si dice che Frati e Petraglia sono le due facce della stessa medaglia, rappresentata dal gruppo Berlinguer e Tosi che, con l’elezione di uno dei due loro candidati, porrebbe una pietra tombale sulle speranze di chiarire le responsabilità della voragine nei conti e del degrado, anche morale, di un Ateneo dal glorioso passato. Vediamo le risposte dei tre candidati.

Raffaele Ascheri (Eretico di Siena). Sono presenti in studio i tre candidati all’ambitissima poltrona di Rettore dell’Università di Siena; ovviamente, ci sarebbe molto da chiedere, molto da dire a tutti e tre, ma lo faremo nel blog nelle prossime giornate, nelle prossime settimane, di qui all’appuntamento elettorale. Con il poco tempo che abbiamo a disposizione, però, almeno una cosa la possiamo fare: cioè, domandare, partendo da uno stimolo del blogger Giovanni Grasso – che è colui che segue più direttamente e da vicino le vicende dell’Università, e da tempi davvero non sospetti – provocazione secondo la quale bisognerebbe candidare a rettore Aldo Berlinguer, il figlio del più noto Luigi, provocazione che è di questi giorni, pubblicata sul suo blog “Il senso della misura”. Ecco, partendo proprio da questa, chiederei a tutti e tre i candidati che cosa pensino del passato, soprattutto del passato non attuale, cioè di Luigi Berlinguer e di Piero Tosi; coloro che per molti anni hanno guidato in tempi diversi e in contesti differenti, soprattutto da quelli attuali, l’Università di Siena; perché avere un loro giudizio sintetico, ma il più chiaro ed efficace possibile, su queste due figure, Berlinguer prima e Tosi dopo, davvero potrebbe darci un segno importante. Quello che raccomanderei è che la loro analisi, il loro giudizio, fosse la più tagliente possibile o quanto la più chiara, se possibile, perché anche se loro dovranno ricoprire un incarico che ha un suo valore anche in qualche modo politico, però non sono politici senz’altro di professione e non so se poi ambiranno ad esserlo in futuro, ma quindi da loro si può pretendere, per non dire esigere, chiarezza di giudizio. Sintesi e chiarezza di giudizio; questo è quello che io chiedo a loro, in attesa ovviamente delle loro risposte. Grazie.

Francesco Frati. Mi pare che l’Eretico abbia fatto due domande. La seconda, è quella relativamente alla chiarezza rispetto ai contenuti e a quello che vogliamo fare in futuro, e credo che sia importante soprattutto parlare del futuro. E credo che questa chiarezza stia nelle cose che abbiamo detto oggi e in quello che abbiamo scritto nel programma. Credo che questo sia un momento in cui si debba parlare del futuro. Con riferimento ai vecchi rettori che l’Eretico ha citato, devo dire che, anche per motivi anagrafici, rispetto a loro ho una distanza veramente di tipo anagrafico che mi permette di dire che mi mette molto in difficoltà nel dover esprimere un giudizio, perché lo esprimerei su delle cose che non ho toccato con mano e rispetto alle quali non posso dare un giudizio. L’unica cosa che posso dire è che, io credo, negli ultimi trent’anni, che più o meno è il periodo a cui si fa riferimento, credo che l’Università sia cambiata moltissimo e credo che il lavoro che deve fare un rettore ora è profondamente diverso dal lavoro che doveva fare un rettore trent’anni fa, ma tutto sommato, anche venti o quindici anni fa.

Alessandro Rossi. Molto più sintetico del Prof. Frati. Quei mandati rettorali hanno dimostrato di sostenere, mi scusi il gioco di parole, uno sviluppo insostenibile dell’Università; se no l’Università, evidentemente, non avrebbe avuto quella condizione di grave sofferenza economica. Credo, e ribadisco, che l’Università oggi non assomiglia e non può più assomigliare all’Università neppure dei sei anni passati, perché il mondo è profondamente cambiato, abbiamo soltanto avuto la possibilità di accennare ad alcuni aspetti; ma l’Università di Siena certo non si può permettere di essere ferma, deve rinnovarsi per affrontare gli aspetti che precedentemente sono stati toccati, perché altrimenti finiscono per essere slogan e titoli; parlo dell’internazionalizzazione, dell’attrattività, parlo della mobilità degli studenti. Questi richiedono dei progetti specifici e una riorganizzazione amministrativa e, sotto certi aspetti, anche di mentalità dell’intero corpo docente.

