La favola per cui due ragionieri si sono fatti beffe di rettori, CdA, Senato Accademico, sindaci revisori e sindacati è puro surrealismo

Altan-solitamerdaRabbi Jaqov Jizchaq. Per correttezza e completezza d’informazione va detto che qualcuno sostiene che il Focardi abbia però “scoperto” il buco dopo la stabilizzazione di un numero molto cospicuo di amministrativi, come da accordi elettorali che portarono alla sua elezione. Premesso che andrebbero ricostruite le tappe che portarono all’improvvisa “scoperta del buco”, si delineano comunque due atteggiamenti politicamente diversi: quelli che negano la consistenza ontologica del “buco”, invocando una generale beatificazione delle vittime del “giustizialismo” che ha infangato il buon nome di certe animelle candide, già incamminate sulla via del paradiso, e quelli che dicono “sussiste, ma non è opera mia, anzi…”.

Focardi, mi pare, appartiene a questa seconda classe: egli non nega l’evidenza del “buho”, ma ribadisce anche nelle interviste di questi giorni di essere stato tenuto all’oscuro della realtà dei conti.
Il sospetto dei malpensanti è che la data della “scoperta del buco” sia stata in qualche modo fissata in modo convenzionale, e che il buco sia stato “scoperto” una volta portata a termine l’operazione alla quale si riferiscono le malelingue. Pur non auspicando il licenziamento o la ulteriore penalizzazione di nessuno, va detto che con l’epurazione di quasi la metà del corpo docente entro un paio d’anni, lo squilibrio che si è determinato fra personale docente e personale tecnico ed amministrativo è reale: perché allora molti continuano a tirare insistentemente in ballo il rapporto docenti/studenti che a Siena sarebbe ancora troppo “alto”?

Siena ha infatti perso il 43% del corpo docente, praticamente ha fatto fuori, in questo decennio, tutti i giovani ricercatori che allo scoppio del buco risultavano non stabilizzati, congelato per dieci anni tutti gli altri e parallelamente, tra il 2008 e il 2015, ha chiuso decine di corsi di laurea, perdendo circa 6700 studenti cioè il 30% circa degli iscritti al 2008. Di questo passo, i docenti saranno sempre “troppi”, ma vedrete che prima o poi, continuando a smantellare strutture didattiche e scientifiche, qualcuno farà presente che i docenti non sono i soli ad essere “troppi”. Mi domando pertanto come mai il tema del destino di questo ateneo, com’è stato discusso in questo blog, che investe tante persone (docenti, tecnici ecc.), sia così assente dal dibattito pubblico.

Va detto infine che la favola secondo cui un paio di ragionieri si sono fatti beffe di due rettori, altrettanti consigli d’amministrazione, senato accademico, sindaci revisori, sindacati e quant’altro, è puro surrealismo. Il problema è che quando è colpa di troppa gente, alla fine non è colpa di nessuno. Il buco nero come svuotamento di senso, “metafora giusta per chi volle essere stella e non è più che un rimasuglio di luce” (Gesualdo Bufalino), oltre che dei forzieri.

«Idealità e morale sono i mezzi migliori per colmare il gran buco che si chiama anima.» R. Musil

Intervento del sindacato Ugl sulle 12 assoluzioni per il dissesto dell’Università di Siena

Bucoverita

Alla Lizza è in piena attività la fabbrica dei tappi

Daniela Orazioli (UGL Università e Ricerca). Alla Lizza è in piena attività la fabbrica dei tappi! Ieri si è “turato” ben bene il buco di 270 milioni di Euro dell’Ateneo senese. Non è uno scherzo! Così si è fatta giustizia! Oppure è stato “giusto” assolvere tutti e soprattutto il collegio dei Revisori dei conti perché è risultato che il buco si è autogenerato e, per maligna devianza, è sempre sfuggito ai loro controlli “a campione”, come i Revisori stessi hanno definito il loro modus operandi sui bilanci, durante i molti anni in cui hanno certificato la situazione economico-finanziaria dell’Università di Siena.

In conclusione il personale tecnico-amministrativo (PTA) è quello che sta restituendo al MEF un surplus percepito “indebitamente”. Ironia della sorte: lo stanno restituendo anche gli stabilizzati che non ne hanno mai goduto i benefici come trattamento accessorio. Per essere pignoli ed anche polemici riteniamo utile ricordare che il fondo per l’accessorio del PTA è costituito dall’Amministrazione. Per poter utilizzare il fondo è indispensabile la certificazione dei Revisori. Per quanti anni, anche questo “campione”, è sfuggito al loro controllo?

Dopo la sentenza di ieri vogliamo vedere la Guardia di Finanza che ci “pizzica” a posteggiare dopo aver timbrato l’entrata o a prendere il caffè fuori dalla struttura di lavoro (non tutti i colleghi hanno il privilegio del bar interno). È legge che il danno erariale preveda il licenziamento del dipendente e noi ci adegueremo a rispettare la legge! Ma i Finanzieri che, per mesi e mesi, hanno raccolto ed esaminato i faldoni sequestrati negli uffici dell’Ateneo, considerando la fine che ha fatto il loro lavoro, avranno ancora voglia di impegnare il loro tempo con noi? Non è stato, anche il loro tempo perso, un danno erariale?

E per quale senso di giustizia nessuno è colpevole per 270 milioni di Euro di buco in bilancio mentre il PTA può essere licenziato per un caffè?

L’Università di Siena come trampolino di lancio nazionale per Piero Tosi

Raffaele Ascheri

Raffaele Ascheri

Università: tanto buco per nulla? (da: Eretico di Siena, 20 luglio 2016)

Raffaele Ascheri. Come per l’incendio in Curia – e per molto altro, purtroppo -, qui che ci sia il corpo del reato, è pacifico; mandando tutti assolti, il messaggio del Tribunale è chiaro: c’è il fatto (200 milioncini svaniti), ma non c’è il reato (quantomeno per gli imputati).
Un suggerimento a chi non sta nella pelle per l’assoluzione, ai garantisti a targhe alterne: così come un imputato è da considerarsi innocente fino a che non arriva al Palazzaccio (Cassazione), così non è che dopo un’assoluzione in I grado, tutto venga chiuso in modo definitivo. Chiaro il concetto? Tutto lascia credere che ci sarà un Appello, e si vedrà allora.
E se Tosi (per ora) e Focardi (idem) possono tirare un per loro meritato sospiro di sollievo, facciamo sommessamente notare che – oltre ai profili di falsa testimonianza e calunnia che già si stagliano, nitidi, all’orizzonte per Interi e Santinelli -, la manna della prescrizione è già arrivata: non luogo a procedere per la storiaccia del bar dell’ex manicomio (fra gli imputati, l’ex Consigliere comunale piddino David Chiti, oggi uomo di punta di Scaramin Scaramelli: prescritto, Chiti, non certo assolto).
Infine, come commento a caldo (ma non a bollore): come sempre in questi casi, bisogna sapere dividere le responsabilità politico-morali da quelle (per ora) giudiziarie.
Chi è che aveva fatto dell’Università senese – per usarla come trampolino di lancio nazionale – una macchina capace di autoincensarsi ogni mezz’ora scarsa? L’ultimo dei docenti, o forse – con qualche responsabilità politica – il professor Tosi? 200 milioni, sembrano pochi, in una comunità in cui lo sport comunale era quello di fare sparire milionate di euro dai bilanci, da Mps in giù?
Il buon Focardi, almeno, portò i libri in Tribunale, con un gesto di discontinuità e di rottura, in una Siena – allora anche più di adesso, quindi fate voi – omertosa ed occultatrice fino a dentro il midollo.
Eh, vuol dire che è come per i miliardi (!) di Antonveneta, come per l’incendio in Curia et alia: lo Spirito Santo, a Siena, agisce spesso in modo originale. Per sottrazione, come dire…