Felice Petraglia. Io tra l’ottanta e il duemila ho lavorato in giro per l’Italia e per il mondo; quindi, non ero qui! Posso dire che ho conosciuto il Prof. Tosi, perché fu lui che mi venne a scoprire quando ero a Udine, devo il mio ritorno a Siena appunto al momento in cui lui era rettore, quindi l’ho conosciuto meglio. Però erano gli ultimi anni, appunto, di una lunga serie di gestione delle cose. Non posso esprimere assolutamente giudizi né per l’uno né per l’altro; mi sembra in questo senso, giustamente, come dicevano prima i colleghi, è cambiato sicuramente il modo di gestire l’università, perché c’erano altre condizioni economiche. Ora, bisognerebbe essere molto preparati per fare dei confronti tecnici, economici, gestionali; sicuramente sono stati anni di grandi aperture: siamo passati a molte facoltà e probabilmente questo era un momento d’oro, c’erano tante possibilità, purtroppo poi, con alcune problematiche di spesa che sono subentrate dopo. Insomma, sarebbe un argomento trattato negli anni e giustamente non è facile esaminarlo in una risposta breve. Furono, di sicuro, personaggi importanti, insomma, rimarranno nella storia.

Raffaele Ascheri (commenta il giorno dopo su “Eretico di Siena”). P.S. 3 – Ieri sera, a “Siena diretta sera”, abbiamo domandato ai tre candidati a Rettore cosa pensassero del tandem delle meraviglie Luigi Berlinguer-Piero Tosi: così, tanto per avere un’idea. Il buon Frati si è furbescamente trincerato dietro il gap generazionale tra lui e gli altri due; il Rossi, almeno, ha parlato esplicitamente di “sviluppo insostenibile”, a proposito dei due ex, per poi sdirazzare su tutt’altro; il Petraglia – visibilmente infastidito dalla domanda – non ha risposto per niente, e alla fine li ha comunque definiti due Rettori che entreranno nella Storia. Una prima idea, dunque, ce la siamo fatta: avanti così, le elezioni si avvicinano…

Pubblicato anche da:
il Cittadino online (30 maggio 2016) con lo stesso titolo.
retewebitalia.net (Il primo network italiano dei quotidiani online) (30 maggio 2016) con lo stesso titolo.
– Bastardo Senza Gloria (30 maggio 2016) con il titolo: «Chi dei tre candidati a Rettore dell’Università di Siena ha il coraggio di giudicare le gestioni di Luigi Berlinguer e Piero Tosi?»

Le bugie di Riccaboni e Frati sui bilanci dell’Università di Siena

DuoseneseDi seguito la trascrizione integrale della prima parte dell’intervista di Orlando Pacchiani (per Radio Siena TV) ai candidati rettori, nella trasmissione Siena Diretta Sera del 19/05/2016. Per il momento si riporta solo il primo tema, quello relativo ai bilanci e allo sbandierato risanamento operato da Riccaboni e Frati. Su questo argomento la domanda sarebbe facile: «il bilancio consuntivo 2013 è falso o no?». Se la risposta è sì, ricordo che per la stessa ragione sono sotto processo, presso il Tribunale di Siena, i due precedenti rettori, tre direttori amministrativi e quattro revisori dei conti. Ricordo, infine, che la domanda è stata posta per la prima volta il 14 maggio 2015, specificando, in quella sede, che è stato certificato, per il bilancio unico dell’esercizio 2013, un avanzo di competenza di 6,91 milioni d’euro, ottenuto mediante una non corretta e impropria allocazione degli importi corrispondenti alle partite di giro. L’esordio del candidato Frati, nell’intervista, è un impegno al quale non può sottrarsi; dichiara, infatti: «fortunatamente sul bilancio contano i dati e non le opinioni!» Ebbene, aspettiamo questi dati, che confutino definitivamente il sospetto che il bilancio 2013 sia stato ritoccato, con evidenti effetti anche sugli esercizi successivi.

Orlando Pacchiani. Io introdurrei già il primo tema che un po’ è stato al centro del dibattito sull’Università negli ultimi anni. È stato anche al centro di situazioni giudiziarie e, comunque, molto dibattuto, che è il tema del bilancio e quindi del risanamento del bilancio delle Scotte. Il rettore Riccaboni lo pone come uno dei punti di forza del suo mandato. Qualche osservatore, in realtà, fa notare che si potrebbe discutere su questo risanamento, perché ci sono delle partite importanti che si sono giocate sul Policlinico delle Scotte (con la Regione) e sul San Niccolò. Però, ecco, qual è la vostra opinione su questo tema del bilancio?