Siena: le prime cinque domande dei 5 stelle ai tre candidati rettore

Felice Petraglia - Alessandro Rossi - Francesco Frati

Felice Petraglia – Alessandro Rossi – Francesco Frati

Logo5stellesienaLettera aperta ai “magnifici” candidati (meetup 20/05/2016)

Fra non molto l’Università di Siena eleggerà il nuovo Rettore. In considerazione del fatto che si tratta di un ruolo fondamentale per il futuro della città, crediamo giusto rivolgere ai candidati alcuni quesiti. Questi sono i primi cinque, tanto per cominciare …

1. il 4 novembre 2004 l’Università di Siena ratificò, insieme a molte altre Università italiane, la Convenzione di Messina sull’Open Access: “verso l’accesso aperto alla letteratura di ricerca“, riconoscendo e sottoscrivendo la Dichiarazione di Berlino. A distanza di 12 anni non sembra che l’Ateneo senese abbia fatto molto in termini di Open Access che, lo ricordiamo, prevede due clausole fondamentali per la divulgazione dei prodotti della ricerca sviluppati all’interno dell’Ateneo usufruendo di risorse pubbliche:
a) L’autore(i) ed il detentore(i) dei diritti relativi a tale contributo garantiscono a tutti gli utilizzatori il diritto d’accesso gratuito, irrevocabile ed universale e l’autorizzazione a riprodurlo, utilizzarlo, distribuirlo, trasmetterlo e mostrarlo pubblicamente e a produrre e distribuire lavori da esso derivati in ogni formato digitale per ogni scopo responsabile, soggetto all’attribuzione autentica della paternità intellettuale (le pratiche della comunità scientifica manterranno i meccanismi in uso per imporre una corretta attribuzione ed un uso responsabile dei contributi resi pubblici come avviene attualmente), nonché il diritto di riprodurne una quantità limitata di copie stampate per il proprio uso personale.
b) Una versione completa del contributo e di tutti i materiali che lo corredano, inclusa una copia della autorizzazione come sopra indicato, in un formato elettronico secondo uno standard appropriato, è depositata (e dunque pubblicata) in almeno un archivio in linea che impieghi standard tecnici adeguati (come le definizioni degli Open Archives) e che sia supportato e mantenuto da un’istituzione accademica, una società scientifica, un’agenzia governativa o ogni altra organizzazione riconosciuta che persegua gli obiettivi dell’accesso aperto, della distribuzione illimitata, dell’interoperabilità e dell’archiviazione a lungo termine.
Nel bilancio dell’Ateneo Senese la spesa per l’accesso alle riviste scientifiche assume un ruolo preponderante nel capitolo delle uscite, vedendo talvolta l’Ateneo costretto ad acquistare i lavori dei suoi stessi ricercatori.
Nel caso fosse eletto Magnifico Rettore, come intende perseguire gli scopi citati nella Dichiarazione di Berlino e nella conseguente Convenzione di Messina per ridurre i costi relativi all’acquisto dell’editoria scientifica?

2. Rispetto alle altre due università toscane – Pisa e Firenze – l’Ateneo senese si trova in una condizione di incertezza per la sua collocazione nel contesto regionale. Come ha recentemente dichiarato il Prof. Emilio Barocci in una intervista, “[…] Siena è invece un boxeur che è appena andato ko, si è ripreso ma ancora non sa bene quale futuro potrà avere”. Qual è la sua visione ideale di collocamento dell’Ateneo senese nel contesto formativo universitario regionale ?

3. Prosegue, se pur a rilento, l’inchiesta sul “buco di bilancio” di cui è stato protagonista l’Ateneo negli anni 2004-2007, dove risultano attualmente 14 indagati tra cui i due ex rettori Piero Tosi e Silvano Focardi, imputati a vario titolo di abuso d’ufficio, falso ideologico e peculato. Il “buco” di cui si parla è una cifra enorme, circa 200 milioni di €, faticosamente ripianati con importanti sacrifici economici da parte dell’intera struttura e con il conseguente innalzamento delle rette che gli studenti devono pagare per studiare nell’Ateneo.
Nel processo, l’Università di Siena si è costituita parte civile: nel caso la Procura dovesse confermare le ipotesi di reato, come utilizzerebbe i risarcimenti che – auspicabilmente – potrebbero arrivare ?

4. L’Università di Siena è una tra le più antiche d’Europa, nata nel 1240 dalle scuole di Medicina e Diritto: ancora oggi l’Area Biomedica sembra essere un importante motore trainante per l’intera istituzione, tanto da riuscire – almeno così si dice – ad eleggere un Rettore. Fermo restando che due dei tre candidati provengono proprio dall’Area Biomedica, considerando inoltre le dichiarazioni più volte rilasciante anche dal Governatore Rossi sull’intenzione di realizzare a Siena un importante polo di Ricerca per le Scienze della Vita (Tuscany Life Science) alle quali però si susseguono “attacchi” e depotenziamenti alla sanità senese, come vede il futuro dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese e, soprattutto, come si riuscirà a renderla sostenibile economicamente?

5. Al di là degli eventi e dei proclami di questi ultimi anni, i dati indicano una progressiva diminuzione del numero degli studenti e riduzione costante delle matricole. I dati, sempre nel contesto toscano, parlano chiaro: gli immatricolati delle lauree di primo livello negli ultimi 10 anni sono rimasti stabili a Pisa, diminuiti del 14% a Firenze e precipitati a –62% a Siena.
Se venisse eletto Rettore, quali politiche intende attuare per rendere più accattivante l’Ateneo senese e provare ad invertire la tremenda spirale al ribasso delle iscrizioni?

Tra le 7 richieste del Movimento di Grillo al nuovo sindaco anche quella della costituzione di parte civile nel processo sul buco di bilancio dell’Università di Siena

5StelleMovimento 5 Stelle Siena. Ci sono temi d’importanza cruciale per la Città. Temi che non hanno colore politico, di cui però sentiamo poco parlare dagli aspiranti candidati sindaco al ballottaggio del 9 giugno. Ricordiamo che, per quanto ci riguarda, entrambi i candidati sono espressione di quella mala politica che ha depredato la Città e il Paese. Tuttavia prendiamo atto che uno dei due si troverà purtroppo a governare Siena e ci preme pertanto sensibilizzare l’intera Città e la nuova Amministrazione su quei temi che riteniamo imprescindibili e improcrastinabili per ogni giunta che voglia dichiararsi “rinnovatrice”. E allora chiediamo ai due candidati rimasti in lizza di dare ai senesi una risposta chiara e inequivocabile alle seguenti domande:

1. La nuova Amministrazione introdurrà nel Regolamento Comunale il Referendum propositivo senza quorum? Si o no?

2. La nuova Amministrazione azzererà i rimborsi spese per i consiglieri di amministrazione di nomina comunale nelle aziende partecipate e per i deputati in Fondazione MPS? Si o no?

3. La nuova Amministrazione istituirà una Commissione Comunale d’Inchiesta sui disastri riguardanti la Banca MPS compiuti nel periodo 1995–2012? Si o no?

4. La nuova Amministrazione si farà carico di un’Azione di Responsabilità nei confronti della Fondazione MPS co-responsabile dei disastri della gestione Mussari/Vigni? Si o no?

5. La nuova Amministrazione si costituirà parte civile nei processi relativi alla gestione della Banca MPS? Si o no?

6. La nuova Amministrazione si costituirà parte civile nel processo sul buco di bilancio dell’Università? Si o no?

7. La nuova Amministrazione provvederà all’immediata ri-pubblicizzazione dell’acqua in ottemperanza alla volontà espressa dagli italiani con il recente referendum? Si o no?

Sono solo alcuni dei punti del programma del Movimento 5 Stelle Siena che i vari candidati a sindaco si sono divertiti a copiare nel corso delle recentissima campagna elettorale: questa è l’ultima occasione per impegnarsi pubblicamente di fronte a quei cittadini che sembrano voler davvero credere al processo di rinnovamento promesso da tutti i candidati.