Francesco Frati. Fortunatamente sul bilancio contano i dati e non le opinioni! I nostri dati dimostrano che da tre anni il bilancio consuntivo dell’Università – 2013, 2014 e 2015 – si è chiuso con un utile. Anche il bilancio preventivo 2016 ha registrato un utile; è stato apprezzato anche dal Collegio dei revisori dei Conti che hanno approvato la relazione del rettore e il relativo bilancio. Quindi, possiamo dire che, al momento, noi ci troviamo in una situazione di bilancio risanato e di un bilancio che ci consente, mettendosi al pari di tutte le altre università, di poter programmare degli investimenti. Sono quegli investimenti che saranno necessari per proseguire la fase di consolidamento del rilancio iniziato negli ultimi anni e che inevitabilmente dovranno tracciare la strada della futura guida politica di quest’ateneo per il prossimo mandato di sei anni. Io credo che tutta la Comunità universitaria debba essere orgogliosa dei risultati raggiunti in questi sei anni perché l’obiettivo del risanamento e del raggiungimento del pareggio di bilancio non era assolutamente un obiettivo facile da raggiungere e, se ce l’abbiamo fatta, è grazie alla coesione, al senso di appartenenza dell’intera comunità che ha superato i periodi più critici e che ha traghettato sostanzialmente l’Ateneo verso questa nuova fase. La nuova fase si apre adesso e sarà una fase che, proprio sulla base di un bilancio risanato, potrà prevedere degli investimenti e saranno quegli investimenti che consentiranno il consolidamento della fase di rilancio dell’Ateneo.

Alessandro Rossi. Cosa aggiungere…! Mi sembra che ha accennato precedentemente alle questioni delle Scotte piuttosto che agli investimenti che la Regione Toscana ha fatto sulla nostra Università. Io credo che sia il momento di dare valore alle soluzioni più che ai problemi. C’è una ricca stampa che affronta criticamente il problema del bilancio, io penso che ci dobbiamo limitare ai numeri e non alle illazioni o alle suggestioni.

Felice Petraglia. Ma, io sono felice, di nome e di fatto, di sentire che siamo stati tutti coinvolti in questo risanamento! Chiaramente va riconosciuto anche all’ultima parte della precedente gestione d’aver fatto, appunto, la vendita del San Niccolò e delle Scotte. Quindi gli ultimi sei anni sono serviti a corroborare una situazione che già era stata presa in oggetto e che sicuramente è andata a migliorare, anche se ci sono delle situazioni nel bilancio, per esempio, i mutui, il patrimonio netto, che non fanno sì che ci sia proprio tanta cash, tanto liquido di soldi in cassa. Quindi, ha ragione, il Prof. Frati, a dire che sicuramente stiamo meglio di sei anni fa e meglio di dodici, però sicuramente non credo ancora ci sia una situazione di finanza, di disponibilità tale da poter fare investimenti molto importanti.

Pubblicato anche da:
il Cittadino online (23 maggio 2016) con lo stesso titolo.
Bastardo Senza Gloria (23 maggio 2016) con lo stesso titolo.

Sull’udienza del 16 ottobre, intervista di Susanna Guarino, di Siena TV, a Giovanni Grasso

Tommaso Salomoni. Entriamo nel vivo dell’argomento che riguarda l’Ateneo di Siena, in particolare del processo, iniziato il 16 ottobre (la seconda udienza ci sarà il 30 ottobre alle ore 9,00), che vede chiamato in causa il professor Giovanni Grasso, che ha un blog “Il senso della misura”, dove esprime spesso dei commenti molto critici sull’operato dell’amministrazione dell’Università di Siena. L’ha fatto, in passato, anche con gli altri rettori, lo sta facendo e lo ha fatto anche con Angelo Riccaboni. Ebbene, per un articolo scritto sul blog nel 2013, è arrivata la querela da parte del rettore. Sembra una cosa di normale amministrazione, capita spesso una querela per diffamazione. In realtà, se andiamo a scavare nelle carte di questo processo, capiamo che forse può farsi veramente interessante, specialmente se si ricerca la motivazione per la quale il prof. Grasso aveva fatto alcune osservazioni sul rettore Angelo Riccaboni e se si va a scavare, in particolare, sul passato dell’Università decisamente burrascoso, non tanto nell’epoca Riccaboni quanto negli anni in cui si è arrivati anche a formare, e scoprire successivamente, il buco di bilancio. Insomma, cerchiamo di fare chiarezza con il prof. Giovanni Grasso e con l’intervista che ha realizzato per noi Susanna Guarino.

Dal Corriere di Siena (28 ottobre 2015): «Al termine della conferenza stampa, al rettore è stato chiesto un commento anche sulla vicenda giudiziaria con il professor Grasso: “C’è un procedimento in corso – ha detto Riccaboni –. Francamente mi sembra che i fatti dimostrino che le cose in ateneo stanno andando bene. E sentirsi dire certi epiteti non è mai una cosa piacevole“.»

Da La Nazione Siena (28 ottobre 2015), Orlando Pacchiani: «Tra le questioni scottanti sul tavolo, c’è anche la questione per la querela al professor Grasso. Risponde Riccaboni (n.d.r.): “Diatriba? Nessuna diatriba, c’è semplicemente un procedimento in corso. Accetto critiche e accuse di ogni tipo senza replicare, ma qui si è passato il segno con epiteti eccessivi, basta leggere ciò che è stato scritto“.»