Sull’università di Siena il MoVimento di Grillo ha perso una stella

M4StelleQuando si è in conflitto di interessi e non si hanno le palle (come direbbe Beppe Grillo) per denunciare i vertici dell’istituzione pubblica in cui si lavora, è preferibile tacere! Purtroppo, il MoVimento 5 stelle di Siena, dopo il rinvio a giudizio di due dipendenti in merito alle elezioni irregolari del rettore, «indulgendo ad un melassoso populismo» (come dice Rabbi), ha  reso pubblico un documento sull’università di Siena con il quale dichiara «improcrastinabile, e assolutamente necessaria, una coraggiosa presa di posizione netta da parte dell’Amministrazione, per colpire gli sprechi… Altrimenti meglio che arrivi un Commissario che sappia cacciare via tutti i responsabili del dissesto.» Tutto qui? Arrenditi, Grillo!

MoVimento Siena 5 stelle. Tutto tace in questa Siena, un silenzio tombale, dove molti fanno finta di dormire per non vedere, forse per tentare di esorcizzare il grave e drammatico momento che sta affrontando la nostra città. Davanti al disastro compiuto da una classe politica fallimentare, la città sembra incapace di reagire: è come scoprire un ladro in casa di notte e invece di gridare aiuto e cercare di proteggere il proprio patrimonio, gli si consegnasse il portafoglio per tornare, placidamente, a dormire.

Per quanto concerne il nostro Ateneo, molti sembrano essersi già dimenticati dei 64 dipendenti della Cooperativa Solidarietà – presso l’Università di Siena – che tra pochi giorni saranno messi in cassa integrazione. Così come la città si è già scordata della mancata presenza di un rappresentante dell’Ateneo come parte civile al relativo processo per il “Buco di Bilancio”. La “parte civile” che potrebbe permette di recuperare parte di quanto indebitamente sottratto dalle casse universitarie!

Ancora si vocifera sulla questione del “troppo personale”, additato come la causa di tutti i mali. Proprio nel blog del prof. Grasso, “il senso della misura”, si pubblicano grafici dove si dimostra l’alto numero di personale tecnico-amministrativo in relazione ai docenti, senza chiedersi perché e quali sono le funzioni di queste mille persone e soprattutto senza valutare il reale impatto economico dello stesso sul disastrato bilancio. Si vuole, in qualche modo, dimostrare che sono i dipendenti la causa del dissesto. Ma siamo proprio sicuri che siano realmente gli stipendi – a docenti e TA – ad essere causa di una simile voragine di bilancio universitaria? Certo, inutile girarci intorno: il problema economico esiste, così come esiste il problema della mal distribuzione del personale. Capita talvolta che il numero del personale TA afferente ad un certo dipartimento sia più espressione del “potere dei baroni” che delle reali necessità: per questo ci auguriamo che la recente operazione di assestment, voluta dalla DA, possa far emergere ancora di più queste situazioni atipiche! Quello che però sembra emergere prepotentemente è un pessimo utilizzo dei fondi, frutto di anni di “lassismo” nei confronti di un’autonomia fatta con “soldi pubblici”, dove non vi erano sufficienti controlli sulle spese dei dipartimenti né dei vari uffici dell’amministrazione, dimostrando oltretutto una carenza organizzativa piuttosto evidente.

Ad aggravare ancora di più la situazione è il recente rinvio a giudizio di due dipendenti in merito alle elezioni dell’attuale Rettore Riccaboni: adesso è improcrastinabile, e assolutamente necessaria, una coraggiosa presa di posizione netta da parte dell’Amministrazione, per colpire gli sprechi e tutelare quella parte sana del personale che affronta, con dignitosa abnegazione e sacrificio, una situazione lavorativa difficile. Altrimenti meglio che arrivi un Commissario, svincolato dai poteri forti, che sappia riportare sul giusto binario l’Università di Siena e cacciare via tutti i responsabili del dissesto.